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Variante messicana dello spagnolo/ Linguaggio giovanile in Messico

Date post: 15-Nov-2023
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Indice Pag. Introduzione………………………………………………………………………...3 I Capitolo Lo spagnolo messicano………………………………………………..5 1.1 La lingua spagnola come sistema di comunicazione………………………….. 5 1.2 Lo spagnolo in Messico………………………………………………………...7 1.3 Lo spagnolo colloquiale Messico……………………………………………....10 1.3.1 Espressioni tipiche del linguaggio colloquiale messicano………………11 1.3.2 Aggettivi………………………………………………………………....12 1.3.3 Verbi……………………………………………………………………..13 1.3.4 Sostantivi………………………………………………………………...13 1.4 Il linguaggio gergale in Messico……………………………………………….14 1.4.1 I verbi……………………………………………………………………15 1.4.2 Sostantivi………………………………………………………………...15 1.5 Il linguaggio giovanile in Messico …………………………………………….16 1.5.1 Espressioni tipiche del linguaggio giovanile…………………………….17 1.5.2 Aggettivi…………………………………………………………………19 1.5.3 Verbi……………………………………………………………………..20 1.5.4 Sostantivi………………………………………………………………...20 II Capitolo Il linguaggio giovanile messicano in Quiúbole con…para chavas e chavos ……………………………………………………………………………..23 2.1 Il linguaggio in Quiúbole conpara chavas………………………………….24 2.1.1 Espressioni tipiche in Quiúbole con… para chavas.................................25 2.1.2 Aggettivi………………………………………………………………...27 2.1.3 Verbi…………………………………………………………………….28 2.1.4 Sostantivi………………………………………………………………..29 2.1.5 Parole di origine Náhuatl………………………………………………..30 2.2 Il linguaggio in Quiúbole con… para chavos………………………….............31 2.2.1 Espressioni tipiche in Quiúbole con… para chavos…………………………32 2.2.2 Aggettivi………………………………………………………………...32
Transcript

IndicePag.

Introduzione………………………………………………………………………...3

I Capitolo Lo spagnolo messicano………………………………………………..5

1.1 La lingua spagnola come sistema di comunicazione………………………….. 5

1.2 Lo spagnolo in Messico………………………………………………………...7

1.3 Lo spagnolo colloquiale Messico……………………………………………....10

1.3.1 Espressioni tipiche del linguaggio colloquiale messicano………………11

1.3.2 Aggettivi………………………………………………………………....12

1.3.3 Verbi……………………………………………………………………..13

1.3.4 Sostantivi………………………………………………………………...13

1.4 Il linguaggio gergale in Messico……………………………………………….14

1.4.1 I verbi……………………………………………………………………15

1.4.2 Sostantivi………………………………………………………………...15

1.5 Il linguaggio giovanile in Messico …………………………………………….16

1.5.1 Espressioni tipiche del linguaggio giovanile…………………………….17

1.5.2 Aggettivi…………………………………………………………………19

1.5.3 Verbi……………………………………………………………………..20

1.5.4 Sostantivi………………………………………………………………...20

II Capitolo Il linguaggio giovanile messicano in Quiúbole con…para chavas e

chavos ……………………………………………………………………………..23

2.1 Il linguaggio in Quiúbole con…para chavas………………………………….24

2.1.1 Espressioni tipiche in Quiúbole con… para chavas.................................25

2.1.2 Aggettivi………………………………………………………………...27

2.1.3 Verbi…………………………………………………………………….28

2.1.4 Sostantivi………………………………………………………………..29

2.1.5 Parole di origine Náhuatl………………………………………………..30

2.2 Il linguaggio in Quiúbole con… para chavos………………………….............31

2.2.1 Espressioni tipiche in Quiúbole con… para chavos…………………………32

2.2.2 Aggettivi………………………………………………………………...32

2.2.3 Verbi…………………………………………………………………….35

2.2.4 Sostantivi………………………………………………………………..37

2.2.5 Parole di origine Náhuatl………………………………………………..38

III Capitolo Corpus linguistico studenti universitari………………………….39

3.1 Elenco dei termini del Corpus linguistico presenti in Quíubole con...para

chavas e chavos…………………………………………………………………………39

3.2 Espressioni degli studenti universitari………………………………………39

3.2.1 Aggettivi…………………………………………………………………..40

3.2.2 Verbi………………………………………………………………………40

3.2.3 Sostantivi………………………………………………………………….40

3.2.4 Parole di origine Náhuatl………………………………………………….41

3.2.5 Un linguaggio in continua evoluzione…………………………………….42

Bibliografia…………………………………………………………………………43

Appendice…………………………………………………………………………..45

2

Introduzione

Questo studio si pone l’obiettivo di indagare la variante messicana della lingua

spagnola, ponendo particolare attenzione al linguaggio colloquiale giovanile,

attraverso l’analisi lessicale e morfologica di due testi della letteratura adolescenziale

messicana e di un corpus linguistico di due giovani informatori universitari.

Lo spagnolo messicano è una variante della lingua spagnola che ha sviluppato

caratteristiche linguistiche proprie e modi di esprimersi autoctoni, risultato di

un’identità culturale e storica diversa da quella del vecchio continente europeo.

Essendo il Messico, il paese con il più gran numero di parlanti della lingua spagnola,

riteniamo importante condurre un’analisi del linguaggio giovanile messicano, un

linguaggio in continuo progresso che mette in luce gli usi e i costumi della

generazione di oggi.

Lo studio si propone come scopo primario quello di individuare i tratti distintivi

dello spagnolo messicano colloquiale, indicando quali sono le nuove espressioni

tipiche dei giovani, i verbi, i sostantivi e gli aggettivi che si utilizzano nel linguaggio

informale e quotidiano. Per condurre tale esplorazione, oltre a fornire degli esempi

tratti dal Diccionario del español de México del Colegio de México si estrapolano

attraverso i libri Quiúbole con… para chavas e para chavos di Gaby Vargas e Yordi

Rosado, le nuove espressioni idiomatiche utilizzate oggi.

Il primo capitolo tratta dell’importanza che la lingua spagnola ha acquisito nel

mondo, nei paesi in cui si parla questa lingua e di come il vasto dominio geografico

abbia determinato diverse varianti linguistiche, tra cui quella messicana. Si tratta di

una lingua disomogenea da un punto di vista dialettologico cui fenomeni variano di

zona in zona, come quella centrale caratterizzata dalle espressioni dei chilangos, o le

zone sotto l’influenza delle lingue indigene, in particolare del Náhuatl, che gioca un

importante ruolo all’interno del vocabolario messicano.

La creazione di neologismi e di messicanismi rendono la lingua viva e originale;

attraverso lo studio di alcune espressioni tipiche usate in ambienti informali,

scendiamo nella realtà del linguaggio colloquiale messicano, soffermandoci sul

linguaggio gergale della delinquenza che è ormai sempre più popolare e meno

3

criptico, e su quello giovanile, caratterizzato da inglesismi, abbreviazioni, diminutivi,

prestiti da lingue straniere, metafore e sistemi di creazione morfologica molto creativi.

Il secondo capitolo esamina il linguaggio adolescenziale usato da due scrittori

della contemporaneità, Gaby Vargas e Yordi Rosado, che ai fini di una maggiore

comprensione del pubblico giovanile hanno utilizzato nei loro libri Quiúbole con…

para chavas y para chavos –grande successo editoriale della casa editrice Aguilar– un

registro colloquiale che rispecchia quello dei giovani, e che poco differisce da quello

utilizzato dai ragazzi universitari di oggi.

Il terzo capitolo illustra un breve corpus linguistico di due informatori iscritti

rispettivamente alle università La Salle e Anáhuac della Città del Messico. Per avere

un panorama più ampio di ciò che può essere il linguaggio giovanile oggi, due

studenti con i quali si sono mantenuti i contatti durante quest’ultimo anno, hanno

riportato ciò che secondo loro sono i termini e le espressioni più usate nel linguaggio

colloquiale giovanile messicano. La maggiorparte della terminologia indicata dagli

studenti è stata riscontrata nei libri di Quiúbole con…; si tratta di un lessico ricco di

messicanismi, anglicismi, parole di origine náhuatl ed espressioni figurate.

4

I

Lo spagnolo messicano

1.1 La lingua spagnola come sistema di comunicazione

La relazione annuale concernente “El español en el mundo” presentata all’istituto

Cervantes nel 2012 dal direttore Víctor García de la Concha e dal Ministro di Affari

esteri e Cooperazione José Manuel García-Margallo, dimostra che lo spagnolo, con

quattrocento novantacinque milioni di parlanti nativi è la lingua più parlata al mondo

dopo il cinese, e quella della comunicazione interazionale dopo all’inglese. È

constatato che nel 2030 il 7,5% della popolazione, un totale di cinquecento

trentacinque milioni di persone, parlerà spagnolo, e che il 10% di quella mondiale

riuscirà a comunicare in spagnolo senza alcun problema; adunque, il Messico e gli

Stati Uniti saranno i paesi con più parlanti ispanici. Approssimativamente gli allievi

che studiano questa lingua sono diciotto milioni, cifra in continuo aumento, come

dimostra il numero delle matricole iscritte ai centri dell’istituto Cervantes nel mondo,

che si è moltiplicato per tredici volte tra il 1993 e il 2011.

Il 7,8% degli utenti che navigano su internet comunica in spagnolo, la terza

lingua più usata in rete dopo l’inglese e il cinese. É una percentuale che è aumentata

nel corso degli ultimi dieci anni da quando in America Latina si è diffuso l’uso della

rete; in questo momento, infatti, la Spagna e il Messico fanno parte dei venti paesi con

maggior numero d’internauti e lo spagnolo è la seconda lingua più usata (dopo

l’inglese) tra i social network di facebook e twitter, che contano cento milioni di

parlanti ispanici.

È difficile dare una definizione precisa di «ispano», il termine non si riferisce a

una razza precisa né a un’etnia particolare poiché i paesi ispanici sono multietnici e

hanno tradizioni culturali diverse; un ispano può essere un gallego del nord della

Spagna o un argentino di Buenos Aires, per tanto, la parola «ispano» si riferisce a un

gruppo linguistico di persone che hanno adottato la lingua spagnola come sistema di

comunicazione (Casasayas, 2005: 6).

Il vasto dominio geografico della lingua spagnola ha determinato numerose

varianti linguistiche che riflettono le caratteristiche di ventuno paesi che l’hanno

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adottata come lingua ufficiale: Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador,

El Salvador, Spagna, Guatemala, Guinea Equatoriale, Honduras, Messico, Nicaragua,

Panamá, Paraguay, Perù, Puerto Rico, Repubblica Dominicana, Uruguay e Venezuela.

Nonostante l’espansione territoriale e lo stretto contatto con altre realtà linguistiche

quali l’inglese in America settentrionale, il brasiliano in America del sud, il gallego, il

basco e il catalano nella penisola iberica; la lingua spagnola, mantiene un carattere

omogeneo grazie al suo vocabolario basilare condiviso da tutti i parlanti ispani e dalla

sintassi semplice e chiara che permette una comunicazione priva d’incomprensioni.

Inoltre, lo spagnolo è una lingua geograficamente compatta poiché i paesi in cui si

parla occupano territori contigui tra loro (Fernández, Roth, 2007: 33). Ulteriormente,

lo spagnolo è anche una lingua minoritaria in altri paesi del mondo: Africa, Antille

Olandesi, Australia, Belice, Brasile, Canada, Filippine, Isole Cayman, Isole Guam,

Isole vergini americane, Israele, Islanda, Jamaica, Marocco, Norvegia, Russia,

Svizzera, Turchia e altri paesi europei (De la Concha,2012).Tra tutte le comunità

ispaniche, la statunitense è quella che dimostra più vitalità demografica; tra le

minoranze negli Stati Uniti, la comunità ispanoamericana è quella che più mantiene il

dominio della lingua tramandandola alle successive generazioni.

Sebbene la lingua spagnola ricopra un’ampia zona geografica, in linea di

massima, sono due le norme che si riscontrano in Spagna e in America: quella

conservatrice e più tradizionalista in Castiglia, zone interne del Messico e il territorio

delle Ande, e quella più innovatrice in Andalusia, Isole Canarie, Caraibi e Rio della

Plata. Tra queste, si possono identificare otto varietà dialettali: in Spagna la canaria,

andalusa e la castigliana e in America la caraibica, la messicana-centroamericana,

l’andina, la rioplatense e la cilena. Generalmente, in Centroamerica e nei Caraibi la

denominazione per la lingua spagnola è «español» mentre in America del sud e in

Spagna si preferisce il termine «castellano» malgrado «español» sia molto diffuso nel

sud della Spagna e nel resto del mondo (Fernández, Roth, 2007: 34). In questa sede,

trattiamo di descrivere la variante dello spagnolo messicano, realtà linguistica dotata

di grande personalità.

6

1.2 Lo spagnolo in Messico

Lo spagnolo messicano è una variante della lingua spagnola parlata in Messico e

in altri paesi degli Stati Uniti d’America e Canada. Con più di cento milioni di

abitanti, il Messico è il paese ispanofono con maggior numero di parlanti della lingua

spagnola. Durante l’epoca del vicereame della Nuova Spagna (1535-1821)

Tenochtitlan, il centro della civiltà azteca, fu conquistata dagli spagnoli nel 1521 e

divenne la capitale dell’impero coloniale spagnolo con il nome di Città del Messico.

Qui, sorse nel 1551 la Real y Pontificia Universidad de México, la prima università

delle Americhe, trasformando la città in uno dei centri ispanofoni più importanti dopo

la Spagna e rendendola un punto di riferimento per gli stati vicini. Nonostante ciò,

dato il vasto territorio, è un paese disomogeneo dal punto di vista dialettologico e i

fenomeni linguistici variano da zona in zona; nello Yucatán ad esempio, un tratto

peculiare è l’aspirazione delle occlusive sorde /p t k / come in aphárte aparte, lo

phíden lo piden, o akhí aquí (De Ramírez, 1996: 29); un altro tratto distintivo di

questa penisola è l’allungamento vocalico, ereditato dalla lingua maya1. La zona

nordoccidentale è contrassegnata dal fenomeno del heheo, come in sí señor hí heñor

oppure xí xeñor (Pharies, 2007: 227), mentre nei territori meridionali si aspira la

fricativa /s/ e a Jalisco si nasalizza.

La zona centrale della capitale, è caratterizzata da una serie di espressioni vivaci

che i chilangos,2soprannome degli abitanti del Distretto Federale, usano

colloquialmente. Sono tipiche espressioni giovanili le seguenti: “¿Qué Pachuca por

Toluca?” che significa ¿Qué pasó?, Pachuca è la capitale dello stato di Hidalgo e

Toluca dello stato del Messico; “¿Qué transita por tus venas?” per dire ¿Qué pasa

contigo?; “¿Qué trampita valedor?” è un altro modo di dire ¿Qué paso amigo?

Velador, in messicano colloquiale significa cuate, amigo, compañero.

“¿Si ya sábanas pa’ que cobijas?” ovvero “¿Si ya sabes para que preguntas?”;

“Calmantes montes” e “Serena morena” invece, sono espressioni per placare

1 La famiglia linguistica maya è parlata in sette stati della repubblica del Messico: Chiapas, Tabasco, Yucatán, Quintana Roo, Campeche, San Luis Potosí ,Veracruz; inoltre è presente del paesi del Guatemala dove si parla la variante quiceana-mameana e nel Belice. In totale il numero dei parlanti è di 759.000.(Instituto lingüístico de Verano en México).2 Il termine chilango-secondo il direttore dell’Accademia della lingua messicana, José Moreno de Alba- non ha origini náhuatl come molti hanno supposto e non ha niente a che vedere con il termine chile ;probabilmente, il termine è stato affibbiato agli abitanti della Città del Messico perché quest’ultima ha lo stesso nome del paese.

7

l’agitazione di qualcuno: dal verbo serenar, tranquillizzarsi e calmar, calmarsi.

L’espressione metaforica “Me extrañas que siendo arañas te vayas por el elevador”

è un modo giocoso per dire Me extraña que siendo tan listo tomes el camino facil.3

Numerose espressioni giovanili fanno riferimento al mondo dell’alcol o del sesso,

come “Vamos a darle al vidrio” ovvero vamos a beber oppure “Vamos a echarle

gasolina al motor” quando s’incita un gruppo di amici a ubriacarsi. Esortare una

persona ad avere rapporti sessuali, si dice “Vamos a ponerle Juan al niño” o il più

volgare “Prestamela pa’ no chambear”.4

Sebbene lo spagnolo sia la lingua ufficiale, in Messico, si parlano moltissime

lingue indigene, che fin dai tempi della conquista hanno resistito all’influenza del

castigliano. Questo paese, fu la culla delle civiltà precolombiane e oggi conta più di

sessanta etnie nazionali diverse: solo nello stato di Oaxaca ci sono circa un milione di

parlanti, a Chiapas 957.000; nello Yucatán e Puebla ci sono 538 000 e 549 000

parlanti di lingue indigene mentre negli stati di Hidalgo, Guerrero e México il numero

si riduce a 300.000; mentre a Colima, Aguascalientes e Zacatecas solo 4.000 persone

parlano lingue indigene; in totale, il 50.7% di parlanti sono donne mentre il 49.3% è

costituito da uomini (Inegi, 2009: 3).

La lingua messicana differisce sotto molti aspetti da quella castigliana, poiché, a

partire dal sedicesimo secolo inizia a sviluppare tendenze linguistiche diverse da

quelle della penisola iberica. Tali aspetti, sono stati ampliamente discussi da Lope

Blanch (1927-2002) che ha dedicato la sua vita agli studi della sociolinguistica,

dialettologia e del lessico messicano. A seguire, riportiamo alcune delle caratteristiche

generali della lingua messicana. Ci sono espressioni che in Spagna sono cadute in

disuso e in Messico sono ancora molto in voga, come ad esempio “se me hace”,

invece di me parece; “el otro día” invece che al día siguiente; la trasformazione

dell’avverbio “medio” in aggettivo come nell’espressione “están medias locas”. È

molto frequente l’uso del gerundio con il verbo ir come in: “vamos haciendo una

cosa”; l’uso della particella “qué” per introdurre le interrogative: “¿Qué será bueno ir

con Fulano?”; l’utilizzo del verbo “andar” anche quando non indica movimento

come in “se anda arreglando”, “anda sentado”, “¿qué andas haciendo?”; la

sostituzione del pronome possessivo “nuestro” con il pronome personale nosotros, ad

3 Informatrice di ventidue anni, del quartiere residenziale Ciudad Satélite, in Città del Messico.4 Informatrice di ventitré anni di Cholula, distretto dello stato di Puebla, Messico.

8

esempio: “Podemos usar la cámera de nosotros”. Inoltre, esistono diverse parole in

castigliano che in Messico hanno assunto un diverso nome, quali ad esempio:

fontanero (in messicano plomero), judías (frijoles), pitillo (cigarillo) e tantissime altre

(Blanch, 1972: 20).

Oggetto di diverse controversie è il dibattito sull’influenza che le lingue native

americane, specialmente le lingue náhuatl5 e maya hanno avuto nella lingua

messicana. Secondo alcuni studiosi quali Rubío, Garibi, Portillo e Weber, le parole di

origine náhuatl impiegate nelle conversazioni quotidiane sarebbero moltissime,

mentre secondo altri quali Lapesa e Lope Blanch, per quanto riguarda la grammatica

della lingua, l’influenza sarebbe minima. Un importante contributo alla storia del

náhuatl è il Vocabulario de Mexicanismos di Joaquín García Icazbalceta, pubblicato

da suo figlio nel 1899, e mai terminato. In esso, sono elencate numerose parole di

origine náhuatl come ad esempio: acahual dal nah. acahualli che è un tipo di erba

secca e alta; ahuehuete dal nah. ahuehuetl, un tipo di albero che cresce vicino al fiume

(da atl, acqua e huehue, vecchio); cacalote dal nah. cacalotl, nome che il popolo da al

corvo; cuate dal nah. coatl, che significa gemello, serpente, e che oggi ha il significato

di amico; cuicacochi, dal nah. cuicatl , cantare e cochi , notte, un uccello canterino

con le piume del petto gialle; elote, dal nah. elotl, (pannocchia di mais tenero);

guacamole dal nah. ahuacamulli, (crema di avocado). Il vocabolario termina con la

consonante G, e doveva essere il primo di due volumi. Alcuni di questi vocaboli li

ascoltiamo ancora oggi tra le conversazioni giovanili, ad esempio la parola cuate, che

si utilizza per chiamare un amico. Un tratto ereditato dal náhuatl e il segmento /tl/ che

spesso si trova in posizione iniziale di sillaba come in tlapalería (negozio di colori per

pittura) dal nah. tlapalli che significa colore.

La variante messicana dello spagnolo si caratterizza per i messicanismi alcuni

termini e verbi che nel corrispettivo castigliano sono indicati con nomi diversi. Tra

questi troviamo il messicano alberca per piscina (dall’arabo ispanico albírka);

jorongo per poncho; tianguis per mercado (dal nah. tianquiztli); neta per verdad;

guajolote per pavo (dal nah. huexolotl) che si usa anche per dire che una persona è

5 Il náhuatl o nahua, con 1.376.000 parlanti negli stati di Durango, México, Guerrero, Michoacán, Morelos, Oaxaca, Puebla, San Luis Potosí, Tabasco, Tlaxcala, e Veracruz., è la lingua indigena più parlata in Messico. La famiglia linguistica náhuatl è conosciuta grazie agli aztechi, che prima della conquista da parte degli spagnoli nel 1521, avevano stabilito il centro della loro civiltà a Tenochtitlán, l’attuale Città del Messico.(Instituto Lingüístico de Verano en México).

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tonta; alcuni inglesismi come lonche per almuerzo o baggie per pantalón con pinzas e

molti altri. Tra i verbi, il più caratteristico è chingar, dal caló čingarár, in castigliano

molestar, un verbo polisemico che può indicare incertezza “¿y no nos irán a

chingar?”; ostilità “¿y tú quién chingados eres?”; distanza “hasta la chingada”

incompetenza “no sé que chingados hacer”; presunzione “soy el más chingón” ;

minaccia “te voy a chingar”; sconfitta o vittoria “Me chingué- Ya chingué”; frode “me

chingaron”; ammirazione “¡está chingón!”; incredulità “¡ah! ¡chinga chinga

chinga!”indicare uno sbaglio “está de la chingada”; insultare “¡vete a la chingada!”.

Il verbo checar (in castigliano chequear) dall’inglese to check, è utilizzato solo in

Messico, e ha il significato di esaminare, verificare; es. “Deja checar si tengo mi

celular en la bolsa”. Questi termini, (a parte alcuni usi del verbo chingar) sono

utilizzati da tutti i parlanti della lingua messicana, indipendentemente dalla loro classe

sociale.

Lo spagnolo messicano è quindi costituito da un insieme di fattori linguistici quali

i messicanismi, le influenze delle lingue indigene, i regionalismi e gli anglicismi, che

rendono la lingua vivace e fresca, espressione di un popolo ricco culturalmente e

storicamente ma soprattutto in continuo progresso.

1.3 Lo spagnolo colloquiale in Messico

L’utilizzo del linguaggio colloquiale in Messico è molto esteso; oggi, con la

divulgazione della rete e l’influenza della televisione, espressioni popolari di ex

presidenti come “no traigo cash” (no traigo efectivo) di Ernesto Zedillo o “siento

ñañaras” (siento escalofrío) di Vicente Fox, sono diventate comuni e dimostrano che

il registro colloquiale può essere adottato da tutte le classi socioculturali del paese.

Effettivamente, il linguaggio colloquiale è il mezzo di comunicazione mediante il

quale i parlanti di una lingua esprimono le loro opinioni in modo spontaneo e

informale, in un contesto di quotidianità dove si instaura un rapporto di parità e di

esperienze e sapere condivisi(Briz, 1998: 16). Proprio per questa ragione, non si tratta

di un linguaggio uniforme ma varia secondo le caratteristiche degli utenti; per cui ad

esempio un ragazzo di venti anni dello stato di Durango, si esprimerà in modo diverso

da una signora di novanta dello stato di Chiapas. Nonostante ciò, esistono delle

espressioni linguistiche e dei termini che sono utilizzati da tutti i messicani, giovani o

adulti che siano, che si possono riscontrare nelle conversazioni familiari, in

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televisione, sulla rete o nella letteratura. A seguire, dividiamo tali terminologie in

diverse categorie, e provvediamo degli esempi tratti dal Diccionario del español de

México- El Colegio de México.

1.3.1 Espressioni tipiche del linguaggio colloquiale messicano

Il termine órale (formato dalle parole ahora e dal pronome le) è un’espressione

che indica diversi usi: un’esortazione come in “¡Órale a trabajar!”; “¡Órale que ya es

hora!”; ¡Órale, perros, váyanse pa fuera!”; per accettare qualcosa: “¿Nos echamos un

tacos en la esquina? – ¡Órale!”; per indicare sorpresa “¡Órale, que loco está ese

cuate!”; “¡Sacaste diez? ¡Órale!”; per chiamare l’attenzione: “¡Órale, órale señorita!

Si no compra no mallugue!”6 Il pronome le assume la funzione di pronome enclitico

e si aggiunge a molte parole; ad esempio nel saluto informale di “ándale pues”

oppure in ¿Qué hubole? o ¿Quiúbole? formato dal verbo haber più le, che significa

¿Qué hubo? ¿Cómo has estado? Si utilizza ¡Quiúbole! quando si coglie qualcuno fare

un atto sospettoso, es. “¡Quiúbole, Quihúbole! ¡Eso no se hace!”. Il pronome le, può

aggiungersi al verbo caer, quando ad esempio si esorta qualcuno a tornare a casa: “¡ya

cáele!”, in cui caer è sinonimo di andare in un posto senza preavviso “cáiganle a la

fiesta ¿no?” o “te caigo en la tarde”. Un’esclamazione molto comune è ¡aguas!

attenzione, ad esempio“¡Aguas! Ahí viene la policía” o “Échame aguas para que no

me vean salir”. Per esprimere disappunto o sgradevolezza si usa ¡Guácala!, come ad

esempio “¡Guácala los políticos corruptos!” o “Guácala, no me gusta la tripa”.

Quando si è increduli su ciò che qualcuno dice si usa no manches ad esempio “Me

despidieron de mi trabajo – No manches, en serio?”. Secondo il tono di voce può

indicare sorpresa: “¡No manches se me olvidó hacer las tareas!”. Una richiesta di

chiarimento da dire a qualcuno quando non si è prestata sufficiente attenzione, è

¿mande? espressione di cortesia che equivale al castigliano ¿Qué? ¿Cómo? Es.

“¡Raúl!– !Mande!”.

1.3.2 Aggettivi

6 Si no compra no mallugue , è un’espressione che usano i venditori al mercato per dire “ se non compri non toccare”. DEM, Diccionario del español de México. El colegio de México.

11

Un aggettivo usato da tutti nella colloquialità è padre, che può significare che una

cosa è bella, divertente o di buona qualità. Ad esempio: “¡Qué padre casa!” “Esa

película está padre”; “Acabo de leer un libro padrísimo”; “Mis tíos son unas

personas muy padres”; oppure il divertente gioco di parole “Mi papi es un papi muy

padre”.7 Un altro aggettivo che indica gradevolezza e buona qualità è chido, che se

riferito a una persona, assume il significato di amabile. Nonostante provenga dal

linguaggio popolare giovanile degli anni settanta, oggi è così diffuso da essere

utilizzato nelle pubblicità, ed è stato inserito nel dizionario della Real Academia

Española. Es. “Una casa bien chida” o “Qué chido que les hayamos ganado” oppure

per fare un apprezzamento: “Estás chida”.

8

Dimostrare che una persona è brillante o capace di fare qualcosa si usa l’aggettivo

fregón che spesso può essere anche offensivo: “Es un niño isoportable, fregón y

odioso” oppure bravura “Ese cuate es bién fregón para las matematicas”. Anche

l’offensivo cabrón se diretto a una persona familiare, può palesare affetto, es. “¡Qué

gusto encontrarte cabrón, hace años que no nos vemos!” Un aggettivo qualificativo

che può risultare affettivo è chaparro ovvero di bassa statura, ad esempio “Es un

7 Questa espressione è tratta da una canzone per bambini dal medesimo titolo, e fu cantata da Chilindrina, personaggio della rinomata serie televisiva messicana El chavo del ocho in uno degli episodi.8 Essere chido non passerà mai di moda. Pubblicità di Chido One Store, (tienda de ropa alternativa) ©Emmanuel Camacho Primo.

12

blanco, chaparro él, de barba, nervioso, y simpaticón”. L’aggettivo chafa indica che

qualcosa è di pessima qualità, es. “Le compró un reloj tan chafa que se paró a los

quince minutos”.

1.3.3 Verbi

Il verbo aguantar (sopportare, pazientare) è molto utilizzato e spesso è sinonimo

di esperar (aspettare), ad esempio “¡Agúantame un segundo!”. Se usato alla terza

persona significa che qualcosa vale la pena ad esempio “La película es larga pero

aguanta” o “la fiesta no aguantó”. Aguantar un piano vuol dire che qualcosa è

sensazionale, e può riferirsi anche a un luogo: “Acapulco aguanta a un piano”.

“Aguantar mecha o aguantar vara”, cioè sopportare con tranquillità una situazione:

“No nos queda otra que aguantar mecha”. Il verbo agarrar, prendere è spesso

affiancato al verbo decir nell’espressione tipica del sud del paese: “agarra y le dice ”

che semplicemente vuol dire “y le dice”; o al verbo ir come in “agarró y se fué” che

significa esattamente “se fué”. Il verbo alucinar, allucinare può avere due significati

nella colloquialità: credere in cose assurde che non sono reali, es. “Si crees que te vas

a pagar estás alucinando” o “Yo nunca te dije eso. No alucines”; oppure essere

stanchi di qualcuno o di una situazione, es. “Todos los días llega protestando por

algo. ¡Yo alucino!”.

1.3.4 Sostantivi

Risaltano, nel linguaggio parlato, i nomi assegnati alle persone care, come jefe/

jefa, riferito ai genitori, o nina/nino per i nonni, usato al nord del Messico; es. “Voy a

comprar unas flores para mi jefecita” oppure “Me voy con mi nina”. Gli adolescenti si

chiamano chavo/chava che corrisponde al castigliano muchacho/muchacha; es.

“Tengo cuatro chavos”. Generalmente, questo termine, può essere associato

all’aggettivo fresa; un chavo fresa è un giovane che appartiene a una classe sociale

privilegiata, con gusti conservatori e molto denaro, il pijo castigliano per intendersi, il

così detto “figlio di papà”; normalmente è il contrario del chavo naco ovvero un

giovane ignorante dai gusti poco sofisticati e che potrebbe facilmente tradursi con

l’italiano tamarro; è usato come aggettivo: “¡Qué blusa tan naca!”; oppure per

offendere una persona dalle origini indigene del paese. Per indicare la propria

occupazione invece, si utilizza il sostantivo chamba termine che secondo il DRAE

deriva dal portoghese antico e si coniò negli anni ’40, quando i braccianti agricoli

13

messicani si trasferirono negli USA e accorrevano alla Chamber of Commerce

dicendo in un inglese maccheronico “Voy a la chamba”.

1.4 Il linguaggio gergale in Messico

Il gergo, è quel fenomeno linguistico che vede la creazione di un linguaggio

proprio e di una terminologia specifica riservata solo ai membri di un determinato

gruppo di una comunità linguistica. È una varietà di lingua, che

…consiste nella sistematica sostituzione di numerosi vocaboli della lingua comune con altri di origine straniera, o anche indigeni, con significato mutato oppure deformati o derivati in diversa maniera; al posto del vocabolo comune può stare anche una locuzione metaforica o allusiva (Treccani, 2013: web).

La differenza tra i linguaggi settoriali e il gergo, è che quest’ultimo è utilizzato da

persone marginate dalla società, che esprimono una controcultura e si oppongono alle

norme della società in cui vivono; così, il loro modo di parlare diventa un marchio

distintivo e innesta creazioni lessicali incomprensibili agli individui al di fuori dal

gruppo. Nonostante ciò, in Messico, il gergo adottato dalla delinquenza, sta

diventando sempre meno criptico, tanto che alcuni termini come levantón, che

significa sequestro di persona, e pase che si riferisce alle dosi di droga o

all’aspirazione di cocaina, sono stati incorporati tra le 70.000 voci del Diccionario de

americanismos, nato grazie alla collaborazione di ventidue accademie della lingua

spagnola e pubblicato nel 2010 dalla casa editrice Santillana. Il gergo adottato dalla

criminalità organizzata messicana, si focalizza sui temi ricorrenti in quasi tutti gli

slang dei delinquenti: il sesso, le droghe, la prostituzione, la polizia, i ladri, il carcere,

la legge, l’alcol, il lavoro, e la morte. Secondo il direttore dell’Academia Mexicana de

la lengua, J. Moreno de Alba, la cultura del crimine organizzato e dei narcotrafficanti

costituisce un nuovo campo semantico che rivoluziona la lingua messicana e la vita

dei cittadini. In uno stato in cui purtroppo la violenza è all’ordine del giorno, la

terminologia adottata dalle organizzazioni criminali è conosciuta da tutti i cittadini.

Grazie ai mezzi di comunicazione e ai narcocorridos, genere musicale che racconta le

gesta dei trafficanti e del mondo della droga, molti giovani si fanno ingannare

dall’idea di un denaro facile, prendendo come modello gli “eroi” di queste canzoni,

rendendo la loro terminologia ancora più popolare. A seguire, riportiamo alcuni

termini di uso comuni tra il gergo adottato dalla malavita messicana.

1.4.1 Verbi

14

I verbi usati al participio passato, sono molto popolari nel vocabolario dei

narcotrafficanti; tra questi segnaliamo: encajuelado che si usa quando un cadavere è

ritrovato nel bagagliaio di una macchina; borrado per indicare che un uomo è morto;

manchado per una persona che aspetta di essere processata ed encostalado che

esprime l’atto di riporre un cadavere in una sacca. Il verbo cantar significa spifferare

qualcosa sotto tortura mentre entambar portare qualcuno in carcere e plomear

significa bersagliare un rivale con un’arma da fuoco.

1.4.2 Sostantivi

Il pozole che generalmente indica una pietanza tipica messicana, fatta di grano di

mais, carne di maiale e peperoncino piccante, nel linguaggio gergale dei delinquenti,

si riferisce alla pratica di liberarsi del corpo delle vittime nell’acido muriatico; chi

compie queste crude azioni sono i sicarios, assassini incaricati di uccidere per soldi.

Normalmente questi ultimi utilizzano un cuerno de chivo ovvero un fucile AK-47

(chiamato così per la somiglianza del corno di un caprone) e odiano i pentiti, che

nell’ambiente mafioso sono chiamati dedos. Anche la droga ha assunto diversi

soprannomi; la marijuana è conosciuta con i nomi di yerba, gallo, mois e café; alla

cocaina ci si riferisce con i nomi di polvo e perico mentre piedra equivale al crack e

nieve è un eufemismo per l’eroina. L’espressione quemar las patas al diablo si

riferisce all’azione di fumare la marijuana, formar raya al taglio della cocaina mentre

hacer lodo alla preparazione dell’eroina. Tutte queste droghe possono acquisirsi

illegalmente nelle tienditas, luoghi in cui la merce è venduta al dettaglio. Sono molti i

termini composti che derivano dalla parola narco, tra questi troviamo le narcofosas,

sepolture clandestine in cui i sicarios, nascondono le loro vittime; i narcomensajes,

messaggi lasciati vicino ai cadaveri per i nemici o di minaccia; il narcomenudista che

si riferisce a un trafficante di strada, di poca esperienza e i narcotúneles, tunnel

dentro i quali è possibile il traffico di droga o di persone per gli Stati

Uniti(Vanguardia, 2010: web) Le pattuglie della polizia sono denominate chota, un

vocabolo usato da più di 50 anni in Messico, ereditato dal linguaggio della malavita.

I narcotrafficanti, usano questo linguaggio per creare una loro estetica, per

teatralizzare la loro vita e distinguersi dalla società che li ha rifiutati.

1.5 Il linguaggio giovanile in Messico

15

La variazione linguistica, è un fenomeno legato a diversi fattori; sociale,

economico, culturale, ambientale e infine quello dell’età, che influisce molto nella

varietà del linguaggio giovanile. I giovani in Messico, oltre a distinguersi nel vestire,

nei gusti musicali e nel modo di essere (chavos banda, chavos fresas, juniors,

mirreyes)9 si distinguono per l’uso che fanno della lingua, poiché la varietà giovanile

è in continuo cambiamento ed è influenzata dalle tendenze del momento.

Generalmente, i temi trattati da tutti i gruppi sono la scuola, gli amici, il sesso, la

droga, il divertimento, e la vita sociale. Il linguaggio giovanile è molto creativo

soprattutto nel lessico e nella morfologia (Moreno de Alba, 2009); si utilizzano

abbreviazioni, diminuitivi, accrescitivi, neologismi, prestiti da lingue straniere,

metafore, espressioni ironiche e cambiamento del significato di voci già esistenti nella

lingua. Per quanto riguarda alcuni morfemi, il suffisso aumentativo –ón, è utilizzato

con determinati verbi per indicare delle qualità o dei difetti del carattere, come llorar

> llorón, e con alcuni aggettivi che precedono dei quantificatori, ad esempio “un ritmo

más modernón”, “un ambiente más o menos discretón”. Il suffisso ón, può dare un

senso ironico alla parola, ad esempio “tu camisa está algo manchadona”, che può

significare “Iqué barbaridad, tu camisa está manchadísima!”. Ci sono altri

meccanismi morfologici che danno un senso accrescitivo o superlativo, come

l’utilizzo dell’avverbio di quantità bien invece di muy: “un cuate bien pacheco” (muy

simpático) o l’utilizzo di súper invece di muy, come ad esempio “Me está yendo super

bien”. Un meccanismo ricorrente è la formazione di suffissi aumentativi sommati ad

alcune radici di parole, ad esempio “música chafísima” (de muy mala calidad) oppure

“es un higadazo” (es una persona muy antipatica). Un altro esempio di creazione

morfologica è la derivazione nominale, verbale e per apocope: da rocanrol >

rocanrolear ovvero l’atto di suonare musica rock; da chafa >chafear che indica l’atto

di agire in modo ingannevole e falso; da culo > encularse, cioè innamorarsi di

qualcuno; da refresco > chesco, bibita analcolica industriale e da vibraciones >

9 Ogni nome identifica un gruppo determinato di persone che fanno parte di subculture giovanili diverse; i chavos fresas nascono alla fine degli anni ottanta, indossano vestiti firmati, vivono nei quartieri residenziali delle città e parlano allargano le vocali, come se avessero una patata in bocca. Tutto quello che non rientra nei loro canoni è considerato “naco”. I chavos fresas si oppongono ai chavos bandas, i ribelli e spesso violenti che appartengono a una classe socioculturale più bassa e non indossano roba di marca. Gli juniors o hijos de papi nati negli anni novanta, sono quei giovani molto ricchi che occupano i posti più alti nella società e vivono una vita di sfarzi e lusso. I mirreyes invece, sono un’evoluzione dei juniors, e nascono come fenomeno mediatico creato dalla rete e dal blog Mirreybook che mostra la vita di questi giovani milionari che vivono nel lusso più sfrenato e si rivolgono tra di loro usando il soprannome di mirrey, ad esempio : “¡Hay el mirrey! En el yate con sus mirreinas!”.

16

vibras, sentimenti. (Moreno de Alba, 2009). Ci sono molte abbreviazioni che i giovani

utilizzano, ad esempio depa invece di departamento (appartamento o dipartimento)

oppure prepa invece preparatoria (scuole superiori) o uni invece di universidad; pre

per precopeo, quando si beve dell’alcol prima di andare a ballare in un antro, una

discoteca.10

Il lessico è il campo linguistico in cui il linguaggio giovanile messicano si

distingue particolarmente. Il vocabolario dei giovani è ricco di neologismi, prestiti

dall’inglese, parolacce, parole ereditate dal vocabolario degli hippies degli anni ’70 e

da un alto uso del linguaggio figurativo. A seguire, riportiamo un elenco dei termini

più comuni tra i giovani, con relativi esempi.

1.5.1 Espressioni tipiche del linguaggio giovanile

¡Ya equis! è un’espressione utilizzata per mostrare indifferenza nei confronti di

qualcosa o di qualcuno. Un commento ironico scritto da un utente sul social network

twitter riportava la seguente frase “Si una mujer te dice ya equis es porque ya la

cagaste”. In questa frase, ya equis significa che la donna ha chiuso una storia con il

diretto interessato perché costui ha rovinato tutto. Il verbo cagar assume il significato

di estropear. ¡A huevo! è un’affermazione che i giovani usano per dire sì, ma

soprattutto quando si è costretti a fare qualcosa a forza; in castigliano potrebbe tradursi

con ¡Claro! Ad esempio: “¿Vamos a ir a Italia?- ¡A huevo!.” Huevo è una parola molto

comune in Messico, e si usa anche al femminile, nell’espressione tengo huevas che

significa avere pigrizia, e nel significato volgare di huevos utilizzato per denominare i

testicoli. È una parola così popolare tanto che nel 2006, uscì un film di animazione

intitolato “Una película de huevos” diretto da Gabriel e Rodolfo Riva, in cui i

personaggi, che sono delle uova, utilizzano un registro colloquiale per parlare tra di

loro; ad esempio ¿Qué onda carnal? battuta usata da Confi, uno dei personaggi del

cartone, è una tipica espressione messicana che si usa per chiedere come stai ad un

amico, in messicano colloquiale un carnal. La parola onda11,secondo il Diccionario del

español de Mexico, ha differenti significati: può essere un comportamento o

10 Informatrice di ventitré anni di Cholula, distretto dello stato di Puebla, Messico.11 La onda, è stato un movimento letterario formato dai giovani messicani negli anni sessanta. I temi centrali di questa corrente erano quelli della musica rock, delle droghe, della violenza e della guerra. Stilisticamente, c’è una rottura con la letteratura tradizionale, gli scrittori preferiscono un linguaggio colloquiale e realistico, che segue la voce dei sentimenti anziché quella della ragione e che allude all’erotismo senza alcuna inibizione. Il termine onda, inizia a utilizzarsi proprio in questi anni, e si diffonde fino ai giorni nostri.

17

un’attitudine adottata in un particolare momento come “Andaba en otra onda”, “Está

en la onda de la música”; si utilizza con gli aggettivi bueno o malo per descrivere il

modo di essere di qualcuno, ad esempio: “Esta maestra es muy buena onda” “¡Qué

mala onda! No devolverle el libro que le prestó ”. I verbi agarrar, coger, captar se

affiancati alla parola onda acquistano il significato di comprendere qualcosa, ad

esempio: “Ya agarré la onda a las computadoras”; l’espressione «entrar en onda»

significa adattarsi a un certo ambiente o situazione, ad esempio: “Son bien fresas, no

entran en la onda”.

Un’altra parola frequente in molte espressioni è madre utilizzata con diversi

significati: “a toda madre” che si usa per esprimere consenso, ad esempio “Me

invitaron a la playa…¡A toda madre!”; “partirle la madre a alguien” significa

riempirlo di botte, colpirlo, ad esempio: “Anda buscando Agripino para partirle la

madre”; “¡Hasta madre!” si usa quando si è stufi di una situazione o di qualcuno, ad

esempio: “Ando hasta la madre de chamba”; “De poca madre” è un’espressione che si

usa per dichiarare che una cosa ti piace tanto, ad esempio “Mire ese coche está de poca

madre”; inoltre, la parola madre può indicare anche un oggetto, ad esempio: “Pásame

la madre esa… ¡El martillo güey!”; può diventare un verbo madrear, che significa

golpear, colpire. La parola güey è un marcatore discorsivo che compie funzioni

pragmatiche e semantiche allo stesso tempo; introduce argomenti nuovi nella

conversazione, stabilisce i turni degli interlocutori, dimostra solidarietà nei confronti

del parlante, e può assumere il significato di tonto. Può riferirsi a un amico, a un

nemico, a una persona frastornata o a una coraggiosa. Esempi: “¡No, güey,Te aseguro

que no lo supe!”; “¡Qué güey soy, no traje el pasaporte!; “¿Qué no es tu hermano aquel

güey de camisa roja? –No güey.” Si può scrivere anche “wey” o solamente “we”,

esempio: “¡No we! ¡Estoy en el télefono!”. I giovani molto spesso ne abusano ponendo

la parola güey alla fine di ogni frase, anche se ormai è un tratto distintivo dello

spagnolo messicano. Un’altra espressione frequente per domandare a un amico come

sta è ¿Qué pedo? oppure ¿Qué pex?, oltre al suo significato di espulsione di gas

intestinale, è un termine polisemico che può riferirsi a diverse situazioni;

un’ubriacatura, es. “Estoy pedo/a”; un problema, es. “No hay pedo” o “¿Qué te pasa,

cual es tu pedo?”; un reclamo, es. “¡Me la hizo de pedo”; una complicazione, es. “Ya

deja de lamentarte, deja de hacerla de pedo”; infine, può indicare che qualcosa è in

ottime condizioni, es. “El motor del coche está al pedo”.¡Qué oso!, è un’espressione

messicana che usano i giovani per esprimere il loro imbarazzo di fronte ad alcune

18

situazioni, il corrispondente del castigliano sarebbe qué pena, qué vergüenza; ad

esempio, “Justin Bieber vomita sobre elescenario ante miles de fans. ¡Qué Oso!”.

1.5.2 Aggettivi

L’aggettivo pendejo è molto utilizzato tra i giovani e significa tonto, stupido; è

considerata un’offesa, o meglio dire una grosería, parolaccia; ad esempio “Uno no se

pasa toda la vida estudiando, para que venga cualquier pendejo a quererle enseñar su

oficio”; l’espressione “a lo pendejo” invece, significa agire senza pensare alle

conseguenze:, es. “No puedes salir a la calle a lo pendejo, a que te asalten”; in tono di

offesa, “¡Ya cállase, vieja pendeja!”. Riferito a un oggetto inutile, si utilizza il termine

“pendejada”, es. “Esta pendejada no sirve”. Quando qualcuno fa il presuntuoso o

l’antipatico, si usa il termine mamón, una parolaccia che spesso si considera un insulto.

Ad esempio. “¡Qué mamona! No puede dejar aunque sea un día su bolsa de chanel!”.

Per indicare che una situazione è difficile, o per esprimere intensità, violenza e forza,

s’impiega l’aggettivo/avverbio cañón, ad esempio: “Un examen muy cañon”, “Está

cañon cruzar esa calle”, “Le gritó cañón a su hermana”. Quando si disprezza qualcosa

o si disdegna qualcuno, si usa l’aggettivo dispregiativo pinche, un termine che deriva

da pinchar, pungere. Può riferirsi a una persona o a una cosa, ad esempio: “¿Qué se

podiá esperar de un pinche empleado?; “Al rato dejo el pinche hábito de fumar.”; “Se

pelearon por una pinche camisa”; “Me asustó un pinche perro”; il termine pinche può

inoltre esprimere un senso di cattiva qualità di un prodotto, es. “En la boda nos dieron

una comida pinche”.

1.5.3 Verbi

Il verbo latirle da latir, palpitare, assume in significato di presagire o intuire

qualcosa: “Me late que no vendrá”; “Esa idea no me late, mejor hay que corregirla”. Il

verbo bajarle da bajar, scendere, indica l’azione del rubare qualcosa, ad esempio: “Les

bajaron el coche en el estacionamiento” oppure in modo metaforico come “Le bajó la

novia mientras no estaba”.; in senso figurato “bajarle los humos” potrebbe tradursi in

italiano con “abbassare la cresta” ovvero togliere a una persona la presunzione o la

19

vanità che ha: “Hay que bajarle los humos porque está insoportable”. Il verbo clavarse

da clavar, inchiodare, assume diversi significati: innamorarsi di qualcuno, es. “No te

vayas a clavar con Gilberto, ya tiene novia”; dedicarsi intensamente a fare qualcosa, es.

“Se clavó en el tema de su tesis y no quería hacer otra cosa”; può essere un’esortazione

a dimenticare qualcosa o a superare un momento, es. “No te claves, la tipa no te

quiere”. Il verbo cotorrear, chiacchierare, può avere diversi significati: parlare

animatamente con qualcuno, es. “Estuvimos cotorreando toda la tarde”; prendere in

giro qualcuno, o fare uno scherzo, ad esempio. “Sus cuates lo cotorrean por chaparro”;

“Me dijo que era muy rico, pero nomás me cotorreó”. Il verbo chocar a parte la sua

accezione di scontrarsi, è molto utilizzato tra i giovani e può significare provare

fastidio per qualcosa, o non sopportare/odiare il carattere di qualcuno, es. “Me choca

que me pides dinero todo el tiempo”, “Me choca su hermana, es muy presumida”.

1.5.4 Sostantivi

La parola neta in Messico è utilizzata moltissimo, deriva dal francese net, che

significa puro, ed è usato al posto dello spagnolo standard ¿De verdad? ¿En serio?

Altrimenti si usa per dire che qualcosa è vero; ad esempio: “Neta yo lo vi”; “La neta no

me gusta este libro”; “¿Neta que ya tiene veinte años?”. Per affermare che una

persona è esperta in qualcosa, si usa l’espressione ironica “¡Soy la neta, metralleta,

patineta!” che metaforicamente significa “sono il massimo”. La parola bronca è

utilizzata per nominare un problema o un litigio, ad esempio: “Se armó tal bronca que

todos acabaron en la delegación”; “Nos metemos en la bronca del políticos sin

quererlo”. Per definire il tema di una conversazione, di un libro o di un discorso noioso,

si usa il sostantivo rollo, esempi: “Nos echó un rollo de dos horas y no dijo nada”.

Uno stato di post ubriacatezza è chiamato cruda, in castigliano colloquiale resaca, ad

esempio “Al día siguiente de la fiesta tuvimos una cruda espantosa”.

Le parole che abbiamo indicato in questo capitolo, sono solo una piccola

percentuale dell’immenso repertorio lessicale che il linguaggio giovanile messicano

offre; abbiamo segnalato le più comuni tra i ragazzi di oggi, che fanno parte del

Diccionario del español de México e che possiamo notare navigando su internet o

ascoltando delle semplici conversazioni per strada. Sono neologismi, parole che

modificano il loro significato in base al contesto e creazioni morfologiche che

dimostrano l’originalità di questa variazione linguistica. Il secondo capitolo, analizza

il linguaggio giovanile di due libri scritti per adolescenti intitolati Quíubole con… di

20

Gaby Vargas e Yordi Rosado (Aguilar, 2005) e quello di due studenti universitari

della Città del Messico. Le parole tianguis, neta, lonche chingar, aguas, padre, chido,

chaparro, chafa, alucinar, chavo, fresa, chamba, naco, jefe, súper, refresco, prepa,

onda, güey, cañón, latirle, bajarle, clavarse, chocar, e cruda; sono tutte presenti nei

due volumi dei libri.

21

II

Lo spagnolo messicano giovanile in Quiúbole con…

Quiúbole con…para chavas e para chavos, è il titolo di due libri di letteratura per

ragazzi scritti da Gaby Vargas e Yordi Rosado e pubblicati rispettivamente nel 2005 e

nel 2006 dalla casa editrice messicana Aguilar. È stato un successo editoriale senza

precedenti, Quiúbole con… para chavas ha ventuto 250.000 copie solo in un anno e

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ha conquistato il pubblico giovanile dai dodici ai ventidue anni, come dimostra il

numero di copie vendute fino a ora che sono 425.000 (Gaby Vargas, 2013: web).

Un tale esito si deve alle tematiche trattate nei libri, che sono quelle a cui vanno

in contro gli adolescenti durante il loro periodo di crescita: i cambiamenti del proprio

corpo, la sessualità, le droghe, gli amici, i rapporti familiari e amorosi e come

indicano gli autori nella colorata copertina dei libri “todo lo demás”. Si tratta di due

veri e propri manuali di sopravvivenza scritti con un linguaggio semplice e giovanile

che arriva dritto ai giovani, con raccomandazioni, consigli utili e contatti dei vari

centri di assistenza del paese; da quello per i problemi respiratori, a quello per i

disordini alimentari.

Le parole della studentessa della scuola elementare Nairobi Ivon intervistata al

Colegio Martin de Coruña (You tube, 2012: web) testimoniano come Quiúbole con…

para chavas

es un libro que está muy completo, tiene diferentes temas… yo lo estoy leyendo y me pareció que está muy bien, yo lo veo como si fuera una parte de tu vida, como que te dice que va a pasar en tu vida..como por ejemplo tu cuerpo..tu imagen, el ligue, las drogas, el internet, el sexo y todo lo demás, y yo les quiero decir unas páginas que me parecieron chidas … ya vas a ver como cambia tu cuerpo, cosas así … el ligue es un tema de la escuela , y yo nada más se los quiero recomandar porque se me hizo chido y pues tiene cosas que están muy bien … y adiós que les vaya bien.

Il motivo principale di questo successo editoriale, oltre a quello dei temi trattati,

risiede nel linguaggio disinvolto e vivace adottato dagli autori; Yordi Rosado,

conduttore televisivo e radiofonico di programmi giovanili quali Otro Rollo e Qué

Pex, e Gaby Vargas, specialista di comunicazione e assessore all’immagine.

Leggendo i libri, ci accorgiamo che il linguaggio adottato, è quello dei giovani

messicani, ricco di espressioni figurate, anglicismi, messicanismi, americanismi e

parole derivate dal náhuatl. Si predilige l’uso di una sintassi semplice, dove i

diminutivi abbondano per smorzare i toni delle raccomandazioni, il suffisso –ote

acquista un senso giocoso oltre che accrescitivo.

L’uso dei numerosi anglicismi è spiegabile se pensiamo al predominio

economico-politico e culturale che gli Stati Uniti esercita su questo paese, per cui

parole come lonchera, loosers, winners presenti nei libri, non devono sbalordirci, ne

tantomeno l’uso di vere e proprie espressioni tipiche come “poner cara de what” o

“hacerse cool”. È notevole l’uso di americanismi; essi, sono frequenti in tutte le

varianti dello spagnolo americano, sono voci e locuzioni di significato unitario che si

23

usano in zone densamente popolate in America, e che non appartengono allo spagnolo

standard.12 Riguardo all’uso dei messicanismi, ci sono parole provenienti dal

linguaggio della malavita e da quello del gergo giovanile.

2.1 Il linguaggio in Quiúbole con… para chavas13

La prefazione del libro, tratta di immedesimarsi nello stato d’animo di tutte le

chavas che stanno per intraprendere la lettura facendo ricorso a una delle espressioni

più usate tra i giovani e utilizzando la prima persona plurale, dichiarando alle lettrici

che è normale sentirsi súper sacada de onda in alcune occasioni. Questa espressione,

significa essere confusi, non saper interpretare ciò che ti succede, ed esprime

benissimo la sensazione che le adolescenti provano di fronte ai cambiamenti del

corpo, definiti una “revolución tan cañona que de pronto no te la crees”(pp. 29).

L’aggettivo cañón, nella precedente frase, indica la difficoltà di una situazione, la

crescita. L’adolescenza “es una época muy padre, divertida, súper chida, pero a

veces, medio complicada”(pp. 30). Gli aggettivi padre, e chido, aumentano l’idea di

straordinarietà insieme all’utilizzo dell’avverbio accrescitivo súper.

L’umorismo ricorre in quasi tutti i capitoli, e serve ad alleggerire gli argomenti

discussi; ad esempio, in uno dei consigli utili su come eliminare i granotes, ovvero i

brufoli, si elencano le varie maschere di bellezza da utilizzare, e se non dovessero

funzionare allora “otro tipo de mascarillas con las que podrás eliminar el problema

son las de luchador tipo la del Santo”(pp. 62).

12 Gli americanismi sono voci che non sono presenti in tutta l’America ispanica, ma si utilizzano in molte regioni del continente, come ad esempio pararse, con il significato di ponerse in pié, a differenza dei regionalismi, che sono limitati a una particolare regione, ad esempio lacayote per prisón in Perú, o pascana per taberna in Bolivia. Sono considerati americanismi lessici: i sostantivi appartenenti al patrimonio delle voci indigene che sono stati incorporati nello spagnolo standard come cacao, tabaco, tomate, amaca, iguana ecc; gli arcaismi come il paraguayano aloja (bevanda con miele) sconosciuto nel resto del continente (De Alba, 1988: 208).13 Tutti gli esempi riportati nei paragrafi a seguire, sono tratti da Quiúbole con… para chavas e sono affiancati dal numero di pagina del libro.

24

14

L’espressione ser la última chela del estadio è utilizzata ironicamente per dire

che una cosa è preziosissima e molto desiderata; chela, è un messicanismo per dire

birra, in castigliano caña o cerveza. “Hay niñas que, sin ser la última chela del

estadio, tienen una manera de comportarse con los hombres que las vuelve

irresistible” (pp. 82). Questo commento è inserito nel paragrafo Secretos para que los

galanes se claven, ovvero segreti per piacere ai ragazzi. L’umorismo tipico messicano

si può scorgere in molti passaggi del libro, ad esempio, nella sezione Dime a qué

hueles y te diré quién eres dedicato agli odori e alle sensazioni a cui riportano,

compare il simpatico “olor de mole de olla o chicharrón en salsa verde = reunión

familiar en casa de tus abuelitos”(pp. 151).

A seguire, riportiamo i nomi, gli aggettivi, i verbi e le locuzioni del libro,

fornendo come esempio il contesto da cui sono stati estrapolati.

2.1.1 Espressioni tipiche in Quiúbole con… para chavas

Poner cara de what letteralmente “non fare la faccia del cosa?” si usa quando la

persona interrogata è colta impreparata e esprime sorpresa e titubanza con il suo volto.

In questo caso è utilizzata dagli autori nella lista dei tips ovvero dei consigli, suggeriti

alle ragazze prima di andare dal ginecologo: Anota en tu agenda los días de tu menstruación para que le puedas contestar al doctor cuando te lo

pregunte y no pongas cara de what ? (pp. 58).

¡Más vale sola, que mal apapachada! corrisponde al castigliano Más vale sola,

que mal acompañada; apapachar è un termine che secondo il DRAE si utilizza solo

in Messico e in Honduras, e significa manifestare amore, tenerezza. È un consiglio

riportato dentro il paragrafo Los tips básicos para hacer formal una relación.

14 Foto del leggendario campione di lotta libera, Rodolfo Gúzman Huerta, conosciuto con il nome di El Santo. Grazie ai suoi film, è stato riconosciuto simbolo di giustizia ed eroe popolare.

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Sacar un free indica l’impegno di uscire con qualcuno senza aver nessun tipo di

compromesso. La parola free, è utilizzata anche come sostantivo, ad esempio “Esa

chava es mi free” ; il verbo sacar, togliere, in questo caso indica l’azione di trarre un

beneficio da un’altra persona, in questa circostanza un’uscita free.

¡Qué mala onda pero tengo plan! Secondo i consigli del paragrafo Juega “a la

difícil” è la battuta perfetta da usare con i ragazzi per fargli credere di essere piena di

impegni “aunque te quedes súper looser en pijama viendo la tele” (pp.84).

L’aggettivo inglese looser, esprime l’idea di “sfigata”, perdente, ed è usato in senso

beffardo più che dispregiativo. La parola tele è troncata tramite apocope e significa

televisión.

Hacerse cool è un’espressione che potrebbe tradursi con l’italiano “farsi il figo” e

si usa quando qualcuno si atteggia, l’inglesismo cool significa fantastico, bello. Il

capitolo dedicato alle relazioni Quiúbole con… mis relaciones, pone come esempio un

ragazzo che chiede il numero a una ragazza e la richiama dopo un mese:

¡Sí! Un mes después, y aunque por teléfono se hace el muy cool, en realidad está sudando del otro lado”(pp. 77).

Ser buena gente con alguien è un’espressione che non si usa solo in Messico, ma

anche in altri paesi del continente americano. Significa essere gentili con qualcuno e

mostrarsi disponibili. Ad esempio, Andrea, una ragazza intervistata dagli autori dice En la escuela, mis amigas me tienen en el congelador porque soy buena gente con una niña a la que todo mundo en el salón le tira mala onda (pp. 118).

Tirar mala onda in questo caso significa trattare male qualcuno, mentre tirar la

onda significa attirare l’attenzione di qualcuno che ti piace. L’espressione me tienen

en el congelador significa essere ignorati, non essere considerati da nessuno.

Hablar netas proviene da neta che significa verità in messicano, vuol dire parlare

sinceramente senza raccontare menzogne, mettere le cose in chiaro. Anche la forma al

machile di neta, neto è utilizzata per dichiarare che qualcosa è vero: ¡Es neto!

Valerle madres si usa per esprimere menefreghismo in una situazione. Quando

gli autori di Quiúbole con… trattano il delicato tema della gravidanza, raccontano

l’esperienza di Mariana, una giovane intervistata che parla in prima persona: ¿Qué voy a hacer? ¡No he terminado ni la prepa! Yo quería estudiar una carrera, irme de maestría a algún lado. ¿Y ahora? ¿Qué tal si a Joel le vale madres? (pp.208).

26

In questo caso, Marina, che non ha ancora terminato il liceo, ovvero la escuela

preparatoria, abbreviato con apocope in prepa, si preoccupa perché a Joel, potrebbe

non importagli un bel niente della sua gravidanza.

de Perdis è un termine che deriva da de perdida, è significa quanto meno o

almeno. Vediamo un esempio tratto dal capitolo sulle relazioni:Cuando tienes un buen rato de que ningún chavo se interesa por ti, quisieras que en las tiendas donde rentan smokings también rentaran novios, y te encantaría llevarte uno solamente para sentirte mejor y demostrarte que no estás tan mal, o ya de perdis para que tus amigas te vean. (pp. 73)

Fare bella figura almeno con le amiche è un requisito indispensabile per sentirsi

accettati, anche quando sono fidanzate e c’è il rischio che ¡ni te pelan! (non ti

calcolano, non prestano attenzione). “Desde que tiene novio, ya ni me pelas”(pp.116).

Avere un fidanzato quando si è adolescenti aumenta l’autostima e di conseguenza il

modo in cui le amiche e gli amici ti vedono, più sicura di te stessa.

2.1.2 Aggettivi

Perrísimo da perro, cane, è un aggettivo superlativo che nella colloquialità indica

che qualcosa è cattiva, o fatta male. Gli autori del libro lo utilizzano per indicare che

una colica può essere molto dolorosa, e quindi causare un dolore perrísimo: “El colico

es un dolor en la parte baja del abdomen … Generalmente es perrísimo!”(pp. 49)

Jarrísima è una parola che deriva da jarra, brocca per le bevande, e che i giovani

usano per indicare il proprio stato di ubriacatezza. “Mira, el alcohol tuvo mucho que

ver, yo estaba jarrísima” (pp.214).

Nice è un inglesismo che vuol dire, essere gentile, è un aggettivo qualificativo

molto usato in Messico insieme a cool per descrivere la personalità di una persona;

“gente nice y mega cool” (pp. 149), ovvero persone gentili e fantastiche.

Light è un inglesismo che significa leggero, è utilizzato dagli autori come

aggettivo qualificativo per classificare le parolacce: No manches o perra, digamos que son groserías light, que chance se oyen chistostas, están de moda, todo mundo las dice y hasta las escuchas en la radio y en la tele (pp. 97).

La parola chance viene dal francese chance e significa opportunità, occasione.Si están en la etapa del ligue donde se hablan por télefono diario, por favor no te la pases hablándole cada cinco minutos para preguntarle: “¿Qué haces?, pues le vas a dar chance de que te conteste: “Nada, aquí pensando en lo insoportable que podría ser un noviagzo contigo”(pp.89).

27

Ligue, da ligar, (stabilire relazioni amorose, flirtare) è un termine utilizzato

molto dai giovani sia in Spagna che nei paesi ispanoamericani:El ligue es súper divertido; de hecho, deberían convertilo en deporte nacional: ahí sí, ¡los

mexicanos ganaríamos muchas medallas!(pp.67)

Rogona, da rogar (chiedere per grazia una cosa) è un aggettivo qualificativo con

cui si descrive una donna che costantemente chiede favori amorosi a un uomo che non

la desidera. Quando una niña es una rogona, le habla a cada rato al niño con pretextos que nadie le cree, siempre le inventa salidas o dice que sí a cualquier insinuación de tipo sexual, ¡eso es pésimo!(pp. 83).

Rato, dal latino raptus, indica un arco di tempo generalmente corto.

2.1.3 Verbi

Balconearte feo è un’espressione verbale che vuol dire osservare, verificare con

insistenza. Il capitolo sugli approcci amorosi, contiene un consiglio prezioso, quello

dell’indifferenza: “Busca sentarte junto a él como de casualidad, pero no llegues al

grado de balconearte feo”(pp. 87).

Dar pa’ bajo è un’espressione verbale metaforica che significa demoralizzarsi:

“si quieres andar con alguien en serio y te enteras que ya tuvo muchos frees, te da

pa’bajo” (pp.106). Così spiega uno dei ragazzi intervistati nella sezione ¿Qué piensan

los chavos sobre los frees?

Tronar è un verbo che nella colloquialità in Spagna si usa con il significato di

litigare, mentre in Messico, Cuba e El Salvador, si aggiunge il significato di

terminare, sospendere; ad esempio “Estar deprimida es nefasto… puedes sentirte así

porque tronaste con tu novio” (pp. 254). “Cuando truenas sientes que te vas a

morir… tranquila siempre pasas y te vuelvas a enamorar” (pp. 105). In questi casi

specifici tronar significa rompere una relazione.

Pasarla súper significa divertirsi moltissimo e stare bene con una persona, “Con

mis amigas me la paso ¡Súper!”(pp. 116).

Andar de pegotes è un’espressione metaforica che vuol dire “stare appiccicati”. Il

paragrafo Tips para el rollo de los novio (trucchi sul tema ragazzi), consiglia alle

ragazze di rispettare i propri spazi: “Respeten su espacio; cuando todo el día andan de

pegotes es agobiante” (pp. 104).

28

2.1.4 Sostantivi

Cuba è una bibita preparata con rum e cocacola, è un termine che può essere

usato per generalizzare qualsiasi bibita, come ad esempio: Es muy importante el tono con el que se dicen las cosas … la voz revela nuestra intención … y se tomas unas cubas extra, hasta tu estado etílico (pp. 70).

Güeyes, è un termine di cui abbiamo già parlato prima, può riferirsi a diverse

situazioni, illustrate nel capitolo Los hombres, Groserías light:Güey, no sabes, conocí a un güey, que ¡güeeeey! Estaba guapísimo. Pero el güey venía con otro güey, imagínate!, amigo de mi exgüey, y es un cuate bien güey. ¿Cómo ves güey? Me traté de hacer güey, pero como que me vieron, de güey voy y que me acerco…(pp. 97).

La parola güey, qui assume tre significati, quello di “ragazzo” quello di aggettivo

qualificativo “fantastico” e quello di “far finta si essere tonto”, nei rispettivi güey,

buen güey e tratar de hacer güey, mentre exgüey significa ex-ragazzo.

Wila deriva dalla forma popolare güila, prostituta, significa essere una donna di

facili costumi. È un termine che in Quiúbole con… ricorre spesso, e può essere usato

anche al maschile. “No puedes hacer mucho porque el cuate puede considerarte una

wila” (pp. 86).

Faje è una parola usata per nominare un incontro intimo tra due persone che non

hanno rapporti sessuali: “el faje es como la carreterita que conduce a hacer el amor,

así que toma tus preocupaciones si ésta no es tu decisión” (pp. 192).

Sangrona è un messicanismo per dire che una donna è di mal umore, antipatica e

superba; il consiglio offerto dagli autori è di non assumere questo atteggiamento con

gli alti: Es bueno que ubiques que a veces la gente puede confundir el ser timida con el ser sangrona, por lo que sugerimos sonreír mucho y tratar de abrirte”(pp. 114).

Quiko, Quikorete, Ósculo sono tre nomi per chiamare i baci; “se oye horrible

pero es real, en fin, como lo conozcas, un beso es padrísimo y mágico”(pp.184). Il

suffisso –ico di quiko, è un diminutivo; questo termine si usa in Messico per rivolgersi

ai bambini, e per chiedergli un bacio.

Yolis, è il nome di una bibita al limone, ed è il soprannome utilizzato dai giovani

per denominare il comportamento di alcune ragazze durante le vacanze: Hay niñas fresas que en su ciudad o con los niños que conocen no andan de free, pero en las

playas es más facil. No te conocen ni saben nada de ti ni tú de ellas. A estas niñas les decimos las “Yolis” como el refresco, porque sólo te las echas en Acapulco (pp. 106).

29

L’espressione Yolis, indica la leggerezza con cui le ragazze in estate

intraprendono relazioni amorose senza alcun impegno. Il mondo notturno dei giovani,

spesso comprende l’uso di alcol:Cuando estás en la adolescencia tienes curiosidad por saber que se siente ponerte happy con unos chupes … tal vez has ido más allá y el alcohol es tu gasolina para estar en el reventón (pp. 284).

Reventón, scoppio, è un sostantivo maschile che nell’uso colloquiale significa

festa e in questo caso indica “starci dentro”. Generalmente sono grandi eventi

organizzati dai giovani con musica, balli e tanti chupes, bibite.

Ponerte happy, è un’altra forma di dire essere brillo o allegrotto, ma che può

sfociare in ubriacature più serie, le così dette pedas. I comportamenti eccessivi

possono portare all’uso di sostanze illegali: le droghe sintetiche sono denominate

tachas, i churros sono delle sigarette di marihuana, i noti porros spagnoli. Il cristal è

il nome con cui in Messico si indica una miscela di cocaina e cannabis, generalmente

conosciuta con il nome americano di basuco mentre la piedra è l’hascisc. Gli autori

sconsigliano l’uso di tali sostanze, perché potrebbero causare molti problemi,

broncas.

2.1.5 Parole di origine Náhuatl

Tianguis, è il mercato indigena all’aria aperta (Blanch, 1972: 26), oggi è un

termine che indica qualsiasi bazar senza dimora fissa. Il capitolo sui tatuaggi e le

perforazioni, consiglia di non affidarsi al primo tianguis di turno e di andare in un

centro professionale qualora si decida di perforarsi o tatuarsi:Más que por el precio y el diseño, preocúpate por el lugar donde te lo realicen …no te lo hagas en los tianguis, en la playa, ni a la salida del metro Popotla (pp. 158).

L’influenza del substrato nahua si vede proprio nell’assenza di difficoltà per i

messicani a pronunciare il segmento alveodentale laterale sordo –tl (Blanch, 1972:

25). Popotla, un tempo era un piccolo pueblo della Città del Messico, ora è un

quartiere situato al nord della città. È un termine che deriva dal náhuatl popotl e

significa popote, cannuccia (Wikipedia, web).

Tlapalería, è un tipo di ferramenta, simile alle drogherie spagnole (Blanch,

1972:26). Oggi può essere un negozio di vernice.

30

15

2.2 Il linguaggio in Quiúbole con… para chavos16

Yordi Rosado, definisce questo libro, un manuale distinto da qualunque altro che

“sin choros te ayudará a tomar buenas decisiones sobre temas importantísimos” (YR,

2013: web). Il termine choro, in messicano è usato con il significato di menzogna,

stupidaggine, una chorrera, è una tontería; per tanto, questa affermazione da parte di

uno degli autori, vuole essere una dichiarazione di onestà intellettuale nei confronti dei

lettori. La novità del libro, rispetto a quello precedente, risiede nell’aspetto grafico e

linguistico; i disegni di Humberto Ramos e Francisco Herrera, illustratori della

Moderatto, casa editrice messicana di fumetti, hanno reso l’aspetto del libro divertente

e attrattivo. I temi affrontati sono simili a quelli delle ragazze, ma sono trattati da un

punto di vista maschile; questo si può notare dalle espressioni linguistiche che appaiono

meno superficiali e più pungenti.

2.2.1 Espressioni tipiche in Quiúbole con… para chavos

15 *Mi può dire con che colore sta meglio la mia pelle? Immagine tratta da Quiúbole con …para chavas, p.147.16 Tutti gli esempi riportati nei paragrafi a seguire, sono tratti da Quiúbole con… para chavos e sono affiancati dal numero di pagina del libro.

16

31

Tener mamitis è una delle cose che da più fastidio a una donna, quando un uomo

non può fare a meno della sua mamma. “Ya sabes, cuando no puedes vivir sin ella, te

la pasas marcándole por telefono” (pp.85).

Estar del nabo è un’espressione metaforica che in italiano si tradurrebbe con

“star male”. Il termine nabo, rapa, indica che qualcosa è sgradevole e può riferirsi

anche a una sensazione. “Si te acaban de tronar … entonces sí estás muy del nabo”

(pp.127).

Cantar Oaxaca è un modo divertente di dire vomitare, fa illusione al suono

onomatopeico di guac, che ricorda quello del vomito. Oaxaca, è uno stato situato al

sud ovest del Messico.Si tu amigo canta Oaxaca en el baño, no seas gandalla y deja a la persona que limpia una buena propina (pp.188).

Un gandalla, in messicano, è una persona che pensa solo a se stessa, un

approfittatore che non rispetta gli altri.

Salir del clóset equivale all’espressione inglese coming out riferita all’atto

pubblico di dichiarare la propria omosessualità:Se dice “salir del clóset” para referirse al momento en que una persona está totalmente convincida de que es gay y decide no ocultarlo (pp.312).

Il closet, è un americanismo usato al posto del castigliano armario.

Ser crudo de clóset significa stare male a causa della quantità eccessiva di alcol o

fumo immagazzinata:Ser crudo de clóset (o sea que tus papás no saben, o por lo menos eso crees) todavía es peor; tienes que disimular aunque los ojos se te crucen, pero no por eso dejas de sentir todos los síntomas (pp. 372).

L’aggettivo crudo, si riferisce al post sbornia, la rinomata resaca in castigliano.

De la fregada, è un’espressione colloquiale che si usa quando una cosa è difficile,

o come in questo caso quando qualcuno si sente molto male. “Se siente de la

fregada” (pp.217).

Valer mauser è un sinonimo di valer madre, che significa non interessarsi più

dell’argomento in questione, in castigliano sarebbe echarse a perder: “Ahorita vengo” … una vez que deja escapar esa frase de su linda boca, ya valió mauser. El

“ahorita vengo” de una mujer, en realidad significa “Nunca me vas a volver a ver” (pp. 71).17

17 Contrariamente agli autori, pensiamo che ahorita vengo, può considerarsi un’espressione che si usa quando si vuole prendere più tempo, simile al regreso pronto in castigliano.

32

Ahorita, è un termine molto usato nell’America ispanica, significa adesso,

subito; mentre mauser come madre, insieme al verbo dar, può significare

addolorarsi: Y como sabes, una frase mal dicha a una mujer le puede dar en toda su mauser, y te puede costar que te la reclame por el resto de tus días (pp. 79).

Mauser, in questo caso adotta il senso di pegarte mucho, poiché dar en la

mauser significa anche riempire di botte qualcuno, pegar in messicano e golpear in

castigliano.

Ser puñal è un’espressione offensiva che i giovani messicani usano per

chiamare gli omosessuali, ma che può indicare la mancanza di virilità e un eccesso di

sensibilità:– Vamos a romperle la madre a ese cabrón.

– La verdad no quiero, no me laten esas cosas. – ¡Ándale, no seas puñal!(pp. 156).

Romperle la madre, significa prendere a botte qualcuno, spaccargli la faccia.

Cabrón, è un aggettivo di cui abbiamo già parlato, e in questo caso è usato in senso

dispregiativo per offendere una persona. In questo esempio offerto nel libro, notiamo

che spesso, per far parte di un gruppo, gli adolescenti farebbero di tutto, anche azioni

che non gradirebbero fare (latirle) per non sembrare dei codardi.

Poner Jorge al niño è un’espressione metaforica che vuol dire intraprendere

relazioni sessuali:“Ten cuidado; si lo haces cuídate, no vayas a salir con tu domingo siete”. “¿De qué hablas, papá?”, le contestas. “Que no te la comas la torta antes del recreo.” “No te entiendo.” “Que no le vayas a poner Jorge al niño.” “¿Cómo?” “Con una fregada, ¡que no vayas a embarazar a una niña!”. “Aha, okey.” (pp. 248).

Come si può vedere, esistono molti sinonimi per l’espressione poner Jorge al

niño, che letteralmente significa chiamare Jorge un bambino, e quindi ingravidare una

donna. Salir con tu domingo siete, si usa quando si commette un errore irreparabile e

si è molto sorpresi ma soprattutto dopo aver saputo che una donna è incinta. No te

comas la torta antes del recreo significa che bisogna dare tempo al tempo e che

bisogna aspettare prima di intraprendere relazioni sessuali con una ragazza. Con una

fregada si usa quando si è arrivati all’esasperazione in un discorso, e significa “come

è possibile che non hai ancora capito?”.

Echar porras significa incoraggiare qualcuno, o tifare per qualcuno. “Somos

súper duros para juzgarnos: le echas porras a todo el mundo menos a ti” (pp. 157).

33

¿Va? È un’espressione che in Messico si usa per dare conferma, simile al

castigliano vale, de acuerdo. “Nos acabamos esta botella y nos hacemos todos un

tatoo, ¿va?” (pp.194).

Ser mala copa Un “malacopa” è una persona che dopo aver bevuto molte

copas, cerca di fare il simpatico con tutti e da spettacolo di se. “Ya, no sean mala

copa, váyanse de aquí” (pp. 189).

2.2.2 Aggettivi

Nerdazo viene dall’inglese nerd, ed è un aggettivo con cui si indicano delle

persone predisposte ad attività ludiche bizzarre, quali i video giochi, i giochi di ruolo,

e i film fantasy. Un nerd, è informato sulle ultime tecnologie e fatica a socializzare.

“ahora si lleva 15 minutos sobándole el codo … más que seductor te vas a ver

como un nerdazo” (pp. 240). Il suffisso –azo oltre ad esprimere una connotazione

affettiva, aggiunge un valore accrescitivo all’aggettivo nerd. Un nerdazo in questo

esempio è visto come un ruffiano, adulatore.

Menso è un aggettivo che secondo il Drae, è usato in Messico, Nicaragua,

Honduras e El Salvador, vuol dire tonto. Si no entiendes una explicación o instrucción, en lugar de irte hecho un menso , di “no entendí,¿me lo puedes repetir por favor?” (pp. 169).

Menso, in questo caso acquisisce il significato di ingenuo.

Buzo, è un sinonimo del castigliano listo o habil. Nel seguente esempio, autori

suggeriscono di stare all’erta poiché l’amore potrebbe essere dietro l’angolo:El ligue es como hacer pipí: nunca sabes en dónde te va a sorprender; puedes encontrar el amor de tu vida en el departamento de salchichonería del súper ¡Así que buzo! (pp. 72).

Flan, oltre a essere un dolce, è un termine che si usa per dire che una persona è

molto docile, facile. Al questionario ¿Qué hace que a un niño lo traigan de bajada?, i

ragazzi intervistati hanno risposto così:Su forma de actuar, cómo se viste, si está gordo, si está feo o demasiado bonito, si habla chistoso, si tiene acento como si viniera de otra ciudad, que sea un “flan”, “teto”, o “maricón” (pp. 111).

L’espressione traer de bajada significa molestare qualcuno, indica una

persecuzione. L’aggettivo teto, in Messico, si usa per definire una persona noiosa,

paurosa e senza spina dorsale, mentre maricón è un sostantivo che si usa anche in

34

Spagna per definire in modo volgare una persona omosessuale; deriva da marica, che

a sua volta significa “uomo effeminato”, con poca virilità:

Me insulan en los mensajes de texto; hasta me dicen marica porque un día le dije todo esto al maestro y no me hizo caso (pp.110).

Apachurrado, da apachurrar, sentirsi abbattuti e depressi. “Cuando te sientes

deprimido, apachurrado, bajoneado, es difícil comunicarlo porque no te duele nada”

(pp. 333). Ambi i termini indicano il sentirsi afflitti e giù di morale.

Pendejo, è un messicanismo che vuol dire stupido:El sábado en la tarde y voy con mis amigos a casa de unas niñas que nos laten. Adrián dice: “Shot manejar”, yo le contesto: “¿Estás pendejo? Es mi coche” (pp. 208).

L’espressione shot manejar, viene dall’inglese americano shotgun che vuol dire

sedere accanto al conducente; in questo caso però, si usa per prenotare il posto da

guidatore. Il verbo manejar, è un americanismo per il castigliano conducir.

Picadísimo, è un aggettivo superlativo che insieme al verbo dejar, assume il

significato di lasciare qualcuno con l’acquolina in bocca, incuriosito, intrigato: Cuando todavía la están pasando chido, dile: “Me tengo que ir” … Esto te hace ver más seguro y deja picadísima a la niña (pp. 97).

Secondo i consigli degli autori, la tecnica “Ya despídete” è la cosa migliore per

mantenere vivo l’interesse in una nuova relazione.

Ruco è un americanismo che significa anziano, vecchio.Al año mueren cientos de miles de personas por causas relacionadas con el tabaco. Y a lo mejor piensas: “Sí, pero todos están rucos.” Okey, pero la bronca es que todos empezaron a tu edad (pp. 360).

Okey, equivale all’inglese ok e significa bueno, de acuerdo.

2.2.3 Verbi

Chulear è un verbo che deriva dall’aggettivo chula in castigliano hermosa,

preciosa e si usa tra i giovani per fare un complimento a una donna: En frente de ella no chulees a otrass niñas y evita voletear a ver cuantos escotes pasen por tus ojos, aunque sean de concurso (pp. 80).

No chulees in questo esempio significa non fare apprezzamenti o

complimenti alle altre ragazze. L’aggettivo chula, è utilizzato in Messico con il

significato di guapa: “Mira chulita, te esperé hasta que se fuera el monito con el que

estabas para bailar” (pp.103). Monito, è il diminutivo di mono, un termine che nella

35

colloquialità sostituisce bonito. In messico, i monitos, sono le vignette disegnate che

compaiono nei quotidiani o nelle riviste.

18

Chamaquear è un verbo usato solo in Messico, ed è un sinonimo del castigliano

engañar. La parola deriva da chamaco, che in messicano indica la tappa prima

dell’adolescenza, l’età della pubertà. “Hay muchos detalles que debes checar en un

atro para que no te chamaqueen” (pp. 187). Farsi imbrogliare proprio come un

bambino è il senso che il verbo assume in questo esempio.

Estar high è un’espressione verbale che significa “essere drogato”. L’aggettivo

inglese high, indica lo stato fisico e mentale dopo aver fumato della marihuana e

potrebbe tradursi con l’italiano sballato o fatto:La bronca del consumo no es solamente la muerte sino la cantidad de cosas que haces cuando “te pones” o estás high (pp. 356).

Il ponerse high, è l’atto del drogarsi mentre estar high è quando “estás en el

reventón” (pp. 357), quando si è già in uno stato di confusione totale.

Tirar la flojera è uno stato d’animo che si manifesta quando non si ha voglia di

fare niente, flojera, vuol dire pigrizia. “La neta, después de trabajar duro no hay nada

18 Monitos disegnati sulla rivista messicana El poli en Monitos del Instituto Politécnico Nacional.

36

mejor que echarla, tirarla, hacerte güey, flojonear” (pp.163). “Tirando la flojera o

vamos a echarla” (pp. 163).

2.2.4 Sostantivi

Bola “Organiza una bola de amigos para que todos vayan juntos” (pp.100). Una

bola, in questo esempio, è un gruppo. È un termine che può usarsi anche per

esprimere sorpresa: “Cuando menos te lo imaginas, ¡bolas!, ya eres miembro del club

de los novios desempleados” (pp. 127).

Genitowers è un neologismo per chiamare i genitali maschili. “el pene es mucho

más genitower , por obvias razones” (pp. 32).

Charrito è un messicanismo per chiamare il fantino; generalmente un charro

indossa un abito particolare composto di giacca corta e pantaloni attillati: Otras de las cosas que pega cañon en la autoestima es el rollo del aspecto físico: si tienes

muchos barros, eres muy blanco … con las piernas de charrito … siempre tenemos algo que nos molesta (pp.159).

Avere le gambe da charrito è un altro modo per dire di avere le gambe storte.

Date, è un inglesismo che vuol dire appuntamento, ma che può diventare

sostantivo e riferirsi alla persona con la quale si sta uscendo da poco. En la vida hay cosas horrendas, pero que no te dejen entrar a un antro es una verdadera pesadilla. Llegas con tu novia – amiga, date, free, o tu peor es nada– y con tu bola de cuates (pp. 180).

Tu peor es nada è un altro modo di chiamare la persona con cui si sta uscendo al

momento, il tuo ragazzo o ragazza.

Antreros deriva da antro, discoteca, e si utilizza per denominare i festaioli della

movida notturna messicana. Generalmente, sono consumatori di droghe, come il

trippy, ovvero lsd , la mostaza, che sarebbe l’erba e i chochos, le pasticche.

Home runs è un inglesismo che significa fuori campo e si utilizza nel gergo

giovanile per alludere a un atto sessuale:Mejor piensas que mientras muchos amigos sigan solos, después de unos cuantos home runs, le vas a presentar a tu porrista personal (pp. 69).

Porrista, è un messicanismo per dire tifoso; deriva da porra, che un congiunto di

grida da parte dei tifosi contro le squadre avversarie.

Fut , è un’abbreviazione per futbol. Il paragrafo lo que a una mujer le molesta de

un hombre, mette in chiaro la regola numero uno:Que al estar con ella te claves en otras cosas. Por ejemplo que te intereses por más de dos horas en el fut o en los videojuegos (pp. 85).

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Ci sono altre abbreviazioni utilizzate dai giovani, quali compu per computadora,

in castigliano ordenador, e perfos, per perforaciones. “El rollo del body pearcing,

también conocidos como las famosas perfos, es cada vez más popular” (pp. 193).

2.2.5 Parole di origine Náhuatl

Chayote deriva dal nah. chayutli ed è un frutto verde a forma di pera con una

buccia spinosa. Il paragrafo ¿Cómo rasurate? spiega che cos’è la sindrome chayote:De hecho hay adultos que nunca aprendieron y presentan el síndrome del chayote: siempre traen dos o tres pelos que les sobran (pp.52).

Il nome chayote può assumere anche il significato volgare di organo genitale

femminile.

Elote, dal náhuatl élotl è la pannocchia di mais tenero. Generalmente in Messico

si vendono per strada, in dei carrettini. La pastilla … evita el embarazo …. Es muy importante que un ginecólogo racomiende cuál tomar y cuándo empezar … no es como llegar a una feria y entrarle al primer carrito de esquites o elotes que se cruce.

Esquite, dal nah. itquitl è un tipo di mais tostato considerato uno degli antojitos

del paese.

Tamal, dal nah. tamalli è una specie di panzerotto ripieno di pasta mais e involto

in foglie di platano o della pannocchia del mais. “Estás de acuerdo que todos

necesitamos comer para vivir … epecialmente la vitamina T: tortas, tacos y

tamales” (pp. 336).

III

Corpus linguistico studenti universitari

Il corpus linguistico seguente è il risultato di due informatori dall’età di ventidue

e ventisei anni della Città del Messico iscritti rispettivamente alle università La Salle,

38

e Anáhuac. I termini sono quelli usati nella colloquialità della vita giovanile; ogni

parola è fornita da un esempio che gli informatori hanno dato come ipotetico contesto

situazionale e dalla traduzione in castigliano. Dato che il 40% della terminologia

indicata dagli studenti è presente nei libri Quiúbole con…illustreremo con un esempio

solo le espressioni non presenti nei libri, mentre quelle già trattate verrano solo

elencate.

3.1 Elenco dei termini del Corpus linguistico presenti in Quíubole con… para chavas

e chavos:

Aggettivi Sostantivi Verbi Espressioni

Chido, fregón

fresa ,mamado

naco, rucos

Chavo/a, chafa

Chamarra, chela

cuate, desmadre

güey, hueva,

reventón

Lonchear Buena onda

Decir la neta

¡Órale!

No manches

¡Qué padre!

Pinche wey

3.2 Espressioni degli studenti universitari

¡No te esponjes! in castigliano ¡no te alteres! Esempio: Ya sé que estoy llegando

tarde, pero no te esponjes, ya voy a llegar.

Tener el nopal en la cara. È un’espressione che si usa quando una persona ha i

tratti somatici messicani e vorrebbe sembrare di un altro paese. Esempio: No mames,

este wey tiene el nopal en la cara y se cree italiano.

Dar un rol, in castigliano dar una vuelta. Esempio: Vamos a dar un rol por la

ciudad.

Por si las moscas, è un’espressione che si usa anche in Spagna e significa por si

las dudas. Esempio: Por si las moscas llévate la maleta.

Darse un regaderazo, vuol dire ducharse. Esempio: Me voy a dar un regaderazo.

Está con madre, in castigliano está muy güay. Esempio: La nueva canción está

con madre.

Echarse una jeta, in castigliano dormir. Esempio: Después de comer me echaré

una jeta. Una jeta, potrebbe tradursi con l’italiano pisolino, sonnellino.

39

¡Fuchi! ¡Fuchila! in castiliano ¡qué asco!, ¡qué repugnante! Esempio: La comida

ya se echó a perder.

Calmantes montes è l’espressione che corrisponde all’inglesismo keep calm.

Esempio: Calmantes montes y dame unos besotes.

3.2.1 Aggettivi

Fodongo, in castigliano sucio. Esempio: Hoy no tengo gana de hacer nada y estoy

muy fodongo.

Fregón, in castigliano destacado. Esempio: Yo soy un fregón en jugar baloncesto.

Güero, in castigliano rubio. Esempio: Mi hermano es güero.

Malinchista,19 si usa solo in Messico e si riferisce alle persone che preferiscono

gli altri paesi invece che il proprio. Esempio: Eres un malinchista porque no quires a

México.

3.2.2 Verbi

Agüitarse, in castigliano entristecerce. Esempio: Estoy muy agüitado por la

muerte de mi padre.

Amolarse, in castigliano dañar, descomponer. Esempio: Pues ya amolaste la

televisión.

Chorear è un verbo che in messicano si usa con il significato di abbindolare.

Esempio: Él sólo chorea la gente para quedar bien.

Cotorrear in castigliano bromear. Esempio: Te estoy cotorreando.

3.2.3 Sostantivi

Albur, è un gioco di parole con un doppio senso implicito. Esempio: ¿Güera si

me muero quién te encuera?

Jugo, è un americanismo per zumo. Esempio: Quisiera tomarme un jugo de

naranja.

Greña è una parola usata anche il Spagna, in Messico assume il significato pelo

largo. Esempio: Me cortaré la greña que la tengo muy larga.

19 “Esos que por comer frijoles se les olvida el inglés”. Questo detto è un modo per definire i malinchistas che difendono la cultura statunitense e disprezzano quella messicana; pensano che mangiare fagioli sia una cosa da poveri e potrebbero dimenticare l’inglese nel farlo.

40

Fregadazo, in castigliano golpe fuerte. Esempio: Ayer me di un fregadazo en la

pierna.

Tostón, equivale a 50 pesos. Esempio: Con un tostón puedo comprar muchas

cosas.

Cuete, una borrechera in castigliano. Esempio: Hay que ponerse un cuete.

Gringo, è un termine per chiamare gli statunitensi. Esempio: Él es de Texas, por

lo tanto es un gringo.

Gachupín, è un termine che i messicani usano per chiamare gli spagnoli.

Esempio: Mi tío es gachupín.

Hot cake, pan cake, si mangiano a colazione. Esempio: Voy a desayunar unos hot

cakes.

Nachas, in castigliano nalgas. Esempio: Con este pantalón se me ven las nachas.

Trajinera, è un tipo di imbarcazione che si usa nei canali di Xochimilco a Città

del Messico.

Talachero, in castigliano trabajador. Esempio: Mi padre es muy talachero.

3.2.4 Parole di origine Náhuatl.

Escuincle / cla dal nah. itzcuintli, che vuol dire cane senza peli. È un modo per

chiamare i bambini. Esempio: Ese escuincle es muy travieso.

Xoloitzcuintle, razza canina messicana di taglia piccola normalmente senza pelo.

Esempio: Mi perro es un xoloitzcuintle.

3.2.5 Un linguaggio in continua evoluzione

Il presente studio, è nato con il desiderio di voler esplorare la variante messicana della

lingua spagnola e del linguaggio che oggi utilizzano i giovani della nostra generazione. In

41

prima istanza, abbiamo provveduto a dare un quadro panoramico dello spagnolo

messicano esponendo alcuni fenomeni linguistici del paese con relativi esempi. Grazie alla

fraseologia suggerita dai giovani informatori linguistici, abbiamo visto come la zona

centrale del Messico è caratterizzata dalle espressioni vivaci dei chilangos, e come il

registro colloquiale può essere adottato non solo dai giovani, ma da tutte le classi

socioculturali del paese; a dimostrarlo sono i verbi chingar, alucinar, aguantar, gli

aggettivi chido, chaparro, padre, i sostantivi, jefe, chamba, e le espressioni come ¡órale! e

¡aguas!, utilizzate da tutti gli utenti della lingua messicana.

Seguendo le orme dei grandi studiosi della lingua messicana, quali Lope Blanch,

Joaquín García Icazbalceta e José Moreno de Alba, abbiamo presentato alcuni aspetti della

lingua messicana che appaiono diversi dalla norma del castigliano. In seguito, abbiamo

illustrato l’influenza che la lingua náhuatl ha arrecato al vocabolario messicano e

finalmente ci siamo concentrati su quello del linguaggio giovanile, concordando con

Moreno de Alba che è un campo innovativo e creativo dal punto di vista morfologico e

lessicale.

Analizzando la terminologia estratta dai libri Quiúbole con… para chavas e chavos di

Gaby Vargas e Yordi Rosado, si è cercato di individuare e mettere in risalto delle nuove

espressioni idiomatiche utilizzate dai giovani di oggi, come ad esempio sacar un free o

tirar mala onda; i verbi, gli aggettivi e i sostantivi che contraddistinguono il linguaggio

colloquiale giovanile in Messico, un campo linguistico in continua evoluzione, cui

terminologia riflette la necessità dei giovani di crearsi una identità propria e di non farsi

comprendere dagli adulti.

Confrontando le informazioni a nostra disposizione, abbiamo accertato che il

linguaggio giovanile è un campo di studio dinamico, influenzato dalle tendenze del

momento e dai diversi stili di vita adottati dai ragazzi di oggi, che si autoproclamano

chavos nacos, fresas, bandas, mirreyes, juniors, e molti altri; per ogni situazione esiste

una terminologia propria e i neologismi utilizzati dagli autori dei libri appartengono ad

alcune tematiche centrali nella vita degli adolescenti: l’amore, l’amicizia, le relazioni, il

mondo notturno, la droga e i cambiamenti del corpo; questioni che non passeranno mai di

moda e che riveleranno sempre i nuovi modi di esprimersi e di comunicare dei giovani.

Bibliografia

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42

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Sitografia

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43

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Wordreference Dictionaries: www.wordreference.com Wikipedia: http://www.wikipedia.org/

Appendice

Elenco delle espressioni messicane giovanili estratte dal libro Quiúbole con…

para chavas di Gaby Vargas e Yordi Rosado (Aguilar, 2005).

44

¡aguas! (pp. 71)

agarrándole la onda (pp. 166)

aguántate (pp. 50)

andar de pegotes (pp. 104)

a ver que pex (pp.45)

ay, no manches (pp. 135)

balconearte feo (pp. 87)

Bueno ya, en serio (pp. 41).

caer de la fregada (pp. 46)

¡chin! (pp. 134)

de perdis (pp. 73)

¡Es neto! (pp. 117)

¡es perrísimo! (pp.49)

estar padre (pp. 158)

estar súper cruda (pp. 284)

estar de malas (pp. 60)

Estás de mírame y no me toques… (pp. 42)

hablar netas (pp. 199)

hasta eso, me cae bastante bien (pp. 88)

la “de flojera” pp. 165)

le vale madres (pp. 208)

luchador tipo la del Santo (pp.61)

mandarlas knockout a la cama (pp. 49)

más vale sola, que mal apapachada (pp. 103)

¡me la paso súper! (pp. 116)

molón fregón (pp. 75)

ni me pelas (pp. 116)

no manches (pp. 52)

no pongas cara de what (pp. 58)

o sea, ¿hello? (pp. 148)

pagar una buena lana (pp. 200)

¡Pero que no se claven! (pp. 34)

ponerte happy (pp. 284)

ponte buza (pp. 196)

¡pura diversión y nada de chamba!(pp. 38)

qué buen oso (pp. 154)

¿Que la dé quee? (pp. 51)

45

qué mala onda pero tengo plan (pp. 84)

qué peda (pp. 284)

sacar un free (pp. 85)

sacarle la vuelta a una bronca (pp. 299)

se hace muy cool (pp. 77)

sentirse como dedo (pp. 254)

ser la última chela del estadio (pp. 82)

siéntete súper ¡guauu! (pp. 83)

soy buena gente (pp. 118)

súper sacado de onda (pp. 26)

tirar mala onda (pp. 118)

vivir en disneyfreelandia (pp. 102)

¡y la alucino! (pp. 258)

¡ya te bajó! (pp.44)

Elenco delle espressioni messicane giovanili estratte dal libro Quiúbole con…

para chavos di Gaby Vargas e Yordi Rosado (Aguilar, 2006).

¡a cruzar el río! (pp. 28)

¡Así que buzo! (pp. 72)

agarrar la onda (pp. 389)

46

al ratito (pp. 68)

¡bolas! (pp. 127)

cantar Oaxaca (pp. 188)

¡caray! (pp. 28)

comer la torta antes del recreo (pp. 248)

disfrútala cañonsísimo (pp. 19)

echar porras (pp. 157)

¡en la madre! (pp. 136)

eres un loser (pp. 152)

estar muy del nabo (pp. 127)

estar en el reventón (pp. 357)

hacerse güey (pp. 366)

made in Tejupilco (pp. 70)

no chulees (pp. 80)

¡no seas puñal! (pp. 156)

¡no manches! (pp. 163)

no hay moros en la costa (pp. 204)

poner Jorje al niño (pp. 249)

ponerse high (pp. 356)

¿qué onda? (pp. 22)

¡qué güeva! (pp. 133)

¿qué pex? (pp. 21)

salir con tu domingo siete (pp. 249)

salir del clóset (pp. 312)

Seguir siendo cañon (pp. 19)

se pongan punks (pp. 19)

sentirse tan mal como americanista perdido en la porra de Chivas (pp. 61)

sentirse del nabo (pp. 366)

sentirse de la fregada (pp. 217)

sentirse del queque (pp. 367)

ser crudo de clóset (pp. 372)

ser mala copa (pp. 189)

ser pendejo (pp. 208)

súper héroe amarrado (pp. 46)

tener mamitis (pp. 84)

tirar la flojera (pp. 163)

tirar mala onda (pp. 176)

47

traer de bajada (pp. 110)

¡y hasta rabo! (pp. 85)

ya valió mauser (pp. 71)

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