Date post: | 12-Nov-2023 |
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Ri-edizione aggiornata dei pdf a tema "Poesia Inglese":
ripubblico in una nuova veste grafica tutto il mio lavoro sulla
Poesia Inglese, ad esclusione di Shelley, trattato a fondo a parte,
in due pdf.
Ovviamente non posso che citare il Capolavoro Sublime che ben
celebra la Poesia d'Albione: "Dusk and Her Embrace"
dei Cradle Of Filth
1
Qualche verso dei progenitori della Poesia Sepolcrale Inglese,
Thomas Parnell, Edward Young e Thomas Gray!
3
Purtroppo, non sono riuscita a reperire i libri interi, ma solo un'antologia che ne riportava qualche verso... il che è un vero peccato, perché questi brevi stralci lasciano intendere Poeti
davvero interessanti... da quel poco che sono riuscita a reperire sui libri, sembra che Foscolo fu ispirato anche da un terzo
poeta cimiteriale, Thomas Gray (che scrisse l'Elegia sul cimitero di campagna), per il suo Carme "Dei Sepolcri" (1806);
rispetto però ai Poeti Inglesi, Foscolo tende a considerare i sepolcri solo dal punto di vista "politico" per animare
l'emulazione politica degli Italiani con gli esempi dei sepolcri degl uomini illustri.
In effetti, ho trovato questo commento critico su un'antologia, che riporto qui:
"Young e Harvey meditarono sui sepolcri da cristiani: i loro libri hanno per iscopo la rassegnazione alla morte e il conforto
d'una altra vita...Gray scrisse da filosofo: la sua elegia ha per iscopo di persuadere l'oscurità della vita e la tranquillità della
morte... Gray canta le tombe di gente semplice e ignota,
4
affermando il valore insito anche nelle esistenze più oscure; Foscolo canta le tombe dei grandi uomini, che devono stimolare all'agire eroico. Il poeta inglese propone una
rivalutazione di ciò che è umile e quotidiano, ispirato ad una concezione della vita cristiana e borghese, che si contrappone
polemicamente alla concezione classica, aristocratica ed eroica; il poeta italiano ribadisce invece proprio quella tradizione, riproponendo una concezione eroica in chiave moderna."
Per curiosità: "In Morte di Amaritte -Elegia- " (1796) Foscolo cita proprio Young: "Trista è così de' Morti la campagna / allora che Young fra l'Ombre della Notte / sulfato di Narciso egro si
lagna."
Thomas Parnell
5
"A Night Piece of Death"
Traduzione di Angelo Mazza.
"Alla Morte"
... Offresi a manca vista di monumenti,a'quai le sponde squallor di stagnante acqua
accerchia e lambe.
Questa che Morte in suon lugubre onora,d'umido musco
e dell'ellera tenace avviticchiata torre,a cui di costa percuoton raggi lividi di Luna...
Parafrasi in Italiano corrente:
Ovunque si possono scorgere dei monumenti (sarebbe più corretto forse interpretare il vocabolo "monumenti" come
"antiche rovine", vestigia di un tempo ormai passato, castelli o abbazie in rovina...) attorniati da acqua stagnante, acquitrini,
che mettono orrore.
6
Si sentono rintocchi lugubri, quasi fossero sinfonie per onorare la Morte; il muschio umido e l'edera avvolgono tenacemente la torre in rovina, che il poeta sta osservando, illuminata dai raggi
lunari.
7
Edward Young
"Complaints or Night Thoughts on Life, Death and Immortality"
Traduzione di Giuseppe Bottoni.
"Le Notti"
Non è forse una vasta immensa tomba il mondo istesso?è la gran madre anticaper sé solo infeconda;e quanto in essa nasce da quanto si scomponee sface ha l'origine sua...
8
Ah, Morte, ah, dove mi porta il mio pensier?Stridere io sento sovra i cardini lor le ferre porte
di quel tuo regno, ove degli astri il lumenon giunge a penetrar.
Thomas Gray: "Elegia scritta in un cimitero campestre"
(1750)
Riporto l'Elegia, dedicata alla tomba degli umili nel cimitero di campagna. Nella seconda parte l'Autore rappresenta se stesso
solitario ed errabondo per la campagna, in preda alle sue
9
inquietudini e alle sue malinconie, e vagheggia la propria sepoltura, componendo il suo stesso epitaffio.
I rintocchi della campana salutano il giorno che muore,l'armento si disperde muggendo per i pascoli,il contadino volge i passi affaticati verso casa,e lascia il mondo alle tenebre e a me.
The curfew tolls the knell of parting day,The lowing herd wind slowly o'er the lea,The ploughman homeward plods his weary way,And leaves the world to darkness and to me.
Ora impallidisce la luce fioca del paesaggio,e una quiete solenne regna nell'aria.Si ode solo il ronzio di uno scarabeo che vola intornoe tintinnii (1) sonnolenti che cullano gli ovili lontani.
Now fades the glimmering landscape on the sight,And all the air a solemn stillness holds,Save where the beetle wheels his droning flight,And drowsy tinklings lull the distant folds;
Dalla torre ammantata d'edera, laggiù,il mesto gufo si lamenta, con la luna,di coloro che, vagando presso la sua segreta dimora,disturbano il suo antico regno solitario.
Save that from yonder ivy-mantled towerThe moping owl does to the moon complainOf such, as wandering near her secret bower,
10
Molest her ancient solitary reign.
Sotto quegli olmi dalla ruvida scorza e all'ombra dei tassidove la zolla si gonfia in tumuli polverosi,steso, ciascuno, per sempre, nella sua angusta cella,dormono i rudi antenati del villaggio (2).
Beneath those rugged elms, that yew-tree's shade,Where heaves the turf in many a mouldering heap,Each in his narrow cell for ever laid,The rude forefathers of the hamlet sleep.
Mai più li desterà dal loro umile giaciglioil profumo della brezza mattutina,il cinguettio della rondine dalla capanna di strame (3),il canto acuto del gallo o il corno echeggiante dei cacciatori.
The breezy call of incense-breathing morn,The swallow twittering from the straw-built shed,The cock's shrill clarion, or the echoing horn,No more shall rouse them from their lowly bed.
Non brucerà più per loro la fiamma del focolare,e la massaia non accudirà più alle faccende serali:né i bimbi correranno ad annunziare balbettando il ritorno del padre né più si arrampicheranno sulle sue ginocchia per contendersi il bacio.
For them no more the blazing hearth shall burn,Or busy housewife ply her evening care:No children run to lisp their sire's return,Or climb his knees the envied kiss to share.
11
Spesso la messe si arrese alla loro falcespesso il loro aratro infranse le dure zolle:con quanta gaiezza spinsero i buoi aggiogati sui campi!Come si piegarono i tronchi sotto i loro colpi vigorosi!
Oft did the harvest to their sickle yield,Their furrow oft the stubborn glebe has broke;How jocund did they drive their team afield!How bowed the woods beneath their sturdy stroke!
Non lasciate che l'Ambizione disprezzi la loro umile fatica (4),le loro gioie semplici (5) e il loro destino oscuro;né lasciate che la Grandezza (6) ascolti con sorriso altezzosoi brevi e semplici annali dei poveri.
Let not Ambition mock their useful toil,Their homely joys, and destiny obscure;Nor Grandeur hear with a disdainful smile,The short and simple annals of the poor.
Un'ora inevitabile attende egualmentela gloria del blasone, la pompa del potere,e quanto mai abbiano donato la bellezza e la ricchezza:i sentieri della gloria non conducono che alla tomba. (8)
The boast of heraldry, the pomp of power,And all that beauty, all that wealth e'er gave,Awaits alike the inevitable hour.The paths of glory lead but to the grave.
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Né voi, Orgogliosi, imputate a loro la colpase il Ricordo non eresse alcun trofeo sulla loro tomba,là dove, attraverso lunghe navate e volte scolpite,l'eco dei canti rende più intense le note di lode (9)
Nor you, ye Proud, impute to these the fault,If Memory o'er their tomb no trophies raise,Where through the long-drawn aisle and fretted vaultThe pealing anthem swells the note of praise.
Possono un'urna istoriata o un busto animato (10)richiamare alla sua dimora (11) il respiro che fugge?Può la voce dell'Onore richiamare in vita la polvere silenziosa?O la lusinga blandire le deboli, fredde orecchie della morte? (12)
Can storied urn or animated bustBack to its mansion call the fleeting breath?Can Honour's voice provoke the silent dust,Or Flattery soothe the dull cold ear of Death?
Forse in questo luogo abbandonato giacequalche cuore una volta ardente di fuoco celeste,mani che avrebbero potuto impugnare lo scettro del comando,o destare l'estasi con la lira vibrante di vita (13).
Perhaps in this neglected spot is laidSome heart once pregnant with celestial fire;Hands that the rod of empire might have swayed,Or waked to ecstasy the living lyre.
Ma il Sapere non svolse mai ai loro occhi
13
il suo grande volume ricco delle spoglie del tempo (14).il freddo della povertà represse il loro nobile ardoree ne gelò in fondo all'anima le vocazioni.
But Knowledge to their eyes her ample pageRich with the spoils of time did ne'er unroll;Chill Penury repressed their noble rage,And froze the genial current of the soul.
Le scure, inesplorate cavità dell'oceano contengonogran quantità di gemme di purissima luce serena:molti fiori nascono per imporporarsi mai vistie sciupare la loro dolcezza nell'aria deserta (15)
Full many a gem of purest ray serene,The dark unfathomed caves of ocean bear:Full many a flower is born to blush unseen,And waste its sweetness on the desert air.
Il destino impedì loro di comandare l'applauso di docili senati,di disprezzare minacce di pene e di tormenti,di spargere l'abbondanza su una terra ridentee di legger la propria storia negli occhi di un popolo (16).
The applause of listening senates to command,The threats of pain and ruin to despise,To scatter plenty o'er a smiling land,And read their history in a nation's eyes,
Non solo fu impedito il rigoglio delle loro virtùma anche le loro colpe furono limitate; (17)il destino non concesse loro di aprirsi un varco verso il trono
14
con il sangue,di chiudere le porte della misericordia sul genere umano,di celare a se stessi il rimorso di una taciuta varietà,di spegnere i rossori di un ingenuo pudore,di offrire all'altare del Fasto e dell'Orgoglioincenso acceso alla fiamma di Muse venali (18)
Their lot forbade: nor circumscribed aloneTheir growing virtues, but their crimes confined;Forbade to wade through slaughter to a throne,And shut the gates of mercy on mankind,The struggling pangs of conscious truth to hide,To quench the blushes of ingenuous shame,Or heap the shrine of Luxury and PrideWith incense kindled at the Muse's flame.
Lontani dall'ignobile lotta di una folla impazzita,non corruppero mai le loro modeste aspirazioni;lungo la valle appartata della vitamantennero il ritmo sommesso del loro cammino.
Far from the madding crowd's ignoble strife,Their sober wishes never learned to stray;Along the cool sequestered vale of lifeThey kept the noiseless tenor of their way.
Tuttavia qualche fragile monumentoadorno di rozze rime e di sculture informi,eretto per proteggere anche quelle ossa dalla profanazione,implora del passante il tributo di un sospiro.
Yet even these bones from insult to protectSome frail memorial still erected nigh,
15
With uncouth rhymes and shapeless sculpture decked,Implores the passing tribute of a sigh.
Il loro nome, i loro anni, sillabati da una musa illeterata,occupano il posto della fama e dell'elegiae la Musa ricorre ai testi sacriche preparano alla morte l'onesto popolano (19).
Their name, their years, spelt by the unlettered muse,The place of fame and elegy supply:And many a holy text around she strews,That teach the rustic moralist to die.
Chi mai, in preda al silenzioso Oblio,ha rinunziato al proprio caro trepido essere,e ha lasciato i caldi confini ridenti della vitasenza un lungo sguardo di brama e di rimpianto?
For who to dumb Forgetfulness a prey,This pleasing anxious being e'er resigned,Left the warm precincts of the cheerful day,Nor cast one longing lingering look behind?
L'anima che se ne va, si affida a qualche petto affettuosoe gli occhi che si spengono chiedono qualche pia lacrima (20)Anche dalla tomba grida la voce della Natura.Anche nelle nostre ceneri vivono le loro consuete fiamme. (21)
On some fond breast the parting soul relies,Some pious drops the closing eye requires;Ev'n from the tomb the voice of nature cries,Ev'n in our ashes live their wonted fires.
16
(Traduzione di D. Caminita, "Civiltà letterarie straniere" Vol. I, Zanichelli, 1976)
1) Le campanelle delle pecore rinchiuse a sera negli ovili.2) Sono le tombe dei cimiteri di campagna.3) Dalla capanna dal tetto di paglia. 4) Nell'originale,"utile" ("useful")5) Nell'originale, "gioie domestiche" ("Homely joys")6) Sono personificazioni. Alludono all'atteggiamento altezzoso degli aristocratici verso gli umili.7) La storia, le vicende.8) Tutte le differenze sociali si annullano dinnanzi alla morte. è un concetto ripreso dalle Odi di Orazio.9) Nelle chiese, dove sorgevano i monumenti sepolcrali delle famiglie nobili.10) Un busto del defunto così somigliante da sembrare vivo.11) Il corpo.12) La lusinga non può blandire la morte, in modo che conceda al defunto di tornare in vita. La morte non sente, non ha orecchie deboli e insensibili ("Fredde").13) Nel cimitero campestre giace qualche oscuro contadino che avrebbe invece avuto le doti per divenire grande uomo politico o grande poeta.14) I poveri non ebbero la possibilità di accostarsi alla cultura, in cui è tesaurizzata la tradizione del passato.15) Le qualità dei poveri non sono potute venire alla luce, come le gemme sepolte al fondo dell'oceano o i fiori che crescono non visti.16) Il destino ha impedito agli umili contadini di conoscere la gloria dei grandi governanti di popoli. Negli sguardi di ammirazione del popolo il grande vede riflessa la propria storia gloriosa.17) La vita oscura ha impedito che brillassero le virtù degli
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umili, ma li ha anche preservati delle colpe inevitabili di chi fa la storia.18) Di vendere la propria ispirazione poetica per celebrare i potenti.19) Al posto di epigrafi celebrative ("Fama") o di componimenti poetici che piangano il defunto illustre ("Elegie"), vi sono semplici iscrizioni tracciate da mano illetterata, col nome, l'età del defunto e con citazioni della Bibbia, che hanno preparato alla morte il pio contadino.20) Nessuno morendo si rassegna a sprofondare completamente nella dimenticanza; tutti restano attaccati alla vita e, per sopravvivere in qualche modo, si affidano al ricordo affettuoso dei vivi, alle loro lacrime.21) Dalla tomba sembra di udir provenire un grido, in cui si esprime il desiderio naturale del defunto di continuare a vivere nel ricordo dei suoi. Di questi versi si ricorderà Foscolo nell'Ortis: "Geme la Natura perfin nella tomba..." e nei Sepolcri: "Il sospiro/che dal tumulo a noi manda Natura".
Commento critico:
L'inizio dell'Elegia (strofe 1-3) è di tipico gusto preromantico. Elementi caratteristici sono: il morire del giorno, le tenebre che avvolgono le cose, creando un'atmosfera malinconica che predispone alla meditazione sulla morte, il triste lamento del gufo dall'antica torre ammantata di edera, la solitudine della notte.La parte centrale del componimento è invece un'esaltazione della vita oscura degli umili. In polemica con la concezion classica ed eroica, che ritiene degno di ricordo solo ciò che è grande ed eccezionale, Gray rivendica il valore di ciò che è umile, semplice, comune. Nei poveri contadini che giacciono nel cimitero campestre c'erano forse potenzialmente le doti di grandi uomini politici, condottieri, poeti. Solo la povertà ha impedito che queste doti venissero alla luce. Questa
18
esaltazione della vita umile ed oscura ha un significato storico importante. Riflette il formarsi di una concezione borghese, nutrita di ispirazione cristiana, che si contrappone alla tradizionale concezione aristocratica e classica, anticipando tendenze che saranno ricorrenti nella successiva letteratura inglese, soprattutto nell'età vittoriana, quando si tenderà ad escludere l'eroico ed a fissare l'attenzione su ciò che è quotidiano e comune.
19
castello, E i gufi hanno svegliato il gallo canterino; Uh Uh, Uh Whoo! (il canto del gufo) Ed ascolta, di nuovo! il gallo canterino, Come sonnolentemente cantava.
Tis the middle of night by the castle clock,And the owls have awakened the crowing cock; Tu whit! Tu whoo! And hark, again! The crowing cock, How drowsily it crew.
***
Parte I
Christabel
È la notte fredda e oscura?La notte è fredda, ma non oscura.La sottile nuvola grigia è stesa in alto,Essa copre ma non nasconde il cielo.La luna è dietro, e piena;E tuttavia essa sembra sia piccola che opaca.La notte è fredda, la nuvola è grigia:È un mese prima del mese di Maggio,E la Primavera viene lentamente da questa parte.
Is the night chilly and dark?The night is chilly, but not dark.The thin gray cloud is spread on high,It covers but not hides the sky.The moon is behind, and at the full;And yet she looks both small and dull.
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The night is chill, the cloud is gray: 'Tis a month before the month of May,And the Spring comes slowly up this way.
L’incantevole dama, Christabel,Che suo padre ama tantoCosa la fa (stare) nel bosco così tardi (perché tarda tanto nel bosco),Un “furlong” dal cancello del castello? Ella ebbe sogni tutto ieri notteDel proprio fidanzato cavaliere E lei nel bosco di mezzanotte pregheràPer il bene del suo amato che è lontanoElla camminava, ella niente diceva (lett. parlava),
The lovely lady, Christabel,Whom her father loves so well,What makes her in the wood so late,A furlong from the castle gate?She had dreams all yesternightOf her own betrothéd knight;And she in the midnight wood will prayFor the weal of her lover that's far awayShe stole along, she nothing spoke,
The sighs she heaved were soft and low,And naught was green upon the oakBut moss and rarest misletoeShe kneels beneath the huge oak tree,And in silence prayeth she.
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I sospiri (che) dava (lett. sollevava) era soffici e bassi,E niente era verde sulla querciaEccetto il muschio ed il rarissimo vischioElla si inginocchia sotto un immense albero di quercia,Ed in silenzio prega.
La dama balzò improvvisamente,L’incantevole dama, Christabel!Si lamentava così vicino, come vicino può essere,Ma cos’è (che) non può dire.--Nell’altro lato sembra che ci sia,Dell’immenso, con ampio petto, vecchio albero di quercia.La notte è fredda; la foresta deserta (nuda)È il vento che si lamenta tetro?Non c’è abbastanza vento nell’aria
The lady sprang up suddenly,The lovely lady, Christabel !It moaned as near, as near can be,But what it is she cannot tell.On the other side it seems to be,Of the huge, broad-breasted, old oak tree.The night is chill; the forest bare;Is it the wind that moaneth bleak? There is not wind enough in the air
Le sue labbra erano rosse, liberi gli sguardi,i riccioli erano gialli come l'oro,la pelle bianca come lebbra.L'Incubo Vita-in-morte essa era,che addensa di gelo il sangue dell'uomo.
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Her lips were red, her looks were free,her locks were yellow as gold,her skin was white as leprosy.The Nightmare Life-in-Death was she,who thicks man's blood with cold.
George Lord Byron
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Ma ho vissuto e non ho vissuto invano;la mia mente perderà la sua forza,
Il Mio Sangue il suo fuoco, e sconfitto dal Male,perirà anche il mio corpo, ma in me esiste qualcosa che
consumeràil tormento del tempo e vivrà quando sarò morto...
"Manfredi" (1816)
Manfredi: Ora dunque: spiriti aerei e terrestri, non mi sfuggirete; per un potere più oscuro di ogni altro già evocato,
per la tirannia di uno scongiuro mi fu luogo natale un astro dannato, infuocato relitto di un mondo demolito, Inferno
vagabondo nello spazio eterno: per l'alta maledizione che sta sopra la mia anima, il pensiero che mi sta dentro ed attorno, io
vi costringo al mio volere: apparite!
Sesto Spirito: Mia dimora è l'Ombra della Notte: perchè la tragica Luce mi sevizia?
Quando la Luna splende sull'onde, la lucciola tra l'erba, la meteora sulle tombe, e il fuoco fatuo sopra la palude. Quando guizzano le stelle cadenti, e si rispondono i gemiti dei gufi e all'ombra della collina silenziosa, giacciono le foglie, col suo
potere e segno la mia anima sovrasterà la tua. Anche nel cupo terrore non avrà sonno il tuo Spirito,
tra Ombre inconsumabili pensieri che non puoi esiliare:per un potere a te ignoto,
non potrai mai essere solo:avvolti in un Sudario,
stretti in una nube, per sempre abiteraiquesto mio incantesimo.
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Stupirai che io non ti sia in luogo d'Ombra...Ascolta: Tu sarai il Tuo Stesso Inferno!
Manfredi: Mi impone la fatalità d'esistere...Se è vita portarsi dentro questo deserto Spirito
ed essere Sepolcro alla propria anima!
Ribolle la nebbia, sale attorno a ghiacciai:si levano nuvole, rapide spirali ai miei piedi,
bianche e sulfuree,schiuma di un'irato Oceano
del profondo Infernoche scaglia le sue Ombre
su una brulicante spiaggia,fitta di dannati come ghiaia...
ho le vertigini.
A me idonea Tomba alle mie Ossa placate nell'Abisso.
Manfredi: Evocare i Morti, interrogarli su ciò che noi temiamo. Non vi sarà risposta più atroce della Tomba
e questo è Nulla.
Se non rispondono...il sepolto profeta rispose alla strega di Endor;
e dall'insonne spettro della fanciulla di Bisanzioil monarca spartano trasse
una risposta e il suo destino.
Nessun martirio futuro può infliggere a colui che condanna
28
se medesimo la pena che egli infligge alla propria anima.
"Lachin Y Gair" (Lochnagarr)
Ombre dei Defunti!Non ho forse sentito le vostre voci sorgere
dal respiro della bufera che avvolgeva la Notte?
:::
Shades of the Dead!Have I not heard your voices rise on
the night rollingbreath of the gale?
Nella Rovina della nostra Animamutare il sangue
in lacrime e colorare le cose venturecon i colori della Notte.
:::
And in the blight of our own soulturn all our blood to tears,
and colour things to come with hues of Night.
Pare che fluttui un mormorio sulla collina
29
ma è fantasia poichè le rugiade astraliin completo silenzio istillano
le loro lacrime d'amore consumandosi nel pianto.
:::
There seems a floating whisperon the hill, but that is fancy for the star light dews
all silently their tears of love instil weeping themselves away.
Crollarono templie torri senza lasciare una scena:
un Caos di Rovine!Chi discernerà il vuoto,che i ruderi indistinti
illuminerà di un raggio lunare, e dirà:
"Qui c'era o c'è questo"
Dove tutto è Profonda Tenebra?
:::
Temple and tower went down,nor left a site; Chaos of Ruins!
Who shall trace the voido'er the dim fragments cost
a lunar light and say:
"Here was or is" where all is doubly night?
30
"Frammento di un racconto turco" (1812-1813)
Bagnato del tuo sangue miglioregocceranno i tuoi denti digrignanti
e le selvatiche labbra;allora verso la tua Tomba Oscura
incedendo vai, e con Demoni divoratori di cadaveriinfuria, finché inorriditi s'allontaninoda uno spettro più maledetto di loro!
:::
Wet with thine own best bloodshall drip thy gnashing tooth
and haggard lipthen stalking to thy sullen grave
go -and with Ghouls and afrits rave;till these in horror shrink away from spectre
more accursed than they!
"Parisina" (1816)
E nel cielo quell'indistinto chiarorecosì teneramente scuro, e oscuramente puro,
che segue al declinare del giornomentre il crepuscolo si dissolve sotto la Luna.
:::
And in the heaven that clear obscureso softly dark, and darkly pure,which follows the decline of day
as twilight melts beneath the Moon away.
31
"Il Pellegrinaggio del giovane Aroldo"
Si diceva che a volte una lacrima tetrastava per sgorgare,
ma che il suo orgoglionell'occhio congelasse la stilla.
:::
'Tis said, at times the sullen tear would startbut pride congeal'd the drop within his eye.
Vi era vera vita nella nostra disperazionevitalità del veleno
una radice viva che nutre rami implacabilipoichè sarebbe nulla se morissimo.
Ma la vita s'adatta al frutto più aborrito del dolore,simile alle mele
sulle sponde del Mar Morto.
:::
There is a very life in our despairvitality of poison
a quick root whichfeeds these deadly branches.
For it were as nothing did we die.But life will smit itself
to sorrow's most detestes fruit,like to the apples on the Dead Sea's shore.
32
Mille battaglie hanno assalito le tue rive,ma queste e metà della loro gloria sono svanite,
e il massacro ammassò in alto le sue schiere infangate:le loro tombe stesse sono scomparse, e che cosa sono?
La tua corrente terse il sangue di ierie tutto fu immacolato,
e sul tuo flusso chiaro si specchiòla luce danzante del raggio solare;
ma sopra il sogno sfiorito dell'annerita memoriale tue onde scorrerebbero vanamente per quando
sembrino cancellare ogni cosa.
:::
A thousand battles have assail'd thy banks,but these and half their fame have pass'd away,
and slaughter heap'd on high his weltering ranks.Their very graves are gone,
and what are they?They tide wash'd down the blood of yesterday,
and all was stain less and on th clearstream glass'd
with its dancing light the sunny raybut o'er the blackened memory's blighting dream
thy waves would vainly roll all sweeping as they seem.
Addio a te ancora!Un vano addio!
Non può esservi addio a una scena come la tua.La mente s'incolora di ogni tua sfumatura; e se con riluttanza
33
gli occhi rinunciano al loro sguardo tenero su di te, sontuoso Reno, è con l'occhiata riconoscente dell'Elogio di chi parte,
sorgere potranno luoghi più possenti,risplendendo più abbaglianti, ma alcuno venire potrà
in un unico labirinto d'incantiil luminoso, il bello e il mite; la Gloria dei giorni antichi;
L'incurante grandezza, il fiore fertiledell'imminente maturità, lo splendore della città bianca,
le colonne d'acqua che scorre,le tenebre del precipizio,i ramoscelli della foresta,
tra di essi le mura gotiche,le rupi selvagge a forma di torri,
in scherno dell'arte umana,e inoltre una specie di volti raggianti
come la scena, la cui generosità fertile qui a tutti si offre,ancora sulle tue sponde scaturendo,
seppure nelle vicinanze crollino imperi.
:::
Adieu to thee again!A vain Adieu! There can be no farewell to scene like thine,
the mind is coloured by thy every time.And if recluctantly the eyes resign their cherish'd gaze upon
thee,lovely rhine! 'Tis with the thankful glance of parting praise;
more mightly spots may rise, more glaring shine,but none unite in one attaching maze the brilliant fair,and soft, the Glories of old days, the negligently grond,
the fruitful bloom of coming ripenessthe white city's sheen,
the rolling stream,the precipices gloom,the forest's growth,
34
and gothic walss between,the wild rocks shaped as they had turrets been in mockery
of man's art.And these withal arace of faces happy as the scene
whose fertile bollnties hereextend to all, still springing o'er thy banks
though empiresnear them fall.
Qualche verso del "Paradiso Perduto" di John Milton! E siccome mi piace l'Inglese antico, riporto anche il testo
originale, che fa molto Cradle of Filth :D
35
Qualche info sull'Autore:
John Milton nacque a Londra nel 1608; poeta di educazione puritana (sì, in effetti qua e là nell'Opera appaiono leggeri cenni di "misoginia", con una garrula e felicemente obbediente Eva... comunque sorvolando sui difetti dell'opera, Milton resta sicuramente uno dei massimi Poeti Inglesi!), compì un lungo viaggio in Italia (1638-1639) ma tornò in Patria allo scoppio della guerra civile, durante la quale fu partigiano di Cromwell. Oltre ai Poemetti giovanili "L'allegro" e "Il pensieroso", all'Idillio Pastorale "Comus", all'Elegia "Lycidas", ai Sonetti ("Sulla mia cecità" il più noto), scrisse trattati teologici e polemici, anche se la sua fama è legata al Poema "Paradiso Perduto", seguito da "Paradiso Riconquistato" (io però non l'ho mai trovato in giro...) e la Tragedia "Sansone Agonista". Morì nel 1674.
36
Libro I
"Chi fu che li sedusse per primo all'insana rivolta?Il Serpente infernale; fu lui che con malizia,accecato da invidia e vendetta, trasse in inganno la madredi tutti gli uomini, al tempo che il suo orgogliol'aveva esiliato dal cielo con tutte le sue schieredi angeli ribelli, con il cui aiuto aspirava a levarsipiù in alto della gloria dei suoi pari, convintodi poter uguagliare l'Altissimo, se gli si fosse opposto;e in ambizioso disegno un'empia guerra mossenei cieli contro il seggio ed il regno di Dio.Ma la lotta orgogliosa fu inutile. Poichè l'Onnipossentelo gettò capofitto fiammeggiante dall'etereo cielocon orrenda rovina riarso in quella perdizione senza fondo,dove dimora in catena di adamante, nel fuoco della pena,colui che aveva osato sfidare alle armi il Dio Onnipotente.Nove volte lo spazio che il giorno e la notte misuraagli uomini mortali, con la sua orrenda ciurma fu sconfitto,
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e cadde rotolando nel golfo di fuoco, travolto, sebbene immortale.Ma il destino altra pena doveva riservargli; il pensiero della felicità perduta e insieme del dolore interminabileancora lo tormenta, e così getta attorno i suoi sguardi funesti,che testimoniano immensa afflizione, e sgomentocommisto a odio tenace, e inflessibile orgoglio. Per quanto è dato agli angeli distendere lo sguardo, egli subito osserva quell'aspro e pauroso e desolato luogo, quella prigione orribile e attorno fiammeggiante come una grande fornace, e tuttavia da quelle fiamme nessuna luce, ma un buio trasparente, una tenebra nella quale si scorgono visioni di sventura, regioni di dolore e ombre d'angoscia, e il riposo e la pace non vi si troveranno, né mai quella speranza che ogni cosa solitamente penetra; e solo una tortura senza fine urge perenne, e un diluvio di fiamme nutrito di zolfo sempre ardente, mai consunto: tale è il luogo che la Giustizia Eterna aveva preparato per quei ribelli; qui la prigione era stata ordinata nella tenebra esterna, e lo spazio assegnato tanto lontano da Dio e dalla luce del cielo tre volte la distanza dal centro del polo estremo."
Book I
"Who first seduced them to the foul revolt? Th'infernal Serpent; he it was whose guile, stirred up with envy and revenge, deceived the mother of mankind, what time his pride had cast him out from heav'n, with all his lost of rebel angels, by whose aid aspiring to set himself in glory above his peers, he trusted to have equaled the Most High, if he opposed; and with ambitious aim against the throne and monarchy of God raised impious war in heav'en and battle proud with vain attempt. Him the Almighty Power hurled headlong flaming from th'ethereal sky with hideous ruin,and combustion down to
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bottomless perdition, there to dwell in adamantine chains and penal fire, who durst defy th'Omnipotent to arms. Nine times the space that measures day and night to mortal men, he with his horrid crew lay vanquished, rolling in the fiery gulf confounded though immortal. But his doom reserved him to more wrath; for now the thought both of lost happiness and lasting pain torments him; round he throws his baleful eyes, that witnessed huge affliction and dismay mixed with obdùrate pride and steadfast hate. At once as far as angels ken he views the dismal situation waste and wild a dungeon horrible, on all sides round as one great furnace flamed, yet from those flames no light, but rather darkness visible served only to discover sights of woe, regions of sorrow, doleful shades, where peace and rest can never dwell, hope never comes that comes to all; but torture without end, still urges, and a fiery deluge, fed with ever-burning sulphur unconsumed: such place Eternal Justice ha prepared for those rebellious, here their prison ordained in utter darkness, and their portion set as far removed from God and light of heav'n as from the center thrice to th'utmost pole."
Riporto anche la traduzione di Lazzaro Papi (una traduzione che sconsiglio, se non si conosce già bene l'Opera, perchè lo stile di Papi è troppo aulico e, a tratti, difficile, se non incomprensibile! è meglio prima accostarsi ad una traduzione in italiano corrente dell'Opera di Milton, e poi magari leggersi, giusto per curiosità, o anche per apprezzare "l'Italiano Antico", quella di Lazzaro Papi)
"Al turpe eccesso chi sedusse gl'ingrati?Il Serpe reo d'Inferno fu. Mastro di frodi e puntoda livore e vendetta egli l'antica
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nostra madre ingannò, quando l'insanoorgoglio suo dal ciel cacciato l'ebbecon tutta l'oste de' rubelli Spirti.Su lor coll'armi loro alto a levarsiambìa l'iniquo e d'agguagliarsi a Diopensò superbo rivolgendo in mente,incontro al soglio del Monarca eternomosse empia guerra e a temeraria pugnavenne, ma invan. L'onnipossente bracciotra incendio immenso e orribile ruinafuor lo scagliò dalle superne sedigù capovolto e divampante in nero,privo di fondo disperato abisso;ove in catene d'adamente strettoa starsi fu dannato e in fiamme ultriciqual tracotato sfidator di Dio,e già lo spazio che fra noi misura la notte e'l dì, nove fiate scorse,che con l'orrida ciurma avvolto ei stavanell'igneo golfo, tutto sbigottitobenchè immortal.Pur lo serbava ancoraa maggior pena il suo decreto. Intantol'aspro pensiero del perduto bene,e del futuro interminabil dannoil cruccia alternamente. Intorno ei girale bieche luci una profonda ambasciaspiranti e un cupo abbattimento mistod'odio tenace e d'indurato orgoglio:ed in un punto, quanto lungi il guardod'un Angelo si stende, ei l'occhio mandasu quell'atroce, aspro, diserto sito;carcere orrendo, simile a fiammantefornace immensa; ma non già da quelletetre fiamme esce luce; un torbo e nerobaglior tramandan solo, onde si scorge
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la tenebrosa avviluppata massae feri aspetti e luride ombre e campid'ambascia e duol, dove non pace mai,non mai posa si trova, e la speranzache per tutto penétra, unqua non scende.Quivi è tormento senza fin, che ognoraincalza più, quivi si spande eterno un diluvio di foco, ognor nudritoda sempre acceso e inconsumabil solfo.Tal la Giustizia Eterna a quei ribelli aveva apparecchiata orrenda chiostrad'esterno tenebror, remota tantodalla luce del ciel quant'è tre voltelontan dal centro della terra il polodell'Universo."
Riporto qualche stralcio del discorso che Satana, appena caduto, rivolge alla sua cerchia di fedeli; è un monologo tutto intriso di eroismo, per quanto disperato, un eroismo puro, che pur sapendo benissimo della sua inevitabile sconfitta, non esita a erigersi come ribelle e condottiero: ad essere esaltato, a mio parere, è proprio lo sforzo del tentativo alla rivolta, che per quanto disperata e votata allo scacco e alla sconfitta, è vista come totale affermazione del Sé. è la parte più celebre del Poema, citatissima nel periodo del Romanticismo da tutti gli artisti ribelli alla società, che si identificavano con il Satana miltoniano; Dio, secondo questa interpretazione romantica era quindi lo Stato, la Chiesa Dogmatica, la società opprimente che soffoca il genio del singolo, in perenne lotta per affermarsi o farsi accettare "in un mondo massificato"; e se era così nel 1800, pensiamo a come sia la nostra società attuale, dove tutto
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è "piattificato"!In questo brano di Milton, compaiono a mio avviso, due grandi temi legati al libero arbitrio: il proprio io, la propria mente, vista come inferno, o come stato perenne, che non può non rimandare al concetto di Swedenborg, oltre che ai successivi Goethe e Schiller, (e rifacendoci molto liberamente a Kierkegaard, potremmo persino dire "Non sei tu che mi perdoni Dio, sono io che non perdono me stesso, e non so che farmene del tuo perdono, se io a me stesso non perdono la mia disperazione") e il regnare, come proprio Dio, persino su un regno orribile o d'oscurità totale, la cui unica luce è proprio quella dell'Orgoglio e della Superbia Fiera di Se Stessi, perché è meglio essere padroni di se stessi in un luogo oscuro e desolato, piuttosto che essere servi - senza aver voluto essere creati- in una prigione dorata.Viene quasi da sorridere, pensando che una delle più belle rappresentazioni letterarie di Satana, venga proprio da uno scrittore cristiano di educazione puritana!
Libro I
"Che importa se il campo è perduto? Non tuttoè perduto; la volontà indomabile, il disegno della vendetta, l'odio immortale e il coraggiodi non sottomettersi mai, di non cedere: che altrosignifica non essere sconfitti?"
What though the field be lost?All is not lost: the unconquerable will,and study of revenge, immortal hate,and courage never to submit or yield:and what is else not to be overcome?
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" [...] Strappata dal Peloro, o dal fianco squarciatodell'Etna che rintrona, le viscere sempre nutritedi combustibile e pronte a concepire fuocosublimato di furia minerale porgono aiuto ai ventie lasciano un fondale abbruciacchiato, ravvoltodi fumo e di fetore: simil era il terreno sul qualeposavano le piante dei piedi maledetti. Lo seguiva il compagno più prossimo, entrambi gloriandosidi essere sfuggiti al gorgo dello Stigesimili a dei, recuperate ormai tutte le forze,e non perchè era il potere più alto ad averlo voluto."è questa la regione, è questo il suolo e il clima"disse allora l'Arcangelo perduto, "è questa sede cheabbiamo guadagnato contro il cielo, questo dolente buiocontro la luce celestiale? Ebbene, sia pure cosìse ora colui che è sovrano può dire e decidere che cosa sia il giusto: e più lontani siamoda lui e meglio è, da lui che ci uguagliava per ragionee che la forza ha ormai reso supremosopra i suoi uguali. Addio, campi felicidove la gioia regna eternamente! E a voi salute, orrori,mondo infernale; e tu, profondissimo inferno, riceviil nuovo possidente: uno che tempi o luoghimai potranno mutare la sua mente. La mente è il proprio luogo, e può in sé fare un cielo dell'inferno, un inferno del cielo.Che cosa importa dove, se rimango me stesso; e che altrodovrei essere allora se non tutto, e inferiore soltanto a luiche il tuono ha reso il più potente? Qui almeno saremo liberi; poichè l'Altissimo non ha edificatoquesto luogo per poi dovercelo anche invidiare,non ne saremo cacciati: vi regneremo sicuri, e a mio giudizioregnare è una degna ambizione, anche sopra l'inferno:meglio regnare all'inferno che servire in Paradiso."
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Torn from Pelorus, or the shatterd sideof thund'ring Etna, whose combustibleand fueled entrails thence conceiving fire,sublimed with mineral fury, aid the winds,and leave a singèd bottom all involvedwith stench and smoke: such restig found the soleof unblest feet. Him followed his next mate,both glorying to have scaped the Stygian floodas gods, and by their own recovered strenght,not by the sufferance of supernal power."Is this the region, this the soil, the clime,"said then the lost Archangel, "This the seatthat we must change for heav'n, this mournful gloomfor that celestial light? Be it so, since hewho now is sovran can dispose and bidwhat shall be right: fardest from him is best,whom reason hath equaled, force hath made supremeabove his equals. Farewell, happy fields,where joy for ever dwells! Hail, horrors, hail,infernal world, ant thou, profundest hell, receive thy new possessor: one who bringsa mind not to be changed by place or time.The mind is its own place, and in itselfcan make a heav'n of hell, a hell of heav'n.What matter where, if I be still the same,and what I should be, all but less than hewhom tunder hath made greater? Here at leastwe shal be free; th'Almighty hath not builthere for this envy, will not drive us hence:here we may reign secure, and in my choiceto reign is worth ambition, though in hell:better to reign in hell than serve in heav'n."
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Libro IV
"E quindi maledetto quel suo amore, se l'amore o l'odioessendo ormai per me la stessa cosa mi procura soloun eterno dolore. Ma no, maledetto piuttostotu che liberamente scegliesti la tua volontàcontro la sua volontà, e così giustamente ti rammarichi.Me miserevole! per quale varco potrò mai fuggirel'ira infinita, e l'infinita disperazione?Perchè dovunque fugga è sempre inferno: sono io l'inferno;e nell'abisso più fondo un altro abissoancora più profondo si spalanca, e minacciadi divorarmi, e a confronto l'inferno che subiscomi sembra essere un cielo."
Be then his love accurst, since love or hate,to me alike, it deals eternal woe.Nay cursed be thou, since against his thy willchse freely what it now so justly rues.Me miserable! which way shall I flyinfinite wrath, and infinite despair?Which way I fly is hell; myself am hell;and in the lowest deep a lower deepstill threat'ning to devour me opens wide,to which the hell I suffer seems a heav'n.
"Mi adorano sul trono dell'infernocon diadema e scettrocosì elevati, e proprio mentre cado
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sempre più in basso, supremo ormai solo nella miseria -essendo questa la gioia che dona l'ambizione."
While they adore me on the throne of hell,with diadem and scepter high advanced,the lower still I fall, only supremein misery; such joy ambition finds.
"Ma egli lo sopportava, finchè non raggiunse la spiaggia di quel mare infiammato, e si fermò chiamando le sue legioni, quelle forme d'angelo che giacevano là stupefatte, fitte come le foglie dell'autunno che in Vallombrosa ricoprono i ruscelli dove le ombre etrusche si addensano in archi solenni."
"Nathless he so endured, till on the beach Of that inflamèd see, he stood and called His legions, angel forms, who lay entraced, Thick as autumnal leaves that strow the Brooks In Vallombrosa, where th‘Etrurian shades High over-arched embrow‘r."
E ora, l'altra traduzione, ad opera di Lazzaro Papi!
"Intorno Ei gira le bieche luci una profonda ambascia spiranti e un cupo abbattimento misto d'odio tenace e d'indurato orgoglio:
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ed in punto, quanto lungi il guardo d'un Angel si stende, Ei l'occhio manda su quell'atroce aspro, diserto sito; carcere orrendo, simile a fiammante fornace immensa; ma non già da quelle tetre fiamme esce luce; un torbo e nero baglior tramandan solo, onde si scorge la tenebra avviluppata massa e feri aspetti e luride ombre e campi d'ambascia e duol, dove non pace mai, non mai posa si trova, e la speranza che per tutto penétra, unqua non scende. Quivi è tormento senza fin, che ognora incalza più, quivi si spande eternoun diluvio di foco, ognor nudrito da sempre acceso e inconsumabil solfo."
Un commento, all'Opera di Milton
"L'antitesi irriducibile Dio-Satana torna ad essere il motivo ispiratore del "Paradiso Perduto", di John Milton (1608-1674). Satana, l'angelo ribelle, precipita assieme a quelli che l'hanno voluto seguire nel caos, ma non si arrende. Ha udito in cielo una profezia a proposito della creazione di un nuovo mondo, la Terra, e di un essere, l'Uomo, e decide di saperne di più. Da qui prende il via una serie di eventi drammatici: il Figlio offre se stesso per la salvezza dell'umanità, destinata a essere tentata e pervertita dal Demonio. Satana assume la forma di angelo minore e penetra, tra dubbi e timori, nell'Eden; Eva viene tentata una prima volta da Satana perchè mangi il frutto della scienza nonostante la proibizione divina, ma interviene
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l'arcangelo Raffaele e racconta la storia della battaglia fra angeli buoni e angeli ribelli... Ma Satana non demorde. Tornato al Cielo, l'arcangelo ritorna nell'Eden sotto forma di nebbia, si insinua nel serpente, e si avvicina nuovamente a Eva. Blandendola scaltramente, la induce a mangiare il frutto proibito, e ad offrirlo ad Adamo. Dio allora pronunzia una servera condanna contro la prima coppia, che scaccia dal Paradiso terrestre. La Morte e la Colpa, incoraggiate dal successo di Satana, decidono di salire nel mondo abitato dall'uomo, ma l'arcangelo Michele predice l'incarnazione, la morte e la resurrezione del Figlio di Dio per la salvezza dell'umanità. La partita ora si gioca sulle virtù teologali della Fede e della Speranza, ma le porte del Paradiso terrestre si sono chiuse per sempre, e una schiera di cherubini si pone alla guardia del divino giardino.
Con Milton, suo malgrado, Satana assume definitivamente un aspetto di bellezza irrimediabilmente decaduta, e, quindi, di inconsolabile nostalgia. (già il titolo del Poema è estremamente significativo). Solo chi ha rivestito questa bellezza fulgente può amaramente rimpiangerla e dare, nel suo non arrendersi, una potente caratterizzazione del Male, che è come dire della disperazione. "Un Lucifero come quello di Dante, ficcato immobile in mezzo alla terra, non può ricevere un aspetto epico, ma se un poeta sviluppa il mito di Lucifero come protagonista di una poema solenne, la figura stessa del Diavolo deve necessariamente assurgere all'altezza dell'Epica: così Milton alla fine nobilita il suo Satana-Lucifero con la Grandiosità stessa del compito che gli fa assumere, e la serietà con la quale egli cerca di condurlo a effetto." (Attilio Siro Nulli)
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Shakespeare, Tennyson, Dickinson
William Shakespeare:
"Ora i tizzi consunti rosseggiano e la civetta col suo stridulo grido ricorda all'infelice sofferente il freddo abbraccio del sudario.è l'ora della notte, in cui ogni tomba spalancata, lascia vagare gli spettri lungo i sentieri bui del cimitero..."
("Sogno di una notte di mezza estate")
"Che il tempo infaticabile conduce l'estate nell'inverno orrido e ve l'affonda linfa stretta dal gelo, vive foglie perdute, beltà sommersa in neve e squallore dovunque, se allor e non rimanesse l'essenza dell'estate, liquida prigioniera chiusa in mura di vetro..."
"Contempla in me quell'epoca dell'anno quando le foglie ingiallite, poche o nessuna, pendono da quei rami tremanti contro il freddo, nudi cori in rovina ove dolci cantaron gli uccelli.
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Tu vedi in me il crepuscolo di un giorno, quale dopo il tramonto svanisce all'occidente, subito avvolto dalla notte nera, gemella della Morte che tutto sigilla nel riposo.Tu vedi in me il languire di quel fuoco che aleggia sulle ceneri della propria giovinezza, come sul letto di morte su cui dovrà spirare, consunto da ciò che già fu suo alimento."
"Di qui il tuo nome trarrà vita immortale anche s'io debba, morto, non lasciar più ricordo, la terra a me darà sol la fossa comune mentre tu avrai tomba degli uomini negli occhi.Tuo sepolcro saranno i miei versi soavi, che occhi non ancor nati leggeranno...Così tu nutrirai di Morte, che d'uomini si nutre e morta Morte più non accadrà di morire...."
E ora eccoci giunti al "Macbeth"!
La Tragedia per eccellenza! (composta intorno al 1605)
Il monologo della cupissima Lady Macbeth rende alla
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perfezione l'atmosfera tetra e notturna della Tragedia:
"Vieni densa Notte e avvolgiti nel più scuro fumo d'Inferno affinché il mio coltello acuminato non veda la ferita che fa, né il cielo attraverso la coltre del buio s'affacci per gridare "Ferma!Ferma!"
E il monologo di Macbeth, mentre medita pensieri omicidi:
"è un pugnale questo che vedo, con l'elsa offerta alla mia mano?Ti vedo e adesso lama ed elsa si irrorano di sangue.è il fantasma della mia azione di sangue.Terra solida e ferma, ignora i passi miei dove vanno;che le tue pietre tacciono il mio cammino e non turbino il necessario orribile silenzio di quest'ora."
La calligrafia di Shakespeare
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SEYTON - "È morta la regina, monsignore."
MACBETH - "Doveva pur morire, presto o tardi; il momento doveva pur venire
di udir questa parola... Domani, e poi domani, e poi domani,
il tempo striscia, un giorno dopo l'altro, a passetti, fino all'estrema sillaba
del discorso assegnato; e i nostri ierisaran tutti serviti
a rischiarar la via verso la morte a dei pazzi. Breve candela, spegniti!
La vita è solo un'ombra che cammina, un povero attorello sussiegoso
che si dimena sopra un palcoscenico per il tempo assegnato alla sua parte, e poi di lui nessuno udrà più nulla: è un racconto narrato da un idiota,
pieno di grida, strepiti, furori, del tutto privi di significato!"
(Macbeth, atto V, Scena V, traduzione di Goffredo Raponi)
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"La vita non è che un'ombrache cammina, un povero attore
che si pavoneggia e si agita per la sua orasulla scena e del quale poi
non si ode più nulla: è una storiaraccontata da un idiota, piena di rumore
e furia, che non significa nulla"
(Macbeth, atto V, Scena V, traduzione di A. Lombardo)
Riporto lo splendido commento di Agostino Lombardo:
"Ecco dunque che il "Macbeth", se è un'opera oscura e sanguinosa (il sangue la percorre tutta, nella realtà, nell'immaginazione dei personaggi e nel linguaggio) in cui le forze del male si scatenano con inaudita violenza e il tessuto malefico della natura umana è individuato con angosciosa precisione, appare anche come un dramma in cui proprio questa lucida e sgomenta rappresentazione del male, questa consapevolezza della crisi del mondo, offrono valori costruttivi che saranno precari ma esisteranno...l'uomo moderno deve accettare la conflittualità e l'incertezza come condizione del vivere; è in questa accettazione che sta l'elemento di speranza, creativo, positivo, di un'opera così disperata, e così tragica"
Riporto qualche verso di Alfred Tennyson (1809-1892) poeta inglese.
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Da "In Memoriam" (Giulio Einaudi Editore).
Talora chiuso nel mio dolore o a volte aprendomi al canto,solo cammino verso il luogodove sta tutta ammantata l'Ombra.Che tiene le chiavi d'ogni fede,senza meta, spesso vacillando,e guardo indietro donde sono venuto,o avanti dove conduce il sentieroe piango: com'è cambiato da quando correvafra terre in cui non c'era foglia mutae le fertili colline mormoravanosommesse il canto di un felice Pan,e l'uno dell'altro eravamo la guida,Fantasia stimolava Fantasia,sprizzava il Pensiero e si univa al Pensieroancora prima di unirsi alla Parola:e bella e buona era ogni cosa per noie buono quel che il tempo poteva serbarci,e il segreto della nostra primaveraci scorreva nella stanza del sangue:e antiche filosofie cantavanodivinamente su colline argivee intorno a noi tutto il bosco risuonavadi flauti arcadici.
Quali parole mi sono sfuggite?Calma disperata e folle inquietudinepossono stare in un unico cuore,o tanto il dolore può essere incostante?O sembra che muti appena un pocoquando c'è calma o quando c'è tempesta,
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ma delle fugaci immagini, nell'intimo,non conosce che qualche lago immobileche racchiude l'ombra di un'allodolasospesa all'ombra di un cielo?O il duro colpo che mi è stato datomi ha scosso come nave che di notteper sventura urti uno scoglio sporgentee oscilli cieca prima di affondare, e mi ha tolto la forza di pensaree ogni conoscenza di me stessoe mi ha reso stordito e delirante,la fantasia confonde il vecchio e il nuovoe si accende nel falso e nel veroe mescola ogni cosa senza un piano?
Pena, crudele compagna,sacerdotessa nei sepolcri della morte,insieme dolce e disperata,quale menzogna sussurra il tuo labbro?Cieche -sussurra- corrono le stelle,un velo è disteso lungo il cielo,dagli spazi deserti viene un gridoe un bisbigliare del sole morente:e la Natura, come un'illusionecon tutti gli accenti della musica,eco vana della miaè vana forma delle vuote mani.E farò mia una pena così cieca,la terrò stretta come dono di natura,o la distruggerò come vizio del sanguealle soglie della mente?
Se Sonno e Morte fossero davvero
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una cosa sola, e il fiore ripiegato d'ogni spirito,durante il buio tra l'una e l'altra vitafosse assopito in una lunga estasi,e senza coscienza del tempo che scorre,privo di corpo, potesse durare,e le tracce silenziose del passatofossero solo il colore del fiore,allora nulla avremmo perduto;e quel quieto giardino di animeaccoglie nei variopinti petalil'intero mondo, dal principio della vita;e l'Amore durerà puro e intattocome quando egli mi amava qui, nel Tempo,e nel mattino dello spirito, di nuovosi desterà all'aurora dell'anima.
Emily Dickinson (1830-1886)
Vi è una certa inclinazione di luce, i pomeriggi d'inverno -che opprime, come il peso
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di musiche di cattedrale -Una ferita celeste, ci apporta -non ne troviamo cicatrice, ma un'interna differenza, dove stanno i significati -Nessuno può insegnarla - altrui -è il sigillo la disperazione -un'imperiale afflizione inviataci dall'aria -Quando viene, il paesaggio ascolta le ombre - trattengono il fiato -quando va, è come la distanza nell'aspetto della morte -
Non protesterò se alla fine coloro che amai quaggiù avranno il permesso di comprendere perché li evitai -divulgarlo darebbe pace al mio cuore ma strazierebbe il loro -sai, Katie, il tradimento ha una voce -ma la mia - si scioglie - in lacrime.
La furia delle onde si duole sulla riva,il mare occhi pensosi volge alla bianca luna,si fondono gli spiriti, e fan solenni voti,l'onde non geme più, né pallida è la luna.Cerca il verme i mortali, morte una sposa viva,la notte sposa il giorno, ama l'aurora il vespro.
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Un sepalo ed un petalo e una spinain un comune mattino d'estate,un fiasco di rugiada, un'ape o due,una brezza,un frullo in mezzo agli alberi,ed io sono una rosa!
Per il mio amore andrò cantando, e mainé grandine né neve temerò.Così il prato fantasma si dileguasotto l'ape anelante,mormorano ruscelli nel deserto,a un orecchio morentecosì le guglie della sera brucianonegli occhi che si chiudonoe il cielo sta sospeso, lontano,da mani di quaggiù.
A fiorire per te saprò sfuggire alla tombariseminando il mio splendore!E tu coglimi, anemone,tuo fiore per l'eterno!
Se ricordare è dimenticare,allora non ricordo.E se dimenticare è ricordarequanto ho dimenticato!Se la perdita è gaudioed il pianto letizia
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gioiose quelle ditache oggi questo raccolsero!
Fosse stata ella il vischio,ed io la rosa,che delizia concluder la mia vitadi velluto adornando la tua tavola.Ma dacché io son dei druidi,e lei della rugiada,ornerò l'asola della tradizionemandando a te la rosa.
Se smetterò di portare una rosaquand'è giorno di festasarà perchè al di là della rosasarò stata richiamata.Se cesserò di ricercare i nomiper celebrare i miei bocciolisarà perchè le dita della morteavran chiuso il mio labbro mormorante!
Un spasimo su lineamentiun affrettarsi del respiroun'estasi di addiodenominata morte.Un'angoscia nel dirlache divenuta pazienteho visto ottenere il permessodi riunirsi ai suoi.
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I miei fiori sono per i prigionieri,occhi velati dalla lunga attesa,dita cui fu negata la raccoltapazienti fino al paradiso.Per questi, se potranno sussurraredell'alba e di brughiere,non hanno altro messaggio,e non ho altra preghiera.
Per un istante d'estasinoi paghiamo in angosciauna misura esatta e trepidanteproporzionata all'estasi.Per un'ora dilettacompensi amari di anni,centesimi strappati con dolore,scrigni pieni di lacrime.
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W.B.Yeats
Dove vanno i miei libritutte le parole che raccolgo
tutte le parole che scrivodevono aprire instancabili le ali;e non fermarsi ma nel loro volo,
fino a giungere là dove è il tuo triste,triste cuore,
e cantare per te nella notte,Oltre il luogo ove muovono le acque,
Oscure di TempestaO Lucenti di Stelle.
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A differenza di Shelley e Byron, Keats era di famiglia modesta. Lavorò come apprendista presso un chirurgo, abbandonando
questo lavoro per dedicarsi alla poesia. Nel 1817 pubblica il primo volume in versi, mentre nel 1818 compone "Endimione". Fra il 1818 e 1819 fa uscire: Odi ("Ad un usignolo", "Su un'urna greca", "All'Autunno", "Alla Malinconia", "A Psiche"), il Poema
Mitologico "Iperione", che rimane incompiuto. Nel 1820 si ammala di tisi; parte per l'Italia, alla ricerca di un clima più
mite, e si stabilì a Roma. Muore nel 1821. Shelley ne pianse la morte nel Poemetto "Adonais".
"Endymion"
(Endimione, 1818)
Sentieri ve n'erano molti, serpeggianti fra felci di palma e palustri giunchi e sponde d'edera.
Paths there were many, winding through palmy fern and rushes fenny and ivy banks.
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O tu, il cui grandioso palazzo ha il tetto pendulo di scheggiati tronchi; e ombreggia sussurri eterni, tenebre, nascita, vita, morte di fiori non visti in solenne quiete. Che ami vedere le
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amadriadi là dove i noccioli congiunti ombreggiano e per lunghe soleni ore, siedi e ascolti, la tetra melodia di giunchi prigionieri in desolati luoghi dove per la palustre umidità
cresce la cicuta cilindrica a straordinario rigoglio.
O Thou, whose mighty place roof doth hang from jagged trunks and over shadoweth eternal whispers, glooms, the birth, life, death of unseen flowers in heavy peace fulness. Who lov'st to see the hamadryads dress their ruffles locks where meeting hazels darken. And through whole solemn hours dost sit, and hearken the dreary melody of bedden reeds in desolate places, where dank moisture breeds the pipy hemlock to strange over
growth.
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Ah! Sospiri, lagrime, mani strette, ecco! I papaveri pendevano zuppi di rugiada sugli steli, il merlo cantava un lugubre canto e
il giorno fosco aveva scacciato l'araldo Espero con grevi sguardi.
Ah! My sighs, my tears, my clenched hands for lo! The poppies hung dew-dabbled on their stalks, the ouzel sung a heavy ditty,
and the sullen day had chidden herald Hesperous away with leaden looks.
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Pergamene sgretolantisi scritte in lingua di paradiso. Da quelle anime che prima vissero sulla terra e ardue sculture di pesante pietra, svelanti l'umore della notte, l'umore della notte antica.
Mouldering scrolls writ in the tongue of heaven. By those souls who first were on the earth. And sculptures rude in ponderous
stone, developing the mood of ancient nox.
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V'è una caverna, oltre gli apparenti confini dello spazio, fatta perchè l'anima v'erri, e trovi l'esser suo, di profondissima
tenebra. Buie regioni la circondano, dove le tombe di sepolti dolori lo spirito vede ma a stento. Un'ora indugia piangendo.
There lies a den. Beyond the seeming confines of the space made for the soul to wonder in and trace its own existence, of remotest glooms. Dark regions are around it, where the tombs of buried griefs the spirit sees, but scarce one hour doth linger
weeping.
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Te, Gentile Dama, egli liberò: per sempre tu vivrai e amerai, per tutte le tue lagrime fluenti.
Thee, Gentle Lady, did he disenthrall: ye shall for ever lve and love, for all thy tears are flowing.
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Né queste essenze sentiamo soloper brev'ora; no, come anche gli alberi
che sussurrano attorno al tempio presto diventanocari quanto il tempio stesso, così fa la Luna,
la poesia passione, le glorie immense,ossessioni per noi finché non siano lietificante luce
dell'anima nostra, e a noi si legano sì forte,che, sia splendore, o tenebra tetra,
sempre con noi dimorano, o moriamo.
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Nor do we merely feel these essencesFor one short hour; no, even as the trees
That whisper round a temple become soonDear as the temple's self, so does the moon,
The passion poesy, glories infinite,Haunt us till they become a cheering light Unto our souls, and bound to us so fast,
That, whether there be shine, or gloom o'ercast,They always must be with us, or we die
Da "Sonno e Poesia"
"Fermati e considera! La vita non è che un giorno,una fragile goccia di rugiada nel cammino arduo
dalla cima dell'albero"
"Stop and consider! Life is but a day;a fragile dew drop on its perilous way
from a tree's summit."
"Perché si nutre della vitadi pietre aguzze e spine, dimenticando il grande fine
di Poesia: essere un'amica che placa le pene
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e dell'uomo eleva i pensieri."
"For it feeds upon the burrs,and thorns of life; forgetting the great end
of Poesy, that it should be a friendto soothe the cares, and lift the thoughts of man."
"Una vastità oceanica cosparsa di moltissime isoletremendamente si apre innanzi a me. Quanta fatica!
Quanti giorni! Che tumulto disperato!"
"An ocean dim, sprinkled with many an isle,spreads awfully before me. How much toil!How many days! What desperate turmoil!"
"Ode a un usignolo"
VI
Nell'oscurità io ascolto e se tante volteson stato quasi innamorato della Morte
calma, e le ho detto parole dolci in poesia,e le ho chiesto di prendere nel vento il mio respiro
quieto, ora, ora più che mai mi sembra bello morire.Finire a mezzanotte senza pena
mentre tu riversi l'animo d'intornoin tale estasi!
Tu canteresti ancora e io avrei orecchie invano,diverrei terra nel tuo requiem.
Darkling I listen; and, for many a time
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I have been half in love with easeful Death,call'd him soft names in many a mused rhyme,
to take into the air my quiet breath;now more than ever seems it rich to die,to cease upon the midnight with no pain,
while thou art pouring forth thy soul abroadIn such an ecstasy!
Still wouldst thou sing, and I have ears in vain -to the high requiem become a sod.
"Può la morte essere sonno, se la vita è solo sogno"
I
Può la morte essere sonno, se la vita è solo sognoe scene di felicità passano come fantasmi?
I piaceri fugaci appaiono come visioni;tuttavia noi crediamo che morire sia il dolore più grande.
II
Come è strano che l'uomo debba vagabondare per il mondoe condurre una vita di pene, ma non lasciareil suo irto sentiero, né osare guardare da solo
la sua futura condanna, cioè il risveglio.
"Can death be sleep, when life is ut a dream"
I
Can death be sleep, when life is but a dream,and scenes of bliss pass as a phantom by?
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The transient pleasures as a vision seem,and yet we think the greatest pain's to die.
II
How strange it is that man on earth should roam,and lead a life of woe, but not forsake
his rugged path; nor dare he view alonehis future doom which is but to awake.
"La Belle Dame sans merci"
Vidi le pallide labbra nel crepuscolo,in orrido ammonimento spalancate,
e mi svegliai e mi trovai cosìsul freddo fianco del colle.
I saw their starved lips in the gloam,with horrid warning aped wide,and I awoke and found me here,
on the cold hill's side.
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Da "Iperione" (1818-1819)
Libro I
Profondo nell'ombra triste d'una vallepersa lontano dal salubre respiro del mattino,
lontano dall'infuocato mezzogiorno, e dalla prima stella,grigio sedeva Saturno, quieto come pietra,
immoto come il silenzio attorno al suo rifugio;foresta su foresta gli cingeva il capo
come nube su nube. Non v'era moto d'aria,né tanta vita quanta in un giorno d'estate
non rubi alla piumata erba un seme leggero,ma dove morta la foglia ricadeva, ferma restava.
Senza voce scorreva vicino a un rivo,ancor più zitto per l'ombra che spargevala caduta divinità - fra le canne la naiade
più stretto al labbro premeva il freddo dito.Lungo la sabbiosa sponda larghe impronte seguivano
non oltre il punto dove i piedi avevano vagato,e là da allora riposavano. Sulla molle terra
la vecchia mano destra giaceva inerte, indifferente,senza vita né scettro, e i decaduti occhi erano chiusimentre il capo sembrava chino in ascolto alla Terra,
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l'antica madre, per un conforto ancora.
"Hyperion. A fragment"
Book I
Deep in the shady sadness of a valefar sunken from the healthy breath of morn,far from the fiery noon, and eve's one star,
sat grey-hair'd Saturn, quiet as a stone,still as the silence round about hs head
like cloud on cloud. No stir of air was there,not so much life as on a summer's day
robs not one light seed from the feather'd grass,but where the dead leaf fell, there did it rest.
A stream went voiceless by, still deadened moreby reason of his fallen divinity
spreading a shade: the Naiad 'mid her reedspressed her cold finger closer to her lips.
Along the margin-sand large foot-marks went, no further than to where his feet had stray'd,
and slept there since. Upon the sodden groundhis old right hand lay nerveless, listless, dead,
unsceptred; and his realmless eyes were closed;while his bow'd head seem'd list'ning to the Earth,
his ancient mother, for some comfort yet.
:::
Libro IV
Via! Via! che io volerò da te,non sul cocchio di Bacco e i suoi compagni,
ma sulle ali invisibili di Poesia,
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benchè la sorda mente sia s'impaccio e ritardo.Già con te! Tenera è la notte,
e forse la Regina-Luna è sul suo trono,attesa intorno da tutte le stellate ancelle;
ma qui luce alcuna non c'è,tranne quella che dal cielo s'insinua con la brezzafra le tenebre verdi e i sinuosi sentieri muschiati.
Book IV
Away! Away! for I will fly to thee,not charioted by Bacchus and his pards,
but on the viewless wings of Poesy,through the dull brain perplexes and retards.
Already with thee! Tender is the night,and haply the Queen-Moon is on her throne,
cluster'd around by all her starry Fays;but here there in no light,
save what from heaven is with the breezes blownthrough verdurous glooms and winding mossy ways.
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"Ode su un'urna greca"
Tu (1) della quiete ancora inviolata sposa,alunna del silenzio e del tempo tardivo (2),
narratrice silvestre (3) che un raccontofiorito puoi così più che la nostra
rima dolcemente dire,(4)quale leggenda adorna d'aeree fronde (5) si posa
intorno alla tua forma?Di deità, di mortali o pur d'entrambi,
in Tempe (6) o nelle vallid'Arcadia? (7) Quali uomini
son questi (8) o quali dèi,quali ritrose vergini,
qual folle inseguimento, qual paura,
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quali zampogne e timpani,quale selvaggia estasi? (9)
Note:
1) Il Poeta si rivolge all'urna greca.2) L'urna antica è rimasta per lunghi secoli, nel lento scorrere
del tempo, immersa nella quiete e nel silenzio dell'oblio.3) Sul'urna "narratrice", ovvero scolpita, è incisa una scena
pastorale, per questo il Poeta usa l'aggettivo "silvestre".4) Per il Poeta, l'urna, con le immagini incise, racconta più
dolcemente che non le rime della Poesia.5) La scena pastorale è decorata da foglie.
6)Tempe è una località della Tessaglia.7) Regioni della Grecia; metaforicamente però simboleggiano
un luogo ideale di armonia e serenità.8) Con "Questi" il Poeta si riferisce ai personaggi rappresentati
sull'urna: uomini, dèi, fanciulle, scene pastorali.9) "Selvaggia estasi" è un riferimento ai riti dionisiaci, in cui i
danzatori cadevano in una sfrenata ebbrezza.
Ora, il testo in inglese!
Thou still unravished bride of quietnessThou foster-child of silence and slow timeSilvan historian, who canst thus express
A flowery tale more sweetly than our rhyme!What leaf-fringed legend haunts about thy shape
of deities or mortals, or of both,in Temple or the dales or Arcady?
What men or gods are these? What maidens loth?What mad pursuit? What struggle to escape?What pipes and timbrels? What wild ecstasy?
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Un commento critico:
"Il motivo centrale delle prime quattro strofe è la bellezza ideale, che si manifesta in forme tangibili nel fregio marmoreo
dell'urna.La bellezza è fissata dall'arte in forme eterne, immodificabili, sottratte all'azione del tempo: il canto della zampogna non
cesserà mai, l'amore durerà per sempre, la bellezza della fanciulla non appassirà mai, la primavera sarà eterna. La
bellezza si unisce dunque ad un senso di vitalità giovanile piena e gioiosa. A queste forme eterne si contrappone la vita reale dell'uomo segnata dal dolore, dalla febbre del desiderio irrealizzabile, dalla delusione (conclusione della III strofa).
Dinnanzi a queste forme di attica perfezione il pensiero dell'uomo è come spinto al di là dei suoi stessi limiti, si
protende a vagheggiare con struggimento quell'eternità che per l'uomo è irrealizzabile. Nell'ultima strofa si approfondisce
il motivo già accennato al termine della III: alla bellezza eterna e incorruttibile dell'arte, che si compendia nell'urna greca, si
contrappone la realtà umana, sottoposta all'azione del tempo, soggetta alla decadenza e alla vecchiezza.
Ma nel succedersi delle generazioni umane, sempre dominate dall'affanno, l'urna continuerà a diffondere il suo messaggio:
"La Bellezza è Verità, la Verità è Bellezza". Nella contemplazione del valore della bellezza si compendia il senso
che gli uomini possono dare alla loro vita."
A differenza della Poesia di Shelley, visionaria e torbida, quella di Keats si compiace di immagini armoniche e classiche. Ma il
Classicismo di Keats, come quello di Foscolo, secondo me, sono colmi di Spirito Romantico: tutto è struggimento, tutto è malinconia, nostalgia di un mondo passato (quello Classico,
idealizzato) che si percepisce come un paradiso perduto.
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John Donne è considerato l'iniziatore e il massimo esponente della Poesia Inglese Metafisica, fiorita in Inghilterra nel '600.
Altri Poeti, ascrivibili a questo filone: Lord Herbert of Cherbury, Henry King, George Herbert, Edward Benlowes, Richard Crashaw, John Cleveland, Abraham Cowley, Andrew
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Marvell, Henry Vaughan, Thomas Traherne.
Il termine "Metafisico" non va inteso in senso filosofico, e neppure di "soprannaturale", ma nel proposito, comune a tutti questi Poeti, di cercare di esprimere qualcosa che è oltre, qualcosa che è al di là del senso ovvio e della suggestione ovvia di un argomento.
Un altro concetto, legato alla Poesia Inglese Metafisica è il Wit. Il Wit è l'ingegno, lo spirito, l'arguzia, il sottile uso di metafore o figure retoriche.
Anche il termine "Anatomy" assume una grande importanza, nella Letteratura Poetica Inglese: è una parola quasi lugubre, e allo stesso tempo scientifica, nell'indicare l'analisi, la disamina di una questione o di un problema. Ma del resto tutta la Letteratura Inglese ha sempre conservato una vena quasi a confine col fantastico se non nel macabro. Partendo da Walpole (1764) fino a citare i testi di un gruppo come i Cradle of Filth (si veda soprattutto "Dusk and Her Embrace") possiamo notare come le "reveries" preferite siano sempre riconducibili a rovine, crepuscoli, grandi passioni tragiche, Amore e Morte.Fu Lyly tra i primi in Inghilterra a introdurre ardite innovazioni con la sua opera "Euphues: The Anatomy of Wit" (che fondò la moda letteraria dell'Eufuismo).Altre opere, influenzate da questo nuovo stile:"The Anatomy of Abuses" (contro la corruzione dei costumi), "The Anatomy of Absurdity" (contro l'eccessivo moralismo), "An Anatomie of the World" di John Donne e "The Anatomy of Melancholy" di Robert Burton.
Citiamo anche un'opera che fu altrettanto importante nella Letteratura Inglese: il "Mirror for Magistrates", una raccolta di lunghe narrazioni in versi definiti "Tragedie", sul tema della
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caduta dei grandi, e riflessioni sulla vanità, la grandezza, la danza della morte. Tra il 1502 e 1594 ci furono moltissime opere, chiamate Specula o Mirrors o Glasses che si rifacevano al genere dello Speculum medievale:"Speculum Principis" di Skelton, "Mirror of Man" di Churchyard, "Mirror of Good Manners", "Mirror of Mutability", "Mirror of Modesty", "Mirror od True Honor", "Mirror of Monsters"...Citando i Cradle of Filth, una loro canzone si intitola appunto "Malice through the looking glass".Lo "specchio" ricorre quindi con tanta frequenza nei titoli delle opere cinquecentesche, quanto l'"anatomia" in quelle dell'età elisabettiana del primo Seicento. Prima lo specchio, ossia una rappresentazione obiettiva dei fatti in cui il lettore possa ritrovarsi a trarne ammonimento ed edificazione, poi l'anatomia, ossia non più l'accettazione di modelli e di esempi posti sotto i suoi occhi senza discuterne la validità, ma l'indagine precisa, la dissezione di quegli stessi fatti per scoprirne la natura. Non si tratta più di accettare i principi fissati dogmaticamente, ma di esaminarli e discuterli per cercare di comprenderli.
Ora vediamo qualche verso di John Donne!
"Epitalamio a Lincoln's Inn"
I raggi del sole si diffondono a Oriente;abbandona, abbandona, o bella sposa, il tuo letto solitario,non vi tornerai più sola;esso genera tristezza, e l'impronta del tuo corpo,come una tomba, le piume cedevoli affossa;tu e il tuo altro tu colà presto vi unirete.Tràggine, tràggine la tua calda coscia che balsamo effonde,
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che quando un'altra volta sarà soffocata in queste coltrive ne incontrerà un'altrache mai le fu, ma spesso dovrà esserle, vicina.Escine lieta, ritornaci più lieta di quando ne uscisti,acquista in questo giorno perfezione, e titolo di donna.
The Sun-beames in the East are spred,leave, leave, faire Bride, your solitary bed,no more shall you return to it alone,it nourseth sadnesse, and your bodies print,like to a grave, the yielding downe doth dint;you and your other you meet there anon;put forth, put forth that warme balme-breathing thigh,which when next time you in these sheets will smother,there it must meet another,which never was, but must be, oft, more nigh;come glad from thence, goe gladder than you came;to day put on perfection, and a womans name.
"Commiato: del piangere"
Lasciami versarelacrime a te dinanzi, finché io son qui,giacché è il tuo volto che le conia, e recano la tua impronta,e per tal conio hanno un qualche valore,poiché così esse sonodi te pregnanti;son frutti di gran pena, emblemi di maggiore,ché quando cade una lacrima, cadi tu che essa porta,così tu ed io siam nulla quando siamo su sponde diverse.
"A Velediction: of Weeping"
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Let me powre forthmy teares before thy face, whil's I stay herefor thy face coines them, and thy stampe they beare,and by this Mintage they are something worth,for thus they beepregnant of thee;Fruits of much griefe they are, emblemes of more,when a teare falls, that thou falls which it bore,so thou and I are nothing then, when on a divers shore.
"La bonaccia"
Sia che dapprima mi abbia spinto una condizione sciagurata,o speranza di guadagno, o il desiderio di liberarmidalla nauseabonda pena d'essere amato e di amare,o sete d'onore, o di una bella morte,il mio fine vien meno: infatti qui al par di meun disperato potrebbe vivere, o un codardo morire.
Whether a rotten state, and hope of gaine,or to disuse mee from the queasie paineof being belov'd, and loving, or the thirstof honour, or faire death, out pusht mee first,I lose my end: for here as well as Ia desperate may live, 'and a coward die.
Questo letto alla verginità soltantoè tomba.
This bed is onely to virginitiea grave.
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Thy Mistresse Glasse, or what shines there.
Lo specchio della tua donna, o quel che in esso risplende.
***
"Tom O'Bedlam's Song" di Anonimo
La Luna è la mia fedele Signorae il gufo solitario il mio midollo,il drago fiammeggiante e l'uccello notturno fannomusica al mio dolore.
The Moon's my constant Mistressand the lonely owl my marrow,the flaming drakeand the night-crow makeme music to my sorrow.
***
"Lycidas" di Milton
Possa così una musa gentileparole di buon auspicio concedere all'urna che mi è destinata
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e, nel passare, volgersie augurare buona pace al mio nero sudario.
So may some gentle Musewith lucky words favour my desti'd urnand, as she passes, turn,and bid fair peace to my sable shroud
***
"Jerusalem" di William Blake
Albione giace freddo sulla sua roccia:tempeste e nevi sferzano intorno a luisotto le fornaci e le ruote stellari e la tomba immortale...
Albion cold lays on his rock: storms and snows beat round himbeneath the furnaces and starry wheels and the immortal tomb...
Le malerbe della Morte gli avvinghiano mani e piediinvestiti senza posae dilavati senza posa dalle eternamente inquiete onde del mareche schiumeggiano sulla bianca roccia.Inghilterra, ombra femminea, come umidore mortale,delle miniere di Cornovaglia e del Derbyshire giace sul suo greve petto
The weeds of Death inwrap his hands and feet, blown incessantand wash'd incessant by the for-ever restless sea-waves
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foaming abroad upon the white rock.England, a female shadow, as deadly damps,of the mines of Cornwall and Derbyshire, lays upon his bosom heavy
Mossa dal vento in volumi di densa nube, che ritorna e avvolgei suoi lombi e il suo petto, irremovibile da turgide tempeste e laceranti scoppi di irati tuoni.Intorno a loro le ruote stellate dei giganti loro figliruotano, e su di loro le fornaci di Los, e intorno la tomba immortale
Moved by the wind in volumes of thick cloud, returning, folding round his loins and bosom, unremovable by swelling storms and loud rending of enraged thunders. Around them the starry wheels of their giant sons, revolve, and over them the furnace of Los, and the immortal tomb around
Erin seduta nella tomba ad osservarli incessante notte e giorno: e il corpo di Albione fu chiuso lontano da tutte le nazioni.Su di essi l'aquila affamata grida su ali ossute, e intornoad essi ulula il lupo della carestia; profondo si solleva il nero oceano, tuoneggiando...
Erin sitting in the tomb to watch them unceasing night and day:and the body of Albion was closed apart from all Nations.Over them the famish'd eagle screams on boney wings, and aroundthem howls the wolf of famine; deep heaves the Ocean black, thundering...
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William Wordsworth
Versi tratti da "Il preludio" (1850)
"Si è scrollato via,come per miracolo si è scrollato via,il peso di un me stesso innaturale,l'oppressione di troppi giorni uggiosi,giorni non miei, non fatti per me.Lunghi mesi di pace (se parola così arditapossa mai dirsi per la vita umana),lunghi mesi di calma e gioia ininterrottami si aprono davanti. Dove mi volgerò?Strada, sentiero, campo aperto,o sarà un ramoscello o altro oggetto portatodalla corrente a indicarmi la strada?"
"It is shaken off,as by miraculous gift 'tis shaken off,that burden of my own unnatural self,the heavy weight of many a weary daynot mine, and such as were not made for me.Long months of peace (if such bold word accordwith any promises of human life),long months of ease and undisturbed delightare mine in prospect; whither shall I turn,
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by road or pathway, or through open field,or shall a twig or any floating thingupon the river point me out my course?"
"A questo punto, volendo ormai trovaresollievo alla precedente passione, andai avantipiano, con passi noncuranti, e in breve vennia un luogo verde e ombroso, dove sedettisotto un albero, contenendo volutamente i pensierie abbandonandomi a una più quieta felicità.Era autunno, un giorno calmo e placido,sufficientemente scaldato da sole che da due oredeclinava a occidente; un giorno di nuvole d'argento, di luce sull'erba,e - nel riparato boschetto dove giacevo -di perfetto silenzio."
"Whereat, being not unwilling now to givea respite to this passion, I paced ongently, with careless steps; and came, ere long,to a green shady place, where down I satebeneath a tree, slackening my thoughts by choice,and settling into gentler happiness.'Twas autumn, and a calm and placid day,with warmth, as much as needed, from a suntwo hours declined towards the west; a daywith silver clouds, and sunshine on the grass,and in the sheltered grove where I was coucheda perfect stillness."
La mente dell'uomo si compone come il respiro
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e l'armonia della musica. Vi è un oscuroinvisibile lavorio che riconciliaelementi discordi, e li fa muoverein sintonia. Ah, che tutti i terrori, tutti i primi dolori,rimpianti, sconforti, abbandoni, che tuttii pensieri e i sentimenti che sono stati istillatinella mia mente, abbiano potuto comporsinella calma esistenza che è mia quandoson degno di me stesso! Sia lode al fine!
The mind of man is framed even like the breathand harmony of music; there is a darkinvisible workmanship that reconcilesdiscordant elements, and makes them movein one society. Ah me! That allthe terrors, all the early miseries,regrets, vexations, lassitudes, that allthe thoughts and feelings which have been infusedinto my mind, should ever have made upthe calm existence that is mine when Iand worthy of myself! Praise to the end!
Del clamore intantorisuonavano i dirupi;gli alberi spogli e i crinali ghiacciatitintinnavano come ferro, mentre i colli lontaniin quel tumulto mettevano un suono estraneoe melanconico non inosservato,le stelle a oriente luccicavano chiare...
With the din, meanwhile,the precipices rang aloud;
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the leafless trees and every icy cragtinkled like iron; while the distant hillsinto the tumult sent an alien soundof melancholy not unnoticed, while the starseastward were sparkling clear...
Le sabbie di Westmorland, le baie e i torrentidei rocciosi confini del Cumberland, sanno bene- quando il mare deponeva l'ombra notturnae alle capanne dei pastori sotto i dirupidava dolce notizia del sorgere della Luna -come io indugiassi in fantasie di questo tipo,avvolto nella tenerezza del pensiero...
The sands of Westmorelands, the creeks and baysof Cumbria's rocky limits, they can tellhow, when the Sea threw off his evening shade,and to the sheperd's huts beneath the cragsdid send sweet notice of the rising moon,how I have stood, to fancies such as these,engrafted in the tenderness of thought...
Infine, le mie poesie, scritte su imitazione della Poesia Inglese e
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dedicate a Shelley.
Compianti Funebri per Percy Bysshe Shelley
I. Alla Tomba dell'Amato
II. Dolce Shelley
III. Già vedo le Tue Mani Gentili
IV. Simile al tuo dolore è il mio, Mary
V. Lamento Funebre per Shelley - A Dark Dirge
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VI. Di Crepuscoli e di Abbracci - Dusk and Her Embrace
VII. Tempesta
Alla Tomba dell'Amato
Se la luce del sole non riscalda il freddo marmo,
può il mio pianto offrirti parvenza di viva luce
se esso risuona - e non pietate raccoglie - tra vuoti
sassi e morti steli?
Forse ti aspetti canti di gioia da me, come ninfa
leggiadra d'Italica Campagna;
no, le mie labbra conoscono solo la parola
"Polvere" al par del verno, quando di bianca obliosa
ricopre la primula novella e l'alto ranuncolo
e non si odono più sorrisi di fanciulle liete attorno.
No, non ninfa, non amadriade, ma mesta novella
Urania
io son per Te, e al par di lei piango non la morte di
Adonais
ma la Tua.
Il mio Amato è polvere, polvere, polvere,
così piango e così gemo. 91
Getto lo sguardo lacrimoso intorno al tristo Stabil
Sasso
e solo vedo le umili myricae dai bocci smeraldini,
qualche viola che alza un poco la corolla
e il Silenzio, Fiore Perpetuo, che si addice alla Mesta
Lastra, Ultimo Tuo Letto.
(Non più, non più il Tuo Capo Gentile sull'Antica
Pietra Ruinosa!
Non più, non più il Tuo Capo Delicato all'ombra del
Querceto, porgendo l'Orecchio alle antiche strida
notturne dei Druidi! Ecco cosa piango, ecco per cosa
gemo! Non più il Tuo Capo Dorato sui fiori anglesi
campestri! Tu, di Poesia Sole Irraggiante!)
Secco è il terreno, e più non si ode la Tua Voce.
La bruma già s'alza cruenta laggiù.
Più non si è mai potuta udire la mia voce,
io, che ti avrei allietato nella lingua del Vate che cantò
d'oro l'arene e il ferro cozzante di Gerusalemme
Liberata dal Moro invasor, di Clorinda le chiome
dorate al vento sparse, l'atra notte e lo stellato velo:
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"Già spargea rai luminosi il gelo
di vive perle la sorgente luna..."
"Ma già distendon l'ombre orrido velo
che di rossi vapor si sparge e tigne;
la terra in vece del notturno gelo
bagnan rugiade tepide e sanguigne;
s'empie di mostri e di prodigi il cielo,
s'odon fremendo errar larve maligne:
votò Pluton gli abissi, e la sua notte
tutta versò da le tartaree grotte."
Io, che non avrei forse letto per te le querele di Foscolo,
e di Monti e di Alfieri, per te, mio Amore, quand'essi
esuli gemevano sulle sorti di Italia Desolata in balia
dei venti invasori, che scuotevano il piede insolente
sulle dantee alture?
"Trista è così de' Morti la campagna
allora che Young fra l'Ombre della Notte
sulfato di Narciso egro si lagna."
Forse che Tu, Angelo Gentile, non avresti pianto
Dolci Lacrime
per Amaritte, nel greco ammanto sepolcral avvolta,
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come il Tuo Cuore già piangeva per Comala dalle
bianche braccia, alta sulla scogliera, il mare
mugghiante, il vento sferzante, le procelle nordiche
antiche che incendiavano di MacPherson il petto!
Forse che Tu, Angelo Gentile, non saresti andato col
ricordo alle glorie di Albione Cimiteriale, di Gray, e
Parnell, e Young, le Elegie saturnine sugli avelli
inglesi, muschiati, al suon di squilla campestre?
Forse che Tu, Angelo Gentile, non avresti pianto
Dolci Lacrime
anche per Dirce, sventurata figlia di Aristodemo
scellerato, bella in sanguinante ammanto avviluppata,
tabe avviticchiata di squarcio fetido al petto come
edera tenace?
"I suoi capelli, aggruppati nel sangue e nella polve, a
rovescio gli cadono sul volto, e più lo fanno, col
celarlo, orrendo.
Spaventato io m'arretro, e con un grido volgo altrove
la fronte;
e me'l riveggo seduto al fianco... dal volto togliendosi
le chiome e piovendone sangue, apre la veste, e
squarciato m'addita, ahi vista! Il seno di nera tabe
ancor stillante e brutto."
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Forse che Tu, Angelo Gentile, non avresti pianto
Dolci Lacrime per l'Alfieriana Elettra dal volto
pallido consunto, d'angoscia aspettante lo spettro
infausto?
"Notte! Funesta, atroce, orribil notte,
presente ognora al mio pensiero! Ogni anno,
oggi ha due lustri, ritornar ti veggio
vestita d'atre tenebre di sangue;
eppur quel sangue, ch'espiar ti debbe,
finor non scorre. - Oh rimembranza! Oh vista!"
Ma niente di tutto questo è stato. Non Tasso, non
Foscolo, non Monti, non Alfieri, le mie labbra ebbero a
cantare, come miele, per Te. Non ebbi ad avere il Tuo
Dolce Capo posato su me.
Io, vedova della polvere,
polvere è ciò che amo,
polvere è ciò che sogno,
polvere è ciò che vivo.
Ma insepolto resta l'Amor Puro che fanciulla ti reca,
irreale, ma pur sempre vivido
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(La mente è il proprio luogo,
e può in sé fare un cielo dell'inferno, un inferno del
cielo... di Milton, è il monito)
e questo, nol cangia né Dio né Fato, né Crono.
Dolce Shelley
Dolce Shelley, ti vedo pensoso, con La Mano
intenta a scrivere, su pergamene seppiate,
all'ombra dei cipressi inglesi,
Gli Occhi, Gocce Adamantine,
Farfalle D'Ali Leggiadre su Oceaniche Immensità,
Luccichio di Vergine Luce,
attenti a scrutare l'aere squassato
dai tuoni, e quelle nuvole, già nel fragore degli ultimi
sprazzi di luce, e lampi, e spiragli sul buio procelloso
imminente
che già incombe all'orizzonte sull'Inglesa
Campagna...
Dolce Shelley, ti vedo mentre La Curva Delicata
Del Tuo Sorriso sulla Guancia di Giglio,
ripensa all'Amore che provi per Mary
e per ogni muliebre creatura dal cuore gemmato,
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e la sai al sicuro, protetta nel Tuo Abbraccio Di
Rosa...
Tu, Dolcezza Stessa Irradiante!
Tu, Più Bel Fiore d'Albione!
Tu, ghermito dallo stesso mare feroce, che volle
rapirti!
E così, alla Tristanza del Compianto Funebre,
a Urania desolata si aggiunge anche la recisa Lunaria.
Dolce Shelley, ti vedo mentre porgi L'Orecchio a
rintocchi
di cattedrali lontane, dalle guglie marmoree e prische,
e al frusciare leggero del passo fugace di fanciulle dalle
gonne impigliate nei cardi pungenti,
nelle schegge sassose,
e il dito ferito e già punto nelle secche spine d'arbusti,
e imperlato il volto hanno di lacrime,
grigi veli di cenere attorno agli occhi,
oh, fanciulle afflitte,
dalle quieti perdute,
che fuggono nel silenzio di boschi ombrosi,
non viste,
per distogliersi dai tormenti d'amore
e confessare le loro pene alle mandragore pazienti
nelle gore profonde d'antracite.
Dolce Shelley, ti vedo mentre appoggi La Bella Fronte
97
su quel muro diroccato, ombreggiato dall'edera
tenace,
avviticchiata a perlacee tele arachnee,
e morte mosche, e balenare veloce di lucertole
negli anfratti sassosi,
e Il Tuo Spirito ripensa ai tormenti d'Ophelia
in Morenza,
nelle acque vitree gorgoglianti,
in funereo letto d'acquitrino cupo e geloso,
fanciulla da Te lontana,
fanciulla da Te non amata.
Dolce Shelley, ti vedo mentre Il Tuo Cuore
è perso in Contemplazione
delle stagioni, dei boschi,
delle italiche alture tutte Cieli Cobalto e Rossi,
e crepuscoli, e albe di azzurra rugiada,
e notti tacite, e cadenti raggi di Luna
sul Golfo di Lerici, dove Tu ti empisti gli occhi,
di rive ondeggianti,
di rotti sassi e scogli sferzati dai venti
e dal turbinare dei marosi,
di ammanti di polvere di quelle rovine superbe
stagnanti di secoli, e le torri merlate
e quei crepacci aguzzi, e quelle immensità
d'abissi alpini e bluastri,
98
flettenti il violetto nelle alte cime fere e crude,
così dipinte da Martin e Friedrich,
e sul tuo capo dorato di grano già stilla
la pioggia scrosciante del Cielo d'Albione.
Tu, che intendevi il Respiro Stesso della Delicatezza
e Ne incarnavi il battito col Tuo Cuore Vibrante
Poesia...!
Tu, che estasiavi gli angeli, col Bel Sorriso Virginale!
Tu, più Candido dei gigli, e della neve!
Tu, Cantore della Luna che innonda di luce bianca
gli abissi roridi di bruma nelle notti di Plenilunio!
Tu, Cantore dell'Aria Innamorata,
Tu, Cantore della Bellezza Stessa!
Dolce Shelley, ti rivedo, con la tua AnimadiFiore,
ancora oggi, nel 2014
perché, per tanta misoginia e male che sconvolge la
terra,
almeno una volta, nacque Chi portò Dolcezza e
Amore.
"E ovunque, Tu, Shelley, Più Bel Fiore d'Albione,
volgevi L'Occhio Di Cristallo, ecco, lì Primavera
recavi.
E ovunque, Tu, Shelley, volgevi Il Cuore Puro, ecco lì
99
Amore portavi."
Tu, Dolce, Dolcissimo Shelley! Lacrimoso Amore
Perduto!
E la Tua Morte, è Morte della Dolcezza stessa!
Già vedo le Tue Mani Gentili
Già vedo le Tue Mani Gentili
appoggiarsi a quel muro ombreggiato
d'avviticchiata e tenace edera, abbarbicata.
(stanche tele pendon tra i fusti di foglie ondulate,
serpi come crine di Gorgone intricato,
e i ronzanti insetti molesti infestano infiorescenze
globose
dai neri frutti cariche; le radici fibrose avventizie
paion cuori gelosi per il perduto amore... O forse che
la man lesta di incantatrici non abbia già raccolto
anche quelle bacche di Belladonna poco distanti,
laggiù, in ombrosi cespugli scossi da guizzanti
lucertole? Silenzio! Mi par di sentire il sibilo
100
dell'angue infido ben ascoso!)
Già vedo le Tue Mani Gentili
sfiorare l'intreccio marmoreo cuspideo
di quelle mura gotiche e desolate,
dove ancor risuonano i rintocchi claustrali
della squilla vespertina...
(... Odi ancor le desolate litanie? Vedi ancora le
processioni virginali nel solitario claustro? E chiome e
trecce malcelate da veli? Tristi rassegnate monachelle
pie senza amore! Ildegonda stanca del gran pianto!)
Già vedo le Tue Mani Gentili
tracciare l'Alto Ultimo Verso
"Cado sopra le spine della vita e sanguino!"
sulla seppiata pergamena.
(... Ricordi l'Elegia di Gray? "The curfew tolls, the
knell of parting day..." ... E il Tuo Cuore bramò
Comala abbandonata nelle brume antiche delle Isole
Orcadi che Ossian favellò? Ella Ti cercava scrutando
il nebbioso orizzonte, alta sulle scogliere rocciose e
bianche...)
101
Già vedo le Tue Mani Gentili
come corolle mattutine
offrir rifugio alla farfalla smeraldina, fluttuante.
(Oh! Ella cerca disperatamente il dolce polline della
Tua Poesia!
Oh, Ella brama! Ella anela! Ella concupisce! Ella
geme per l'Infinito Sublime di Te!)
Già vedo le Tue Mani Gentili
contemplare con l'Indice Selene Crescente in cielo
levatasi all'ovest di quel muschioso cimitero,
perché già la notte imbruna le lande di Albione.
(No, non lì, non nei pietrosi giacigli, non lì gli Spiriti
dei Poeti riposano; han per sacrari i seni morbidi delle
vestali di Calliope ed Erato, anfore d'oro, urne
inviolate, non avelli comuni, non fosse scavate, non
upupe e civette, non ossifraghe e gufi uggiosi su
sepolcri d'ossa ignude, e larve e lemuri gementi!)
Già vedo le Tue Mani Gentili
sfiorare il volto della fortunata fanciulla che a Te
s'accompagna.
102
(... Pensi a Mary? Ah, ella è Tua! Frali cuori, e
sventurati, e mesti, le escluse... Esse portano il loro
proprio lutto di vedovanza)
Oceani del tempo,
sfacimento delle ere,
eppure ancora vedo le Tue Mani Gentili,
ed ecco!, oh, non sono più Mani,
ma in sembianza di Casto Giglio, di Innamorosa Rosa,
di Pervinca Immortale,
tanto mi appaiono, nel cuore giubilante,
le Tue Mani Gentili,
Oh Shelley...!
Ah! Forse è scritto che morir si debba
col rimorso nel cuore accasciato di non averTi amato
per i capricci di dispotico Crono che mi partorì nel
1986
e non quando tu posavi gli Occhi Marini su leggiadre
fanciulle
nella campagna inglese, tutta stagni e felci, e querce
antiche
e cielo dai tuoni all'orizzonte?
"La mente è il proprio luogo,
103
e può in sé fare un cielo dell'inferno, un inferno del
cielo.
Che cosa importa dove, se rimango me stesso;",
così Milton Illustre Gloria di Albione cantò.
Sfidante di tutte le leggi pur d'amarTi Eternamente,
Io sovverto il crudo fato.
Pupilla cerula di fanciulla
stende il guardo fantasioso
sul turchino strapiombo,
e il cielo annuvolato in procella,
minacciante tuoni e rimbombi,
e il castello,
i bastioni di Earls Barton,
arroccato superbo sull'abisso
dove il Bardo cantò l'ultimo anatema, prima di
gettarsi,
così, come appaion, nella tela di John Martin,
e lì, con lei sola, ti riporta alla Vita.
104
Simile al tuo dolore è il mio, Mary
Simile al tuo dolore è il mio, Mary.
Quando poni lo sguardo
per i campi anglesi, tutti acquitrini
e giunchi, e crepacci e anfratti
dove Selene
Endymion bello di dolcezza amò,
e non poni oblio al ricordo dei Baci di Lui.
Simile al tuo dolore è il mio, Mary.
Quando ancor rimembri Zefiro capriccioso
che solleva il velo leggiadro
e i fianchi candidi ti espone
sospinta a Celeste Anelito alle Carezze di Lui.
Simile al tuo dolore è il mio, Mary.
Quando ancor risenti le Mani Gentili dell'Amato
ornarti il collo di quel diadema,
e il Suo Sorriso ti è più caro che non delle Divine
i vani monili.
Simile al tuo dolore è il mio, Mary.
105
Quando Lo rivedi seduto laggiù,
presso quella rovina antica,
il Bel Capo all'ombra della quercia,
la Penna in mano, già intenta a stillare in Pura
Poesia.
Simile al tuo dolore è il mio, Mary.
Quando risenti l'Orma Gentile
sfidare la Furia Procellosa, per i campi,
i saettanti dardi scuotenti l'aer inglese,
pur di cogliere la rosa selvatica
rorida della prima pioggia
e porgerla in dono alle tue chiome.
Vedi, anch'io ho perduto Chi tu perdesti.
E piango, al par di te, i cigli affranti, affocati di
lacrime.
A te, pur sempre resta il ricordo,
di quando Egli ti amò.
A me, sempre resta Vedovanza di Amor mai vissuto.
106
E come Khajeh, sposa di abisso pietroso, (*) alziamo in
alto il Funebre Dirge (**) :
"Perché piangi, Siyaband, perchè piangi ancora?
Mi hai lasciato, sei corso lungo l'abisso."
Perché ci lasciasti, Shelley?
Il Dolcissimo Capo hai reclinato, al tartareo fero mare.
(*) Leggenda del Folklore Kurdo. Khajeh, principessa kurda, si getta nel
precipizio delle rocce di Sipan, non appena ha notizia della morte del suo
amato Siyaband.
(**) Il Dirge è il Compianto Funebre Inglese.
Lamento Funebre per Shelley - A Dark Dirge
Piango per Shelley, Shelley è morto!
Oh, piangete per Shelley!
Anche se tutte le nostre lacrime,
le nostre lacrime di donne spezzate,
brutalizzate, incise dalla sferza maschile,
non possono dare alito di Vita
al Dolcissimo Shelley,107
piangete, proprio voi!, donne recise,
piangete
l'oscuro lamento,
"Insieme a Lui
morì Amore; insieme a Lui, perì Dolcezza."
Egli fu travolto nelle Acque,
l'Abisso stesso lo ghermì,
geloso di quell'Angelo.
"Nocternity... She shall come for me"
Rapida, Dispietata Morte!, colse Shelley.
Dov'erano la desolata Urania,
l'ingannata Cresseid,
e la spenta Selene,
e la paziente Gloriana
e l'accasciata Lunaria,
quando morì Shelley?
Con gli occhi velati
chiusi da quel sudario oceanico,
108
il gorgo della tempesta faceva
scempio del Suo Corpo,
il respiro si spegneva,
e il Bel Capo Shelley reclinava di lato.
Si abbandonava come Ophelia
alla tomba marina nel tumulto delle salate onde.
"In Adoration of the Moon and Thee... They call as I
to Thee"
Oh! Piangete per Shelley! Shelley è morto!
Non soffocate quelle lacrime,
il vostro cuore non trattenga l'amarezza.
Egli è morto, e con Lui è morta Dolcezza.
"His Language was so fayr..."
Mai più, mai più Dolcezza nel mondo!
"... Thy tears bleed sweeter
than the midsummer rain?"
Tu, la più triste delle Lamentatrici,
tu sai, tu sai. E piangi, piangi per Lui!
109
Dolore e Compianto
così percossero, così rapirono
Lunaria; così attorno a lei
s'attristarono i sogni del suo cuore,
le chimere irrealizzate, i rimpianti,
gli occhi gonfi di pianto e purpurei d'abbandono.
Tu, la più accasciata delle Lamentatrici, puoi dire:
"Ora, solitaria, percorro strade di spine
- cado sulle spine, e sanguino! -
Oh, non ti sveglierai mai più
Angelo Dolcissimo! Mai più stringerò
la tua mano durante la furia delle procelle!
mai più udrò canti gentili!
Non più vagheremo per aspere rupi e alti dirupi e
profonde grotte, sotto i Cieli Antracite d'Albione,
d'atra notte dove fuggia la Luna e dove risuona
l'upupa svolazzante per croci e umili avelli, tra ossa
insepolte, sparse per la funerea inglesa campagna
erbosa, che Gray tanto cantò!
Mai più, mai più! Mai più poggeremo il guardo su
110
nobile ruine rotte e murose, dove s'avviticchia edera
ombrosa e tenace, ch'ebbe per nutrimento sangue di
pugne celtiche, e quei crepacci, infestati dalla
mandragora urlante, e dalla datura spinosa e dalla
cruda belladonna! Mai più poggeremo i capi stanchi
sui tralci e cartigli runici di Ruthwell petrosa
memoriando tristi fanciulle e lemuri e larve atre
claudicanti nelle abbazie! Mai più vagheremo per valli
coperte da muschio vellutato dove risuonarono i
clangori delle lance e dei dardi a Maldon e dove la
Musa Dolorosa cantò la sconfitta di Hygelac contro il
nemico franco e del prode Gawain, che cadeva esausto
su neve pungente mentre il bieco Verde lo scherniva.
Mai più, mai più!
Mai più l'ombra dei bastioni di Earls Barton
proteggerà i nostri baci da sguardi indiscreti! Mai più
il mio velo s'alzerà leggiadro al Vento, a Langdale, o
nella foresta di Windsor, mentre tu poggerai la mano
gentile sul mio fianco perchè la torre campanaria
squilla rintocco crepuscolare, e tu non vuoi lasciarmi
sola nella tenebra stigia: il nero manto della notte già
ingombra la foresta fitta, quando ancora s'ode per le
guglie dei crepacci l'anatema dell'ultimo dei Bardi del
Galles!
Mai più leggeremo epigrafi su tombe nelle Cattedrali,
111
mai più consolerai le mie guance umide!"
"E ovunque, Tu, Shelley, Più Bel Fiore d'Albione,
volgevi l'occhio di cristallo, ecco, lì Primavera recavi.
E ovunque, Tu, Shelley, volgevi il cuore puro, ecco lì
Amore portavi."
"Oh Meravigliosa Terra d'Albione, che vide la Gloria
di Chaucer e Shakespeare e Milton e Byron e Keats e
Young e Gray e Parnell e Marlowe e Henryson e
Spenser e Donne e Blake!"
"Oh England! Dusk and Her Embrace o'er Thee!"
"Che i campi il giorno d'ombra inglese orror cinga..."
"O'er bog or step, through straight, rough, dense or
rare... and the sun did shine so cold..."
Ed ecco, il tuo desolato mormorio, Lunaria, si perde
come pulviscolo al vento.
"Blow, northerne wynd,
send thou me my swetyng!
Blow, northerne wynd,
112
blow, blow, blow"
Ma nessuno risponde all'eco di Lunaria.
Tu, la più consunta delle Lamentatrici,
in Tristanza giungevi al luogo di lutto dove Shelley
giaceva.
"A jewel more radiant than the moon..."
Shelley, colpito dall'invidiosa furia
del gorgo del Misogino Oceano,
dagli Ostri selvaggi come maschi.
Nel maledetto giorno che l'Anima di Shelley fuggì
vinta,
da Misoginia e Brutalità,
qui Lui lasciò la spoglia esangue,
e il Bel Viso è già scolorito e pallido
come algido fior che langue.
Ed ecco la spoglia fredda e immota. Non mai più
Splendida Luce, o più Gentile Angelo di Lui! Mai più
Shelley vedrà i dolci paesaggi della Toscana cinta dal
Sole! Mai più Shelley vedrà i sorrisi delle fanciulle
ebbre della Sua Poesia!
113
"Non lasciarci! Non lasciarci!" urlavano Urania e
Cresseid e Selene e Gloriana e Lunaria, e persino Aer
Fosco, sotto velo di procella plumbea, piangeva
Shelley.
"We weep for Thee...!"
"He ys ded."
"Nay!"
"Resta, parlaci ancora! Baciaci ancora! Oh Tu,
Shelley!
Così Bello e Gentile e Dolce, perchè sfidasti la Furia
di quel ch'era nosco, Oceano Fero!
che in morte vera, cangiò la Tua Vita!"
Ed ecco che stillavano gli occhi loro, e il Dolo
imbruniva i loro volti nel Giorno Tosco. Il Giorno che
Shelley non è più.
Shelley, a cui fanno da urna i cuori straziati delle
fanciulle.
Shelley, a cui fanno da diadema i sospiri lacrimosi
delle vergini ingannate.
114
Shelley, mai più Respiro visiterà le Tue Labbra.
"The Lyf so short..."
Non piagge apriche, non terre d'Arcadia,
solo terra tombale
accoglierà Shelley,
in vista dolorosa.
"Like Himselfe in Glorious Sight..."
Non più. Shelley è morto.
Anche Elizabeth ripone i bei pettini dai manici vitrei
e le vesti d'ermellino. E il seno d'alabastro è freddo e
non più il collo d'avorio è ornato da monili.
Non più perle, né rubini.
E Desdemona mostra il petto squarciato, di nera tabe
stillante.
E Musidora non allieta il rivo.
Sei morto, Shelley. Con Te, muore Bellezza.
Dolorose Querele e tristi suoni
115
e aspri lamenti di fanciulle dalle bianche braccia e
dalle cupe vesti annunciano il Dirge.
Notte imperitura t'accoglie, Oh Shelley!
Piangeranno e canteranno lo strazio per Te,
Shelley!, fanciulle coi crin sugli occhi,
co' loro disperati stridi.
"Beneath the Howling Stars..."
On loft is gone the glorius Appollo,
e anche Aurora giace dolente,
davanti a Shelley.
Non più Primavera e Zefiri Gentili
e il Maggio Odoroso,
solo Verno e Ghiaccio terranno svegli,
ma solo di dolor,
i cuori.
Di Rose, di Giglio, di Luna,
ecco, tale era Colui che qui giace
e con alloro e con mirto di fronde
e di afflitti lai
il mesto corteo di fanciulle
116
spargeva la tomba.
E Il Sepolcro di Shelley
diventava Altare.
Qui sorge un'urna e qui in funereo manto,
erran le Grazie, e qui echeggiar s'ascolta
flebili versi, fioche voci, e pianto.
Qui gemebondo a lagrimar si mira
vate canuto su la sorda pietra,
e ora ammuta, ora geme, ed ora sospira.
"Was it the Kiss of the Mist..."
Stars fall from England Sky to fetch fresh light from
His Beautiful Eyes,
but He is dead, dead.
Terra d'Albione ti piange, Shelley!
We weep for Thee, Shelley!
Io, Lunaria, piango per Te, Shelley: Amaro
117
Lagrimare.
Non obbliata sepoltura, avrai, nel mio cuore, Shelley!
"Orrendamente La Mancanza rugge intorno alla
trista anima mia tenebrosa tra i fulmini.
E io Il Suo Nome proferisco,
ch'Ei non risponda: "Ti avrei amato, Lunaria."
Take me to You!
Oh Shelley! Le mie labbra non ti hanno mai
conosciuto!
Crono Maligno mi separò da Te, facendomi nascere
nel 1986!
"Dove sei, mia Amata e Dolce Lunaria?" chiede Lui.
"Min Herte wolde and I ne may. Sono nata il 5
Marzo 1986. Non nel 1792." risponde, amara, lei. Già
il cuore le rimembra Lo Strazio e Il Dolore e La
Lacerazione e La Rinuncia.
"My Heart is Thine! My Heart is Thine!" Lunaria is
still weeping for Him. "Oh Shelley, Oh Shelley! I am
here, for Thee! Thou, Yblessed Be Thy Name! And
118
Sweet Morn and Evening Dew flows from His
Breath!"
She wished His Kiss on misty landscapes, but Hyne
Wyrd Fornam on 8th July 1822.
Di Crepuscoli e di Abbracci - Dusk and Her
Embrace
La poesia celebra le tematiche dei Cradle of Filth di "Dusk and Her
Embrace" e "Cruelty and the Beast" (e in parte, altri cd) in
riferimento a Shelley.
***
Non Oscuri Dirge di Crepuscoli e Abbracci, non Dani
Spettrale cantare di Endymion Ingannato e di Lilith
Immacolata, di Nahemah Antica, di Ereshkigal Nera
di Corvo Ammanto, non torri di Babele gotiche, e
rovine spettrali (il senti l'urlo aspro delle vergini
morte d'amore? Con mistura di belladonna, e aceto, e
datura, tristo tosco, ecco!, con questo esse guarirono il
119
cuore spezzato, triste duol nel petto!) e le lacrime dolci
di Lucretia, e Ophelia galleggiante dalle gravi vesti
(via, via, sempre più giù la trascina il rio...),
No, niente di tutto questo ho potuto offrirti, mio
Dolce Shelley.
Eppur, per Te, l'ho pensato: Never leave me.
Non sanguine culto di Elisabetta Crudele, non gigli
squassati di vermiglio stillare, non lande di Carpazia
Brumosa (ah! Alta si leva la voce di Eminescu! Ah!
Egli cerca, al pari di me, l'Amata! Egli si volta contro
l'Ucraino bellicoso, conquistatore sulla terra dei suoi
padri!), e lo zenith degli Atti Impuri sulle tombe di
Carpathia, mentre s'ode solo il canto della Banshee
Bianca di Lebbra come sogno di lupi nella neve!
No, niente di tutto questo ho potuto offrirti, mio
Dolce Shelley. Eppur, per Te, l'ho pensato: Never
leave me.
Non Cieli Luciferiani dai tramonti erotici, di aer rotto
dal palpitante e fosco crepuscolo!, d'Artemide e Diana
120
Cacciatrice, e le sferze di Lupercalia, le Porte di Selve
Infernali, Midnight Summer, e Pandemonia per la
terra riarsa, (guarda, dal seme dell'impiccato
oscillante, guarda la gonfia mandragora come si erge
oscena ed insaziabile all'ombra del patibolo legnoso!),
e il Paradiso, che si infiamma, piegato dalle lance di
Samael Invitto in pugna ardente (Egli, Titano, guida
la schiera d'Averno, Angeli in d'Angue sembianti,
già il piede aguzzo su Michele Oppressor, non più
s'ode Gabriele vincitor!)
No, niente di tutto questo ho potuto offrirti, mio
Dolce Shelley. Eppur, per Te, l'ho pensato: Never
leave me.
Laggiù, le rovine pietrose di Usher! Lo sfacelo delle
prische mura, quel castello, sulla scogliera rorida di
luce di fuochi fatui
(Oh! E che dire dell'Abisso Turchino di Martin! La
Gloria dei Bastioni di Earls Barton e Ruthwell
Petrosa! Il Precipizio Brumoso di Friedrich?), la Luna
Perlata e le impudiche fantasie (eppur... quel manto di
Virgo è eburneo... sì, ma rossa stillante cruenta
passione insozza ognor'ora!), guarda, guarda!, la
121
culla impudica di Ligeia rinata, le carezze ardenti
come fiori d'aconito, Lamia e Lemuri, oh! Totentanz!
quelle infernali carole di sabba e tregenda! Succubi e
morti nelle brume... Essi chiamano, come me... They
call as I to Thee...
Quella Madonna Concupente la Notte...
La Scarlatta Meretrice di Babylon.
A Gothic Romance - Red Roses for the Devil's
whore...
Alle porte di Midian, già Amor e Morte si uniscon in
Casto Connubio, nei baci su freddi specchi.
Nocternity... She shall come for me. Perché il
Crepuscolo viene come Cerbero, nella Notte. Her
Ghost in the Fog.
Fino a che non sorge la ripugnante alba di Cthulhu!
Io ancora sento il cuore rivelatore di Giuda Iscariota.
Triste sorte, l'estate che declina velocemente
e freddi restano il morto asfodelo e il colchido rorido di
bruma.
e fredda resta la fanciulla che ti ama, oh Shelley.
122
No, niente di tutto questo ho potuto offrirti, mio
Dolce Shelley.
Eppur, per Te, l'ho pensato: Never leave me.
Tempesta
Il grande olmo, scosso dal vento.
La brezza gelida, che schernisce i rami delle ginestre
in fiore e fa ondeggiare le spighe di grano in una
danza desolata.
Il cielo già livido, chiazzato di un bianco sporco,
sgradevole, e quelle nuvole gonfie di pioggia
all'orizzonte, laggiù!, di un grigio spesso e
opprimente. L'aria, già tesa all'elettricità della
tempesta, già pronta al vorticare della furia procellosa.
Il balenare fulmineo di un lampo.
Uccelli che si slanciano in volo; ma non si può
sfuggire alla propria condizione. Mai. Sono come
desolati corpicini neri, snelli e guizzanti verso
l'orizzonte.
123
La tempesta sta arrivando, il fragore fa tremare i vetri.
Oh, Mio Amore, Mio Angelo, posso solo stringere I
Tuoi Libri, nel Ricordo e nell'Attesa di Te.
La pioggia - solo più salata - si abbatte sul mio viso,
come rivolo desolato.
Amore, Amore mio...
Considerazioni dell'Autrice:
queste poesie celebrano il mio amore per Shelley, e tutto ciò che avrei voluto offrirgli, se il Fato mi avesse concesso di vivere per
Lui e con Lui:sogni di rovine e mura in sfacelo, di torri antiche e merlate, di
edera e avelli, versi e dirge della Sublime Poesia Inglese e Italiana recitati su sfondi di tempesta e di Luna...
Stilisticamente i miei modelli letterari sono Alfieri, Foscolo, Monti, Pascoli, Tasso, Girolamo Preti, Tarchetti, Luzi,
Quasimodo (un po' tutta la tradizione rinascimentale, barocca e romantica italiana, insomma...!), Novalis, Gray, Milton, Keats,
Byron, e poi ancora, Ann Radcliffe, Gautier, Eminescu, Lermontov..., e chi ama questi Poeti e Scrittori avrà colto i
riferimenti. Non nego di essermi presa tante licenze letterarie, perché volevo che queste poesie "suonassero bene" come melodie, e quindi alla (fredda) correttezza grammaticale, ho anteposto la
124
musicalità dei versi e delle parole. Insomma, se mentre li leggete, vi sembrano canti antichi, potrò dire di aver raggiunto lo scopo!
I riferimenti in inglese sono tratti da antiche ballate inglesi medioevali (così come i rimandi e le suggestioni) e dai testi dei
Cradle of Filth del periodo "Dusk and Her Embrace"/"Cruelty and the Beast", una band che ascolto sempre quando leggo e penso al
mio Shelley. Non ho voluto tradurli, in parte perché chi ama la band inglese afferrerà subito il significato... anche gotico-
erotico, e in parte perché volevo ammantare il tutto di ermetismo, come se quelle parole (riportate spesso con
l'ortografia antica, ormai in disuso nell'inglese contemporaneo) fossero arcani incantesimi, il cui fascino è rappresentato dal loro
essere "oltre il comune linguaggio umano di tutti i giorni".Per quanto riguarda il dipinto citato più volte, si tratta di "The
Bard" di John Martin, specialmente nella rielaborazione realizzata dagli Azerlath: è un quadro che amo alla follia!
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