Date post: | 13-Nov-2023 |
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CERAMICA COMUNE FENICIA E PUNICA
DELLA COLLEZIONE WHITAKER DI MOZIA
-‐‑ NECROPOLI E TOFET -‐‑
Pierfrancesco Vecchio
2
INDICE
-‐‑ IL CONTESTO p. 3 Introduzione Storia della ricerca
-‐‑ L’ANALISI DELLE FORME Ceramica da mensa. Forme aperte p. 13 Piatti Skyphoi Coppe Ceramica da mensa. Forme chiuse p. 21 Brocche trilobate Brocche con bocca circolare Tazze Vasi chardon Ceramica da cucina p. 31 Olle Ceramica da conservazione p. 33 Anfore Brocche neck-‐‑ridge La decorazione metopale e geometrica p. 37 Attingitoi Ceramica per usi speciali p. 41 Brocche con orlo espanso Bottiglie con orlo espanso Unguentari -‐‑ alabastra
-‐‑ GLI ASPETTI DELLA CULTURA MATERIALE Il repertorio ceramico della necropoli e il patrimonio vascolare moziese p. 48 -‐‑ CATALOGO p. 55 -‐‑ BIBLIOGRAFIA p. 98 -‐‑ TAVOLE p. 114 -‐‑ FIGURE p. 160
3
IL CONTESTO
Introduzione
Questo catalogo* rappresenta un ulteriore contributo alla realizzazione del corpus della
ceramica comune moziese, una sistematizzazione già avviata nel volume dedicato agli
scavi della “Zona A” dell’abitato1 e che, con il materiale proveniente dalla Collezione
Whitaker2, intende ampliarne la classificazione, includendo la documentazione vascolare,
integra, frutto delle indagini dello studioso inglese nella necropoli e nel tofet.
La situazione espositiva della Collezione, relativa ai corredi e ai contesti originari di scavo,
è, tuttavia, compromessa a causa della perdita quasi totale dei primitivi cartellini
d’inventario e falsata da spostamenti e arbitrari allestimenti, effettuati in momenti
imprecisati3, che hanno decontestualizzato la maggioranza dei recipienti, presentandoli
come una selettiva e incongrua sequenza di gruppi di forme simili.
La ricomposizione di alcuni dei complessi tombali è stata tentata nel primo riallestimento
museale della Collezione seguito al restauro dell’edificio nel 1988, con il riconoscimento di
quattro corredi 4 ; per gli altri, l’eventualità di risalire al contesto originario grazie
all’inventario si è dimostrata infruttuosa e l’impossibilità di accedere ai taccuini di scavo
di Whitaker ha precluso ogni altro tentativo di reperire informazioni dalle notazioni
autografe dello studioso5; in rari casi, la documentazione fotografica inedita6 ha potuto
favorire l’individuazione di alcuni contesti e l’attribuzione dei vasi a corredi
originariamente integri. Tuttavia, alcune discrepanze ed omissioni rilevabili su foto
* La pubblicazione era prevista nella serie dedicata ai materiali della Collezione Whitaker la cui edizione, purtroppo, è ferma dal 2011. 1 VECCHIO 2002, pp. 203-‐‑273. 2 Lo studio sulla ceramica fenicia e punica della Collezione fu avviato su autorizzazione di Sebastiano Tusa, direttore della Sezione archeologica della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Trapani, nel 2002. Oltre a lui, in questi anni di studio sull’isola, a molti sono debitore per l’aiuto, l’assistenza, il sostegno: ringrazio il segretario generale, Maria Enza Carollo e il presidente della Fondazione Whitaker, Angelo Falzea, che hanno seguito costantemente gli sviluppi della ricerca ed hanno agevolato in ogni modo la mia presenza a Mozia; grazie alle famiglie dei custodi di Mozia, per tutto, e a Maria Pamela Toti per le notizie sull’archivio Whitaker e le informazioni sugli scavi dello studioso inglese; il mio ricordo, inoltre, va a Vincenzo Tusa per la fiducia che mi accordò per la pubblicazione di questo lavoro. 3 Da WHITAKER 1921, figg. 72-‐‑73, si deduce, tuttavia, che parte dei recipienti fosse già sistemata per forme simili; FAMÀ 1998, p. 23. 4 FAMÀ, TOTI 2005, pp. 618-‐‑621. 5 FALSONE 1995, p. 329, nota 1, menziona un Giornale di scavo; non si conosce la sua attuale collocazione. 6 Archivio fotografico Fondazione Whitaker, Palermo.
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diverse degli stessi corredi, dalla fase del ritrovamento, alla ricomposizione sul terreno,
alla definitiva collocazione nel museo, suggeriscono che questa documentazione non può
essere usata come criterio rigoroso e dirimente7.
La ceramica inclusa in questo studio è presente all’interno delle vetrine -‐‑ e in alcuni casi
sul ripiano superiore esterno -‐‑ collocate nell’ala meridionale della Collezione e segnalate
da tabelle con l’indicazione generale di provenienza, ‘Mozia’ oppure ‘Mozia ed altre
località’8.
Sulla superficie di molti vasi sono presenti dei numeri, scritti a matita, che risalgono,
evidentemente, alla prima inventariazione o immissione in una serie numerica all’atto
della scoperta e che ancora sono visibili. In alcuni, rarissimi casi, si conserva un cartellino,
vergato a china e incollato sul corpo del recipiente, che dovrebbe testimoniare la prima
collocazione nella vetrina da parte di Whitaker; l’identificazione attuale dei vasi è legata ai
numeri apposti ad inchiostro nel corso di aggiornamenti del registro d’entrata da parte
della Soprintendenza Archeologica di Palermo e, successivamente, della Soprintendenza
ai Beni Culturali e Ambientali di Trapani.
Lo stato di conservazione dei vasi è generalmente buono ma numerosi sono i recipienti
che mostrano la superficie coperta da un sottile strato di calcare che potrebbe celare
eventuali decorazioni o tracce di pittura; in alcuni casi coppe e olle sono ancora riempite
dallo strato di terra che le copriva all’atto della scoperta, così come diverse anfore o
brocche conservano ancora i resti degli incinerati al loro interno. In nessuna di queste
circostanze, in assenza di un progetto di restauro adeguato e di un’analisi del contenuto
dei recipienti, è stato alterato lo stato originario.
Alcuni vasi della Collezione compresi in questo catalogo, nel corso degli ultimi decenni,
sono comparsi in diverse pubblicazioni, quasi sempre come documentazione fotografica e
mai descritti con una schedatura autoptica completa9.
7 TOTI 2011, p. 34. 8 La sequenza numerica delle vetrine, a partire dal muro meridionale del settore dedicato alla collezione nei locali del Museo, è 1, 2, 4-‐‑10, 12-‐‑14. 9 I riferimenti sono citati nel catalogo e, quando necessario, nel testo.
5
L’ultimo, fondamentale, problema metodologico riguarda la questione della cronologia:
per la quasi totalità dei vasi acromi, ingubbiati o dipinti di tradizione fenicio-‐‑punica della
Collezione manca un riferimento temporale puntuale proveniente da contesti pubblicati
analiticamente.
I confronti con il materiale edito preliminarmente della necropoli sono possibili solo sulla
base delle fotografie e dei pochi disegni mentre sulla datazione delle importazioni
sussistono ancora delle discrepanze cronologiche perché finora è mancata un’analisi
sistematica dei contesti certi10.
I dati sono stati incrociati, in parte, con la documentazione delle necropoli di altri siti coevi
a Mozia elaborando, infine, una cronologia che resta aperta, necessariamente, ad ulteriori
approfondimenti o modifiche.
10 Divergenze si notano confrontando le datazioni espresse, ad esempio, sulla tomba 51, TUSA 1984, p. 348, (inizi VII a.C.), DEHL 1984, p. 227, (PCM), DI STEFANO 2005, p. 596, nota 16 (fine VIII -‐‑ inizi VII a.C.); sulla cronologia e sui sistemi di datazione per l’età arcaica del Mediterraneo, ROUILLARD, SOURISSEAU 2010, pp. 27-‐‑57.
6
Storia della ricerca
Il settore occidentale dell’isola, destinato alla sepoltura dei defunti, viene indagato per la
prima volta da Whitaker nel 1906, sotto la direzione di A. Salinas; gli scavi proseguirono
nel 1908 e nel 1910, mentre i risultati vennero preliminarmente pubblicati da Pace nel
191511; nel corso di successive nove campagne di scavo furono messe in luce tombe a
pozzetto, scavate nel banco marnoso, a cista monolitica, a cista costruita con lastre e
sepolture entro sarcofago12.
L’indagine permise, quindi, di assegnare la maggior parte delle tombe al rito
dell’incinerazione tranne sette sarcofagi, identificati in una parte di essa: non è chiaro, nel
testo di Whitaker, se
effettivamente questi
siano stati rinvenuti in
un settore specifico della
necropoli. L’unica
testimonianza relativa a
queste inumazioni
nell’area della necropoli
arcaica è un’immagine
inedita che ritrae due
sarcofagi, prima
dell’apertura, orientati
nord-‐‑sud e collocati in un
settore subito ad ovest del campo delle incinerazioni mentre un altro sarcofago,
apparentemente monolitico ma di minori dimensioni, è leggermente in secondo piano,
poco distante dai primi (imm. 1). Un sarcofago, subito dopo la rimozione della copertura,
con il defunto e il corredo deposto sul lato destro del cranio, è pubblicato da Whitaker13.
11 PACE 1915, p. 431, pp. 440-‐‑443; WHITAKER 1921, pp. 206-‐‑231, l’estensione del settore indagato è di m 50 x 18; TOTI 2008, p. 51. 12 WHITAKER 1921, pp. 248-‐‑256. 13 Ibidem, pp. 245-‐‑247, fig. 31.
7
Altre inumazioni sono attestate in un luogo dell’isola, non ulteriormente specificato nel
testo, dove furono rinvenuti inumati con corredi costituiti da foglie d’oro e frammenti di
uova di struzzo14.
Presso la Porta Nord, all’esterno del bastione orientale, Whitaker individua dodici
sarcofagi che vengono assegnati, cronologicamente, al momento dell’assedio della città15;
alcuni, secondo lo studioso, sarebbero però stati trovati ad una quota differente, più alta
rispetto agli altri.
Nel maggio del 1921 si registrano altri interventi nella necropoli arcaica e al tofet16: otto
tombe vengono messe in luce nella necropoli, tra cui un enchytrismos infantile; ancora nel
1924 e nel 1929 vengono effettuati altri rinvenimenti nella necropoli17. Il numero totale
delle tombe rinvenute da Whitaker sembra aver raggiunto le duecento unità, cifra che,
però, è difficilmente sovrapponibile alla planimetria pubblicata da Tusa18; ma, il dato più
problematico riguarda la sostanza delle ricerche di un ventennio alla necropoli, i corredi.
Le foto edite ed inedite -‐‑ come già sottolineato -‐‑ sembrano testimoniare, per lo più, il
momento della scoperta, con i vasi ancora semisepolti o disposti a cerchio intorno al
cinerario più grande19; rarissime sono le foto dei corredi e, anche in questi casi, il riscontro
certo di appartenenza dei vasi al corredo è impossibile a causa della perdita dei cartellini
con i numeri di riferimento.
Nel corso dei quasi ottanta anni successivi all’ultimo intervento di Whitaker alla necropoli
arcaica di Mozia, alcuni corredi, o parti di essi, sono stati pubblicati, disegnati o
fotografati, e inseriti, però, in contesti di riferimento generale o in connessione con
particolari aspetti della documentazione vascolare20: tre corredi sono stati brevemente
descritti da Cintas, ma di questi solo uno è ancora riconoscibile nei suoi elementi
costitutivi, Culican ne pubblicò un altro, già testimoniato da una foto di scavo 14 Ibidem, p. 209, nota 1. 15 PACE 1915, p. 443, WHITAKER 1921, pp. 247-‐‑248, 166, fig. 18, plan C, ibidem, p. 176, dove si specifica che i sarcofagi sono costituiti da lastre di arenaria, giustapposte. 16 Per il tofet, la ‘seconda necropoli’, WHITAKER 1921, pp. 257-‐‑260; FALSONE 1995, p. 330. 17 FALSONE 1995, pp. 332-‐‑333 e 336. 18 WHITAKER 1921, p. 229, “about two hundred in number”; per la pianta, TUSA 1972, p. 8, fig. 2. 19 TOTI c.s. 20 In particolare sui sistemi decorativi dipinti sui vasi, BISI 1969, p. 14, fig. 5, CIASCA 1970, pp. 146-‐‑147, tav. XXV.
8
dell’archivio Whitaker21 e più recentemente, Famà e Toti hanno editato i quattro corredi
riconosciuti nel corso del riallestimento del museo 22 . Più analiticamente, Maass-‐‑
Lindemann ha pubblicato cinque corredi della Collezione senza fornire i numeri
d’inventario e senza la certezza che gli elementi costitutivi fossero originariamente
pertinenti ai cinque complessi vascolari23.
La prima indagine successiva agli scavi di Whitaker si deve alla missione archeologica
inglese della Oxford University che nel 1955 in una trincea eseguita tra la necropoli e il
tofet, attraverso tutto lo spessore delle fortificazioni, individua un sarcofago con corredo
composto da due vasi acromi e una kylix24.
Nel 1962, Cintas realizza un piccolo saggio presso l’angolo nord-‐‑est della torre al centro
della necropoli Whitaker e individua undici sepolture, sia tombe a pozzetto che a cista25.
Nel 1970, Vincenzo Tusa conduce una serie di saggi di scavo nell’area della necropoli e in
alcuni settori adiacenti a questa; viene, infatti, messo in luce un primo lotto di sedici tombe
poste a ridosso delle fortificazioni e immediatamente a nord dell’area industriale (già
“Luogo di arsione”)26; la tipologia tombale prevedeva lo scavo di un pozzetto circolare nel
banco roccioso entro cui venivano alloggiati, come contenitori per l’incinerato, anfore, ciste
monolitiche o ciste costruite con schegge di calcare. Le tombe erano state poi obliterate da
un muro parallelo alla linea delle mura, di incerta funzione27. Sul margine ovest dello
scavo condotto nel 1970, nei pressi del “fossato” e accanto alla torre, vengono messi in luce
anche i resti di alcuni sarcofagi monolitici che lo scavatore rinviene “non intatti” e rigettati
vuoti accanto alla torre 28 . Nella campagna di ricerche dello stesso anno riprende
21 TOTI c.s. 22 CINTAS 1966, 113, figg. VII-‐‑VIII, 114, figg. IX e X; CULICAN 1970, pp. 6-‐‑7, fig. 2, A; FAMÀ, TOTI 2005, p. 619, figg. 2-‐‑6, tra cui anche quello riconosciuto da Cintas. 23 MAASS-‐‑LINDEMANN 1982, p. 199, tavv. 33-‐‑34. 24 CULICAN 1958, pp. 17, 19, trincea 6. 25 CINTAS 1966, p. 107 sgg. 26 TUSA 1972, p. 8, sulle aree interessate dallo scavo, fig. 2; sulle tombe ‘arcaiche’, ibidem, pp. 34-‐‑55, tombe n. 1-‐‑16. 27 Ibidem, p. 35, pp. 53-‐‑55. 28 Ibidem, p. 58; secondo Tusa, il fossato è la trincea di fondazione delle fortificazioni a blocchi isodomi, ibidem, p. 57, mentre Ciasca lo considera una fossa di depredazione dei medesimi blocchi, CIASCA 1990, p. 9, fig. 3.
9
l’esplorazione all’interno della necropoli individuata da Whitaker dove vengono portate
alla luce ventinove tombe di incinerati tranne una inumazione, a fossa29.
Nel 1971, in un saggio presso la cinta muraria subito a nord della “Zona industriale”, si
rinvengono cinque sedi circolari vuote, identificate come tombe da Tusa30, oltre a una
nuova incinerazione, un enchytrismos e una inumazione, quest’ultima scavata nel banco
roccioso e precedente, stratigraficamente, a due tombe ad incinerazione31.
L’indagine nella necropoli riprende nel 1972 con lo scavo di nuove tombe ma anche con la
revisione e una nuova esplorazione di un grande numero di sepolture già scavate da
Whitaker, di cui non erano stati raccolti tutti gli elementi pertinenti ai corredi, e che
ammontano a quarantacinque32.
La descrizione delle tombe scavate da Whitaker da parte di Tusa è l’unica che possediamo
in relazione all’aspetto iniziale della necropoli; le indagini dello studioso siciliano
costituiscono il momento finale degli interventi nella necropoli moziese che gli
consentono, così, un riesame preliminare della documentazione, permettendogli, inoltre,
di stabilire tre tipologie tombali e, relativamente ai corredi ceramici, di individuarne
tredici tipi fondamentali 33.
Lo scavo delle fortificazioni di Mozia, condotto da Antonia Ciasca dal 1974 nell’area
perimetrale dell’isola tra il tofet e la “torre orientale con scala” di Whitaker, condusse al
ritrovamento negli strati profondi -‐‑ obliterati dalla cinta muraria e dalle torri -‐‑ di fasi
connesse all’uso cimiteriale di questo settore della città34; il primo dato che emerge è che la
necropoli “recente”, ad inumazione, sembra essere molto più estesa dell’area destinata alle
29 TUSA 1972, pp. 62-‐‑79, tt. 17-‐‑45; l’inumazione è la t. 18 con materiale datato alla fine del V -‐‑ inizi del IV a.C., ibidem, pp. 63-‐‑64; lo scheletro è deposto in fossa terragna con cranio ad ovest. 30 TUSA 1973, p. 37; in questo ampliamento dell’ex “luogo di arsione”, Tusa afferma che “si tratta di tombe ricavate nella roccia costituite dai noti cinerari a cassetta”. 31 Ibidem, pp. 36-‐‑38; incinerazione, t. 46, enchytrismos, t. 48, e l’inumazione, t. 47, “con cranio ad est, ma senza corredo”, coperta dalle tt. 47 e 7. 32 Secondo TUSA 1978, p. 8, lo scavo Whitaker “non era andato oltre uno strato superficiale, tanto che, prima d’iniziare lo scavo affiorava qualche cinerario”; di queste tombe, venticinque erano entro anfora, dodici entro cista a lastre o monolitica, sette entro fossetta o pozzetto circolare. La serie delle tombe va da 49 a 163, ma il numero totale delle sepolture scavato è, in realtà, 162 perché è stato saltato, nella serie, il numero 56, ibidem, p. 9, nota 5. 33 TUSA 1978, pp. 9-‐‑10. 34 CIASCA 1976, p. 77, resti di corredi funerari furono rinvenuti in alcune fosse nel sondaggio 2.
10
incinerazioni distribuita, così, su un ampio settore lungo il quadranti nord-‐‑ovest / nord-‐‑est
dell’isola35.
Nel 1977 livelli di cenere, ossa combuste e battuti con tracce di contatto con il fuoco erano
stati rinvenuti all’interno della torre Whitaker e della torre 4; il complesso di questa
stratigrafia aveva fatto supporre a Ciasca che fossero dei livelli frutto di un’attività di
ustrina da mettere in connessione con la necropoli ad incinerazione36.
Durante la quarta campagna di scavi alle mura del 1978 vengono messe in luce undici
tombe ad incinerazione37; con l’inclusione di questo nuovo settore, l’estensione totale
dell’area destinata a necropoli lungo la costa settentrionale dell’isola raggiunge circa
quattrocento metri di lunghezza, mentre la colonna stratigrafica completa rinvenuta nelle
due torri -‐‑ la 4 e quella Whitaker -‐‑ fa supporre che lo spessore medio dei livelli interessati
dalla necropoli sia di m 1,80 a partire dal banco roccioso. Questa analisi sembrerebbe
confermare la deduzione di Tusa che Whitaker avesse, per lo più, indagato gli strati
superficiali della necropoli e solo in parte avesse raggiunto il piano della roccia38.
Le tombe individuate all’interno del vano ovest della torre 4 giacevano all’interno di una
struttura circolare parzialmente visibile al di sotto della fondazione della torre; tuttavia, fu
riconosciuta una fase precedente, interessata dalle incinerazioni successive, e costituita da
una fossa riempita da numerose inumazioni in deposizione secondaria. Ciasca suggerisce
che questa area fosse destinata già a sepolture legate alla popolazione indigena dell’isola
cui si sovrappongono i livelli dei coloni fenici39. L’estensione ad est della necropoli ad
inumazione è confermata da un’altra deposizione entro sarcofago, coperta dalla torre 140.
La complessa vicenda delle ricerche alla necropoli di Mozia, scaglionate lungo un percorso
temporale che si protrae per più di ottanta anni e con esiti scientifici diversi, fornisce
elementi ancora incerti sul piano della cronologia dei corredi e su quella più complessa
della ideologia funeraria; le rare tombe relative alla fase più antica, circoscrivibile agli
35 Ibidem, p. 78. 36 CIASCA 1978a, pp. 241-‐‑242. 37 CIASCA 1979, pp. 209-‐‑217, tombe da n. 164 a n. 174, all’interno del sondaggio 8 praticato nella torre 4. 38 Ibidem, pp. 223-‐‑224. 39 CIASCA 1980, pp. 238-‐‑239, tav. LXXX, 1-‐‑3, con il muro circolare ben visibile; per la ‘deposizione indigena’, ibidem, p. 249. 40 Ibidem, p. 240.
11
ultimi decenni dell’VIII secolo a.C., sono state analizzate solo per la presenza dei vasi di
importazione, decontestualizzati dal complesso ceramico fenicio41. Allo stesso modo, la
gran parte dei corredi che si distribuiscono nel corso del VII secolo sono privi di punti di
riferimento cronologico, quando siano assenti i vasi di importazione42.
Se questa mancata sistematizzazione impedisce ancora la possibilità di una scansione
temporale sulle produzioni ceramiche di tradizione orientale moziesi destinate al mondo
funerario, anche sul fronte dell’“antropologia” funeraria moziese i dati sono scarsi.
Eppure, sulla scorta delle indicazioni fornite dalle indagini di Ciasca, e rileggendo i dati
complessivi editi della necropoli, da Whitaker in poi, esiste l’eventualità che lo spazio dei
morti fosse più strutturato -‐‑ sia in senso
topografico, sia in senso sociale -‐‑ di
quanto si sia affermato43.
Le tombe scavate da Whitaker, visibili
nelle rare foto pubblicate, mostrano di
appartenere, in ogni caso, a più livelli di
deposizione con i pozzetti scavati nella
marna tenera cui si sovrappongono
tombe entro anfora deposte su un livello
(o più livelli) superiore (imm. 2). La
sensazione che se ne ricava è che, come
per il tofet, anche la necropoli sia
stata oggetto di accrescimenti
artificiali successivi a partire da un primo livello protostorico, precedente al primo arrivo
dei coloni; inoltre, alcune sepolture, secondo quanto rilevato da Ciasca, si strutturano
dentro recinti o circuiti di pietre che le delimitano mentre è attestato persino un livello di
41 Sulle importazioni greche nelle tombe, recentemente, DI STEFANO 2005, pp. 596-‐‑599. 42 Un résumé sulla ceramica fenicia della necropoli scavata da Tusa è stato pubblicato da SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 313 sgg. e ripreso da BARTOLONI 2010. 43 VECCHIO 2013.
12
frequentazione, o d’uso, di calcare pressato, segno inequivocabile di una continuità di
presenza o di rito nell’area funeraria44.
L’altro dato che va rilevato è che l’affastellamento delle tombe non può essere casuale, né
sembra possibile immaginare una tale scarsezza di spazi nella Mozia arcaica che
impedisca una libera disseminazione delle tombe; si dovrebbe invece cominciare a
valutare l’ipotesi che -‐‑ come avviene in altri contesti arcaici, per di più insulari ed emporici
come quello, esemplare, di Pithekoussai -‐‑ le tombe fossero inglobate o agglutinate l’una
all’altra, con un sistema simile a quello della necropoli di S. Montano di Ischia45.
Solo l’analisi comparativa dei corredi e l’analisi antropologica sugli incinerati e gli inumati
potrà servire ad una seriazione ragionata degli elementi costitutivi caratterizzanti l’età, il
genere e l’eventuale ruolo del defunto nella comunità della colonia moziese46.
44 CIASCA 1979, pp. 208, tav. LXIX, 1, 3. 45 D’AGOSTINO 1994, p. 26 e NIZZO 2007, pp. 14-‐‑15. 46 SPANÒ GIAMMELLARO 2004, pp. 205-‐‑206 sulle difficoltà interpretative delle necropoli fenicie; si veda anche AUBET 2010. Molti sono gli elementi che dovrebbero essere puntualizzati: la scelta della tipologia tombale potrebbe essere accompagnata da una differenza di età o genere del defunto, mentre la posizione sociale di alcuni fra essi potrebbe essere rimarcata dalla presenza di particolari vasi, armi o utensili o ornamenti. Questa analisi attende ancora una sistematica verifica per la necropoli di Mozia, VECCHIO 2013; per Ischia, ad esempio, si veda il modello interpretativo di D’AGOSTINO 1985, passim.
13
ANALISI DELLE FORME
L’analisi delle forme ceramiche è stata elaborata secondo una scheda di riferimento per
ogni recipiente, secondo la sequenza predisposta nel catalogo, con l’indicazione delle
principali caratteristiche morfologiche, dimensionali e decorative, segnalando sia il
numero d’inventario attuale del registro d’entrata del Museo, sia gli altri eventuali numeri
presenti sulla superficie del vaso, scritti a matita. La divisione in classi funzionali
rispecchia una prassi comune consolidata ormai negli studi sulla ceramica punica,
strumento che permette una più agevole comprensione dei tipi e delle varianti47, in
assenza di contesti certi.
La ceramica da mensa. Forme aperte
Piatti
Le forme, a tesa, presenti nella collezione sono sostanzialmente due, una vicina alle
tradizioni vascolari vicino-‐‑orientali, con la vasca più larga e la tesa di larghezza variabile,
che mostra contatti con produzioni specifiche della madrepatria fenicia, l’altra
appartenente al piatto definito ombelicato, la cui cavità centrale mostra vari gradi
dimensionali e che produce, sostanzialmente, una sorta di piattello dalla funzionalità
atrofizzata e la cui genesi sembra legata all’area centrale del Mediterraneo48.
Il piatto carenato, che ancora non trova una stabilizzazione semantica all’interno di questa
categoria49, appartiene, tuttavia, a pieno titolo alla serie dei recipienti da presentazione o
consumo delle vivande.
Piatti a tesa -‐‑ tav. 1, fig. 1
Due esemplari, nn. 1-‐‑2, uno a Red Slip e l’altro acromo, sono attestati nella Collezione: la
prima forma ad ingubbiatura rossa, con la profonda depressione centrale e la tesa
sviluppata, convessa, è presente nella necropoli moziese ed è simile ad un esemplare 47 Si vedano a tal proposito, recentemente, BOTTO e CAMPANELLA 2009. 48 CIASCA 1999, p. 78, ACQUARO 1999, p. 20; in Sardegna è caratterizzato dal fondo con c.d. ‘umbone sospeso’, cfr. ora BALZANO 1999, p. 12, nota 13, con bibliografia relativa. 49 Discriminante è la lunghezza del diametro; TERMINI 2005, p. 691, definiti come ‘coppe carenate’, cfr. anche BOTTO 2009, p. 136.
14
proveniente dall’abitato di Cartagine in un contesto della prima metà del VII secolo a.C.
mentre il secondo, acromo, ha un parallelo in un piatto ancora dall’abitato di Cartagine,
della seconda metà del VII secolo a.C.50.
La forma continua ad essere prodotta a Mozia ed è presente nella necropoli nel secondo
quarto del VII secolo e nel tofet, tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C.51.
I due piatti del catalogo mostrano anche delle caratteristiche molto vicine ad esemplari
provenienti da Toscanos e Trayamar, datati alla seconda metà del VII a.C.52.
Piatti con orlo bifido -‐‑ tav. 1, fig. 1
A Mozia questo tipo -‐‑ n. 3, con ingubbiatura rossa -‐‑ è attestato raramente ma è presente sia
nell’abitato che nella necropoli, con una cronologia orientata all’interno della prima metà
del VII secolo a.C.53: un piatto in Red Slip con il bordo esterno bifido da Trayamar
conferma questa cronologia54.
Piatti carenati -‐‑ tav. 1, fig. 1
L’esemplare n. 4 non sembra costituire un elemento frequente all’interno dei corredi della
necropoli; è attestato nel tofet, dipinto, nello strato VI, e nell’abitato, come residuale55; a
Solunto, dall’abitato, sono attestati vari tipi della forma, inquadrati nell’ultimo quarto del
VII -‐‑ inizi del VI secolo a.C., mentre fuori dalla Sicilia, un esemplare acromo da Nora,
simile nella tettonica, è datato al primo quarto del VI a.C.56.
50 TUSA 1978, p. 41, t. 109, tav. XXVIII, 2; VEGAS 1999, p. 137, fig. 25, 4, pp. 137-‐‑138, fig. 25, 5-‐‑6, forma 1.2. 51 Per la necropoli, CIASCA 1979, p. 214, fig. 17,5, t. 172; per il tofet, strato III, CIASCA 1968, tav. XXXIV,1,3, CIASCA 1969, tav. LVI,1, CIASCA 1973, tav. XLIII,5, CIASCA 1978b, tav. LXXIV,3,6, CIASCA 1991, p. 182, fig. 4. 52 Per Toscanos, KEESMANN, NIEMEYER 1989, p. 101, fig. 4, g-‐‑h, da contesto abitativo; per Trayamar, SCHUBART 1976, pp. 184-‐‑186, tav. XXIX, n. 4, dalla t. 4. 53 VECCHIO 2002, pp. 246-‐‑247, tav. 34, 4, acromo; TUSA 1978, p. 56, t. 144, tav. XLII,2, in Red Slip; su questo esemplare, si veda ora BARTOLONI 2010, p. 59, fig. 2 54 NIEMEYER, SCHUBART 1975, p. 76, tav. 14, n. 568. 55 CIASCA 1991, p. 184, fig. 10, VECCHIO 2002, pp. 248-‐‑249, tav. 37,1-‐‑2. 56 Solunto, TERMINI 2005, pp. 691-‐‑692, fig. 2; Nora, BOTTO 2009, pp. 136-‐‑137, n. 78.
15
Piattelli ombelicati -‐‑ tav. 1.1, fig. 1
La morfologia di questo tipo57 presenta caratteristiche “seriali” definite dalla dimensione e
dal profilo e sembra essere destinato, in modo quasi esclusivo, a rivestire la funzione di
coperchio nel santuario del tofet 58, come attestano anche i rinvenimenti dello scavo Ciasca
e la sua totale assenza dai corredi editi della necropoli.
Il piatto n. 5 con il piede modanato e la larga tesa convessa accompagna le deposizioni
dello strato I che coprono un arco temporale dalla fine del V secolo, al IV-‐‑III secolo a.C.59;
la tesa e l’ombelicatura rimandano ad un tipo individuato a Cartagine, dove è datato al V-‐‑
IV secolo a.C. e a Nora60.
Negli esemplari nn. 6-‐‑11, di piccole dimensioni, la tesa è distinta e la base ha disco
centrale, fattore che sembra confermare, anche a Mozia, lo sviluppo formale dei piatti
cartaginesi che acquistano una maggiore profondità e una accentuata rigidità della tesa,
decisamente inclinata verso l’interno, nella fase tardo arcaica61.
Skyphoi
Questi vasi potori (tav. 2, 2.1, fig. 2) imitano gli skyphoi protocorinzi e di ispirazione
protocorinzia, circolanti in Sicilia62, a decorazione geometrica; la vasca è caratterizzata da
un profilo troncoconico, con pareti rettilinee, o da una sezione emisferica, con pareti
convesse.
L’aspetto che caratterizza gli skyphoi è la decorazione, di tipo geometrico complesso, con
metope e triglifi, o semplice, eseguita con una serie di linee nere che sottolineano i punti
nodali della tettonica del recipiente, orlo, diametro massimo, fondo; essi sembrano avere
delle caratteristiche di tipo regionale e consolidano una morfologia in ambiti geografici
circoscritti, rispondendo così alle sollecitazioni di mercati e destinatari, che sembrano 57 Vicino, nella conformazione della tesa, alla serie 118 della “Zona A”, VECCHIO 2002, p. 246, tav. 34,1. 58 Tutti i piatti relativi a questo tipo sono conservati, attualmente, nella vetrina 4, che sembra contenere, per lo più, i materiali connessi a questa area sacra. 59 CIASCA 1968, p. 31, tav. XXXII,1,3. 60 Cartagine, VEGAS 1987, p. 396, fig. 8,139, sostegno di una lucerna, VEGAS 1999, p. 138; Nora, BOTTO 2009, p. 117, n. 290, datato alla prima metà del IV a.C. 61 CIASCA 1967, tav. XXVIII,1,3, CIASCA 1991, p. 182, fig. 4, strato III, fine VI-‐‑inizi V a.C.; per Cartagine, VEGAS 1999, p. 137, fig. 25,9-‐‑11, forma 1.2. 62 VALLET, VILLARD 1956, p. 22, tavv. I,2, III,6-‐‑7, FRASCA, FOUILLAND 1994, pp. 514-‐‑516, fig. 170.
16
attuare specifici interessi ‘culturali’. Ciasca aveva, infatti, già immaginato che la
propensione per questo particolare tipo di recipiente corrispondesse ad una determinata
mediazione attuata nell’ambito dell’Occidente siciliano63; queste modalità di assimilazione
o acculturazione sembrano le stesse che investono un’altra comunità insulare di tipo
‘misto’64, Pithekoussai, dove alcuni defunti vengono accompagnati da skyphoi di fabbrica
locale dalla morfologia simile a quelli moziesi o da quella che sembra una versione più
grossolana in argilla locale65.
All’interno del gruppo della Collezione si può individuare una doppia linea evolutiva che
comprende una sequenza dal profilo quasi continuo dalla base all’orlo con un vasca
tendenzialmente emisferica, nn. 12-‐‑15, mentre l’altro gruppo presenta un corpo più
schiacciato e una carena accentuata dove vengono applicate le anse e si innesta l’orlo66, nn.
16-‐‑1867. Questa differenza è accentuata anche dalla decorazione, metopale con triglifi dritti
od ondulati68 e con fasce in Red Slip nel primo gruppo, ma anche da una serie intermedia
già decorata con elementi lineari69, nn. 14-‐‑15, che diventeranno prevalenti nel secondo
gruppo tipologico, nn. 16-‐‑18: la cronologia dei due esemplari con decorazione metopale,
nn. 12-‐‑13, si inquadrerebbe nel PCA-‐‑PCM70, mentre gli altri potrebbero essere inclusi
nell’ambito della seconda metà del VII secolo a.C.
63 CIASCA 1991, p. 183; BRIESE, DOCTER 1992, p. 35; diversamente, allo stato attuale della documentazione, avviene a Cartagine, dove è assente dalla necropoli, VEGAS 1999, p. 148. 64 NIZZO 2007, p. 19. 65 BUCHNER, RIDGWAY 1993, tav. 95,1, tomba 240, tav. 115,3, tomba 303, tav. 163,2, tomba 549; un esempio di coppa locale, ibidem, t. 243, tav. 95,6; per la tipologia, NIZZO 2007, p. 153, B390(AL)C e C2, tav. 9, datati al MPC, per i modelli corinzi, ibidem, p. 157, B390 (AI-‐‑C) D5 e D6, tav. 10. 66 Esempi anche da Malta, CIASCA 1999, p. 76, fig. 7, CIASCA 1982, pp. 144-‐‑145, fig. 5, SAGONA 2002, pp. 196-‐‑197, fig. 341,13-‐‑14, forma I:1-‐‑2, con datazione al VII a.C. 67 I due gruppi sono documentati (gli esemplari pubblicati sono 18) anche nelle tombe Tusa; si veda, ad esempio, per il primo gruppo, TUSA 1972, p. 69, tav. LI,1, t. 26, ibidem, p. 74, tav. LVI,1, t. 34; per il secondo, ibidem, p. 39, tav. XVII,3, t. 3, p. 41, tav. XXXI,2, t. 5. 68 Da Mozia, TUSA 1972, tav. XLIII, 2, dal “fossato”; altri esempi con triglifi ondulati da Cartagine e da S. Antioco, VEGAS 1999, p. 149, fig. 42,8, 10 e BERNARDINI 2000, p. 43, fig. 10,3. 69 BARTOLONI 2010, p. 66, figg. 76-‐‑77, tt. 3 e 10, TUSA 1972, p. 39, tav. XXVII,3, p. 45, tav. XXXIV,1. 70 Dall’abitato di Cartagine è attestato uno skyphos decorato a tremoli e fascia a Red Slip datato al secondo quarto del VII a.C., BRIESE 2007, p. 304, fig. 131, n. 1695.
17
Coppe
Questa classe di recipienti aperti comprende coppe di piccole dimensioni che concorrono a
definire la facies insediativa originaria delle colonie occidentali e contribuiscono alla
caratterizzazione levantina del repertorio ceramico in Red Slip 71.
Le produzioni principali della Collezione sono identificate dalle coppe di tradizione
orientale, dalle troncoconiche, da quelle a calotta e da quelle carenate.
Coppe di tradizione orientale -‐‑ tav. 3, fig. 3
All’interno della Collezione sono conservate tre coppe pertinenti a produzioni molto
differenti: l’esemplare n. 19 imita pedissequamente nella morfologia i modelli metallici ed
è, in linea diretta, un prodotto
di fabbriche levantine,
circostanza che sarebbe
confermata dall’argilla non
affine alle produzioni moziesi;
la datazione non dovrebbe
scendere oltre la fine dell’VIII
secolo a.C.72.
La coppa n. 20 ingubbiata a
Red Slip, con una tesa dritta molto sviluppata e
dalla incerta funzionalità73, è rara a Mozia, se
si considerano gli altri due esempi dipinti, fuori contesto, dalle mura e dalla “Zona
industriale” 74 ; dalle foto dell’archivio Whitaker (imm. 3) 75 si desume che la coppa
costituisse il coperchio dell’anfora n. 129 con la quale, quindi, condivide la datazione al 71 MAASS-‐‑LINDEMANN 1999, p. 134, fig. 5,2a-‐‑c. 72 MAASS-‐‑LINDEMANN 2000, pp. 225-‐‑233, con riferimento alla ceramica di Samaria; un confronto molto vicino alla coppa della Collezione, con piede a disco, in LEHMANN 1996, pp. 381-‐‑382, tav. 20, forma 118a/1, da Zincirli, fuori contesto. 73 Incertezza anche sulla sua genesi in Oriente, BARTOLONI 1996, p. 81 e, da ultimo, BOTTO 2009, pp. 163-‐‑164, dove si considerano appartenenti al gruppo, forme e tipologie molto diverse. 74 CIASCA 1979, p. 208, tav. LXXVII,1, decorato da una semplice linea nera sull’orlo e senza fondo a disco; TUSA 1978, tav. LIII,2. 75 Si tratta della prima anfora in alto a sinistra, TOTI 2008, p. 60, fig. 10.
18
secondo quarto -‐‑ metà VII secolo a.C. La forma in Red Slip è poco comune nel repertorio
fenicio ma è nota da un altro contesto funerario in Sardegna, dalla necropoli di Bitia76.
L’altra coppa, n. 21, emisferica, costituisce anch’essa un unicum nella documentazione
funeraria dell’isola, ed ha chiari antecedenti orientali, testimoniati dalla sua presenza nei
siti di Sarepta e, più recentemente, di Beirut, dove gli esemplari mostrano varianti di
decorazione in Red Slip con una cronologia inquadrata nell’VIII secolo a.C.77.
Coppe troncoconiche -‐‑ tav. 4, fig. 4
La struttura del recipiente fa pensare all’uso sistematico di una matrice poiché non
risultano varianti consistenti e la
morfologia non sembra avere
modifiche sostanziali nel passaggio
dal patrimonio morfologico dei siti
orientali alle colonie occidentali78; la
sola differenza riguarda il fondo del
vaso che può essere a disco, indistinto
o con un umbone piatto.
L’esemplare più antico della
Collezione è quello decorato a Red
Slip con fondo a disco, n. 22: la qualità
dell’ingubbiatura e l’accurata
lucidatura del resto del corpo potrebbero
indicare una cronologia molto vicina alla fine dell’VIII secolo a.C., all’interno di una koinè
produttiva levantina definita come everted rim type bowl, nelle produzioni tipo Samaria
76 BARTOLONI 1996, p. 81, forma 8, fig. 16,108; la coppa, con ampia tesa convessa, è datata all’ultimo quarto del VII a.C. 77 PRITCHARD 1975, fig. 17, nn. 15-‐‑16, strato D1; BADRE 1997, p. 87, fig. 45,5-‐‑6. 78 CIASCA 1999, pp. 72-‐‑73; per Cartagine, PESERICO 2007, pp. 293-‐‑294, fig. 123, n. 1653a.
19
Ware ma anche in Red Slip, con attestazioni a Sarepta, Beirut e a Kition79, dove compare in
strati dell’ultimo terzo dell’VIII secolo a.C.
Il numero degli esemplari, cinque, nn. 23-‐‑27, testimonia una presenza sporadica nelle
tombe scavate da Whitaker (imm. 4)80, anche se esiste la possibilità che alcuni provengano
dalla trincea eseguita nel tofet dallo studioso inglese; la forma, infatti, è assente dai corredi
pubblicati da Tusa81.
Queste coppe accompagnano la fase più antica dell’insediamento anche a Cartagine e
compaiono nel tofet e nella necropoli82: la loro datazione comprende la fase arcaica e non
supera la fine del VI secolo a.C.
Coppe a calotta -‐‑ tav. 5, 5.1, fig. 5
Nella Collezione possono distinguersi, fondamentalmente, due tipi: uno con la parete
superiore inclinata verso l’interno ed una carena accentuata, nn. 28-‐‑29, 33-‐‑35, l’altro con la
parete superiore verticale, nn. 30-‐‑32, 36-‐‑37. Una caratteristica che sembra dirimente in
ambito cronologico è la presenza del piccolo piede a disco che identificherebbe le
produzioni più antiche.
La coppa n. 28 mostra una fascia in Red Slip stesa sulla parte superiore, appartenente alla
fase più antica83 mentre la n. 29 è più tarda per l’assenza di Red Slip e potrebbe collocarsi
all’interno del VII a.C.; le coppe a parete rettilinea e piede a disco, nn. 30-‐‑32, sono decorate
da linee nere, doppie o triple, sempre sulla parete superiore del vaso e la loro più antica
presenza in un corredo funerario è confermata dallo skyphos protocorinzio della tomba
103, datato al PCA84.
79 CHAPMAN 1972, p. 169, fig. 28,302, da Qrayé, BADRE 1997, p. 87, fig. 45.4, da Beirut; Kition, BIKAI 1987, p. 43, tav. XX,552, con datazione alla seconda metà dell’VIII a.C. 80 Utilizzato come coperchio dell’anfora in secondo piano. 81 PACE 1915, fig. 8, la tomba in primo piano, CIASCA 1999, pp. 72-‐‑73 e nota 16 con bibliografia, CIASCA 1978b, p. 128, tav. LXXIV,1,4,7; dalla “zona industriale”, TUSA 1973, p. 55, tav. XXXIX,2,d; sul suo possibile uso, da ultimo, BOTTO 2010, pp. 157-‐‑158, fig. 17. 82 Per Cartagine, tofet, HARDEN 1937, p. 83, fig. 7, C1, per l’abitato, VEGAS 1999, p. 143, fig. 32, 1, forma 4.1, dove compare nell’VIII ma diventa frequente nella prima metà del VII a.C., VEGAS 2000b, p. 356, fig. 3,10-‐‑11; necropoli, LANCEL 1982, p. 337, n. 8, fig. 548, t. A.142. 83 Per il tipo n. 28, dall’abitato di Mozia, cfr. FAMÀ, TOTI 2000, p. 453, tav. LXXXVIII,6, seconda metà VII a.C., con una cronologia forse troppo bassa; per Cartagine, PESERICO 2007, pp. 280-‐‑281, fig. 113. 84 Per la forma, TUSA 1978, p. 10, fig. 3, 7, per la t. 103, ibidem, tav. XXV,3; per la data, DEHL 1984, p. 225.
20
Le coppe nn. 33-‐‑35, con le pareti inclinate e senza piede, hanno paralleli nelle tombe
moziesi e dovrebbero inquadrarsi intorno alla metà del VII secolo a.C.85.
Coppe a calotta acrome, simili al n. 37, provengono dalla necropoli e dal tofet, datate alla
seconda metà del VII secolo a.C.86. La forma è comune anche a Cartagine, per tutto il VII e
fino alle soglie del VI secolo a.C., in contesto abitativo, mentre sembra rara nella necropoli,
con un solo esempio noto, datato alla metà del VII secolo a.C.87.
L’esemplare acromo n. 38, con il profilo continuo della vasca mostra dei paralleli con la
coppa decorata a Red Slip della tomba 76 di Mozia mentre il tipo a Cartagine appare in
strati dell’ultimo terzo dell’VIII secolo a.C.88; la coppa della Collezione, acroma, dovrebbe
essere datato non oltre la metà -‐‑ seconda metà del VII secolo a.C.
Coppe carenate -‐‑ tav. 6, fig. 6
Le coppe carenate, con pareti concave accentuate, nn. 39-‐‑41, hanno una vasca decisamente
profonda con fondo distinto a disco e mostrano uno sviluppo notevole della parte
superiore della carena. Gli esemplari della Collezione non presentano rivestimento a Red
Slip e come unica decorazione si caratterizzano per una o due linee nere sulla parete
superiore; nella necropoli arcaica questa forma è rara, e si presenta con ingubbiatura a Red
Slip all’esterno, sulla parete superiore, o acroma89.
La coppa n. 42 può confrontarsi con un esemplare decorato da due linee nere e parete
superiore concava, in un contesto di VI secolo a.C. dall’abitato di Mozia90.
85 TUSA 1972, p. 49, tav. XXXVI,1, t. 14, TUSA 1978, p. 35, tav. XXIII,4, t. 97, p. 61, tav. XLIX,1, t. 161; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 326, fig. 54, ma la parete è verticale. 86 Tofet, CIASCA 1991, p. 182, fig. 1, CIASCA 1979, p. 213, nota 22, fig. 17, 3, t. 172. 87 VEGAS 1999, p. 140: gli esemplari più antichi presentano una decorazione bicroma mentre quelli recenti sono dipinti con linee scure; per la necropoli, LANCEL 1982, p. 356, fig. 597, A.154.6. 88 TUSA 1978, tav. XV,4; VEGAS 1999, p. 139, forma 2.1, fig. 27,4, anche a Red Slip, dall’abitato, con bibliografia sui prototipi e la diffusione; cfr. anche VEGAS 2000a, pp. 1238-‐‑1239, n. 4, fig. 2. 89 Nella t. 69 (Red Slip) e nelle tt. 55 e 125 (acrome), TUSA 1978, p. 21, tav. XII, 4, p. 14, tav. VI,2 (BARTOLONI 2010, fig. 9), p. 48, tav. XXXIII,5 e TUSA 1972, tav. LVII,2, t. 35 (BARTOLONI 2010, fig. 8), tav. XXXVI,2, t. 15 (BARTOLONI 2010, fig. 7) SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 326, fig. 55; acroma, BARTOLONI 2010, fig. 9, t. 55. In Sardegna, a Red Slip, BERNARDINI 1990, p. 85, fig. 3, f. 90 Esemplare frammentario dall’acropoli, Zona D, SPAGNOLI 2007, p. 98, tav. LXXX.
21
In un altro contesto abitativo -‐‑ Cartagine, Decumano Massimo e “Quartier Magon” -‐‑ sono
attestate e definite come Becher mit Wandknick, decorate da una fascia a Red Slip all’esterno,
presenti per tutto il VII secolo a.C. e provenienti anche dalla necropoli di Byrsa91.
Nella necropoli di Malta, forma e decorazione simili attestano una presenza molto precoce
del recipiente, tra la fine dell’VIII e gli inizi del VII secolo a.C.92.
Nella necropoli di Mozia l’adozione di questa particolare tipologia corrisponde ad un
largo ambito cronologico, lungo il VII secolo e fino ai primi decenni del VI secolo a.C.
Tazze -‐‑ tav. 7, fig. 7
Questa particolare forma di vaso potorio, nn. 43-‐‑45, trova confronti nei corredi ellenistici
di Lilibeo, come attestano i ritrovamenti in alcune tombe, datate al 200-‐‑160 a. C.93; la tazza
è diffusa anche nella Sicilia occidentale interna, presente nell’abitato e nella necropoli di
Entella, i cui esemplari sono stati datati alla seconda metà del III-‐‑inizi del II a.C.94. La
funzione del vaso sembrerebbe molto specifica, tanto da designare una morfologia del
tutto nuova, assente dal repertorio fenicio arcaico e punico.
La ceramica da mensa. Forme chiuse
Brocche trilobate
E’ una delle forme “guida”, quasi sempre presente nei corredi funerari durante tutto il
corso della storia della colonia fenicia, con una notevole differenziazione morfologica sia
nello sviluppo diacronico, che in senso sincronico. Sono rappresentate nella Collezione, in
linea generale e numericamente maggioritarie, quattro differenti produzioni, tre di origine
orientale e una di influenza greca: la prima è la forma trilobata95 caratterizzata dalla
doppia ansa a bastoncello, dal corpo definito variamente in letteratura come “biconico” o
91 VEGAS 2000a, p. 1245, fig. 5,7, p. 1246, fig. 6,6-‐‑7, quest’ultimo esemplare datato alla seconda metà del VII a.C.; LANCEL 1982, p. 299, figg. 436-‐‑437, A 194.1. 92 SAGONA 2002, p. 360, fig. 340, bowl I:3, del tipo a Red Slip sulla parete superiore. 93 DI STEFANO 1993, fig. 20, 8; BECHTOLD 1999, pp. 120-‐‑121, tav. XVI, n. 154, TAZ 2, t. 159,3. 94 MICHELINI 2003, pp. 943-‐‑944, tav. CLXIX, 3; DI NOTO, GUGLIELMINO 1994, p. 525, tav. CXXIII,3. 95 Si preferisce mantenere la definizione corrente nella letteratura tedesca e spagnola, laddove è invalsa in quella italiana la fuorviante definizione di ‘bilobata’ con l’inclusione di forme diverse, cfr. da ultimo BOTTO 2009, p. 191.
22
piriforme (birnenförmig), e originata dal modello realizzato con materiali di pregio e
documentata nelle tombe delle aristocrazie indigene, dall’Italia centrale alla Spagna
meridionale, e che appare, in ceramica, nella versione a Red Slip con numerose varianti96.
La seconda è la brocca trilobata con corpo ovoide o globulare o a campana, collo conico a
pareti concave, anch’essa presente nei contesti tombali del Levante: le varianti sono
numerose tra le derivazioni fenicie delle madrepatria e quelle delle zone di
colonizzazione97; piriformi e trilobate del secondo gruppo sono tradizioni che non si
succedono meccanicamente, secondo un ordine cronologico, ma sembrano già coesistere
fin dalla loro prima apparizione nel Levante, come attestano, ad esempio, i corredi delle
necropoli di Tiro e Akhziv98.
La terza produzione, individuata all’interno della Collezione, include una forma che è
caratterizzata da una notevole espansione della fascia esterna dell’orlo che resta
l’indicatore più visibile di una sequenza di tipi che appaiono dalla fine del VI secolo a.C. e
continuano fino alla piena età ellenistica.
L’ultimo gruppo morfologico è quello che imita la brocche trilobate di tipo greco, a vernice
nera, caratterizzate da forme del corpo slanciate e dal piede largo a disco.
Trilobate piriformi -‐‑ tav. 8, 8.1, fig. 8
I recipienti hanno il collo conico con pareti rettilinee, regolari; il corpo è ovoide, alto, con
una spalla arrotondata che si innesta alla base del collo con il tipico cordolo che
caratterizza la forma e l’imitazione dal modello metallico; la brocca nella fase più antica, in
tutti i contesti di rinvenimento, è ricoperta interamente con Red Slip, come gli esemplari
nn. 46-‐‑47 che, però, mostrano notevoli differenze dimensionali e morfologiche. Anche le
tombe scavate da Tusa, databili al tardo PCA e al PCM, secondo il materiale
d’importazione, presentano un tipo diverso per ogni tomba99.
96 GRAU-‐‑ZIMMERMANN 1978, p. 163, fig. 3, tipo B I; 166-‐‑169; anche nelle produzioni di arrivo dei coloni sono attestate diverse varianti coeve: cfr., ad esempio, la t. 4 di Trayamar, PELLICER CATALÁN 2007, pp. 57-‐‑58, fig. 84. 97 BIKAI 1987, pp. 29-‐‑34, tav. 14-‐‑16, nn. 349-‐‑409, VEGAS 1999, p. 158. 98 MAZAR 2004, fig. 5,7-‐‑8, NÚÑEZ CALVO 2010, p. 59. 99 TUSA 1978, t. 58, tav. VI,3, t. 81, tav. XVIII,2, t. 106, tav. XXVI,5, t. 116, tav. XXXI,1.
23
Una prima elaborazione della forma ha considerato le brocche con rapporto dimensionale
maggiore del collo rispetto al corpo come la più antica100. Tuttavia, la brocca n. 47, a Red
Slip, introduce una novità morfologica che sembra variare e integrare tale assunto perché
le minori dimensioni e il vistoso schiacciamento del corpo afferiscono, probabilmente, ad
un’altra, parallela, tradizione. Le tombe 58, 69, 95, 163 della necropoli testimoniano la
frequenza di questa variante con il collo quasi incastrato nel corpo101: d’altra parte tale
variante, coeva al primo arrivo dei coloni alla fine dell’VIII secolo a.C. in Sardegna, è
attestata a San Giorgio di Portoscuso102, con il cordolo tra corpo e collo che si trasforma in
un incavo profondo; da una tomba di Amathus un esemplare a Red Slip sembra ben
rappresentare un possibile antecedente levantino103. La persistenza di questo differente
filone appare confermato da un’altra brocca -‐‑ n. 48 -‐‑ più tarda, priva ormai di Red Slip e
dipinta con due linee nere sotto il cordolo che si presenta rilevato, quasi ‘incavato’, e con
un rapporto dimensionale nettamente a favore del collo.
Le trilobate dipinte con una, due o tre linee nerastre appena sotto il cordolo -‐‑ n. 49 -‐‑, sono
presenti in alcune tombe databili al PCM II, elemento che, quindi, collocherebbe lo
sviluppo di questa serie intorno al secondo quarto del VII secolo a.C.104.
Per le tre brocche prive di rivestimento e non dipinte, nn. 50-‐‑52, si potrebbe ipotizzare una
produzione cursoria, attiva ancora sullo scorcio del VII e che si attesta, probabilmente, alle
soglie del VI secolo a.C. prima di essere sostituita da altre forme di trilobate; la brocca
presente nella tomba 169, databile al terzo quarto del VII secolo a.C., potrebbe essere
considerata come uno dei prototipi per questa tradizione delle officine moziesi105; solo lo
studio analitico dei complessi tombali scavati dopo Whitaker potrà confermare questa rete
di trasformazioni nella documentazione funeraria moziese.
100 SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 316. 101 TUSA 1978, tav. VI, 3 (BARTOLONI 2010, fig. 58), tav. XII, 4, tav. XXII, 5, tav. XLIX,3. 102 Hannibal ad portas, p. 155, fig. 3, BERNARDINI 2000, pp. 29-‐‑37, p. 33, n. 10.1, 34, fig. 2,1. 103 NÚÑEZ CALVO 2010, p. 60, fig. 4, 10. 104 TUSA 1978, p. 50, t. 128, tav. XXXV,2, con uno skyphos protocorinzio analizzato da DI STEFANO 2005, p. 598; CIASCA 1979, p. 214, nota 24, fig. 17,4. 105 CIASCA 1979, p. 212, fig. 16,8, con skyphos del PCT, cfr. TUSA 1984, p. 353, fig. 13, (datazione Amyx).
24
In particolare, la brocca n. 50, con gli alti lobi e la spalla rigonfia, ha dei paralleli nelle
tombe 1 e 2 scavate da Tusa e assegnabili alla seconda metà del VII secolo a.C.106.
Trilobate -‐‑ tav. 9, 9.1, 9.2, 9.3, fig. 9
La forma n. 54 rappresenta un elemento importante per la cronologia moziese, benché
decontestualizzata; essa, infatti, mostra sicuri modelli levantini e sembra accompagnare i
primi coloni fenici nella più antica fase della colonizzazione. Gli esempi conosciuti, integri,
provengono dal tofet di Cartagine -‐‑ ma anche i contesti abitativi della metropoli africana ne
hanno restituito frammenti -‐‑ e da S. Antioco/Sulky107. Il corpo dell’esemplare moziese è più
ovoide e la fascia esterna dell’orlo non presenta le caratteristiche incisioni parallele108; la
sua presenza nella necropoli moziese indica una pertinenza cronologica, alla fine dell’VIII
secolo a.C., che accomuna questi tre siti-‐‑chiave della diaspora coloniale fenicia.
L’esemplare n. 55 è una brocca trilobata di piccole dimensioni, simile ad un’altra
attestata dall’abitato, acroma e frammentaria109, che presenta una decorazione a brevi tratti
neri sull’ansa, sull’imboccatura e sulla spalla, mentre è lineare, continua, sul corpo. Il
modo di stendere i segmenti all’interno della bocca non sembra avere paralleli in ambito
fenicio occidentale; si potrebbe istituire una ipotesi di confronto con i trattamenti
decorativi presenti su un’altra brocca, recentemente rinvenuta a Byblos110; inoltre, la
caratterizzazione dell’ansa con tratti orizzontali è comune ad altri siti levantini come Tiro e
Khirbet Silm111. Il cordolo ben definito tra corpo e collo tradisce comunque un’origine
metallica per il tipo, che, allo stato della documentazione, sembra essere il prodotto di una
officina locale.
La serie di brocche nn. 56-‐‑60 appartiene ad una particolare produzione che sembra,
ancora, imitare le forme metalliche; alcuni elementi applicati sulla superficie come il
106 TUSA 1972, tavv. XXIV-‐‑XXV. 107 CINTAS 1950, tav. LXXIX,149ter, VEGAS 1999, p. 166, fig. 67,4-‐‑5, forma 33.1; BARTOLONI 1992, p. 196, fig. 2.12, BERNARDINI 1989, p. 138, tav. II, 1, BARTOLONI 2005, pp. 566-‐‑567, figg. 11-‐‑16. 108 La brocca è visibile anche in PACE 1915, fig. 8. 109 VECCHIO 2002, p. 253, tav. 43, 2: anche in questo tipo il passaggio tra collo e corpo è ben evidenziato. 110 HAMSY 2003, p. 252, tav. 4, 249, datata al Ferro II. 111 BIKAI 1978, tav. XX,7, CHAPMAN 1972, p. 83, fig. 8,44; tuttavia, questa decorazione è attestata anche in ambito indigeno, TROMBI 1999, tav. LXXXVIII, unità 1, tav. XC, unità 5.
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listello piatto sul collo o il cordolo all’attacco tra collo e corpo rappresentano gli elementi
caratterizzanti desunti direttamente dalla tettonica dei recipienti di bronzo o altro metallo.
Il tipo più antico, n. 56, (fig. 9) proviene da una sepoltura in pozzetto con anfora,
riconoscibile da una fotografia dell’archivio Whitaker (imm. 5): la brocca è accanto
all’anfora, assegnata alla fine del VII-‐‑primo terzo del VI secolo a.C.112; questo esemplare
mostra delle affinità strutturali con una brocca della necropoli di Bitia mentre la
produzione fittile che imita questi tipi metallici a Mozia è confermata, lungo il corso del VI
secolo, da un recipiente proveniente da una sepoltura posta sotto le fortificazioni113.
La brocca n. 58 (fig. 9),
caratterizzata da alti lobi e da un
cordolo tra collo e corpo, mostra
la caratteristica riduzione della
dimensione del collo, comune a
molte trilobate dei corredi di
Utica ed è databile alla prima
metà del VI secolo a.C.114.
Le brocche nn. 57, 59-‐‑60 con il
corpo ovoidale, il collo rastremato
o quasi cilindrico, sembrano esiti
locali di modelli che appaiono nel
Levante, rappresentati da forme
in Red Slip che propongono una
tettonica con corpo espanso rispetto al collo, allungato e innestato sulla spalla con un
cordolo115; nella necropoli moziese non esistono paralleli per questa forma mentre alcuni
112 WHITAKER 1921, pp. 252-‐‑253, fig. 34, urna 7, n. inv. Whitaker 3347; TOTI 2003, p. 1205, tav. CCV,3. 113 BARTOLONI 1996, p. 104, forma 28, fig. 26,263; CIASCA 1984-‐‑85, p. 554, tav. LXX,4, datata alla seconda metà del VI secolo a.C. e definita di produzione locale. 114 COLOZIER 1954, p. 160, fig. 23, t. 3 (la prima a sinistra). 115 A Cipro, come imitazioni, CULICAN 1982, tav. 5, il secondo e il quarto, da sinistra, come importazioni, BIKAI 1987, p. 49, tav. XIV,370,379, in entrambi i casi con fondo distinto.
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confronti possono ritrovarsi ancora ad Utica e, con qualche variante morfologica, in
Sardegna, nel primo quarto del VI secolo a.C.116.
Gli esemplari nn. 61-‐‑65 (tav. 9.1, fig. 9) costituiscono il gruppo omogeneo più
cospicuo tra le trilobate; la forma è attestata in un sarcofago scoperto sotto le fortificazioni
nord-‐‑orientali, in associazione con una bottiglia con orlo a disco e una kylix a vernice
nera117; il profilo continuo tra collo e corpo è la caratteristica principale di questa brocca
datata, grazie al contesto, alla metà del VI secolo a.C.
La brocca n. 66 (fig. 9) con corpo ovoide, breve collo rastremato e incavo accentuato
tra corpo e collo, trova un confronto nel corredo di un altro sarcofago, scavato da Isserlin;
la cronologia, fissata anche in questo caso da una kylix, la inquadra alla fine del VI secolo
a.C.; il tipo ha aspetti arcaizzanti e potrebbe riferirsi a modelli del patrimonio fenicio
d’Oriente, con esempi noti dalle tombe di Akhziv118.
Le brocche nn. 67-‐‑70 (tav. 9.1-‐‑.2, fig. 9) dal corpo schiacciato e dalla larga bocca
trilobata, hanno paralleli con una produzione diffusa in Sardegna, tra la fine del VI e il V
secolo a.C.119; alcuni tipi della Collezione mostrano cordoli o listelli all’attacco tra corpo e
collo -‐‑ sottolineando, forse, ancora reminiscenze di modelli metallici -‐‑ e sono attestati
anche in un esemplare da una tomba di Palermo, datata alla fine del VI secolo a.C.120.
Medesima ipotesi si potrebbe avanzare per le brocche nn. 71-‐‑73 (tav. 9.2) che, tuttavia, non
trovano un riscontro morfologico puntuale in altri siti punici o greci.
Le trilobate, nn. 74-‐‑76 (tav. 9.3) si definiscono grazie ad un deciso sviluppo dell’orlo,
con lobi larghi o alti; questa forma compare nel periodo ellenistico in contesti del
Mediterraneo centrale, dalla Sardegna alla costa dell’Africa settentrionale, a metà del IV
secolo a.C.121.
116 Un esemplare più antico in CINTAS 1954, p. 108, fig. 26, t. 9, FANTAR 1971, p. 131, tav. XXXIII,2; a Bitia, BARTOLONI 1996, p. 102, forma 26, fig. 39, n. 468, con collo più lungo e ansa a doppio bastoncello. 117 CIASCA 1990, pp. 8, 9, fig. 2. 118 Mozia, CULICAN 1958, pp. 23, 25, fig. 10, tav. II, c; Akhziv, CULICAN 1982, p. 75, t. 36, fig. 9, b. 119 Bitia, BARTOLONI 1996, p. 105, forma 29, fig. 35,397, Monte Sirai, BARTOLONI 2000a, pp. 112-‐‑113, forma 29, fig. 34,121, metà del VI a.C. 120 SARÀ 1993, p. 312, n. i. 29968. 121 BARTOLONI 1996, p. 105, p. 190, fig. 24, n. 199, fig. 42, n. 556.
27
Trilobate d’imitazione -‐‑ tav. 10, fig. 10
Modelli a vernice nera attica sembrano essere la fonte d’ispirazione per le due serie di
brocche, nn. 77-‐‑78 (fig. 10) e nn. 79-‐‑80 (tav. 10) che ne rappresentano le esatte riproduzioni
in ceramica acroma: nella prima vi si può riconoscere il tipo ring collar, produzione che si
colloca entro la seconda metà del VI secolo a.C., nella seconda la offset neck and trefoil mouth
della fine del VI a.C.122. La forma di queste brocche è diffusa nei siti punici con attestazioni
a Palermo, Utica e Cartagine nella prima metà del V secolo a.C.123.
La tradizione decorativa presente sulla n. 79, con tremoli e triglifi sopradipinti in bianco su
un fondo rosso vinaccia, appartiene ad un contesto ampiamente indigeno con un
repertorio definito da serie di segmenti ad onda sul collo e tratti verticali sulla spalla come
è ampiamente dimostrato, su altre morfologie di brocche, da Sabucina, Monte Bubbonia e
Monte Casasia124, testimonianze di un patrimonio decorativo circolante in Sicilia centro-‐‑
orientale nel corso del VI secolo a.C.
La brocca n. 80 mostra un motivo a gocce sulla spalla e serie di linee sul corpo che sembra
essere connaturato alla diffusione della forma, nel Mediterraneo centrale, durante la prima
metà del V secolo a.C.125.
La brocca n. 81 non sembra avere degli antecedenti certi nel patrimonio vascolare greco ed
è probabile che essa rappresenti un ibrido che coniuga la tradizione delle brocche fenicio-‐‑
puniche senza piede e il corpo a sacco, con la bocca dai grandi lobi della tradizione
attica126.
122 SPARKES, TALCOTT 1970, pp. 58-‐‑59, tav. 5,92,100; a Palermo è presente una variante più tarda della ring collar, DI STEFANO 2000a, p. 1298, fig. 2. 123 Palermo, SARÀ 1993, p. 306, n. 400; Utica, CINTAS 1954, p. 101, fig. 10, t. XXXVIII, MAASS-‐‑LINDEMANN 1982, p. 198, tav. 32,7,1-‐‑2; Cartagine, VEGAS 1999, pp. 167-‐‑168, forma 34, fig. 69,2. 124 Sabucina, TIGANO 1985-‐‑86, tav. LXI, CL 863; Monte Bubbonia, PANCUCCI, NARO 1992, figg. 15-‐‑16, f, a; Monte Casasia, FRASCA, FOUILLAND 1994, pp. 543-‐‑544, fig. 186, nn. 284, 317. 125 Cfr. nota 122. 126 ROTROFF 2006, pp. 69-‐‑70, fig. 1,2, chous con piede ad anello, datata dal 350 a.C. al primo quarto del III a.C.
28
Trilobate con orlo a fascia -‐‑ tav. 11, fig. 11
La forma rappresentata dalle brocche nn. 82-‐‑84, si attesta tra la fine del V secolo a.C. e gli
inizi di quello successivo. La versione più antica, rappresentata dalla n. 82, è dipinta con
serie di linee rosso ruggine o può presentarsi anche acroma127.
Se la brocca n. 85 non sembra collocabile in sequenze o tipologie note, gli esemplari nn. 86-‐‑
89, caratterizzati da un fondo indistinto e dal corpo espanso, rastremato verso il basso
sono confrontabili con brocche algerine, da Tipasa, datate agli inizi del IV secolo a.C.128.
Per le brocche nn. 90-‐‑91 il repertorio lilibetano testimonia l’uso di questi recipienti, nei
corredi tombali, con base distinta e corpo ovoide o rastremato in basso, dalla fine del IV
secolo a.C.129.
Brocche con bocca circolare
Tre diverse tradizioni sono testimoniate nella Collezione: la più antica ha antecedenti
levantini sia sulla costa fenicia che in contesti ciprioti mentre l’altra mostra rare
attestazioni che sembrano indicare una produzione sviluppatasi in ambito centro-‐‑
mediterraneo.
L’ultima, più tarda, subisce l’influenza delle produzioni di ceramica acroma attestate dagli
scavi di Corinto e dell’Agorà di Atene, a partire dal V secolo a.C.130.
Brocche con corpo ovoide -‐‑ tav. 12, fig. 12
Questo particolare recipiente ad imboccatura circolare, n. 92, è unico nella Collezione e
altri due esemplari -‐‑ di cui uno decorato con larghe bande in Red Slip -‐‑ provenienti dalla
necropoli Tusa, indicano la persistenza di una morfologia ben caratterizzata 131 . La
decorazione con fascia a Red Slip e tratto a zigzag continuo dovrebbe avvicinare il vaso ad
una fase iniziale del VII secolo a.C. La forma è testimoniata come importazione in Etruria e 127 DI STEFANO 1993, p. 41, tav. XXXII,5, fig. 14,3. 128 LANCEL 1968, p. 129, fig. 96, dipinta. 129 BECHTOLD 1999, tav. XXI, n. 215, BR 7B, t. 30, per il corpo schiacciato, tav. XXI, n. 214, BR 7A, t. 52, per il corpo ovoide. 130 ROTROFF 2006, pp. 76-‐‑77. 131 CINTAS 1966, p. 113, fig. VII,b; TUSA 1972, t. 20, tav. XLVI,2, TUSA 1978, t. 140, tav. XXXIX,4, meno cogente per il profilo del corpo; BARTOLONI 2010, p. 62, fig. 36.
29
origina da contesti levantini come Sarepta o Cipro mentre in Occidente è presente ad
Utica, Cartagine e nella necropoli di Bitia132.
Brocche con corpo a campana -‐‑ tav. 12, fig. 12
La forma n. 93, dipinta con serie di linee nere, appartiene alla fase più antica di una
tradizione che sembra originare nel Mediterraneo centrale, tra Sardegna e Sicilia, a partire,
rispettivamente, da Sulcis, Nora, Bitia, e da Lilibeo. L’esemplare dipinto della Collezione
dovrebbe collocarsi tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. coevo a quello di Monte
Sirai133. Le brocche più recenti modificano l’orlo che diventa a sezione triangolare ma
conservano la tettonica generale, come attestano i ritrovamenti dalla necropoli di Lilibeo e
dalla Sardegna, nel IV e III secolo a.C.134.
Brocche d’imitazione -‐‑ tav. 12, 12.1, fig. 12
Gli esemplari inclusi in questo gruppo sono il prodotto di una assimilazione o di una
ibridazione di forme di origine greca, sia acrome che a vernice nera, risultato della
diffusione di categorie funzionali -‐‑ recipienti per la conservazione dei liquidi -‐‑ nella
cultura materiale delle città greche e puniche.
Le brocche con collo cilindrico, nn. 94-‐‑99, si inseriscono in una produzione di ceramica
comune che aggrega centri sicelioti e centri punici e, in Sicilia occidentale oltre a Mozia,
queste compaiono a Lilibeo ed Entella135 con una cronologia attestata dalla fine del IV a
tutto il II secolo a.C.; la forma è presente anche in Sardegna136 e in Africa settentrionale con
varie tipologie137.
132 Populonia, MARTELLI 1981, p. 404, tav. LXXXIX,1-‐‑2; Sarepta, CULICAN 1970, pp. 14-‐‑15, fig. 3,8, tav. II, A; Cipro, GJERSTAD 1948, fig. XXXVIII,10, trilobata; Utica, CINTAS 1951, pp. 40-‐‑42, fig. 11, t. XVI; Cartagine, BRIESE 2007, pp. 309-‐‑310, fig. 136, n. 1745; Bitia, BARTOLONI 1996, pp. 94-‐‑95, forma 18, fig. 30, 324. 133 BARTOLONI 1983, p. 49, fig. 3, c; DI STEFANO 1993, p. 33, fig. 12,1. 134 BECHTOLD 1999, p. 129, BR 2 A, tav. XIX,197; BARTOLONI 2000b, pp. 93-‐‑94, fig. 4,33. 135 Per i nn. 94-‐‑95, ROTROFF 2006, pp. 76-‐‑77, forma 2, fig. 8, n. 41-‐‑43, ad Atene a partire dal terzo decennio del III a.C., dal IV a.C. a Corinto; Lilibeo, BECHTOLD 1999, p. 130, tav. XX, BR 5; per Entella, MICHELINI 2003, p. 945, nota 63, tav. CLXIX,6-‐‑7. 136 Per i nn. 96-‐‑97, rispettivamente BOTTO 2009, p. 207, n. 238 (fine III-‐‑II a.C.), e p. 207, n. 237 (avanzato IV a.C.); cfr. anche VEGAS 1999 p. 164, forma 29.2, fig. 63b. 137 VUILLEMOT 1965, p. 190, fig. 72,35-‐‑37.
30
La brocca n. 100, con l’orlo ad imbuto ispessito, sembra desumere la particolare
imboccatura dalle lekythoi a vernice nera; è attestata in Sicilia, nella necropoli di Lilibeo e a
Lipari, a partire dal III secolo a.C.138 ed è presente anche a Cartagine139.
Vasi chardon
Questo recipiente (tav. 13, fig. 13) rappresenta, ancora, un elemento funzionale di incerta
collocazione140 nelle categorie d’uso della ceramica comune. Il corpo globulare od ovoide
facilita certamente la prensione, così come l’alto collo svasato e l’orlo estroflesso sembrano
accordarsi con una morfologia comune ai vasi potori.
Il vaso chardon, senza paralleli nel Levante e a Cipro, è presente a Malta, Cartagine e
Spagna meridionale e mostra di essere scelto con una diffusa frequenza nelle sepolture
dell’Africa settentrionale, dall’Algeria al Marocco141 con delle caratterizzazioni regionali.
Nella necropoli moziese sono presenti due diverse tipologie legate all’aspetto
dimensionale: il n. 101 ha un notevole sviluppo in altezza, corpo ovoide decorato con Red
Slip all’esterno 142 , mentre gli esemplari nn. 104-‐‑105 assumono l’aspetto di bicchieri
miniaturistici143. Questa dicotomia morfologica sembra confermata da altri rinvenimenti
moziesi, come attesta il grande chardon trovato dalla Ciasca in un probabile contesto
funerario, disturbato, e la presenza di più piccoli esemplari nelle tombe scavate da Tusa,
associati a coppe a calotta: l’aspetto dimensionale, tuttavia, non sembra discriminante per
la recenziorità di un tipo rispetto all’altro144.
138 DI STEFANO 1993, fig. 12,3,7, BECHTOLD 1999, p. 128, tav. XIX,196, BR1, DENARO 2000, p. 406, fig. 10d. 139 BECHTOLD 2007, p. 367, fig. 181, n. 2155, per l’orlo, prima metà del II a.C. 140 CIASCA 1991, p. 181, nota 20, DEL VAIS 1994, passim; SAGONA 2002, p. 164, BARTOLONI 2003, pp. 169-‐‑171, BARTOLONI 2010, p. 61, figg. 15-‐‑18; per il tofet di Cartagine, BÉNICHOU-‐‑SAFAR 2004, p. 41. 141 VUILLEMOT 1955, tav. VII,22-‐‑23, CULICAN 1982, pp. 71-‐‑73, fig. 12, VEGAS 1999, p. 153, ‘Becher mit Hals’; per il Marocco, KBIRI ALAOUI 2000, pp. 1194-‐‑1195. 142 SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 324, fig. 51. 143 Il loro aspetto rimanda al kernos della tomba 29, costituito proprio da una serie di piccoli chardon connessi all’anello cavo, TUSA 1972, tav. LIII, CIASCA 1991, p. 180, nota 7; questo potrebbe rafforzare l’ipotesi di un uso espressamente cultuale: vd. SAGONA 2002, p. 164, con bibliografia precedente. 144 CIASCA 1979, fig. 18, 11; TUSA 1972, t. 13, tav. XXXV,2, t. 36 (con Red Slip) datata al PCA, tav. LVII,6, t. 45, tav. LIX,1; TUSA 1978, t. 58, tav. VI,3, t. 118, tav. XXXI,3, t. 130, tav. XXXVI,2; CIASCA 1979, t. 168, tav. LXXIII,1, SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 327, BARTOLONI 2010, p. 61.
31
Il vaso n. 103, decorato con fasce rosse, è confrontabile con uno proveniente da Malta145; il
n. 104 potrebbe identificarsi con il piccolo vaso in primo piano visibile nella foto Whitaker
(imm. 5), già menzionata per la brocca trilobata n. 56, e quindi databile alla fine del VII-‐‑
inizi del VI secolo a.C.146.
La scarsa attestazione in contesti abitativi, la presenza contestuale nei corredi tombali di
altri recipienti potori e la tendenza a variazioni delle dimensioni sulla scorta di possibili
‘ideologie’ funerarie, potrebbero essere indicatori di un uso specifico dello chardon nei riti
funebri con la consumazione/conservazione di un liquido particolare.
La ceramica da cucina
Olle -‐‑ tav. 14, tav. 14.1, tav. 14.2, tav. 14.3, fig. 14
Questi recipienti appartengono alla forma cosiddetta “cooking pot”, monoansata,
tendenzialmente globulare che, a Mozia, procede secondo un processo cronologico basato
sulle variazioni dell’inclinazione e del profilo dell’orlo, schema storicizzato dalla
sequenza di Antonia Ciasca per il tofet moziese147. La forma è attribuita ad una tradizione
che si sviluppa in un ambito mediterraneo, centrale e meridionale, a contatto,
probabilmente, con l’elemento indigeno148.
Questa produzione sembra esaurirsi nel volgere tra V e IV secolo a.C., come suggeriscono
anche i dati provenienti da Cartagine dove il tipo arcaico scompare negli strati del IV
a.C., soppiantato da altri tipi d’ispirazione greca a partire dalla fine del V a.C.149.
Nella Collezione sono presenti ventitré olle di cui una biansata, n. 106 (tav. 14) e una di
grandi dimensioni, n. 128 (tav. 14.3): è ipotizzabile per questi ultimi due vasi una
provenienza dal tofet.
145 SAGONA 2002, pp. 165-‐‑166, fig. 340,12, senza contesto. La decorazione a bande rosse anche a Tipasa, LANCEL 1968, pp. 124-‐‑125, figg. 87-‐‑88. 146 TOTI 2003, p. 1205, tav. CCV,3. 147 CIASCA 1983, p. 623, fig. 1. 148 CULICAN 1982, p. 73; CIASCA 1987, p. 10; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, pp. 320-‐‑322, figg. 42-‐‑43. 149 Mozia, CIASCA 1983, fig. 1, VECCHIO 2002, p. 207; a Cartagine, dall’ultimo quarto del V a.C., VEGAS 1999, pp. 195-‐‑196.
32
La n. 106 appartiene al tipo delle olle dal corpo biconico diviso da una carena dal profilo
arrotondato con le anse impostate sull’orlo, ma senza la caratteristica doppia modanatura
dell’orlo, con una cronologia inquadrabile nella seconda metà del VII a.C.150.
La più antica tra le monoansate è l’olla n. 107 con caratteristiche peculiari -‐‑ l’ansa a nastro
con profilo a gomito, il corpo ovoidale e il fondo convesso -‐‑ che sembrerebbero avvicinarla
ad esemplari sardi di ascendenza nuragica, datati alla fine dell’VIII secolo a.C.151.
Come è noto, le olle monoansate mancano nello strato VII del tofet, il più antico; nelle
tombe che, verosimilmente, rappresentano i primi seppellimenti della necropoli, appare
spesso un recipiente di impasto152, provvisto di bugnette o prese a sezione conica mentre la
versione al tornio ha un profilo continuo dal fondo all’orlo153. Quest’ultima sembra essere
attestata dal gruppo della Collezione con la parte inferiore del corpo rettilinea, rastremata,
e il fondo piano, nn. 108-‐‑111 (tav. 14, 14.1) tipologia che ha confronti con materiali dalle
tombe di Byrsa, datate al secondo quarto-‐‑metà del VII secolo a.C.154; l’altro tipo -‐‑ nn. 112-‐‑
120, 128 -‐‑ include esemplari con corpo che si presenta tra globulare e ovoidale con orlo
posto in risalto, in alcuni casi, da un leggero incavo all’attacco con il corpo e con una
datazione tra la seconda metà del VII secolo e gli inizi del VI a.C.155. I recipienti con corpo
schiacciato156, nn. 122-‐‑123, 126-‐‑127 (14.2-‐‑.3) presentano orli di due tipi, quasi verticale il
primo, ingrossato con sezione ovale il secondo, confrontabili con tipologie cartaginesi
datate a partire dalla metà del VI a.C.157; più recenti le olle nn. 124-‐‑125 (tav. 14.3, fig. 14.3)
con l’orlo schiacciato, quasi piano, databili alla seconda metà del VI secolo a.C.158.
150 CIASCA 1978b, p. 129, tav. LXXV,1, dallo strato VI del tofet. 151 Il trattamento della superficie non trova corrispondenze con gli altri vasi della Collezione; per i confronti, BERNARDINI 2000, p. 36, fig. 3,3, per l’ansa, BARTOLONI 1988, p. 169, fig. 7, P, per il corpo. 152 Per il tofet, CIASCA, 1983, fig. 1; necropoli, TUSA 1972, t. 25, tav. L,2, TUSA 1978, t. 61, tav. VII,3, t. 132, tav. XXXVII,2, t. 163, tav. XLIX,3. 153 TUSA 1978, t. 85, tav. XIX,4, datata tra il PCA e il PCM, DEHL 1984, p. 227, ma DI STEFANO 2005, p. 596, propone la fine dell’VIII a.C. 154 LANCEL 1982, p. 295, fig. 422, p. 317, fig. 483, p. 319, fig. 488. 155 CIASCA 1983, fig. 1, CAMPANELLA 2009, p. 307, fig. 9, n. 36 tipo P2B, che include, però, molte varianti. 156 La forma è attestata dallo strato III del tofet, CIASCA 1983, fig. 1. 157 VEGAS 1999, p. 190, fig. 96,10,11, per lo schiacciamento del corpo; BECHTOLD 2007, p. 406, fig. 212, Subtyp E ed F, ibidem, pp. 406, 408. 158 VECCHIO 2002, p. 213, tav. 10, 1-‐‑2; Nora, CAMPANELLA 2009, p. 311, tipo P2E, fine VI-‐‑inizi V a.C.
33
La ceramica da conservazione
Anfore -‐‑ tav. 15, tav. 15.1, tav. 15.2, tav. 15.3, fig. 15
Il supporto vascolare su cui più diffusamente è attestata la decorazione lineare geometrica
è certamente l’anfora domestica con alto collo svasato, con il corpo globulare/ovoide, le
anse orizzontali o, in qualche caso, verticali, impostate sulla massima espansione del
corpo.
Questa forma sembrerebbe frutto di quel patrimonio morfologico di origine micenea
mediato dall’elemento indigeno in Sicilia159; le anfore con collo c.d. “a tromba” e anse
orizzontali rappresentano i recipienti più caratteristici utilizzati come cinerari nel tofet
dove, però, la forma non è documentata oltre lo strato VI160.
Le morfologie più comuni prevedono la tipologia a spalla carenata, di tradizione orientale,
quella con corpo ovoide con diversi gradi di rastremazione delle pareti inferiori, oppure
quella con un corpo più globulare, quasi sferico; l’ambito cronologico si dipana lungo il
VII secolo a.C., anche se non si può escludere una apparizione già alla fine dell’VIII secolo.
L’esemplare della Collezione, n. 129 (tav. 15) caratterizzato dalla spalla a spigolo netto e
dal corpo a sacco, si inserisce nel prontuario delle forme comuni dei tofet di Mozia e
Cartagine161; in particolare, questo vaso, utilizzato nella metropoli africana sia nella
necropoli che nel santuario, mostra somiglianze nel profilo e nella decorazione con anfore
presenti in due tombe di Byrsa, datate al secondo quarto-‐‑metà del VII a.C.162.
E’, forse, possibile assegnare al contesto di ritrovamento anche la coppa a larga tesa a Red
Slip, n. 20163, utilizzata come coperchio e inserita nella bocca dell’anfora dalla parte della
vasca come testimonia una foto dell’archivio Whitaker (imm. 3).
159 BIETTI SESTIERI 1988, p. 33, fig. 33. 160 WHITAKER 1921, p. 72; HARDEN 1937, p. 67; CINTAS 1950, tav. XVII; CIASCA 1983, pp. 619-‐‑620, fig. 1, CIASCA 1992, p. 120. 161 CIASCA 1979, p. 215, nota 25; VEGAS 1999, pp. 154-‐‑155, fig. 51, forma 20.1; nella necropoli di Mozia, SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 311, 313, fig. 23, BARTOLONI 2010, p. 65, fig. 73, t. 103. 162 LANCEL 1982, p. 291, figg. 418-‐‑419, t. A.192.2; cfr. ibidem, p. 311, anche la t. A.183, figg. 480-‐‑481; CHELBI 1985, pp. 99-‐‑100, da Junon con decorazione metopale e fasce a Red Slip, fine VIII-‐‑inizi VII a.C. 163 Si veda supra, pp. 17-‐‑18.
34
Anfore con corpo ovoide
Le anfore di questo gruppo mostrano gradi differenti di inclinazione delle pareti, che
possono essere rastremate verso il basso o verso l’alto; le anse, orizzontali, sono impostate
sempre sulla massima espansione del corpo e il collo, in generale poco conservato, può
essere dritto o svasato all’esterno.
Cinque esemplari testimoniano una decorazione metopale complessa, nn. 130-‐‑132 (tav. 15),
134-‐‑135 (tav. 15.1, fig. 15.1) due, nn. 139-‐‑140 (tav. 15.3) una lineare semplice, su corpo e
collo. Per quanto riguarda le tipologie è difficile poter articolare una seriazione in
mancanza di uno studio complessivo che dovrebbe riguardare anche il materiale del tofet
di Mozia: uno degli elementi dirimenti, allo stato della documentazione, può basarsi in
parte sulle peculiarità della decorazione. Tuttavia, le forme sembrano ascrivibili,
genericamente, ad alcune categorie elaborate per i siti indigeni della Sicilia datate tra la
seconda metà del VII e gli inizi del VI secolo a.C.164.
Anfore con corpo globulare
L’anfora n. 138 con alto collo cilindrico e il corpo quasi sferico165 mostra un esempio più
semplificato del motivo metopale, con ampie pennellate nere stese grossolanamente;
elemento che potrebbe indicare uno degli ultimi esiti della produzione, all’ultimo
decennio del VII secolo.
Gli esemplari nn. 141, 142 con il corpo a sezione circolare appartengono ad un sottotipo
caratterizzato da un collo ridotto ad un semplice collarino ingrossato, breve, probabile
imitazione delle anfore stamnoidi presenti nelle colonie greche di Sicilia come i contenitori
di Himera realizzati in ceramica acroma; il tipo himerese più vicino all’anfora stamnoide
moziese è datato alla seconda metà del VI secolo166.
164 TROMBI 1999, pp. 284-‐‑285, tav. LXXXV, O4d, O5a-‐‑d. 165 CIASCA 1979, p. 211, nota 14, aveva notato la scarsa frequenza del tipo; BARTOLONI 2010, p. 65, fig. 74, t. 44. 166 BUTERA 1997, p. 467, fig. 6-‐‑7, 468, fig. 1,4.
35
Coperchi
L’esemplare n. 143 (tav. 15.3) presenta un corpo a calotta con una presa a bottone,
schiacciata; la decorazione è a fasce nere sulla superficie accuratamente lisciata. Il tipo,
come coperchio dei cinerari, è noto a Mozia e a Cartagine dagli inizi del VII secolo a.C.167.
Brocche neck-‐‑ridge -‐‑ tav. 16, tav. 16.1, tav. 16.2, tav. 16.3, tav. 16.4, fig. 16
Questa categoria di recipienti rappresenta il segno di una continuità con i modelli
levantini e fa parte di quel “repertorio fenicio comune” di cui le brocche a collo cilindrico
con anello a metà altezza costituiscono una parte rilevante già in epoca arcaica168. Esse
sono attestate a Mozia nel tofet, dove costituiscono una delle forme maggiormente
utilizzate per le incinerazioni, presenti dallo strato VI al II con il caratteristico risalto
mediano sul collo, con una cronologia compresa tra la seconda metà del VII e il V secolo
a.C.169.
Gli elementi della Collezione provenienti, con ogni probabilità, dal tofet sono rappresentati
da recipienti di grandi dimensioni tra cui il più antico, l’esemplare n. 144, con decorazione
metopale sulla spalla170; la n. 145 con metope senza fascia a Red Slip si colloca verso la fine
del VII a.C., mentre il sistema decorativo con linea ondulata della n. 146 può confrontarsi
con quella dell’anfora della tomba 172 della necropoli di Mozia, ancora inquadrabile
all’interno della seconda metà del VII secolo a.C.171.
La brocca n. 147 (tav. 17) priva di decorazione e corredata da un piattello come coperchio,
si colloca cronologicamente all’interno del VI secolo a.C.172.
La serie delle neck-‐‑ridge di piccole dimensioni, verosimilmente provenienti dalla necropoli,
e decorate con fregio metopale o con linee semplici, è decisamente preponderante nella
167 BARTOLONI 2010, p. 65, fig. 73, t. 103; VEGAS 1999, p. 175, fig. 81, forma 44. 168 CIASCA 1987, p. 11 e nota 22 con bibliografia relativa, DOUMET SERHAL 1993-‐‑1994, passim, BRIESE 2007, pp. 312-‐‑313, BOTTO 2009, pp. 195-‐‑197, sotto la definizione di brocche/anfore. 169 CIASCA 1983, fig. 1, CIASCA 1992, pp. 123, 135. 170 Cfr. CINTAS 1970, tav. XXIX, n. 58, Tanit I. 171 CIASCA 1979, p. 215, fig. 17,8. 172 FAMÀ, TOTI 2005, pp. 620-‐‑621, fig. 8.
36
Collezione con tredici esemplari, nn. 148-‐‑160, numero di gran lunga superiore a tutti quelli
scoperti da Tusa173.
La caratteristica di inserire questi recipienti nei corredi tombali sembra essere
precipuamente moziese, raramente condivisa da altri siti fenici 174 ; la dimensione,
impropria per questo tipo di brocche che si caratterizzano, comunemente, come
contenitori di medie dimensioni destinati alla conservazione o al trasporto di liquidi in
ambito domestico, indica evidentemente la scelta di questa forma con una destinazione
esclusivamente funeraria.
Una ulteriore indicazione, in questo senso, è data dalla decorazione metopale175, nn. 150-‐‑
154, che sembra ispirarsi, in qualche caso pedissequamente, al repertorio delle brocche
trilobate indigene destinate ai corredi tombali e diffuse su un ampio arco geografico della
Sicilia centro-‐‑orientale; il modello ispiratore comune è protocorinzio ed investe i centri
indigeni a partire dalla prima metà del VII secolo a.C.176.
Un gruppo cospicuo di vasi, nn. 148-‐‑149 (tav. 16.1), 155-‐‑160 (tav. 16.3-‐‑.4) è decorato con
motivi lineari semplici, sotto l’orlo e sulla massima espansione del corpo; una seriazione
cronologica è difficile senza contesto certo, tuttavia, sembra possibile assegnare ad una
fase iniziale del VI secolo a.C.177 i vasi nn. 148-‐‑149 (tav. 16.1) che presentano il risalto
mediano del collo accentuato; potrebbero scaglionarsi nel corso della prima metà del
medesimo secolo gli altri esemplari, nn. 155-‐‑160, più schematici nella resa del cordolo e
con l’orlo genericamente svasato od estroflesso178.
173 TUSA 1972, t. 3, tav. XXVII; TUSA 1978, t. 90, tav. XXI,1, t. 119, tav. XXXI,4, t. 122, tav. XXII,5, t. 146, tav. XLIII,2, t. 153, tav. XLVI,2, t. 158, tav. XLVIII,2. 174 A Bitia, tre esemplari, BARTOLONI 1996, p. 94, forma 17, nn. 265, 271, 621. 175 SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 321, fig. 40. 176 ALBANESE PROCELLI 1991, p. 99, fig. 1,2-‐‑4, PIZZO 2000, pp. 360-‐‑365. 177 A Cartagine, nell’abitato, la decorazione semplice è attestata nella prima metà del VI a.C., BRIESE 2007, p. 317, fig. 139, nn. 1805-‐‑1807; cfr. anche il tofet, DOCTER 2001-‐‑2002, p. 421, fig. 5, strato Tanit IIa. 178 CIASCA 1979, p. 209, nota 6, tomba 164, fig. 16, 1, CIASCA 1991, p. 182, fig. 5; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, pp. 320-‐‑321, fig. 41; BARTOLONI 2010, p. 61, figg. 33, 35.
37
La decorazione metopale e geometrica
Nel quadro dei sistemi decorativi di età arcaica presenti sui vasi della Collezione il motivo
metopale è certamente quello più diffuso, citato come definizione comprensiva di caratteri
diversi e segnato, seppure all’interno di una generale povertà inventiva, dalla presenza di
numerose varianti (imm. 6-‐‑8). Nell’ambito di questa sintassi decorativa Antonia Ciasca
aveva proposto la definizione di “fenicio-‐‑geometrico”, per sottolinearne la filiazione dalle
produzioni greche ma anche per inquadrare questo fenomeno all’interno della produzione
ceramica delle colonie fenicie179.
Dal punto di vista tecnico la decorazione è
realizzata in bicromia nero/rosso (con
sfumature) con l’uso del pennello multiplo
direttamente sulla superficie del vaso
oppure su un’ingubbiatura biancastra
abbastanza compatta. Sul piano dei modelli,
in generale, si può distinguere un motivo
metopale semplice, caratterizzato da linee
orizzontali con il campo vuoto scandito dai
triglifi, costituiti da tratti verticali dritti o
ondulati, e un motivo metopale complesso
che prevede nelle campiture elementi
geometrici diversi: in questo senso, la
tipologia decorativa prevede rombi a
reticolo, losanghe apicate, tratti a zigzag
orizzontali. Altri motivi, singoli o ripetuti, vengono eseguiti al di fuori del fregio metopale
con una scansione ordinata e cadenzata sulla spalla del vaso; esiste, infine, una
decorazione lineare semplice con serie di linee orizzontali disposte su livelli differenti
della superficie del vaso.
179 Sul geometrico siciliano, fondamentale, resta ORSI 1898, p. 305 sgg.; recentemente, ANTONACCIO 2004, passim; sul geometrico a Mozia, PACE 1915, p. 441, WHITAKER 1921, pp. 221-‐‑225, BISI 1968a; sul “fenicio geometrico”, CIASCA 1999, p. 71.
38
Il motivo metopale semplice più antico -‐‑ fine
VIII/inizi VII secolo a.C. -‐‑ è delimitato da
fasce in Red Slip, come nell’esemplare n. 144
(imm. 6); i confronti più prossimi si trovano
nello strato VII del tofet di Mozia e in altri
siti fenici mediterranei arcaici, come Sulcis,
intorno al 700 a.C., e Cartagine, sia al tofet
(livello Tanit I), che nell’abitato, nel primo
quarto del VII secolo a.C.180.
Le metope realizzate, invece, con semplici linee, doppie, triple o singole, sembrano
diffondersi nel corso del VII secolo a.C., nn. 133, 138, con attestazioni a Mozia e diffusione
anche nei siti indigeni della Sicilia181.
La decorazione metopale complessa, attestata nella Collezione, presenta sempre i triglifi
costituiti da linee ondulate (imm. 7), che compaiono, alla fine dell’VIII secolo a.C., in
Sardegna, a S. Antioco e a S. Imbenia, su un’anfora considerata di importazione, forse da
Cartagine, e nella medesima metropoli africana, dove il motivo è attestato, ancora, nel
tofet182. I tratti ondulati, verticali, sembrano richiamare motivi euboici, recepiti anche nei
siti della Sicilia orientale e in quella occidentale interna183.
L’origine del rombo con reticolo interno (imm. 7.1) -‐‑ n. 132 -‐‑ risale ai sistemi decorativi del
Geometrico e del Protocorinzio184; la sua adozione come elemento singolo, nella seconda
metà del VII secolo a.C., rispetto alle serie multiple del patrimonio sub-‐‑geometrico,
180 Mozia, CIASCA 1991, pp. 183-‐‑184, figg. 12-‐‑14, CIASCA 1999, p. 71, figg. 1,3; Sulcis, BARTOLONI 1992, pp. 199-‐‑201, fig. 4,21-‐‑22, Cartagine, HARDEN 1937, pp. 64-‐‑70, fig. 3,a,d, VEGAS 2000a, p. 1240, fig. 5,6. 181 CIASCA 1991, figg. 12-‐‑13; TROMBI 1999, tav. LXXXVIII, unità 1, n. 21, seconda metà VII a.C., unità 2, n. 65, VI-‐‑V a.C. 182 BERNARDINI 2000, p. 49, fig. 11,2, OGGIANO 2000, pp. 245-‐‑246, fig. 9,1; per Cartagine, HARDEN 1937, p. 68, fig. 3,j,l. 183 A Siracusa sugli skyphoi, LENTINI 1998, pp. 381-‐‑382, 386, fig. 18; TROMBI 1999, tav. XC, unità 6, n. 25; TARDO 1999, p. 156, fig. 161, nn. 102, 112. 184 COLDSTREAM 1968, tav. 24, j, tav. 58, a, tav. 21, c.
39
potrebbe essere stata influenzata dalle coppe rodie, diffuse nello stesso periodo in Sicilia,
da est ad ovest, da Megara a Mozia185.
La losanga apicata (imm. 7.2) appare come un unicum nel repertorio decorativo, n. 134:
potrebbe rappresentare il risultato di una schematizzazione fitomorfa ma è anche possibile
che essa sia un esito areale, moziese e cartaginese186, di quel medesimo fenomeno di
imitazione attestato dalle teorie di piccole losanghe dipinte su oinochoai di produzione
locale da Pithekoussai e di origine tardo-‐‑geometrica187.
Il tratto breve a zigzag (imm. 7.3-‐‑.4) appartiene, di nuovo, alla tradizione tardo-‐‑geometrica
e a quella protocorinzia antica; esso compare singolo o raddoppiato al centro della metopa
secondo uno schema condiviso con
Cartagine, testimoniato nell’abitato
della prima metà del VII secolo, ma
anche con siti greci e indigeni, come
Selinunte e Colle Madore188.
Tra i motivi singoli è presente la linea
continua a zigzag inquadrata da linee
(imm. 8.1), nn. 132, 134, attestata
anche su una anforetta di tipo etrusco-‐‑
laziale della Collezione, datata, ora,
all’età del Ferro189.
La linea ondulata continua (imm. 8.3),
n. 146, è un motivo comune, a Mozia, ai grandi contenitori del tofet e della necropoli con
rare attestazioni su altre forme, come l’olpe n. 92 (imm. 8.5)190.
185 CIASCA 1991, p. 183, fig. 14; Megara, VALLET, VILLARD 1964, pp. 77-‐‑78, tavv. 62-‐‑63; Mozia, TUSA 1973, p. 19, tav. IX,2, dal Cappiddazzu. 186 Simile il motivo, cfr. CINTAS 1970, tav. XXXIV, n. 103, Tanit I. 187 BUCHNER, RIDGWAY 1993, p. 201, t. 160, tav. 62,1, p. 206, t. 164, tav. 64,1; COLDSTREAM 1968, tav. 27,e. 188 Cartagine, VEGAS 2000a, p. 1245, fig. 5,6; Selinunte, RALLO 1984, p. 210, fig. 10, Madore, TARDO 1999, p. 158, fig. 161,105. 189 TUSA 2008, p. 77, tav. IV,19. 190 CIASCA 1978b, p. 130, tav. LXXIII, 4, 6, strato VI, CIASCA 1979, p. 211, fig. 16,5.
40
I triangoli opposti al vertice, campiti da tratti obliqui -‐‑ anfora n. 135 -‐‑ non hanno confronti
a Mozia; a Cartagine sono presenti i triangoli senza tratti obliqui (imm. 8.4) con cronologia
alla prima metà del VII secolo a.C.191. Il triangolo, singolo, campito da tratti obliqui è
presente a Mozia nell’abitato e appartiene al repertorio della Ionia tardo-‐‑geometrica192; si
possono istituire confronti con siti della Sicilia orientale, dalla metà dell’VIII secolo a.C., a
Villasmundo, dove i ceramisti traducono in senso locale il patrimonio decorativo dei
modelli importati193. Alla trasmissione dei motivi verso Mozia devono aver contribuito i
siti indigeni occidentali prossimi all’area fenicia, come testimonia il materiale da
Montagnoli, nella valle del Belice194.
I motivi presenti unicamente sul fregio superiore dell’anfora n. 134 (imm. 8.2,.6) non
sembrano collocabili in nessuno dei repertori conosciuti; è anche possibile che essi
rappresentino simboli o schematizzazioni del mondo animale e vegetale (un serpente?, dei
frutti o dei fiori?) e che siano legate, quindi, alle credenze escatologiche connesse alla
sepoltura del defunto, ancora poco indagate nei contesti funerari di Mozia195.
I gruppi di brevi tratti “a gancio” e “a sigma” presenti sulla neck-‐‑ridge n. 154 (imm. 8.7)
potrebbero imitare le serie di chevrons di tradizione greca, secondo una tendenza che può
essere riscontrata anche a Pithecusa, sulla spalla di alcune brocche, dalla fine dell’VIII alla
metà del VII secolo a.C.196.
La sequenza semplice di linee è attestata sulle anfore nn. 139-‐‑140, 142: queste decorazioni
lineari sembrano riproporre un modello decorativo di tipo bicromo che origina dal
contesto levantino, come attestano esempi da Tourabi-‐‑Tekke, Larnaka197.
Lo stile decorativo metopale che viene introdotto e sviluppato a Mozia coincide con le
produzioni coeve cartaginesi inquadrabili alla fine dell’VIII secolo a.C. e viene realizzato, 191 VEGAS 2000b, pp. 362-‐‑363, fig. 6, 39; attestata anche sulla ceramica ad impasto, MANSEL 2000, p. 173, fig. 1,4-‐‑9. 192 “Zona industriale”, TUSA 1978, p. 71, tav. LIV,1; COLDSTREAM 1968, tav. 63, f. 193 LA ROSA 1989, pp. 36-‐‑37, fig. 27, seconda metà dell’VIII a.C. 194 CASTELLANA 2000, p. 267, tav. XLI,1, VIII-‐‑VII a.C. 195 Sulla medesima anfora la rottura dell’imboccatura sembra del tutto intenzionale; infatti, la parte superiore della spalla all’attacco del collo mostra tagli abbastanza regolari, eseguiti in antico, che hanno sbreccato il margine superiore del vaso. 196 BUCHNER, RIDGWAY 1993, p. 324, t. 271, tav. 103, 1, pp. 368-‐‑369, t. 312, tav. 118,1, pp. 528-‐‑529, t. 530, tav. 159,1. 197 CULICAN 1982, p. 71, tav. 8, a-‐‑b.
41
nella fase più antica, con tecnica mista che tende a fondere il gusto delle classi bichrome e
Red Slip fenicie198; alcuni particolari motivi appaiono come interpretazioni locali di un
patrimonio di forme già mediato dall’ambiente indigeno della Sicilia nella stessa epoca o
frutto di contatti precedenti all’impianto delle stesse colonie greche. L’anfora a
decorazione metopale si configura, nel periodo tra la seconda metà-‐‑fine dell’VIII e il VII
secolo a.C., come elemento che connota l’ambiente culturale fenicio, sottoposto a forme di
ibridazione199 nel Mediterraneo centrale.
Attingitoi -‐‑ tav. 17, fig. 17
La brocchetta-‐‑attingitoio (dipper) appartiene a pieno titolo alla tradizione orientale e
rappresenta una delle forme che i coloni fenici mantengono in uso nelle nuove sedi di
arrivo, da Cartagine all’estremo Occidente200.
Gli esemplari provenienti dai corredi tombali si collocano agevolmente all’interno della
tipologia già individuata per l’abitato201; gli esemplari nn. 163-‐‑165 presentano un tipo già
noto, ma è testimoniata anche una variante con un corpo più capiente e un fondo che
tende ad essere piatto, n. 162, e che è attestata nell’abitato a Cartagine, nella prima metà
del VII secolo a.C.202. Nella necropoli -‐‑ scavi Tusa e Ciasca -‐‑ la forma compare fino alla
seconda metà del VII secolo203.
Ceramica per usi speciali
Brocche con orlo espanso -‐‑ tav. 18, tav. 18.1, tav. 18.2, tav. 18.3, fig. 18
Il tentativo di classificazione per questa specifica forma deve confrontarsi con l’assunto
metodologico, enunciato da Ciasca, che sottolineava l’enorme varietà morfologica di
198 La decorazione è attestata anche in Fenicia nella prima età del Ferro su i modelli più antichi delle neck-‐‑ridge, CHAPMAN 1972, pp. 156-‐‑157, fig. 8. 199 ANTONACCIO 2004, pp. 74-‐‑75. 200 CIASCA 1987, p. 11 e nota 25 per la bibliografia. 201 VECCHIO 2002, p. 250, tipo 130, tav. 40. 202 VEGAS 2000b, p. 362, fig. 7,46. 203 TUSA 1972, p. 78, tav. LIX, 2, t. 44; CIASCA 1979, p. 210 e nota 10, t. 166, fig. 16, n. 4, con la presenza di un aryballos rodio acromo, BARTOLONI 2010, p. 62, fig. 42.
42
queste brocche tale da sconsigliare l’elaborazione di una tipologia204. Da Oriente ad
Occidente la testimonianza di articolazioni di forme e varianti è cospicua: nell’ultimo
quarto dell’VIII secolo a.C., a Tiro, sono presenti versioni a Red Slip e bichrome con profili
diversificati nel medesimo strato, mentre nella necropoli spagnola di Trayamar, qualche
decennio più tardi, sono attestate contemporaneamente due morfologie diverse, ovoidale
e campaniforme, segno di produzioni alternative coeve dettate da tradizioni che agiscono,
profondamente, sul lungo periodo205.
Gli esemplari conservati nella Collezione possono essere raccolti in tre differenti gruppi: il
primo mostra un corpo campaniforme, un orlo a disco a tesa orizzontale, ingubbiatura a
Red Slip fino alla metà del collo e una decorazione a bande o a fasce nere sul corpo. Il
secondo fa riferimento ad esemplari con il corpo ovoide, l’orlo a disco con tesa orizzontale
e la decorazione a Red Slip fino alla metà del collo, prima del consueto risalto o solco
mediano; l’ultimo presenta vasi con corpo ovoide, un orlo troncoconico, Red Slip fino a
metà del collo e la decorazione a linee nere sul corpo.
Il primo gruppo, rappresentato dagli esemplari nn. 166-‐‑168, già individuato come
elemento corrente a Mozia, sembra inserirsi nella fase più antica della necropoli arcaica,
secondo il materiale di importazione greca che accompagna due tombe datate al PCA206; in
alcuni casi, n. 167, il corpo campanato è decorato con linee nere sulla spalla che
inquadrano una fascia a Red Slip207.
Gli esemplari nn. 173-‐‑177, con corpo ovoide, pur non presentando alcuna decorazione
sono, tuttavia, caratterizzati da un accurato trattamento della superficie: questa
produzione moziese è molto vicina ad una serie di brocche provenienti dalle necropoli di
Cartagine e sono inserite in un diagramma cronologico che corrisponderebbe al secondo
quarto del VII a.C.208.
204 CIASCA 1979, p. 212, nota 19; PESERICO 1996. 205 BIKAI 1978, strato III, tav. V, nn. 14-‐‑23; PELLICER CATALÁN 2007, p. 59. 206 TUSA 1978, tav. XX, 3, t. 87 e tav. XXV,3, t. 103; sulla cronologia, CIASCA 1979, p. 214, nota 24, DEHL 1984, p. 225; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, pp. 313-‐‑314, figg. 25-‐‑26. 207 FAMÀ, TOTI 2005, p. 618, figg. 4-‐‑5. 208 Da Byrsa, Junon, Douïmes, CHELBI 1986, pp. 180-‐‑182, 224, n. 28.
43
La decorazione lineare sulla spalla, presente sulle brocche con corpo ovoide nn. 170-‐‑172,
caratterizza gli esemplari cartaginesi della necropoli di Byrsa, simili a quelli moziesi, in
una fase tra il secondo quarto e la metà del VII secolo a.C.; in questa tipologia esiste una
variante con un orlo a profilo imbutiforme209.
Tale tipologia è attestata nella Collezione da tre brocche, nn. 179-‐‑181, tutte decorate dalla
doppia linea nera sulla spalla e con l’imboccatura a sezione conica, che all’interno del
prontuario delle forme deposte nei corredi si configura come una vera e propria tradizione
vascolare, confermata dalla presenza nelle tombe scavate da Tusa e da Ciasca nel terzo
quarto del VII secolo a.C., mentre nella necropoli di Palermo una brocca con imboccatura
simile, è attestata in un contesto della prima metà del VI secolo a.C.210.
La brocca n. 178 costituisce un unicum all’interno della sequenza, anche per l’argilla, ricca
di inclusi e con la superficie accuratamente lisciata; essa mostra un profilo decisamente
‘arcaico’ con la spalla carenata e il corpo campaniforme ed è caratterizzata dall’assenza del
solco mediano sul collo. Il modello sembrerebbe essere nel Levante, a Tiro, mentre un
esemplare simile è attestato nella necropoli di Akhziv211.
Bottiglie con orlo espanso -‐‑ tav. 19, tav. 19.1, tav. 19.2, tav. 19.3, fig. 19
La “bottiglia” con corpo cilindrico sembra sostituire, nel repertorio moziese, la brocca con
orlo espanso della fase più antica così come la trilobata, nell’ambito dei numerosi tipi,
concorre a sostituire la piriforme; ma la sua destinazione funeraria potrebbe segnalare
anche il cambiamento del rituale testimoniato dall’uso del sarcofago per l’inumazione212.
Parte delle quattordici bottiglie della Collezione potrebbe provenire proprio dai sette
sarcofagi scoperti da Whitaker nell’area della necropoli arcaica e su cui mancano, però,
indicazioni precise dei corredi.
209 LANCEL, THUILLIER 1979, p. 258 e LANCEL 1982, p. 311. 210 TUSA 1972, t. 1, tav. XXIV, t. 2, tav. XXV (cfr. BARTOLONI 2010, p. 61, fig. 27), t. 12, tav. XXXV, 1; TUSA 1978, t. 49, tav. V,1 (cfr. BARTOLONI 2010, p. 61, fig. 23), t. 68, tav. XII,3, t. 133, tav. XXXVII,4, t. 146, tav. XLIII,2; CIASCA 1979, 212, t. 169, fig. 16,9; per Palermo, MAASS-‐‑LINDEMANN 1982, p. 163, tav. 37,P6,1, DI STEFANO 2000b, pp. 124-‐‑125, fig. 6. 211 BIKAI 1978, tav. V, n. 20; MAZAR 2000, p. 208, fig. 14,6. 212 CULICAN 1958, pp. 17-‐‑19, fig. 8, tav. II, b; BISI 1970, pp. 142-‐‑143; CIASCA 1990, p. 8, fig. 1; una attestazione diversa proviene da CINTAS, JULLY 1980, p. 43, in un contesto, apparentemente, disturbato.
44
La morfologia generale delle “bottiglie”
si compone di tre gruppi principali, con
alcune varianti; il primo gruppo, nn. 183-‐‑
188, ha un corpo cilindrico largo, con
l’orlo incavato che può presentarsi
semplice o modanato sul bordo esterno,
con un profilo pronunciato. Il collo ha
sempre un doppio listello mediano,
profondamente inciso, il corpo può
presentarsi tozzo, con la spalla rigonfia o
sfuggente. Questo gruppo è decorato, sul
corpo, con linee o fasce di colore
rosso/rosso vinaccia, sottili o larghe o in
combinazione, in qualche caso anche con
una fascia sul bordo esterno dell’orlo; la
bottiglia n. 186 è vicina all’esemplare
rinvenuto da Isserlin presso le
fortificazioni, datato alla fine del VI
secolo a.C.213. Per quanto riguarda il n.
185, l’associazione con una kylix a
vernice nera, secondo quanto documenta
una foto dell’archivio Whitaker del corredo
e del sarcofago (imm. 9-‐‑10), daterebbe il vaso alla fine del VI -‐‑ inizi del V secolo a.C.214.
Le “bottiglie” nn. 187-‐‑189 presentano un orlo complesso con un gradino interno che
contraddistingue questa variante; gli strati di scarico della “Zona industriale” conservano
la testimonianza frammentaria di esemplari simili, almeno nel corpo215.
213 CULICAN 1958, p. 19. 214 WHITAKER 1921, fig. 31. La coppa potrebbe essere vicina al tipo C, concave lip, SPARKES, TALCOTT 1970, pp. 91-‐‑92, fig. 4,413, tav. 19; ma la brocca trilobata del corredo non corrisponde a quella visibile nel sarcofago. Cfr. anche, per la decorazione della bottiglia, CIASCA 1976, p. 77, tav. XVI,5, da una tomba in parte distrutta.
45
Il secondo gruppo, nn. 192-‐‑194, è contraddistinto da un corpo cilindrico molto allungato
con la spalla spesso accentuata da uno spigolo netto o da un risalto; l’orlo è molto
profondo quasi a formare una piccola coppa. Queste bottiglie, caratterizzate dall’assenza
del risalto mediano sul collo, non sembrano avere confronti con produzioni di altri siti,
come l’esemplare n. 195, e, allo stato attuale della documentazione, questi recipienti
rappresentano un esito locale, moziese, da inquadrare, verosimilmente, all’interno del V
secolo a.C.
Il terzo gruppo, nn. 190-‐‑191, è contraddistinto da una imboccatura ad imbuto con profilo
semplice, curvilineo; il n. 190, privo di confronti, può essere compreso ancora all’interno
del VI secolo, mentre la “bottiglia” n. 191 presenta dei paralleli morfologici con un
esemplare dalla necropoli di Tipasa, datato agli inizi del V secolo a.C.216.
Già Culican aveva posto il problema dell’apparizione della forma e ne aveva attribuito
l’origine ad un influsso di Utica, nella cui necropoli Cintas aveva rinvenuto recipienti
simili, mentre la Ciasca aveva ipotizzato come possibile origine la “volgarizzazione”
figulina di bottiglie realizzate con materiali di pregio, vetro o pietra217; l’ipotesi di un
circuito ristretto Mozia-‐‑Utica, nei decenni a cavallo tra la metà e la fine del VI secolo a.C.,
con una scelta orientata sull’inumazione entro sarcofago e sulla selezione di un corredo
standardizzato, resta un’ipotesi valida sull’esistenza di contatti, ravvicinati e limitati nel
tempo, tra Sicilia occidentale e Tunisia settentrionale.
Unguentari -‐‑ tav. 20, tav. 20.1, fig. 20
Questa forma di contenitore per unguenti218 è ben attestata in epoca arcaica a Mozia, in
contesti funerari e abitativi, così come a Cartagine, dove è presente fin dalla prima metà
del VII secolo a.C.219.
215 TUSA 1978, tav. LII,1 (il quarto da destra) e tav. LX,3. 216 LANCEL 1968, pp. 130-‐‑131, fig. 100. 217 CULICAN 1958, p. 19, CINTAS 1954, fig. 35; BISI 1967, pp. 41-‐‑42, parla di influssi ciprioti; CIASCA 1999, pp. 73-‐‑74. 218 BISI 1970, p. 3, RAMÓN 1982; da ultimo ORSINGHER 2010, per una disamina aggiornata su tutti i rinvenimenti mediterranei; ibidem, pp. 42-‐‑42, per gli esemplari moziesi. 219 Mozia, SPANÒ GIAMMELLARO 2000, pp. 324-‐‑325, figg. 47-‐‑48, BARTOLONI 2010, p. 62, figg. 38-‐‑41, VECCHIO 2002, p. 256; Cartagine, VEGAS 2000b, p. 362: gli unguentari sono tutti d’importazione.
46
Le argille dei contenitori per unguenti della Collezione sembrano provenire tutte da
produzioni esterne e le tipologie sembrano essere sincroniche, così come è attestato anche
dagli scavi di Tiro dove convivono tre diverse morfologie220.
Il primo gruppo include i tipi nn. 196-‐‑198 con l’orlo che assume una forma a sezione
triangolare pendente all’esterno, l’estremità assottigliata e arrotondata, corpo tra ovoidale
e sferico con fondo ad umbone rilevato; la datazione per questo tipo occupa la prima
metà del VII secolo a.C.221 La forma del corpo e il collo allungato e rigonfio sono
caratteristiche che rendono il tipo affine ad uno degli esemplari di Tiro e alla sua variante
cipriota222. Due esemplari provenienti rispettivamente da Biblo e dal Museo di Beirut,
realizzati con impasti diversi, sembrano rappresentare gli antecedenti orientali per questo
tipo, datati entro la prima metà del VII secolo a.C.223.
Il secondo, nn. 199-‐‑204, 206, ha corpo globulare o ovoide, con un orlo ingrossato,
leggermente estroflesso, bordo esterno apicato e incavo interno; il fondo si caratterizza in
alcuni casi per una sorta di atrofizzazione della base ad anello con umbone; la cronologia
dovrebbe attestarsi intorno all’ultimo quarto del VII a.C.224
L’unguentario n. 205 presenta un corpo piriforme, schiacciato verso il fondo con un
umbone molto rilevato, convesso: questo tipo trova un confronto nell’abitato, in livelli
della seconda metà del VI a.C.225.
Alabastra -‐‑ tav. 20.1
La realizzazione in ceramica di questa particolare forma, n. 207, influenzata dalle
produzioni di alabastro o di vetro, configura tale recipiente come il risultato di una
“volgarizzazione” a fini economici, evidenza già sottolineata da Ciasca; la mancanza
dell’orlo non permette di assegnare questo esemplare ad un tipo definito che, tuttavia,
220 BIKAI 1978, tav. V,9-‐‑11; CULICAN 1970, passim. 221 RAMÓN 1982, pp. 22-‐‑23,30; per il n. 196, TUSA 1978, tav. IX,4, t. 66. 222 ORSINGHER 2010, p. 56, tav. I,15,6. 223 CULICAN 1970, pp. 10-‐‑11, fig. 1D. 224 ORSINGHER 2010, tav. II, nn. 42-‐‑45. 225 “Zona A”, VECCHIO 2002, tav. 50,1.
47
potrebbe confrontarsi con un altro alabastron presente in una tomba scavata da Tusa,
databile alla metà del VII grazie ai quattro aryballoi corinzi del corredo226.
226 CIASCA 1991, p. 183; presente anche nella t. 65, TUSA 1978, tav. X, 31; BARTOLONI 2010, p. 63, fig. 56, M 65 h.
48
GLI ASPETTI DELLA CULTURA MATERIALE
Il repertorio ceramico della necropoli e il patrimonio vascolare moziese
La creazione di un prontuario delle forme vascolari della Collezione Whitaker si
confronta con le difficoltà metodologiche, già messe in evidenza, che investono non solo
le modalità stesse di raccolta dei pezzi ma anche le scelte ideologiche alla base della
selezione delle forme, rappresentative del mondo sociale e culturale del defunto e del
gruppo umano cui appartiene227.
Sulla base dei dati analizzati in questo catalogo, è stata elaborata una griglia schematica
di riferimento, per periodi, che raccoglie lo sviluppo diacronico delle forme, dalle più
antiche alle più recenti; è altresì chiaro che molte forme, ancorché sistematizzate in questo
schema temporale per ragioni meramente classificatorie, nel contesto delle produzioni
moziesi, in molti casi, dovevano coesistere.
PERIODO I -‐‑ (fine dell’VIII a.C.)
È questo il momento più complesso per la determinazione di una facies materiale locale:
alcuni recipienti possono essere ascritti ad un momento che si potrebbe definire come
l’epoca della “fondazione” dell’isola, oltre quell’impalpabile limite cronologico, tra fine
VIII e inizi VII a.C., che sembra aver cristallizzato alcune forme ceramiche in questo
periodo di passaggio, standardizzandone la pertinenza temporale228.
In realtà, esiste nella Collezione un piccolo numero di vasi che possono essere datati
nell’ambito degli ultimi decenni dell’VIII secolo229 e la cui presenza a Mozia indica un
processo di diffusione comune anche ad altri siti del Mediterraneo: si evidenziano, tra le
forme aperte, la coppetta troncoconica n. 22, le coppe nn. 19 e 21 mentre, tra le forme
chiuse, si nota la brocca n. 54. Questi recipienti appartengono ad una koinè coloniale che
segnala legami tra Sicilia occidentale, Sardegna sud-‐‑occidentale e Spagna230, come è
227 RIBICHINI 2004, pp. 62-‐‑63. 228 BARTOLONI 2010, p. 66, analizzando la documentazione della necropoli scavata da Tusa nega qualsiasi evidenza riconducibile all’VIII secolo. 229 TOTI 2011, pp. 34-‐‑35, ORSINGHER 2015, pp. 563, 565 e ORSINGHER c.s. 230 Supra, pp. 17-‐‑18.
49
testimoniato anche dall’olla n. 107, esito di probabili contatti sardi, e ascritta a questo
periodo.
Alcune di queste forme ancora partecipano della comune origine levantina e -‐‑ tranne la
coppetta troncoconica che è attestata, con successive lievi modifiche, nel corso del VII
secolo -‐‑ non compaiono più nelle fasi successive, elemento che sottolinea un contatto o un
arrivo diretto delle forme da aree della madrepatria.
PERIODO II -‐‑ (primo quarto VII a.C.)
Si possono assegnare a questo periodo, inquadrabile nella fase finale del Protocorinzio
Antico, alcuni recipienti ricoperti con ingubbiatura a Red Slip, sia tra le forme aperte,
come i piatti nn. 1 e 3 che tra le forme chiuse, come le brocche piriformi nn. 46-‐‑47.
La coppa troncoconica, nn. 23-‐‑24 -‐‑ la prima è decorata con una sottile striscia rossa sul
bordo esterno -‐‑ perde il piede a disco e diventa l’archetipo della produzione che si
attesterà per tutto il VII secolo.
È in questa fase, probabilmente, che compaiono, per la prima volta, le imitazioni di
skyphoi protocorinzi, in particolare quelli decorati con fasce Red Slip e motivo metopale,
nn. 12-‐‑13.
Ancora tra le forme aperte, sono attestate la coppa a calotta in Red Slip, n. 28, o acroma, n.
29 e, a cavallo tra i periodi II-‐‑III, quelle con decorazione lineare semplice, nn. 30-‐‑31, tutte
provviste di piede a disco.
Tra le forme chiuse compaiono le brocche con orlo espanso nn. 166-‐‑169 e la brocca n. 92;
una forma di tradizione fenicia come l’attingitoio n. 162 compare all’interno di questo
periodo in associazione con le anfore di cui è il naturale complemento funzionale ed è
presente fino alla fine del VII secolo, senza sostanziali varianti morfologiche.
Per le anfore, vanno menzionate l’esemplare n. 129, integrata dalla coppa n. 20, e le altre
con decorazione metopale complessa, nn. 130-‐‑135, evidenza della varietà delle soluzioni
decorative in questo momento. Anche la brocca neck-‐‑ridge n. 144, con decorazione
50
metopale e fasce a Red Slip, esprime con evidenza la necessità di una re-‐‑interpretazione
della cronologia elaborata secondo gli scavi del tofet231.
A queste forme va associato il vaso chardon, n. 101 e gli unguentari, già con tipologie
differenti all’origine, come attestano gli esemplari nn. 196-‐‑197, 198-‐‑200 e 201-‐‑202.
PERIODO III -‐‑ (secondo quarto-‐‑metà VII a.C.)
Fra il secondo quarto e la metà del VII secolo a.C., tra le forme aperte, si diffondono gli
skyphoi a decorazione lineare, nn. 14-‐‑18, la coppa a calotta con le pareti inclinate e prive di
piede, nn. 33-‐‑35 e lo chardon n. 102. Ancora nella categoria delle forme aperte vanno
aggiunte le coppe carenate, in particolare le nn. 39-‐‑40, con una accurata resa della
superficie e della decorazione lineare; a queste si aggiunge il piatto carenato n. 4 che
appare come una produzione tipicamente centro-‐‑mediterranea232.
La coppia base del corredo funerario presenta una tipologia di brocca con orlo espanso e
corpo ovoide, talvolta decorata a linee nere, nn. 170-‐‑173, 175-‐‑177, e un tipo di trilobata
piriforme anch’essa decorata con linee nere sotto il cordolo tra corpo e collo, nn. 48-‐‑49.
Un’altra forma di trilobata, n. 55, di incerta produzione, verosimilmente locale, decorata
con motivi lineari, sembra essere il portato di tradizioni diverse.
Alcune olle monoansate, il gruppo degli esemplari nn. 108-‐‑111, possono essere
inquadrate in questa fase.
Tra i contenitori per liquidi, dalla metà del VII secolo a.C., si diffonde la brocca neck-‐‑ridge,
nn. 145-‐‑146 e a questo periodo appartengono anche anfore con decorazione metopale
cursoria e semplificata, nn. 136-‐‑138.
231 Ringrazio Adriano Orsingher per le informazioni relative alla sua ricerca di Dottorato sui materiali e gli scavi di A. Ciasca al tofet di Mozia e per la bozza dell’articolo del colloquio di Tübingen, ORSINGHER c.s.; si veda la tabella riassuntiva in ORSINGHER 2015, p. 566, fig. 6. 232 Botto 2009, p. 134, definiti come coppe.
51
PERIODO IV -‐‑ (terzo-‐‑ultimo quarto VII a.C.)
Tra le forme aperte si registrano il piatto acromo n. 2 e le coppette troncoconiche n. 23-‐‑26
e le forme chiuse che appaiono con più frequenza sono le brocche neck-‐‑ridge di piccole
dimensioni, nn. 148-‐‑151, 154, decorate con motivo metopale.
La brocca piriforme evolve verso recipienti privi di decorazione, nn. 50-‐‑52, mentre la
brocca con orlo espanso, nn. 179-‐‑181, presenta degli esemplari con bocca a sezione conica
ma con la medesima decorazione del periodo III.
Le anfore mostrano, ormai, delle tipologie cursorie di decorazione, nn. 139-‐‑142 e per
quanto riguarda i recipienti da cucina, nn. 112-‐‑120, si registra una tipologia molto
articolata che amplia variamente le indicazioni, forse troppo schematiche, esplicitate nella
sequenza stratigrafica nel tofet finora conosciuta233.
PERIODO V -‐‑ (VI a.C.)
All’interno del repertorio funerario moziese esiste un momento dirimente nella
produzione di vasi destinati al corredo dei defunti e riconducibile, allo stato della
documentazione, agli inizi del VI secolo a.C.
Questo periodo, oltre a decretare la trasformazione del repertorio morfologico, consente
anche di documentare delle novità nell’ambito dell’ideologia connessa al mondo dei
morti: dai rari contesti integri rinvenuti nei sarcofagi a Mozia e assegnabili a quest’epoca
si nota un cambiamento di scelte nel corredo tramite la selezione di pochi vasi -‐‑ uno
potorio di influsso greco e due forme chiuse di tradizione fenicia -‐‑ che sembrano proporre
una volontà di semplificazione e di schematizzazione delle funzioni ‘funerarie’ dei
recipienti ceramici.
Dalla metà del secolo, in associazione con la bottiglia dal corpo cilindrico e l’orlo espanso
che rimpiazza la tradizionale “brocca a fungo”, nn. 183-‐‑186, 188, 190, compare una brocca
trilobata dal profilo continuo tra collo e corpo o con una lieve depressione all’attacco con
il collo, nn. 61, 65. E’ probabile che a queste ultime, sul volgere del secolo, si affianchino
233 In questo senso come integrazione a CIASCA 1983, p. 623, fig. 1, si veda ancora ORSINGHER 2015, p. 566, fig. 6.
52
brocche con il corpo più schiacciato, nn. 67-‐‑70 mentre si diffondono, contestualmente,
brocche di ispirazione metallica, nn. 56-‐‑60.
Durante la prima metà del VI, sono presenti ancora le brocche neck-‐‑ridge di minori
dimensioni decorate con semplici motivi lineari, nn. 152-‐‑153, 155-‐‑160, o prive di
decorazione, nn. 147, 161.
Tra i contenitori per liquidi che accompagnano il defunto, alla fine del VI secolo,
compaiono forme acrome che imitano modelli desunti dal patrimonio ceramico attico a
vernice nera, come le brocche nn. 79-‐‑80. Altre trilobate sono parte, invece, di una koinè
punica che sembra restringersi ad un circuito che riguarda il Mediterraneo centrale, tra
Utica, Cartagine, Mozia e Palermo, tra il VI e gli inizi del V secolo a.C.; in questo ambito e
in un contesto della fine del VI a.C. va inclusa la brocca n. 93.
I piatti, ormai di ridotte dimensioni, nn. 6-‐‑11, sono riconducibili ad una forma atrofizzata
e continuano ad essere utilizzati come coperchi per le urne.
PERIODO VI -‐‑ (V a.C.)
Caratterizza il V secolo a.C. la diffusione delle brocche trilobate con orlo a fascia esterna
molto rilevata, esemplificata dal n. 82, che costituirà il patrimonio comune degli
insediamenti punici tra Africa, Sardegna e Sicilia e che perdurerà fino a tutto il IV secolo.
Meno certa l’appartenenza a questo periodo delle brocche trilobate, nn. 71-‐‑73, di difficile
inquadramento, allo stato della documentazione, e che forse assegnabili, specificamente,
ad officine moziesi.
In questo periodo, e soprattutto nella sua fase iniziale, è attestata ancora la presenza della
bottiglia con orlo espanso: pur nella mancanza di confronti editi, esemplificati dagli
esemplari moziesi nn. 187, 189, 191-‐‑194, si nota una varietà dei profili e delle caratteristiche
della tettonica, testimone della lunga durata della forma e indice della profondo
dell’appartenenza alla tradizione del repertorio della cultura materiale moziese.
53
PERIODO VII -‐‑ (IV-‐‑III a.C.)
Il patrimonio vascolare è caratterizzato dall’apparire di forme potorie nuove, le tazze nn.
43-‐‑45, mentre tra le forme chiuse continua la tradizione delle brocche a fascia esterna nn.
85-‐‑91, cui si affiancano le brocche con collo cilindrico nn. 94-‐‑100.
La presenza di questi materiali -‐‑ provenienti molto probabilmente da sarcofagi -‐‑ concorre
alla riaffermazione di una prospettiva di ricerca, non nuova, fondata su due assunti:
Whitaker intercettò una porzione della necropoli tardo-‐‑ellenistica moziese, o alcune tombe
relative a deposizioni, datate come limite più basso alla metà del III a.C. e che furono
rinvenute, verosimilmente, in quell’area di scavo nei pressi di Porta Nord234; queste
sepolture furono descritte sommariamente dallo studioso inglese ed è possibile che la
presenza di corredi costituiti da ceramiche poco caratterizzate o di incerta cronologia
abbia indotto lo scavatore a non registrarle235. La vita sull’isola post-‐‑dionigiana non
sembra avere avuto soluzione di continuità almeno fino alla fine del IV-‐‑inizi III secolo a.C.,
con una persistenza di tipo abitativo/insediativo ma anche produttivo, se si considera la
presenza necessaria, sull’isola, di atelier ceramici236.
Il secondo dato, più interessante dal punto di vista della storia della cultura materiale
della Sicilia occidentale, riguarda la contestuale presenza di vasi simili a Lilibeo e ad
Entella, in una sorta di koinè punico-‐‑elima, ultimo, esile, esito di un processo culturale e
politico che trae origine dall’epoca della colonizzazione.
È l’immagine coerente di un sistema di relazioni che riconosce alla colonia fenicia e punica
che si insedia a Mozia un ruolo di integrazione e trasmissione verso l’esterno, grazie alla
sua caratterizzazione insulare, ed all’interno, una posizione quale mediatrice di processi
economici e culturali che attraversano i paesaggi e i territori della Sicilia occidentale.
234 Si veda supra, p. 7. 235 WHITAKER 1921, p. 177, insiste anche sulla polisomia che sembra caratterizzare i sarcofagi di questo settore della necropoli. 236 ORSINGHER 2011, con disamina attenta sui risultati della ricerca a Mozia per il IV secolo e bibliografia analitica.
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CERAMICA DA MENSA -‐‑ FORME APERTE piatti
n. 1 -‐‑ tav. 1, fig. 1 -‐‑ n. inv. 2722 Orlo assottigliato, tesa leggermente inclinata, lacunosa; vasca troncoconica, fondo distinto a disco. Ingubbiatura: all’interno e sulla tesa a red slip (2.5YR 4/8 red). Argilla: 2.5 YR 5/6 red. h: 4,4; diam: 17,5; diam fondo: 5,9. Provenienza: necropoli. Datazione: inizi VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, pp. 25-‐‑26, tav. XVII,2-‐‑3, pp. 40-‐‑41, tav. XXVIII,2; VEGAS 1999, p. 137, fig. 25, forma 1.2; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 329. n. 2 -‐‑ tav. 1, fig. 1 -‐‑ n. inv. 6055 Orlo a tesa piana inclinata verso l’interno, vasca troncoconica, fondo indistinto leggermente concavo, lacunoso. Ingubbiatura: 5YR 8/3 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 3,5; diam: 21,2; diam fondo: 7,3. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1991, p. 182, fig. 3. n. 3 -‐‑ tav. 1, fig. 1 -‐‑ n. inv. 3409 Orlo bifido, tesa dritta leggermente inclinata verso l’interno, vasca troncoconica, fondo distinto. Ingubbiatura: all’interno a red slip 2. 5YR 4/8 red. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 2,7; diam: 15,5; diam fondo: 5,3. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VII a.C. Bibliografia: NIEMEYER, SCHUBART 1975, p. 76, tav. 14, n. 568; TUSA 1978, p. 56, tav. XLII,2; VEGAS 1999, 137, fig. 25,2, forma 1.2; VECCHIO 2002, pp. 246-‐‑247, tav. 34,4. n. 4 -‐‑ tav. 1, fig. 1-‐‑ n. inv. 3442 Orlo indistinto arrotondato, vasca con carena molto rilevata, a spigolo arrotondato, fondo distinto a disco, leggermente concavo. Argilla 2.5YR 5/8 red. h: 5; diam: 18,1; diam fondo: 5,5. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1991, p. 184, fig. 10. n. 5 -‐‑ tav. 1.1, fig. 1 -‐‑ n. inv. 2777 Orlo dritto, tesa con superficie superiore convessa, decisamente inclinata verso l’interno; depressione centrale con spigolo netto, profonda, fondo distinto a disco. Ingubbiatura: giallo pallido 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 5YR 4/4 reddish brown. h: 4,8; diam: 19,5; diam fondo: 7,1. Provenienza: tofet (?). Datazione: fine VII -‐‑ inizi VI a.C. Bibliografia: VEGAS 1999, p. 138, fig. 26, forma 1.3,4; VECCHIO 2002, p. 246, tav. 34,1.
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n. 6 -‐‑ tav. 1.1, fig. 1.1 -‐‑ n. inv. 4413; Whitaker n. 4013 Orlo arrotondato, tesa dritta inclinata verso l’interno, depressione centrale a spigolo netto con tesa e umbone centrale rilevato, fondo ad anello, concavo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 2,6; diam: 12,8; diam fondo: 4,8. Provenienza: tofet (?). Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. Bibliografia: CIASCA 1991, p. 182, fig. 4. n. 7 -‐‑ tav. 1.1, fig. 1.1 -‐‑ n. inv. 4410 Orlo arrotondato, tesa con superficie superiore leggermente convessa; profonda depressione centrale a spigolo netto, fondo a disco, lievemente concavo. Argilla: 5YR 3/1 very dark gray. h: 2,8; diam: 10,3; diam fondo: 4,4. Provenienza: tofet (?). Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. Bibliografia: cfr. n. 6. n. 8 -‐‑ tav. 1.1, fig. 1.1 -‐‑ n. inv. 6006 Orlo arrotondato, tesa dritta inclinata verso l’interno, depressione centrale profondo con spigolo netto e aggettante, fondo ad anello con umbone piatto. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 2,5; diam: 12,7; diam fondo: 5. provenienza: tofet (?). Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. Bibliografia: cfr. n. 6. n. 9 -‐‑ fig. 1.1 -‐‑ n. inv. 4396, Whitaker n. 4011 Orlo arrotondato, tesa dritta, piana, inclinata verso l’interno; profonda depressione centrale a spigolo netto, fondo ad anello con umbone piatto. Ingubbiatura: 5YR 8/3 pink. Argilla: 5YR 7/6 reddish yellow. h: 2,5; diam: 13,5; diam fondo: 5,3. Provenienza: tofet (?). Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. Bibliografia: cfr. n. 6. n. 10 -‐‑ tav. 1.1, fig. 1.1 -‐‑ n. inv. 2782 Orlo dritto e tesa piana, depressione centrale con spigolo netto, poco profonda, fondo a disco leggermente concavo. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 1,9; diam: 12,9; diam fondo: 6. Provenienza: tofet (?). Datazione: V a.C. Bibliografia: CIASCA 1967, tav. XXVIII,1,3. n. 11 -‐‑ tav. 1.1, fig. 1.1 -‐‑ n. inv. 4408 Orlo dritto, tesa con superficie superiore leggermente convessa, profonda depressione centrale a spigolo netto, decisamente aggettante; fondo convesso. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow.
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Argilla: 5YR 4/4 reddish brown. h: 2,4; diam: 13,4; diam fondo: 6,5. Provenienza: tofet (?). Datazione: V a.C. Bibliografia: cfr. n. 10.
skyphoi n. 12 -‐‑ tav. 2, fig. 2 -‐‑ n. inv. 4389; Whitaker 3992 Orlo a fascia verticale, spalla poco pronunciata, arrotondata, vasca troncoconica, fondo distinto a disco; conserva una sola ansa orizzontale. Decorazione: una fascia in red slip (10R 4/8 red) all’interno dell’orlo, fascia su orlo esterno, sulla spalla cinque tratti verticali ondulati neri, sulla vasca fascia rossa inquadrata da due linee nere, sull’ansa dieci tratti verticali. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 5,4; diam: 10,3; diam fondo: 4,5. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA -‐‑ PCM. Bibliografia: CINTAS 1966, p. 113, figg. VII-‐‑VIII; TUSA 1972, tav. XLIII,2; FAMÀ, TOTI 2005, p. 618, figg. 4,6. n. 13 -‐‑ tav. 2, fig. 2 -‐‑ n. inv. 2761 Orlo a fascia verticale leggermente inclinato verso l’esterno, vasca troncoconica con spalla arrotondata, fondo distinto a disco, anse orizzontali. Decorazione: fregio metopale costituito da triglifi con cinque(?) tratti neri(?) verticali alternati a metope vuote; tre linee rosse sotto le anse, fascia rossa sulla vasca e tre linee sopra il fondo; sulle anse tratti verticali neri. Argilla: 5YR 5/8 yellowish red. h: 6,2; diam: 11; diam fondo: 4. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA -‐‑ PCM. Bibliografia: cfr. n. 12. n. 14 -‐‑ tav. 2, fig. 2 -‐‑ n. inv. 1681 Orlo a fascia verticale leggermente inclinato verso l’esterno, spalla poco pronunciata, arrotondata, vasca troncoconica, fondo distinto a disco, anse orizzontali. Decorazione: una linea nera sotto l’orlo, due sotto le anse, due linee sopra il fondo, sulla vasca. Ingubbiatura: 7.5YR 8/3-‐‑8/4 pink. Argilla: 2.5YR 6/8 light red. h: 7,2; diam: 11,9; diam fondo: 5,1. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA -‐‑ PCM. Bibliografia: TUSA 1972, tav. LVI,1,3; ID. 1973, p. 38, tav. XXII,1B; ID. 978, p. 40, tav. XXVII,4; 47, tav. XXXI, 4; STAMPOLIDIS, KARAGEORGHIS 2003, p. 349, n. 461. n. 15 -‐‑ tav. 2.1, fig. 2 n. inv. 2760 Orlo a fascia verticale inclinato verso l’esterno, spalla poco pronunciata e arrotondata, vasca troncoconica, fondo distinto a disco; conserva una sola ansa orizzontale. Decorazione: una linea nera tra spalla e orlo, tre linee nere sotto l’ansa, una linea sopra il fondo, sulla vasca. Ingubbiatura: 10YR 8/3 very pale brown. Argilla: 10R 6/8 light red. h: 6,2; diam: 11,5; diam fondo: 4,8. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA -‐‑ PCM.
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Bibliografia: TUSA 1978, p. 55, tav. XLII,2. n. 16 -‐‑ tav. 2.1, fig. 2 -‐‑ n. inv. 1682 Orlo a fascia verticale, leggermente inclinato verso l’esterno, vasca troncoconica con spalla pronunciata e arrotondata, fondo distinto a disco, anse orizzontali. Decorazione: una linea nera tra spalla e orlo, due linee sotto la spalla e da due linee sopra il fondo sulla vasca. Argilla: 10R 6/8 light red. h: 5,7; diam: 10,5; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA -‐‑ PCM. Bibliografia: TUSA 1972, p. 42, tav. XXXIII,2. n. 17 -‐‑ tav. 2.1, fig. 2 -‐‑ n. inv. 1813; Whitaker n. 306 Orlo a fascia verticale leggermente inclinato verso l’esterno; vasca troncoconica con spalla pronunciata e arrotondata, fondo distinto a disco, ansa orizzontale; si conserva la metà del vaso. Decorazione: due linee nere sotto l’orlo all’esterno, due linee sotto l’ansa e due poco sopra il fondo sulla vasca. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 5,5; diam: 11,6; diam fondo: 4,9. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA -‐‑ PCM. Bibliografia: TUSA 1978, p. 14, tav. VI,2. n. 18 -‐‑ tav. 2.1, fig. 2 -‐‑ n. inv. 2711 Orlo a fascia verticale inclinato verso l’esterno, vasca troncoconica con spalla pronunciata e arrotondata, fondo distinto a disco; anse orizzontali; manca parte della vasca e dell’orlo. Decorazione: una linea sotto l’orlo, tre linee sotto la spalla e due sopra il fondo sulla vasca. Argilla: 2.5YR 6/6 light red. h: 5,5; diam: 10,6; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA -‐‑ PCM. Bibliografia: cfr. n. 17.
coppe n. 19 -‐‑ tav. 3, fig. 3 -‐‑ n. inv. 6077; Whitaker n. 2010 Orlo estroflesso, arrotondato, vasca emisferica, carena costituita da cordolo a profilo arrotondato e incavo, la parete superiore è concava, fondo distinto, leggermente concavo all’interno. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 6,1; diam: 11,6; diam fondo: 3,6. Provenienza: necropoli arcaica, “skyphos terracotta rossa”, 1909. Datazione: fine VIII a.C. Bibliografia: MAASS-‐‑LINDEMANN 1999, p. 143, fig. 5,3a, EAD. 2000, pp. 225-‐‑233. n. 20 -‐‑ tav. 3, fig. 3 -‐‑ n. inv. 4376 Orlo espanso a tesa piana, vasca troncoconica profonda, fondo distinto a disco. Ingubbiatura: a red slip (10R 5/6 red) all’interno e sulla tesa; superficie lisciata a stecca. Argilla: depurata 2.5YR 4/8 red. h: 5,2; diam: 12,9; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VII a.C.
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Bibliografia: CIASCA 1979, p. 208, fig. 18,6; BARTOLONI 1996, pp. 81-‐‑82, fig. 16,108; BALZANO 1999, pp. 62-‐‑67, figg. 20-‐‑21, 191-‐‑202; VEGAS 2000b, p. 358, fig. 4,20. n. 21 -‐‑ tav. 3, fig. 3 -‐‑ n. inv. 2783 Orlo ingrossato, superficie superiore convessa, estremità interna assottigliata, vasca emisferica, fondo leggermente concavo. Ingubbiatura: 2.5YR 6/6 light red. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 6,3; diam: 10,6; diam fondo: 5,4. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VIII a.C. Bibliografia: PRITCHARD 1975, fig. 17,15-‐‑16; BADRE 1997, p. 87, fig. 45,5-‐‑6.
coppe troncoconiche n. 22 -‐‑ tav. 4, fig. 4 -‐‑ n. inv. 2734; Whitaker illeggibile Orlo estroflesso a tesa inclinata, vasca troncoconica, carenata all’attacco con il fondo distinto, a disco. Ingubbiatura: red slip (10R 5/8 -‐‑ 4/8 red) all’interno e sull’orlo, lisciata all’esterno. Argilla: 5YR 7/6-‐‑6/6 reddish yellow, depurata. h: 3,3; diam: 9,9; diam fondo: 4. Provenienza: tofet (?). Datazione: seconda metà VIII a.C. Bibliografia: HARDEN 1937, p. 83, fig. 7, C 1; CIASCA 1978, p. 131, tav. LXXIV,1,4; MAASS-‐‑LINDEMANN 1999, p. 135, fig. 6; VEGAS 1999, p. 143, fig. 32,2; forma 4.1, EAD. 2000a, p. 1240, fig. 4,8-‐‑9. n. 23 -‐‑ tav. 4, fig. 4 -‐‑ n. inv. 1812 Orlo, estroflesso, ingrossato, vasca troncoconica, fondo indistinto, leggermente concavo. Decorazione: fascia rossa sul margine esterno dell’orlo. Ingubbiatura: 5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5 YR 5/6 red. h: 3,7; diam: 10,9; diam fondo: 5,2. Provenienza: tofet (?). Datazione: fine VIII -‐‑ inizi VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 22. n. 24 -‐‑ tav. 4, fig. 4 -‐‑ n. inv. 1811; Whitaker n. 306 Orlo estroflesso, ingrossato, vasca troncoconica, fondo indistinto piano. Ingubbiatura: 5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/6 red. h: 2,9; diam: 10; diam fondo: 4,1. Provenienza: tofet (?). Datazione: VII a.C. bibliografia: VEGAS 1999, p. 143, fig. 32,1, forma 4.1. n. 25 -‐‑ tav. 4, fig. 4 -‐‑ n. inv. 1699 Orlo, estroflesso, ingrossato, vasca troncoconica, fondo indistinto leggermente concavo. Ingubbiatura: 2.5YR 6/6 light red. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 3,8; diam: 10,5; diam fondo: 4,8. Provenienza: tofet (?). Datazione: VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 24.
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n. 26 -‐‑ tav. 4, fig. 4 -‐‑ n. inv. 4397; Whitaker n. 3936 Orlo estroflesso, superficie superiore piana, vasca troncoconica, fondo indistinto, leggermente concavo, all’interno umbone piatto. Argilla: 2.5YR 4/8 red, nucleo 7.5YR 4/2 brown. h: 3,6; diam: 10,9; diam fondo: 5. Provenienza: nuova necropoli (tofet), “piatto coperchio di olla rotto”, maggio 1919. Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: LANCEL, THUILLIER 1979, p. 265, fig. 151,3; LANCEL 1982, p. 337, n. 8, fig. 548; VEGAS 1999, p. 143, fig. 32,1, forma 4.1. n. 27 -‐‑ tav. 4, fig. 4 -‐‑ n. inv. 2718 Orlo estroflesso, ingrossato, vasca troncoconica, fondo distinto, a disco. Ingubbiatura: 5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/6 red. h: 3,4; diam: 10,9; diam fondo: 5,1. Provenienza: tofet (?). Datazione: VII -‐‑ VI a.C. Bibliografia: VEGAS 1999, p. 143, fig. 32,1, forma 4.1.
coppe a calotta n. 28 -‐‑ tav. 5, fig. 5 -‐‑ n. inv. 4384; Whitaker n. 3945 Orlo indistinto, assottigliato, corpo troncoconico, carena arrotondata, parete superiore rettilinea, inclinata verso l’interno, fondo distinto a disco piano. Decorazione: sulla parete superiore e sull’orlo interno tracce di red slip 2.5YR 4/8 red. Ingubbiatura: 5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 7; diam: 9,3; diam fondo: 4. Provenienza: necropoli arcaica, “una tomba a pozzetto 0,35 x 0,47 profondo 0,50 contenente tazzine senza manico”, maggio 1919. Datazione: prima metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1972, tav. LIX,1; VEGAS 1999, pp. 139-‐‑140, fig. 28,7, forma 2.2. n. 29 -‐‑ tav. 5, fig. 5 -‐‑ n. inv. 4385; Whitaker n. 3996 Orlo indistinto sottolineato da una lieve scanalatura, corpo emisferico, carena netta con parete superiore rettilinea inclinata verso l’interno, fondo distinto a disco, piano; superficie lisciata. Argilla: 2.5YR 5/8 red depurata. h: 6,4; diam: 10,4; diam fondo: 5. Provenienza: necropoli arcaica, “tomba intera a loculo contenente: anfora di terracotta a collo rotto, vaso tipo piscialetto rosso, tazza circolare senza manico”, maggio 1921. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, pp. 16-‐‑17, tav. VIII,4,31, tav. XX,4; CIASCA 1991, p. 182, fig. 1. n. 30 -‐‑ tav. 5, fig. 5 -‐‑ n. inv. 2758 L’orlo è indistinto, assottigliato, vasca troncoconica, carena arrotondata, la parete superiore è dritta lievemente inclinata verso l’interno, il fondo è distinto, piano. Decorazione: tre linee nere ( 7.5YR 4/1 dark gray) sulla parete superiore. Ingubbiatura: 5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 6,4; diam: 10,1; diam fondo: 5,3. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XIV,3, tav. XXV,3.
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n. 31 -‐‑ tav. 5, fig. 5 -‐‑ n. inv. 3973 Orlo indistinto, assottigliato, vasca troncoconica, carena a profilo arrotondato, parete superiore dritta inclinata verso l’interno, fondo a disco. Decorazione: coppia di linee nere al centro della parete superiore. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 5,9; diam: 8,9; diam fondo: 3,9. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA. Bibliografia: cfr. n. 30. n. 32 -‐‑ fig. 5 -‐‑ n. inv. 2745 Priva dell’orlo, vasca bassa troncoconica, con pareti lievemente convesse, la carena è arrotondata, la parete superiore è dritta, leggermente inclinata verso l’interno fondo distinto a disco; sulla parete superiore sono state praticate otto aperture trapezoidali e una più larga di forma irregolare. Decorazione: una linea nera (7.5 YR 4/1 dark gray) sulla parete superiore. Argilla: 2.5YR 5/6 red. h cons. 4,9; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XIV,3, tav. XXV,3. n. 33 -‐‑ tav. 5, fig. 5 -‐‑ n. inv. 2757 L’orlo è indistinto, arrotondato, vasca troncoconica, carena netta, arrotondata, la parete superiore è rettilinea, inclinata verso l’interno, fondo indistinto, piano. Decorazione: doppia linea nera (10YR 4/1 dark gray) sopra la carena. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 6,3; diam: 9; diam fondo: 4,5. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1972, pp. 48-‐‑49, tav. XXXVI,1. n. 34 -‐‑ tav. 5, fig. 5 -‐‑ n. inv. 4374 Orlo indistinto, arrotondato, vasca troncoconica, carena con profilo arrotondato, parete superiore dritta inclinata verso l’interno, fondo indistinto, lievemente convesso all’interno. Decorazione: due linee nere dipinte poco sotto l’orlo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 6,5; diam: 9,3; diam fondo: 4,1. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XXIII,4, tav. XLIX,1. n. 35 -‐‑ tav. 5, fig. 5.1 -‐‑ n. inv. 2746 L’orlo è indistinto, assottigliato, vasca emisferica, la carena è arrotondata con la parete superiore rettilinea, inclinata verso l’interno fondo indistinto piano. Decorazione: tre linee nere concentriche sopra la carena. Ingubbiatura: 5YR 7/3 pink. Argilla: 10R 5/6 red. h: 6; diam: 8,8; diam fondo: 3,3. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XXIII, 4, tav. XLIX, 1; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 326, fig. 54.
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n. 36 -‐‑ fig. 5.1 -‐‑ n. inv. 2749 L’orlo è indistinto, assottigliato, vasca bassa, troncoconica con pareti leggermente convesse, carena poco accentuata, arrotondata, la parete superiore è dritta e leggermente inclinata verso l’interno, fondo distinto a disco. Ingubbiatura: 10YR 8/3 very pale brown. Argilla: 10R 5/8 red. h: 6,1; diam 9,7; diam fondo: 5,1. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XIV, 3, tav. XXV, 3. n. 37 -‐‑ tav. 5.1, fig. 5.1 -‐‑ n. inv. 2756 Orlo assottigliato, indistinto, vasca bassa, emisferica, carena arrotondata, parete superiore dritta leggermente inclinata verso l’interno, fondo indistinto, leggermente concavo. Argilla: 2.5YR 5/6 red. h: 4,6; diam: 8,9; diam fondo: 4,3. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1979, pp. 213-‐‑214, fig. 17,3. n. 38 -‐‑ tav. 5.1, fig. 5.1 -‐‑ n. inv. 2779 L’orlo è verticale, indistinto piano superiormente, inclinato verso l’interno, vasca con pareti convesse, carena arrotondata con la parete superiore leggermente convessa e inclinata verso l’interno fondo distinto ad anello. Ingubbiatura: 10YR 8/2 very pale brown. Argilla: nucleo 5YR 4/2 dark reddish gray; sup. int./est. 2.5YR 5/8 red. h: 8,1; diam: 15; diam fondo: 7,1. Provenienza: necropoli. Datazione: metà -‐‑ seconda metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XV,4.
coppe carenate n. 39 -‐‑ tav. 6, fig. 6 -‐‑ n. inv. 4375 Orlo indistinto assottigliato, corpo troncoconico, carena a spigolo netto, parete superiore concava, fondo distinto a disco. Decorazione: doppia linea nera sulla parete superiore Argilla: 5YR 5/8 yellowish red. h: 10,5; diam: 12,7; diam fondo: 6,1. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. VI,2; CULICAN 1982, p. 76, fig. 13,e; VEGAS 1999, p. 151, fig. 46, forma 15. n. 40 -‐‑ tav. 6, fig. 6 -‐‑ n. inv. 4378; Whitaker n. 36 L’orlo è indistinto, assottigliato, la carena è molto accentuata, a spigolo netto; la parete superiore è concava, la vasca presenta pareti leggermente convesse, fondo distinto a disco. La decorazione è costituita da una linea nera sulla parete superiore. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: sandwich, nucleo 5YR 4/1 dark gray, superficie 10R 5/8 red. h: 9,2; diam: 12,2; diam fondo: 5,5. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: CULICAN 1982, p. 76, fig. 13,e.
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n. 41 -‐‑ tav. 6, fig. 6 -‐‑ n. inv. 2729 L’orlo è indistinto e assottigliato, la carena è molto accentuata con spigolo netto, parete superiore concava, vasca con pareti dritte, fondo distinto a disco. Superficie lisciata a stecca. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 7,7; diam: 12,5; diam fondo: 5,5. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XXXIII,5; CULICAN 1982, p. 76, fig. 13,e. n. 42 -‐‑ tav. 6, fig. 6 -‐‑ n. inv. 2725 L’orlo è indistinto, arrotondato e leggermente estroflesso, vasca emisferica; la carena, rilevata, è a spigolo netto e la parete superiore è lievemente convessa, fondo distinto, a disco. Decorazione: due coppie di linee nere (5YR 4/1 dark gray) sotto l’orlo e sopra la carena; superficie lucidata a stecca. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 6,6; diam: 10; diam fondo: 4,4. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: TUSA 1972, tav. LVII, 2.
tazze n. 43 -‐‑ tav. 7, fig. 7 -‐‑ n. inv. 2724 L’orlo è ingrossato e leggermente estroflesso, collo diritto, spalla arrotondata, corpo schiacciato, lenticolare, lacunoso, fondo piano lievemente convesso; l’ansa è a nastro, concavo sulla superficie esterna, impostata su collo e spalla. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 7.5YR 3/1 very dark gray. h: 8,2; diam: 8,2; diam fondo: non ricostruibile. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà III -‐‑ inizi II a.C. Bibliografia: DI STEFANO 1993, fig. 20,8; BECHTOLD 1999, tav. XVI, n. 154, TAZ 2. n. 44 -‐‑ tav. 7, fig. 7 -‐‑ n. inv. 2726 L’orlo è indistinto, piano sulla superficie superiore, collo dritto leggermente svasato, corpo lenticolare, schiacciato, con carena arrotondata, fondo convesso con umbone centrale poco rilevato; l’ansa è a nastro impostata sulla carena e a metà del collo. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/4 reddish brown. h: 10,6; diam: 8,8; diam fondo: 5,5. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà III -‐‑ inizi II a.C. Bibliografia: cfr. n. 43 n. 45 -‐‑ tav. 7, fig. 7 -‐‑ n. inv. 2727 L’orlo è indistinto, arrotondato, collo diritto, leggermente svasato, corpo schiacciato con spalla arrotondata, fondo piano concavo; l’ansa a nastro è impostata sulla spalla e a metà del collo. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 10R 6/8 light red. h: 11,3; diam: 9,1; diam fondo: 4,8. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà III -‐‑ inizi II a.C.
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Bibliografia: cfr. n. 43.
CERAMICA DA MENSA -‐‑ FORME CHIUSE brocche trilobate piriformi
n. 46 -‐‑ tav. 8, fig. 8 -‐‑ n. inv. 1677 Orlo trilobato, collo conico con cordolo rilevato all’attacco con il corpo, ovoidale, fondo distinto ad anello; ansa bifida impostata su orlo e cordolo. Ingubbiatura: a red slip 2.5YR 4/6 red. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 26; diam fondo 6,1. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VIII -‐‑ inizi VII a.C. Bibliografia: TUSA 1972, p. 50, tav. XXXVI,2; STAMPOLIDIS, KARAGEORGHIS 2003, p. 230, n. 22. n. 47 -‐‑ tav. 8, fig. 8 -‐‑ n. inv. 1686 Orlo trilobato, collo conico, con cordolo rilevato all’imposta con il corpo, ovoidale, fondo ad anello; ansa a doppio bastoncello impostata sull’ orlo e sopra il cordolo. Ingubbiatura: a red slip 10R 5/8 red. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 16,9; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VIII -‐‑ inizi VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, p. 11, tav. V,2. n. 48 -‐‑ tav. 8, fig. 8 -‐‑ n. inv. 1683 Orlo trilobato, collo conico, allungato, con cordolo molto rilevato all’attacco con il corpo, ovoidale, fondo indistinto concavo con umbone centrale poco rilevato; ansa bifida applicata sull’orlo e sul cordolo. Decorazione: due linee nere (2.5Y 5/1 gray) sulla spalla. Ingubbiatura: biancastra 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: rosso mattone 2.5YR 5/8 red. h: 25; diam fondo: 6,5. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, p. 62, tav. XLIX,2; CIASCA 1979, fig. 17,4. n. 49 -‐‑ tav. 8, fig. 8 -‐‑ n. inv. 5994 Orlo trilobato, collo troncoconico distinto dal corpo con un risalto poco accentuato, corpo ovoidale, fondo concavo; ansa a doppio bastoncello impostata sul risalto e sull’orlo. Decorazione: tre linee, poco leggibili, su massima espansione del corpo. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/4 reddish brown. h: 20,4; diam fondo: 5,5. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 48. n. 50 -‐‑ tav. 8.1, fig. 8.1 -‐‑ n. inv. 4377 Orlo trilobato, collo conico con cordolo rilevato all’attacco con il corpo, ovoidale, fondo distinto ad anello; ansa bifida impostata su orlo e cordolo. Ingubbiatura: 7.5YR 8/3 -‐‑ 8/4 pink. Argilla: depurata 2.5YR 6/8 light red.
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h: 26,2; diam fondo: 6,8. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà -‐‑ fine VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1979, p. 212, fig. 16,8. n. 51 -‐‑ tav. 8.1, fig. 8.1 -‐‑ n. inv. 1687 L’orlo è trilobato, collo conico con risalto accentuato all’attacco con il corpo, ovoidale, fondo ad anello; l’ansa è bifida, applicata sull’orlo e sul risalto. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 10R 4/8 red. h: 19,3; diam fondo: 5,2. Provenienza: necropoli (sarcofago?). Datazione: seconda metà -‐‑ fine VII a.C. Bibliografia: TUSA 1972, pp. 64-‐‑65, tav. XLVI,1; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 316, fig. 34. n. 52 -‐‑ tav. 8.1, fig. 8.1 -‐‑ n. inv. 1688; Whitaker n. 290(?) Orlo trilobato, collo conico largo, con cordolo rilevato all’imposta con il corpo, ovoidale, fondo ad anello; ansa bifida impostata su orlo e cordolo. Argilla: 2.5YR 6/8 light red. h: 20,6; diam fondo: 5. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà -‐‑ fine VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1979, p. 212, fig. 16,8. n. 53 -‐‑ fig. 8.1 -‐‑ n. inv. 1684 Orlo trilobato con lobi espansi, collo conico, cordolo rilevato all’imposta con il corpo, ovoidale, leggermente schiacciato, fondo distinto ad anello; ansa a doppio bastoncello impostata sull’ orlo e sul cordolo. Ingubbiatura: 5YR 8/3 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 21,8; diam fondo: 5,8. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: TUSA 1972, tav. XXIV, XXV.
brocche trilobate n. 54 -‐‑ tav. 9, fig. 9 -‐‑ n. inv. 2750; Whitaker n. 360(?), 4 L’orlo è trilobato, dritto, sottolineato all’esterno da una fascia, collo è cilindrico con cordolo all’attacco con il corpo, piriforme; fondo ad anello e umbone centrale poco rilevato; l’ansa è a nastro, sormontante. Ingubbiatura: 10YR 8/3 very pale brown. Argilla: locale 5YR 4/3 reddish brown. h: 13; diam fondo: 4,9. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VIII a.C. Bibliografia: CINTAS 1950, tav. LXXIX, 149ter; BERNARDINI 1989, 138, tav. II, 1; BARTOLONI 1992, p. 196, fig. 2,12; VEGAS 1999, p. 166, fig. 67,4-‐‑5, forma 33.1, EAD. 2000a, p. 1243, fig. 3. n. 55 -‐‑ tav. 9, fig. 9 -‐‑ n. inv. 1697; Whitaker n. 3(0)6 L’orlo è trilobato, il collo è cilindrico sottolineato da un cordolo all’attacco con il corpo, piriforme, il fondo è piano; l’ansa è a bastoncello sormontante applicata sulla spalla e sull’orlo. Decorazione: tratti verticali neri (5YR 4/1 dark gray) sulla spalla; sotto la spalla tre linee orizzontali. Sull’orlo, all’interno e all’esterno, brevi tratti verticali, sull’ansa tratti orizzontali. Argilla: 2.5YR 5/8 red.
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h: 14,2; diam fondo: 3,9. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VII a.C. Bibliografia: VECCHIO 2002, p. 253, tav. 43,2. n. 56 -‐‑ fig. 9 -‐‑ n. inv. 5313 Orlo trilobato con fascia esterna aggettante, collo conico con risalto all’attacco con il corpo, piriforme, fondo piano, indistinto; ansa a bastoncello impostato su spalla e orlo. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h 20,8; diam fondo: 7,6. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VII -‐‑ primo terzo VI a.C. Bibliografia: TOTI 2003, p. 1205, tav. CCV,3. n. 57 -‐‑ tav. 9, fig. 9 -‐‑ n. inv. 1692 Orlo trilobato molto espanso, listello piatto all’attacco con il collo dalle pareti concave e cordolo all’attacco con il corpo, piriforme; fondo concavo con umbone centrale; ansa a bastoncello su orlo e spalla. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: non rilevabile h: 21,4; diam fondo: 6,2. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: BARTOLONI 1996, fig. 26, n. 263. n. 58 -‐‑ fig. 9 -‐‑ n. inv. 1679 L’orlo è trilobato con lobi sviluppati, il collo è breve, decisamente rastremato con cordolo all’attacco con il corpo, piriforme con spalla larga e arrotondata, fondo piano distinto; ansa a nastro ingrossato, sormontante. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: “sandwich” 2.5YR 4/6 red all’interno, 10R 5/4 weak red all’esterno. h 19,3; diam fondo: 7,1. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: COLOZIER 1954, fig. 23. n. 59 -‐‑ fig. 9.1 -‐‑ n. inv. 2684 Orlo trilobato lacunoso, collo allungato, cilindrico, con pareti leggermente concave; spalla arrotondata, cordolo schiacciato all’attacco con la spalla, corpo piriforme con pareti rettilinee, fondo concavo con umbone centrale poco rilevato; ansa a nastro, ingrossata, sormontante. Argilla: 10R 5/6 red. h: 19; diam fondo: 6,8. Provenienza: necropoli. Datazione: primo quarto VI a.C. Bibliografia: BARTOLONI 1996, p. 105, forma 29, fig. 35,397, ID. 2000a, pp. 112-‐‑113, forma 29, fig. 34,121. n. 60 -‐‑ tav. 9, fig. 9.1 -‐‑ n. inv. 1693 Corpo piriforme, fondo concavo con umbone centrale rilevato; il collo ha pareti concave e cordolo all’attacco con la spalla; l’orlo, lacunoso, è trilobato con ansa a bastoncello sormontante. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: depurata 2.5YR 5/8 red. h: 22; diam fondo: 7. Provenienza: necropoli.
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Datazione: primo quarto VI a.C. Bibliografia: FANTAR 1971, tav. XXXIII,2; CULICAN 1982, tav. 5,f. n. 61 -‐‑ fig. 9.1 -‐‑ n. inv. 5993 Orlo trilobato, collo con pareti convesse, corpo ovoidale allungato, fondo indistinto concavo con umbone rilevato; ansa a nastro ingrossata, impostata sulla spalla e sull’orlo; superficie incrostata. Argilla: 2.5YR 6/8 light red. h: 19,3; diam fondo: 6,5. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: CIASCA 1990, p. 9, fig. 2. n. 62 -‐‑ tav. 9.1, fig. 9.1 -‐‑ n. inv. 4288 Orlo trilobato, collo troncoconico, corpo ovoide, fondo indistinto concavo con umbone leggermente rilevato; ansa a bastoncello impostata su spalla e orlo, non sormontante; superficie incrostata. Argilla: 2.5YR 6/8 light red. h: 21,5; diam fondo: 6,8. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 61. n. 63 -‐‑ tav. 9.1, fig. 9.1 -‐‑ n. inv. 2835 Orlo trilobato, collo troncoconico, corpo ovoide, lieve risalto all’attacco con il collo, fondo indistinto concavo con umbone centrale rilevato; ansa impostata su spalla e orlo. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 20,7; diam fondo: 6,8. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 61. n. 64 -‐‑ fig. 9.2 -‐‑ n. inv. 5337 Orlo trilobato, collo cilindrico, corpo piriforme, fondo indistinto piano concavo con umbone rilevato; l’ansa è a bastoncello impostata su spalla e orlo sormontante. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 3/4 dark reddish brown. h: 23,3; diam fondo: 6,8. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 61. n. 65 -‐‑ fig. 9.2 -‐‑ n. inv. 2452 Orlo trilobato, collo cilindrico, corpo ovoide, lieve depressione all’attacco con il collo, fondo concavo; ansa a bastoncello impostata su spalla e orlo. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 20,1; diam fondo: 7. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 61.
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n. 66 -‐‑ fig. 9.2 -‐‑ n. inv. 2703 Orlo trilobato, sbreccato, il collo ha pareti concave e risalto accentuato all’attacco con il corpo piriforme, fondo indistinto, concavo, con umbone centrale; l’ansa a bastoncello è sormontante. Ingubbiatura: 7.5YR 8/3 pink. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 17; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI a.C. Bibliografia: CULICAN 1958, pp. 25, 28, fig. 23, tav. II,c, ID. 1982, p. 66, fig. 9,b. n. 67 -‐‑ tav. 9.1, fig. 9.2 -‐‑ n. inv. 2456 Orlo trilobato con fascia esterna rilevata, collo con pareti concave, spalla pronunciata, corpo ovoide, fondo indistinto concavo con umbone leggermente rilevato; ansa impostata su spalla e orlo, sormontante. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 15,8; diam fondo: 5,8. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI a.C. -‐‑ primo quarto V a.C. Bibliografia: BARTOLONI 1996, forma 29, fig. 12, n. 50, fig. 35, n. 396, ID. 2000a, pp. 112-‐‑113, fig. 34, n. 121. n. 68 -‐‑ tav. 9.1, fig. 9.2 -‐‑ n. inv. 2828 Orlo trilobato con i lobi poco accentuati, collo breve, pareti concave, spalla decisamente arrotondata, corpo piriforme, fondo indistinto, concavo con umbone rilevato, pareti rettilinee; ansa a nastro ingrossata, sormontante. Argilla: 10R 4/6 red. h: 20; diam fondo: 6,9. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI a.C. -‐‑ primo quarto V a.C. Bibliografia: cfr. n. 67. n. 69 -‐‑ tav. 9.2, fig. 9.3 -‐‑ n. inv. 2826 Orlo trilobato con lobi poco accentuati; collo con pareti concave e listello poco rilevato all’attacco con il corpo; corpo piriforme, spalla arrotondata, fondo concavo con umbone centrale rilevato; ansa a nastro ingrossata, leggermente sormontante. Argilla: 10YR 4/1 dark gray. h: 18,9; diam fondo: 6,5. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI a.C. -‐‑ primo quarto V a.C. Bibliografia: cfr. n. 67. n. 70 -‐‑ fig. 9.3 -‐‑ n. inv. 2705; Whitaker 1817 L’orlo è trilobato con lobi poco sviluppati, collo breve e rastremato con un lieve risalto all’attacco con il corpo a sacco, lacunoso, con spalla larga e arrotondata, il fondo è concavo con umbone centrale molto rilevato, l’ansa è a nastro ingrossato sormontante. Ingubbiatura: 5Y 8/4 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/8 red all’esterno, 2.5Y 2.5/1 black all’interno. h: 20,2; diam fondo: 7. Provenienza: necropoli arcaica, “n. 7 vasetti di terracotta in una fossetta nel terreno con ossa cremate, coperto con lastra di pietra non lavorata”, 1908. Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. Bibliografia: cfr. n. 67.
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n. 71 -‐‑ fig. 9.3 -‐‑ n. inv. 1696 L’orlo è trilobato, collo concavo con cordolo appena rilevato all’attacco del corpo, piriforme, fondo concavo; l’ansa a bastoncello è sormontante. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5Y 5/8 red. h: 18,4; diam fondo: 5,4. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. (?). Bibliografia: produzione locale (?). n. 72 -‐‑ tav. 9.2, fig. 9.3 -‐‑ n. inv. 2827 Orlo trilobato con lobi ben distinti, collo cilindrico con pareti concave, è presente un risalto all’attacco con la spalla, corpo ovoidale; fondo concavo con bottone centrale poco rilevato; ansa a nastro ingrossata, sormontante. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 5YR 4/2 dark reddish gray. h: 21,2; diam fondo: 6,5. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. (?). Bibliografia: produzione locale (?). n. 73 -‐‑ tav. 9.2, fig. 9.3 -‐‑ n. inv. 2704 L’orlo è trilobato, collo con pareti rastremate verso l’alto, cordolo all’attacco con il corpo, ovoidale, fondo indistinto, concavo; l’ansa è sormontante impostata su orlo e spalla. Ingubbiatura: 7. 5YR 8/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 18,1; diam fondo: 5,9. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI -‐‑ inizi V a.C. (?). Bibliografia: produzione locale (?). n. 74 -‐‑ fig. 9.4 -‐‑ n. inv. 2834 Orlo trilobato con lobi accentuati e risega all’imposta dell’orlo sul collo troncoconico, corpo ovoide, lacunoso, fondo indistinto concavo con umbone centrale; ansa a bastoncello impostata su spalla e orlo, sormontante. Argilla: 5YR 3/2 dark reddish brown. h 20,5; diam fondo: 6,6. Provenienza: necropoli. Datazione: metà IV a.C. Bibliografia: LANCEL 1968, pp. 129-‐‑130, fig. 99; BARTOLONI 1996, p. 190, forma 29, n. 199; fig. 42, n. 556. n. 75 -‐‑ tav. 9.3, fig. 9.4 -‐‑ n. inv. 2854 Orlo trilobato con lobi sviluppati, collo conico, pareti concave, corpo troncoconico con pareti rettilinee, fondo concavo con piccolo bottone centrale, spalla arrotondata e ben rilevata; ansa a nastro, sormontante. Argilla: grigio scuro con vacuoli biancastri, piccoli, frequenti, 2.5Y 2.5/1 black. h: 19,7; diam fondo: 5,3. Provenienza: necropoli. Datazione: metà IV a.C. Bibliografia: BARTOLONI 1996, p. 105, fig. 24,199.
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n. 76 -‐‑ tav. 9.3, fig. 9.4 -‐‑ n. inv. 1706 L’orlo è trilobato con i lobi laterali orizzontali e larghi, il collo è alto, rastremato, con pareti concave, all’attacco con il corpo è presente un cordolo appena rilevato; corpo troncoconico, fondo concavo con umbone centrale poco rilevato; l’ansa è a nastro ingrossato e sormontante. Ingubbiatura: 10YR 8/1 white. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 22,5; diam fondo: 6,1. Provenienza: necropoli. Datazione: metà IV a.C. Bibliografia: cfr. n. 75.
brocche trilobate di imitazione n. 77 -‐‑ fig. 10 -‐‑ n. inv. 1707 Orlo trilobato, collo troncoconico con cordolo molto rilevato all’attacco con la spalla, corpo ovoidale con fondo distinto a disco e modanatura esterna; ansa a nastro impostata su spalla e orlo, sormontante. Ingubbiatura: 10Y 8/1 light greenish gray. Argilla: 10YR 4/2 dark grayish brown. h: 21,5; diam fondo: 6,5. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VI a.C. Bibliografia: SPARKES, TALCOTT 1970, pp. 58-‐‑59, tav. 5,92; DI STEFANO 2000a, pp. 1298, 1302, fig. 2,2. n. 78 -‐‑ fig. 10 -‐‑ n. inv. 2830 Orlo trilobato con lobi larghi, collo cilindrico troncoconico con cordolo appena rilevato all’attacco con la spalla, corpo ovoidale; base distinta a disco con modanatura sul bordo, all’interno concavo con umbone centrale; ansa a nastro impostata su spalla e orlo, sormontante. Argilla: 10R 5/6 red. h: 23; diam fondo: 7. Provenienza: necropoli. Datazione: 525-‐‑500 a.C. Bibliografia: SPARKES, TALCOTT 1970, p. 59, tav. 5,100. n. 79 -‐‑ tav.10, fig.10 -‐‑ n. inv. 1705 Orlo trilobato, lobi larghi e ben distinti, collo cilindrico con pareti leggermente concave, corpo ovoidale con base distinta a disco concava, modanata con incavo e listello; ansa a nastro sormontante. Decorazione: rosso ruggine su orlo, collo e spalla; sul collo quattro tremoli orizzontali tre serie di triglifi sulla spalla, in bianco. Ingubbiatura: 2.5YR 4/3 reddish brown, 5Y 7/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/4 reddish brown. h: 19; diam fondo: 6,3. Provenienza: necropoli. Datazione: inizi VI a.C. Bibliografia: MAASS-‐‑LINDEMANN 1982, tav. 32,7,1; SARÀ 1993, pp. 305-‐‑306, n. 400; FRASCA, FOUILLAND 1994, p. 543; VEGAS 1999, p. 167, fig. 69, forma 34. n. 80 -‐‑ tav.10, fig. 10 -‐‑ n. inv. 2831 Orlo trilobato, lobi larghi e ben distinti, collo cilindrico con pareti leggermente concave, corpo ovoidale con base distinta a disco concava, modanata con incavo e listello; ansa a nastro sormontante. Decorazione: sul corpo due serie di doppie e triple linee sottili rosso ruggine (5YR 4/3 reddish brown); sulla spalla sette gocce in rosso ruggine poco leggibili. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5Y 5/1 gray.
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h: 18,5; diam fondo: 6. Provenienza: necropoli. Datazione: inizi V a.C. Bibliografia: cfr. n. 79. n. 81 -‐‑ tav. 10, fig. 10 -‐‑ n. inv. 4422 Corpo a sacco, fondo piano, collo breve; l’orlo è trilobato, largo. L’ansa è a nastro leggermente sormontante impostata su orlo e spalla. Ingubbiatura: biancastra 2.5Y 8/1 white. Argilla: rosso mattone, 2.5YR 4/6, con inclusi biancastri medi. h: 18,7; diam fondo: 6,2. Provenienza: Porta Nord, sarcofago. Datazione: 350-‐‑275 a.C. Bibliografia: ROTROFF 2006, pp. 69-‐‑70, fig. 1,2.
brocche trilobate con orlo a fascia n. 82 -‐‑ tav. 11, fig. 11 -‐‑ n. inv. 2791 Orlo trilobato con lobi laterali poco accentuati e fascia esterna aggettante, collo cilindrico con pareti verticali, corpo ovoidale, presenta un cordolo poco rilevato all’attacco con la spalla, fondo a disco leggermente concavo con bottone centrale poco rilevato; ansa a nastro. Decorazione: tre linee rosso ruggine (2.5YR 3/3 dark reddish brown) sulla spalla e quattro sul corpo, molto sottili, e sulla superficie superiore dell’orlo. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5Y 4/1 dark gray. h: 19; diam fondo: 5,9. Provenienza: necropoli. Datazione: fine V a.C. Bibliografia: MAASS-‐‑LINDEMANN 1982, tav. 46, CT 3,1. n. 83 -‐‑ fig. 11 -‐‑ n. inv. 2792 Orlo trilobato con lobi laterali poco accentuati e fascia esterna aggettante, collo cilindrico con pareti verticali che presenta un cordolo poco rilevato all’attacco con la spalla, corpo ovoidale, fondo distinto concavo; ansa a nastro. Decorazione: due linee rosso ruggine, poco visibili, sulla spalla e sul corpo e un tratto orizzontale sull’ansa. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 10YR 3/1 very dark gray. h: 23,4; diam fondo: 7,6. Provenienza: necropoli. Datazione: fine IV a.C. Bibliografia: BECHTOLD 1999, tav. XXI, n. 215, BR 7B, t. 30. n. 84 -‐‑ fig. 11 -‐‑ n. inv. 5291 Orlo trilobato con i lobi poco accentuati e fascia esterna aggettante sul collo, collo cilindrico leggermente svasato verso l’alto corpo ovoidale, fondo distinto concavo con bottone centrale; ansa a bastoncello impostata su spalla e orlo. Ingubbiatura: 2.5Y 7/3 pale yellow. Argilla: 2.5 YR 4/8 red. h: 21; diam fondo: 6,4. Provenienza: necropoli. Datazione: fine IV a.C. Bibliografia: cfr. n. 83.
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n. 85 -‐‑ tav. 11, fig. 11.1 -‐‑ n. inv. 2683 Orlo trilobato con doppio cordolo all’attacco con il collo, collo breve con pareti concave, corpo ovoidale allungato, spalla sfuggente, fondo indistinto, concavo; ansa a nastro fra spalla e orlo. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: grigio scuro -‐‑ violacea 2.5Y 3/2 very dark graysh brown. h: 21,5; diam fondo: 7. Provenienza: necropoli. Datazione: IV a.C. Bibliografia: produzione locale (?). n. 86 -‐‑ fig. 11.1 -‐‑ n. inv. 2788 Orlo trilobato con fascia esterna aggettante, collo troncoconico, corpo conico, fondo concavo con umbone centrale; ansa a nastro impostata su spalla e orlo, sormontante. Argilla: 10YR 6/4 light yellowish brown. h: 19,3; diam fondo: 8,6. Provenienza: necropoli. Datazione: inizi IV a.C. Bibliografia: LANCEL 1968, p. 129, fig. 96. n. 87 -‐‑ tav. 11, fig. 11.1 -‐‑ n. inv. 5174; Whitaker: 164, 908 Orlo trilobato a fascia esterna con risalto aggettante sul collo, lobi poco accentuati, collo cilindrico, corpo ovoidale, fondo concavo con umbone a bottone; ansa a bastoncello impostata su spalla e orlo, sormontante. Ingubbiatura: 2.5Y 7/3 pale yellow. Argilla: 2.5 YR 5/4 reddish brown. h: 19,1; diam fondo: 7,1. Provenienza: necropoli. Datazione: inizi IV a.C. Bibliografia: cfr. n. 86. n. 88 -‐‑ fig. 11.1 -‐‑ n. inv. 2786 Corpo ovoidale, fondo concavo con bottone centrale, collo troncoconico con pareti concave, orlo trilobato con fascia esterna aggettante e i lobi poco accentuati; l’ansa è a nastro impostata sulla spalla e sull’orlo, sormontante. Argilla: 7.5YR 4/4 brown. h: 19,8; diam fondo: 7,4. Provenienza: necropoli. Datazione: IV a.C. Bibliografia: DI STEFANO 1993, fig. 14,4. n. 89 -‐‑ fig. 11.1 -‐‑ n. inv. 1690 L’orlo è trilobato con fascia esterna aggettante sul collo, cilindrico, corpo piriforme, fondo indistinto concavo con umbone centrale rilevato; l’ansa è a nastro impostata su spalla e orlo, leggermente sormontante. Argilla: 5YR 5/8 yellowish red. h: 20,7; diam fondo: 7,8. Provenienza: necropoli. Datazione: IV a.C. Bibliografia: LANCEL 1968, p. 129, fig. 96; DI STEFANO 1993, fig. 14,4. n. 90 -‐‑ tav. 11, fig. 11.2 -‐‑ n. inv. 2787 L’orlo è trilobato con i lobi poco accentuati e la fascia esterna aggettante sul collo, il collo è cilindrico con le pareti concave, corpo piriforme, fondo distinto a disco concavo e umbone a bottone; l’ansa a nastro è impostata su spalla e orlo, sormontante.
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Argilla: 10YR 3/2 very dark grayish brown. h: 20,7; diam fondo: 7,3. Provenienza: necropoli. Datazione: 350-‐‑325 a.C. Bibliografia: DI STEFANO 1993, fig. 14, 3; BECHTOLD 1999, p. 339, tav. XXI, BR 7B, 215. n. 91 -‐‑ fig. 11.2 -‐‑ n. inv. 2789 L’orlo è trilobato con i lobi poco accentuati e fascia esterna aggettante sul collo, il collo è cilindrico con le pareti concave, corpo ovoidale, fondo distinto concavo con bottone centrale; l’ansa è a nastro, impostata su spalla e orlo, sormontante. Argilla: 7.5YR 4/3 brown. h: 18,4; diam fondo: 7. Provenienza: necropoli. Datazione: IV a.C. Bibliografia: LANCEL 1968, p. 129, fig. 97; BECHTOLD 1999, tav. XXI, n. 214, BR 7A, t. 52.
brocche con bocca cilindrica n. 92 -‐‑ tav. 12, fig. 12 -‐‑ n. inv. 1788 Orlo alto, svasato, cordolo all’attacco con il corpo, ovoide, fondo distinto ad anello concavo con umbone piatto; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sull’orlo, sormontante. Decorazione: fascia a red slip (10R 4/8 red) inquadrata da una linea nera in alto (5YR 4/1 dark gray) e da tre, in basso; linea a zigzag continua sulla spalla, sei tratti orizzontali sull’ansa. Ingubbiatura: 7. 5YR 8/3 pink. Argilla: 10R 6/6 light red. h: 16,6; diam: 5,3; diam fondo: 6,1. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: GJERSTAD 1948, fig. XXXVIII, 10; CINTAS 1951, p. 40, fig. 11, t. XVI; BISI 1967, tav. VI, 1; CULICAN 1970, fig. 3,8; TUSA 1978, p. 53, tav. XXXIX, 4; MARTELLI 1981, p. 404, tav. LXXXIX, 2; BARTOLONI 1996, pp. 94-‐‑95, fig. 30, 324; FAMÀ, TOTI 2005, p. 618, figg. 4-‐‑5. n. 93 -‐‑ tav. 12, fig. 12 -‐‑ n. inv. 2765 L’orlo è a tesa piana inclinata verso il basso, collo breve e cilindrico corpo a sacco, spalla dritta con carena accentuata, il fondo è piano, concavo con umbone centrale, appena rilevato; priva dell’ansa. Decorazione: tre linee nere ravvicinate appena sotto la spalla, due al centro del corpo e una verso il fondo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 16,4; diam: 3,8; diam fondo: 8,4. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VI a.C. Bibliografia: BARTOLONI 1983, p. 49, fig. 3, c. n. 94 -‐‑ tav. 12, fig. 12 -‐‑ n. inv. 4421 L’orlo è estroflesso con risalto all’interno, il collo è cilindrico, corpo globulare, base distinta ad anello convessa all’interno; l’ansa è a nastro applicata sulla spalla e sull’orlo. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/4 reddish brown. h: 19,9; diam: 8,9; diam fondo: 7,1. Provenienza: Porta Nord, sarcofago. Datazione: IV a.C. Bibliografia: VUILLEMOT 1965, p. 190, forma AN 35-‐‑37; VEGAS 1999, p. 164, forma 29.2, fig. 63 b.
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n. 95 -‐‑ tav. 12, fig. 12 -‐‑ n. inv. 4426 L’orlo è estroflesso con risalto interno, gradiente poco rilevato, il collo è cilindrico, corpo ovoidale, base distinta ad anello con umbone centrale; l’ansa è a nastro applicata sull’orlo e sulla spalla. Ingubbiatura: biancastra 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 16,9; diam: 6,8; diam fondo: 5,7. Provenienza: Porta Nord (?). Datazione: IV a.C. Bibliografia: VUILLEMOT 1965, p. 190, forma AN 35-‐‑37. n. 96 -‐‑ tav. 12.1, fig. 12 -‐‑ n. inv. 4427 L’orlo è ingrossato con la superficie esterna convessa, il collo è cilindrico, corpo ovoidale, base distinta ad anello; l’ansa è a nastro leggermente sormontate e applicata sull’orlo e sulla spalla. Ingubbiatura: 2. 5Y 8/4 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/6 red. h: 20,6; diam: 5,7; diam fondo: 5,3. Provenienza: Porta Nord, sarcofago. Datazione: 280-‐‑250 a.C. Bibliografia: DI STEFANO 1993, fig. 15, 4; BECHTOLD 1999, p. 320, tav. XX, BR 5, 204. n. 97 -‐‑ tav. 12.1, fig. 12 -‐‑ n. inv. 4425 L’orlo è ingrossato con la superficie superiore lievemente convessa, il collo è cilindrico con le pareti leggermente convesse, il corpo è ovoidale, base piana indistinta; l’ansa è a nastro impostata su spalla e orlo. Ingubbiatura: 10 YR 8/2 very pale brown. Argilla: 10YR 6/4 light yellowish brown. h: 15,7; diam 4,6; diam fondo: 3,7. Provenienza: Porta Nord, sarcofago. Datazione: III a.C. Bibliografia: CARRIÉ, SANVITI 1979, p. 136, fig. 32a. n. 98 -‐‑ tav. 12.1, fig. 12.1 -‐‑ n. inv. 4428 L’orlo, ingrossato, è inclinato verso l’esterno, il collo è cilindrico con pareti leggermente concave, corpo ovoidale, base distinta ad anello leggermente convessa all’interno; l’ansa a nastro è impostata su spalla e orlo. Ingubbiatura: 2. 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/6 red. h: 20,9; diam: 7,8; diam fondo: 5,8. Provenienza: Porta Nord, sarcofago. Datazione: III a.C. Bibliografia: MICHELINI 2003, p. 945, tav. CLXIX, 6. n. 99 -‐‑ fig. 12.1 -‐‑ n. inv. 4419 L’orlo è ingrossato con la superficie superiore convessa, il collo è cilindrico con pareti lievemente convesse nella parte mediana corpo piriforme, base distinta ad anello, leggermente convessa; l’ansa è a nastro impostata su orlo e spalla. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 7.5YR 3/1 very dark gray. h: 22,3; diam: 8,8; diam fondo: 8,5. Provenienza: Porta Nord, sarcofago. Datazione: 300-‐‑250 a.C. Bibliografia: DI STEFANO 1993, fig. 17, 2; BECHTOLD 1999, p. 341, tav. XX, BR5, 203.
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n. 100 -‐‑ tav. 12.1, fig. 12.1 -‐‑ n. inv. 4423 Corpo piriforme decorato con solcature, collo breve, spalla arrotondata, fondo ad anello. L’ansa è a nastro lievemente sormontante, impostata su spalla e orlo. L’orlo è a fascia ingrossata con superficie superiore inclinata verso il basso. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 5YR 5/4 reddish brown. h 15,9; diam 3; diam fondo 5,3. Provenienza: Porta Nord, sarcofago(?). Datazione: 300-‐‑250 a.C. Bibliografia: DI STEFANO 1993, p. 42, fig. 12, 3, 7; BECHTOLD 1999, p. 294, tav. XIX, BR 1, 196; DENARO 2000, p. 406, fig. 10d.
vasi chardon n. 101 -‐‑ tav. 13, fig. 13 -‐‑ n. inv. 1798; Whitaker n. 4059 Orlo estroflesso, ingrossato collo allungato, svasato verso l’alto, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello. Decorazione: ingubbiatura a red slip (10R 5/6 red) esclusa la parte terminale del corpo sottolineata da una linea nera (5YR 4/2 dark reddish gray); un’altra linea nera sottolinea l’attacco tra corpo e collo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h 20,6; diam 10,7; diam fondo 5,2. Provenienza: necropoli, “vaso per liquidi forma non comune, rinvenuto in una tomba a cremazione insieme ad un vasetto protocorinzio”, 4 maggio 1929. Datazione: PCA. Bibliografia: HARDEN 1937, p. 69, fig. 3k; VEGAS 1999, p. 153, fig. 49, forma 18. n. 102 -‐‑ tav. 13, fig. 13 -‐‑ n. inv. 1702 Orlo indistinto, estroflesso, corpo ovoide, fondo ad anello. Decorazione: red slip opaca fino a metà del corpo Ingubbiatura: 5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5 YR 4/8 red. h 14,7; diam 8,9; diam fondo 5. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA (?). Bibliografia: TUSA 1978, p. 15, tav. VI, 3. n. 103 -‐‑ tav. 13, fig. 13 -‐‑ n. inv. 2714; Whitaker n. 19-‐‑21 (?) Orlo ingrossato ed estroflesso, corpo troncoconico, carena a profilo arrotondato, parete superiore concava; lacunoso, manca del fondo. Decorazione: quattro fasce in rosso dalla carena all’orlo. Argilla: 2.5YR 6/8 light red. h conservata: 7,4; diam: 7,8. Provenienza: necropoli. Datazione: metà VII a.C. Bibliografia: SAGONA 2002, p. 660, fig. 340, n. 12. n. 104 -‐‑ tav. 13, fig. 13 -‐‑ n. inv. 2712 Orlo ingrossato e arrotondato, inclinato verso l’esterno, vasca troncoconica, carena a spigolo poco netto, parete superiore concava, fondo indistinto leggermente convesso. Argilla: 5YR 5/1 gray. h: 7,8; diam: 5,5; diam fondo: 2,3. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 103.
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n. 105 -‐‑ tav. 13, fig. 13 -‐‑ n. inv. 2713 Orlo ingrossato e arrotondato, inclinato verso l’esterno, collo cilindrico, carena a profilo arrotondato, parete superiore concava vasca troncoconica, fondo indistinto, leggermente concavo. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 9,2; diam: 6,9; diam fondo: 2,8. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VII -‐‑ inizi VI a.C. Bibliografia: SAGONA 2002, p. 660, fig. 340, n. 12; TOTI 2003, p. 1205, tav. CCV, 3.
CERAMICA DA FUOCO -‐‑ FORME CHIUSE olle
n. 106 -‐‑ tav. 14, fig. 14 -‐‑ n. inv. 1650 Orlo a tesa piana, corpo emisferico, risega a profilo arrotondato, parete superiore rettilinea a sezione troncoconica, fondo indistinto convesso, conserva una sola ansa a bastoncello impostata su carena e orlo; lacuna (praticata ?) nella parte inferiore del corpo, manca un’ansa e parte dell’orlo su cui era impostata. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 16,9; diam: 16,8; diam fondo: 6,8. Provenienza: tofet (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1978, p. 129, tav. LXXV, 1. n. 107 -‐‑ tav. 14, fig. 14 -‐‑ n. inv. 1659 Orlo ingrossato estroflesso, corpo ovoidale, fondo convesso, ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 2. 5YR 7/6 light red. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 11,7; diam: 9,8. Provenienza: necropoli (?). Datazione: fine VIII a.C. Bibliografia: BARTOLONI 1988, p. 169, fig. 7, P. n. 108 -‐‑ tav. 14, fig. 14 -‐‑ n. inv. 2682; Whitaker n. 1950 (?) Orlo estroflesso, corpo conico, carena dal profilo arrotondato, fondo distinto piano; ansa a bastoncello impostata sulla risega e sulla spalla rettilinea. Ingubbiatura: 5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/6 red. h: 12,7; diam 14; diam fondo: 4,5. Provenienza: necropoli (?). Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: LANCEL, THUILLIER 1979, p. 259, n. 5, p. 262, fig. 141. n. 109 -‐‑ tav. 14, fig. 14 n. inv. 1658 Orlo estroflesso, corpo lenticolare schiacciato, fondo leggermente concavo; ansa a bastoncello impostata sulla spalla. Ingubbiatura: 10YR 8/2 very pale brown. Argilla: 10YR 4/2 dark grayish brown. h: 9,4; diam: 9,5; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli (?). Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 108.
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n. 110 -‐‑ tav. 14, fig. 14.1 -‐‑ n. inv. 1654 Orlo estroflesso, corpo globulare schiacciato, fondo indistinto convesso, ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 10R 7/3 pale red. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 7,9; diam: 8,4; diam fondo: 3,5. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 108. n. 111 -‐‑ tav. 14, fig. 14.1 -‐‑ n. inv. 1667 Orlo estroflesso, corpo conico, carena arrotondata, fondo leggermente concavo; ansa a bastoncello verticale impostata sulla carena e sulla spalla, convessa. Ingubbiatura: 5YR 8/2 pinkish white. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 10,5; diam: 10; diam fondo: 5. Provenienza: necropoli (?). Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 108. n. 112 -‐‑ tav. 14, fig. 14.1 -‐‑ n. inv. 1646 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo indistinto convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 5YR 3/3 dark reddish brown. h: 10,6; diam: 10; diam fondo: 3,4. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1983, fig. 1. n. 113 -‐‑ tav. 14, fig. 14.1 -‐‑ n. inv. 1647 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo indistinto convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 10,9; diam: 9,3; diam fondo: 3,6. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 114 -‐‑ tav. 14, fig. 14.1 -‐‑ n. inv. 1663; Whitaker n. 3939 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo convesso, ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: non rilevabile. h: 11; diam: 10,3; diam fondo: 3,6. Provenienza: necropoli arcaica, “olla ad un manico di terracotta ordinaria”, maggio 1919. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 115 -‐‑ tav. 14, fig. 14.1 -‐‑ n. inv.: 1665 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo indistinto convesso, ansa verticale, impostata sulla spalla. Argilla: 10YR 3/2 very dark grayish brown. h: 12,8; diam: 12,2; diam fondo: 4,2.
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Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 116 -‐‑ fig. 14.2 -‐‑ n. inv. 1656 Orlo arrotondato, svasato, corpo a profilo biconico, fondo indistinto lievemente convesso, lacunoso; ansa a bastoncello, verticale. Argilla: 10R 6/8 light red. h: 9,3; diam 10,3. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 117 -‐‑ tav. 14.2, fig. 14.2 -‐‑ n. inv. 1664 Orlo estroflesso, corpo globulare schiacciato, fondo indistinto convesso; priva dell’ansa. Ingubbiatura: 5YR 8/2 pinkish white. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 9,5; diam: 11. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 118 -‐‑ tav. 14.2, fig. 14.2 -‐‑ n. inv. 1660 L’orlo è estroflesso con la superficie esterna piana, corpo globulare deformato durante la cottura, fondo piano, l’ansa è a bastoncello, verticale, sulla spalla. Ingubbiatura: 5Y 8/1 white. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 11,6; diam: 10,1; diam fondo: 4,8. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 119 -‐‑ tav. 14.2, fig. 14.2 -‐‑ n. inv. 1649 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo indistinto convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 7.5YR 7/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/6 red. h: 9,5; diam: 10; diam fondo: 4,9. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 120 -‐‑ tav. 14.2, fig. 14.2 -‐‑ n. inv. 1653 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo convesso, ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 7. 5YR 3/1 very dark gray. h: 12; diam: 11; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 112.
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n. 121 -‐‑ fig. 14.3 -‐‑ n. inv. 1666 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo indistinto convesso, ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 7.5YR 8/1 white. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 13,7; diam 12,5. Provenienza: necropoli (?). Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 112. n. 122 -‐‑ tav. 14.2, fig. 14.3 -‐‑ n. inv. 2773 Orlo ingrossato estroflesso con solcatura all’attacco con il corpo, globulare; il fondo è indistinto leggermente convesso; ansa a bastoncello, impostata sulla spalla. Ingubbiatura: 10YR 8/2 very pale brown. Argilla: 2.5YR 6/6 light red. h: 11,6; diam: 10,9; diam fondo: 3,4. Provenienza: necropoli (?). Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: CIASCA 1991, p. 182, fig. 7. n. 123 -‐‑ tav. 14.2, fig. 14.3 -‐‑ n. inv. 1657 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo convesso, ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 7. 5YR 8/3 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 10,1; diam: 10,2; diam fondo: 4. Provenienza: necropoli (?). Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 122. n. 124 -‐‑ tav. 14.3, fig. 14.3 -‐‑ n. inv. 1648 L’orlo è piano leggermente inclinato verso l’interno, corpo globulare leggermente schiacciato, fondo piano; presa di forma conica con impressione digitale profonda. Ingubbiatura: 5Y 7/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 10,3; diam: 11; diam fondo: 4,5. Provenienza: necropoli (?). Datazione: 600 a.C. Bibliografia: VECCHIO 2002, p. 213, tav. 10,1. n. 125 -‐‑ fig. 14.3 -‐‑ n. inv. 1645 Orlo estroflesso con fascia esterna piana e profondo incavo all’attacco con il corpo globulare leggermente schiacciato, fondo convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 5YR 8/3-‐‑8/4 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 14,4; diam: 15,2; diam fondo: 4,5. Provenienza: necropoli (?). Datazione: 600 a.C. Bibliografia: cfr. n. 124. n. 126 -‐‑ tav. 14.3, fig. 14.4 -‐‑ n. inv. 1655 Orlo estroflesso, corpo globulare, fondo convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 10YR 8/1 white.
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Argilla: 2.5YR 4/6 red all’esterno, 5YR 2. 5/1 black all’interno. h: 9,5; diam: 9,6. Provenienza: necropoli (?). Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: CIASCA 1991, p. 182, fig. 7. n. 127 -‐‑ tav. 14.3, fig. 14.4 -‐‑ n. inv. 1652 Orlo ingrossato ed estroflesso, corpo globulare schiacciato, fondo convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 2. 5YR 8/3 pink. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 9,8; diam: 11,5; Provenienza: necropoli (?). Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 126. n. 128 -‐‑ tav. 14.3, fig. 14.4 -‐‑ n. inv. 1661 Orlo ingrossato estroflesso, corpo globulare, fondo convesso, ansa a bastoncello impostata sulla spalla, verticale. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 10YR 3/1 very dark gray. h: 19,2; diam: 14,8; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli (?). Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: VECCHIO 2002, p. 213, tav. 10,1-‐‑2.
CERAMICA DA CONSERVAZIONE -‐‑ FORME CHIUSE anfore
n. 129 -‐‑ tav. 15, fig. 15 -‐‑ n. inv. 1672 Orlo indistinto, collo breve, dritto, spalla rettilinea con carena a spigolo netto, corpo a sacco, fondo distinto ad anello; anse non pertinenti, restauro Whitaker. Decorazione: larga fascia in red slip (2.5YR 5/4 reddish brown) sotto le anse e un’altra sul collo. Ingubbiatura: 10YR 8/3 very pale brown. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 28,7; diam: 10,1; diam fondo: 9,9. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: HARDEN 1937, pp. 72-‐‑73, fig. 4,e-‐‑f; CIASCA 1968, tav. XXXI, fig. 1; VEGAS 1999, pp. 154-‐‑155, fig. 51,1, forma 20.1; LANCEL 1982, figg. 480-‐‑481. n. 130 -‐‑ tav. 15, fig. 15 -‐‑ n. inv. 2723 Priva dell’orlo e del collo, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello; anse orizzontali impostate sulla spalla. Decorazione: metope inquadrate da due coppie di linee nerastre, i triglifi sono composti da quattro linee ondulate; nel campo metopale breve motivo a zig-‐‑zag; sulle anse tre serie di quattro tratti verticali. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h conservata: 37,2; diam fondo: 10,8. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: BISI 1969, p. 13, fig. 5,4.
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n. 131 -‐‑ tav. 15, fig. 15 -‐‑ n. inv. 2769; Whitaker n. 366, 36(?) Orlo a tesa inclinata, collo cilindrico con pareti leggermente concave, corpo globulare, fondo distinto ad anello; anse a bastoncello orizzontali impostate obliquamente sul corpo. Decorazione: metope inquadrate da una coppia di tre linee (2.5Y 4/1 dark gray), sei serie di triglifi con quattro linee ondulate, distinti in tre serie con linea continua su un lato dell’anfora e tre serie con due gruppi sovrapposti dall’altro; nel campo metopale due linee a zig-‐‑zag sovrapposte; sul collo una linea, sulle anse tre serie di quattro tratti verticali. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 5YR 5/8 yellowish red. h: 33,5; diam: 13,1; diam fondo: 8,6. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: HARDEN 1937, p. 64 sgg.; FALSONE 1988, p. 45, tav. III,d; BISI 1970, tav. XXV,146-‐‑147; VEGAS 1999, p. 154, fig. 50,2, forma 19. n. 132 -‐‑ tav. 15, fig. 15 -‐‑ n. inv. 2755 Priva dell’orlo e di parte del collo, cilindrico, corpo ovoidale, fondo piano distinto; anse orizzontali, impostate obliquamente sul corpo. Decorazione: metope composte da due fregi inquadrati da tre coppie di linee; tra le anse sei serie di triglifi costituiti da quattro tratti verticali e metope vuote; sul fregio superiore quattro serie di triglifi composti da quattro tratti ondulati e quattro rombi a reticolo; all’attacco del collo linea ondulata continua tra due linee orizzontali; sull’ansa tre serie di quattro tratti verticali. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 5YR 4/3 reddish brown. h conservata: 33,2; diam fondo: 9,9. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: BISI 1969, p. 13, fig. 5,11; CIASCA 1991, p. 184, fig. 14. n. 133 -‐‑ tav. 15.1, fig. 15 -‐‑ n. inv. 5289; Whitaker n. 3996 Priva dell’orlo e del collo, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello, lacunoso nella parte centrale, anse orizzontali impostate obliquamente sul corpo. Decorazione: metope inquadrate da una coppia di triplici linee orizzontali; triglifi costituiti da sei serie di quattro tratti verticali in rosso; il campo è vuoto, tre linee all’imposta del collo, sulle anse due serie di quattro tratti verticali. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2-‐‑8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 32,9; diam fondo: 10,6. Provenienza: necropoli arcaica “tomba intera a loculo contenente: anfora di terracotta a collo rotto, vaso tipo piscialetto rosso, tazza circolare senza manico”, maggio 1921. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1983, fig. 1; TROMBI 1999, tav. LXXXV, O5b. n. 134 -‐‑ tav. 15.1, fig. 15 -‐‑ n. inv. 2753 Priva dell’orlo e del collo, corpo ovoidale, fondo concavo con umbone centrale poco rilevato; anse orizzontali impostate sul corpo; la frattura sul collo non è netta e mostra scheggiature di rilavorazione. Decorazione: cinque fasce inquadrate da sei linee orizzontali; la fascia inferiore è vuota; la seconda presenta due serie di quattro losanghe su lungo stelo (fitomorfe?) inquadrate da due triglifi composti da quattro tratti verticali e da uno con tremoli; la terza mostra un triglifo a quattro tratti verticali e cinque losanghe apicate; la quarta fascia presenta due serie di quattro losanghe su lungo stelo alternate a un tremolo orizzontale; l’ultima fascia, presso l’imposta del collo, è costituita da una linea a zigzag continua; sulle anse otto tratti verticali.
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Argilla: depurata 2.5YR 5/8 red. h: 31,9; diam fondo: 11,5. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CINTAS 1970, tav. XXXIV, fig. 103; BISI 1969, p. 13, fig. 5,10. n. 135 -‐‑ tav. 15, fig. 15.1 -‐‑ n. inv. 1670 Priva dell’orlo, collo cilindrico con cordolo molto rilevato all’attacco con la spalla, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello; anse a bastoncello, orizzontali, impostate sul corpo. Decorazione: il fregio centrale, inquadrato da due coppie di linee, è composto da quattro coppie di triangoli opposti secondo il vertice, campiti da tratti obliqui; due linee nere sotto il campo centrale, sulla spalla due fasce in red slip (10R 4/8-‐‑5/8 red) inquadrate da due coppie di linee nere; sul collo tre linee, su un’ansa tre tratti verticali, l’altra non pertinente; presenza di numerose grappe di ferro, restauro Whitaker. Ingubbiatura: 10YR 8/3 very pale brown. Argilla: depurata 2.5YR 6/8 light red. h conservata: 41,5; diam fondo 10. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: BISI 1969, p. 13, fig. 5,7. n. 136 -‐‑ tav. 15.2, fig. 15.1 -‐‑ n. inv. 5425 Orlo a tesa, collo cilindrico con pareti concave, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello; anse orizzontali impostate obliquamente sulla massima espansione del corpo. Decorazione: tra le anse, fregio metopale, con triglifi costituiti da quattro tratti verticali inquadrati da tre linee nere in alto e una in basso; sotto le metope una linea nera; sulla spalla e alla base del collo cinque linee; sull’orlo quattro serie di quattro tratti verticali, sulle anse due gruppi di quattro tratti verticali. Ingubbiatura: 10YR 8/3 very pale brown. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 36,8; diam: 12; diam fondo: 10. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1991, p. 184, figg. 12,14. n. 137 -‐‑ tav. 15.2, fig. 15.1 -‐‑ n. inv. 2780 Orlo a sezione triangolare, collo, lacunoso, con pareti concave leggermente rastremate verso il basso, corpo globulare, fondo distinto concavo; ansa a nastro, ingrossata, impostata verticalmente sulla spalla. Decorazione: metope inquadrate da due linee (2.5Y 4/1 dark gray) con sei serie di triglifi di quattro tratti verticali e campo vuoto, linea nera sul collo all’attacco con il corpo; due serie di quattro tratti orizzontali sulle anse. Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 10YR 4/1 dark gray. h: 28,7; diam: 10,1; diam fondo: 9,9. Provenienza: tofet. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: TOTI 2004, p. 501. n. 138 -‐‑ tav. 15.2, fig. 15.1 -‐‑ n. inv. 2764; Whitaker n. 309 (?) Collo cilindrico, corpo globulare, fondo ad anello concavo; anse orizzontali impostate sulla spalla; priva dell’orlo e di un’ansa. Decorazione: metope inquadrate da una serie di tre linee orizzontali, costituita da sei triglifi di quattro tratti verticali, con campo metopale vuoto; una linea orizzontale sulla parte mediana del collo; sull’ansa conservata, tredici tratti verticali.
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Ingubbiatura: 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2.5Y 4/2 dark grayish brown. h cons.: 31; diam fondo: 10,2. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1983, fig. 1. n. 139 -‐‑ tav. 15.3, fig. 15.1 -‐‑ n. inv. 1671 Orlo a tesa piana, lacunoso, collo cilindrico con cordolo all’imposta della spalla, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello con umbone poco rilevato; anse orizzontali impostate obliquamente sulla spalla. Decorazione: due linee sotto le anse e tre sulla spalla, all’attacco con il collo due e tre sul collo. Ingubbiatura: 7.5YR 8/3 pink. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 32,7; diam: 11,7; diam fondo: 10,2. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII -‐‑ inizi VI a.C. Bibliografia: TROMBI 1999, pp. 284-‐‑285, tav. LXXXV, O4d, O5a-‐‑d. n. 140 -‐‑ tav. 15.3, fig. 15.1 -‐‑ n. inv. 6556 Orlo a tesa, collo svasato, “a tromba”, corpo ovoide, fondo distinto a disco, lacunoso al centro, anse orizzontali impostate sulla massima espansione del corpo, lacunose. Decorazione: cinque coppie di linee nere (5Y 4/1 dark gray) sul corpo e due sul collo, due rosse sulla massima espansione tra le anse. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 37,5; diam: 14,3; diam fondo: 9,9. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VII -‐‑ inizi VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 139. n. 141 -‐‑ tav. 15.3, fig. 15.2 -‐‑ n. inv. 2716 Orlo breve, dritto, corpo ovoidale, privo del fondo, anse orizzontali impostate sulla massima espansione del corpo. Decorazione: poco leggibile; tracce di motivo metopale inquadrato da due linee nere, sopra le anse, con un triglifo costituito da quattro tratti verticali; una linea nera sotto le anse e due all’attacco dell’orlo e una fascia in red slip (10R 4/6 red) all’esterno dell’orlo Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 36,6; diam: 14,8; diam fondo: 11,2. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VI a.C. Bibliografia: BUTERA 1997, pp. 465-‐‑469. n. 142 -‐‑ tav. 15.3, fig. 15.2 -‐‑ n. inv. 2754 Orlo indistinto, arrotondato, collo breve, corpo ovoidale, fondo indistinto concavo; anse orizzontali impostate sul corpo. Decorazione: cinque coppie di linee nere sul corpo, tre sulla spalla e due tra le anse e il fondo. Argilla: esterna/interna 2.5YR 5/8 red, nucleo 7.5YR 5/2 brown. h: 32,5; diam: 13,9; diam fondo: 13,4. Provenienza: necropoli. Datazione: seconda metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 141.
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n. 143 -‐‑ tav. 15.3, fig. 15.2 -‐‑ n. inv. 2747, Whitaker n. 306 Corpo a calotta, presa a bottone; l’orlo è indistinto e assottigliato. Decorazione: quattro linee nere concentriche sulla calotta e una sulla superficie superiore della presa. Argilla: 2. 5YR 4/8 red. h: 7,8; diam: 13,9. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà del VII a.C. Bibliografia: LANCEL 1982, p. 289, fig. 399; VEGAS 1999, p. 175, fig. 81, forma 44.
brocche neck-‐‑ridge n. 144 -‐‑ tav. 16, fig. 16 -‐‑ n. inv. 2763 L’orlo è ingrossato, a tesa, collo cilindrico con risalto mediano rilevato, spalla arrotondata, corpo ovoide, fondo ad anello; ansa impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: fregio metopale sulla spalla con cinque triglifi, due sono costituiti da quattro tratti verticali, due da tre gruppi di tratti sovrapposti e uno da due sovrapposti; due serie di quattro “chevrons” ai lati dell’ansa decorata con quattro tratti orizzontali; fascia a red slip (10R 4/8 red) sulla massima espansione del corpo e sulla parte superiore del collo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 28,1; diam: 9,8; diam fondo: 8,2. Provenienza: tofet. Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CINTAS 1950, p. 90, tav. VII; CIASCA 1978b, tav. LXXIII,1,3, EAD. 1999, p. 71, fig. 3; TOTI 2004, p. 501. n. 145 -‐‑ tav. 16, fig. 16 -‐‑ n. inv. 2771 Orlo a tesa inclinato verso il basso, collo cilindrico con risalto mediano molto rilevato, corpo globulare, fondo distinto concavo; ansa a bastoncello lievemente schiacciata impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: poco sotto l’ansa tre linee in vernice grigiastra (10R 5/1 reddish gray) che inquadrano sulla spalla quattro triglifi costituiti da cinque tratti verticali in vernice rossa diluita (10R 4/4 weak red). Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 27,3; diam: 8,8; diam fondo: 8,6. Provenienza: tofet (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: HARDEN 1937, p. 69, fig. 3, N. n. 146 -‐‑ tav. 16, fig. 16 -‐‑ n. inv. 2720 Orlo a tesa, collo cilindrico con risalto mediano, corpo globulare, fondo ad anello; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: linea ondulata inquadrata da doppia linea orizzontale sul ventre; sulla parte superiore del collo tre linee nere. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 31,3; diam: 10,8; diam fondo: 9. Provenienza: tofet (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1978, tav. LXXIII, 4,6, EAD. 1979, p. 211, nota 14, fig. 16,5. n. 147 -‐‑ tav. 16.1, fig. 16 -‐‑ n. inv. 4409; Whitaker n. 4011 Orlo estroflesso ingrossato, triangolare, con solcatura sulla superficie superiore, collo cilindrico con cordolo appena rilevato all’attacco con il corpo e gradino mediano rilevato, spalla sfuggente, corpo ovoide, fondo
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concavo con umbone centrale appena rilevato; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul gradino mediano del collo. Ingubbiatura: 5YR 8/3 pink. Argilla: 5YR 7/6 reddish brown. h: 24,6; diam: 10,1; diam fondo: 8,7. Provenienza: tofet. nota: in associazione con il piattello n. inv. 4396 Datazione: metà -‐‑ seconda metà VI a.C. Bibliografia: CINTAS 1950, tav. VII,95; FAMÀ, TOTI 2005, pp. 620-‐‑621, fig. 8. n. 148 -‐‑ tav. 16.1, fig. 16.1 -‐‑ n. inv. 6076; Whitaker n. 4010 Orlo ingrossato, arrotondato estroflesso, collo cilindrico con gradino mediano rilevato, corpo globulare, fondo distinto concavo; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: due linee nere (2.5Y 5/1 gray) sulla parte superiore del collo e due linee nere al di sotto dell’ansa, sul corpo. Ingubbiatura: biancastra 2.5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 10R 5/8 red. h: 21,4; diam 8,2; diam fondo: 7,1. Provenienza: tofet, “vaso di terracotta, conteneva piccole ossa cremate, quattro chicchi di pietra forati di una collana, globuletto di bronzo di collana. Il vaso era coperto da un piattino della stessa terracotta, trovato alla base esterna del muro di cinta della II necropoli”, maggio 1921. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: TUSA 1972, tav. XXVII; CIASCA 1979, p. 209, fig. 16,1; EAD. 1991, p. 182, fig. 5. n. 149 -‐‑ tav. 16.1, fig. 16.1 -‐‑ n. inv. 2695 Orlo ingrossato, collo cilindrico con risalto mediano pronunciato, corpo piriforme, fondo concavo con umbone centrale poco rilevato; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: due linee nere sotto l’orlo (2.5Y 5/1 gray). Argilla: 2. 5YR 5/8 red. h: 22,2; diam: 8,3; diam fondo: 6,7. Provenienza: tofet (?). Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 152. n. 150 -‐‑ tav. 16.2, fig. 16.1 -‐‑ n. inv. 2675 Orlo ingrossato e inclinato verso l’esterno, sbreccato, collo con risalto mediano a listello rilevato, corpo ovoide, fondo indistinto piano; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: fregio metopale sul corpo costituito da due serie di doppie linee nere (2.5Y 5/1 gray); quella a metà del corpo delimita cinque triglifi composti da quattro tratti verticali; sul collo due linee, sotto l’orlo e sopra il risalto mediano; sull’ansa sette tratti orizzontali. Argilla: 2. 5YR 5/8 red. h: 15,6; diam: 6,7; diam fondo: 6,6. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XLVI,2. n. 151 -‐‑ tav. 16.2, fig. 16.1 -‐‑ n. inv. 2680 Orlo ingrossato a tesa, collo cilindrico con pareti lievemente concave, risalto mediano costituito da listello piatto corpo piriforme, fondo a disco piano; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul listello del collo. Decorazione: fregio metopale costituito da quattro serie di triglifi con quattro tratti verticali (10R 4/4 weak red); doppia linea nera (2.5Y 5/1 gray) tra risalto e orlo e doppia linea nera sulla massima espansione del corpo; tre serie di quattro tratti verticali rossi sull’orlo . Argilla: 7. 5YR 4/4 brown.
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h: 11,6; diam: 5,3; diam fondo: 5,1. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XLVI,2. n. 152 -‐‑ tav. 16.2, fig. 16.1 -‐‑ n. inv. 2678; Whitaker n. 250 Orlo ingrossato a sezione triangolare, collo cilindrico con listello mediano ingrossato corpo globulare schiacciato, fondo indistinto piano; ansa a bastoncello impostato sulla spalla e sul listello del collo. Decorazione: doppia linea nera sotto l’orlo (2.5Y 5/1 gray), decorazione metopale sulla spalla costituita da quattro triglifi con quattro tratti inquadrati inferiormente da triplice linea; due serie di quattro tratti orizzontali su ansa. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/6 red. h: 14,5; diam: 6,9; diam fondo: 4,7. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XLVI, 2; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, pp. 319-‐‑320, figg. 40-‐‑41; ALBANESE PROCELLI 1991, p. 99, fig. 1,3. n. 153 -‐‑ tav. 16.2, fig. 16.1 -‐‑ n. inv. 2679; Whitaker n. 2054 Orlo ingrossato, collo cilindrico con risalto mediano costituito da listello ingrossato, corpo piriforme, fondo a disco; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: cinque serie di triglifi composti da cinque tratti verticali (2.5Y 5/1 gray); due linee sotto orlo e cinque tratti orizzontali sull’ansa. Ingubbiatura: 5Y 8/2 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/8 red. h: 14,6; diam: 7; diam fondo: 4,5. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 150. n. 154 -‐‑ tav. 16.3, fig. 16.2 -‐‑ n. inv. 2710 Orlo ingrossato a tesa, collo cilindrico con risalto mediano al centro, corpo ovoide, fondo distinto, concavo all’interno, con umbone centrale; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: doppia linea nera (2.5Y 5/1 gray) sulla massima espansione, tre serie di chevrons sulla spalla; quattro tratti orizzontali sull’ansa, due linee sotto l’orlo. Argilla: 2. 5YR 5/8 red. h: 13,9; diam: 5,5; diam fondo: 4,7. Provenienza: necropoli. Datazione: inizi VI a.C. Bibliografia: produzione locale. n. 155 -‐‑ tav. 16.3, fig. 16.2 -‐‑ n. inv. 2709 Orlo ingrossato, estroflesso, collo cilindrico con listello mediano, corpo ovoidale, fondo ad anello con umbone centrale; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul listello del collo. Decorazione: due coppie di linee nere (2.5Y 5/1 gray) sul corpo e due sotto l’orlo. Ingubbiatura: 10YR 8/3 very pale brown. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 16,3; diam: 5,6; diam fondo: 5,7. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: TUSA 1972, tav. XXVII, t. 3; CIASCA 1979, p. 209, fig. 16,1, EAD. 1991, p. 182, fig. 5.
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n. 156 -‐‑ tav. 16.3, fig. 16.2 -‐‑ n. inv. 2681; Whitaker n. 306 Orlo ingrossato, collo cilindrico con risalto mediano costituito da un listello, corpo piriforme, fondo distinto leggermente concavo; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: due linee nere sulla massima espansione del corpo e due sotto l’orlo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 13,1; diam: 6,8; diam fondo: 4,2. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 155. n. 157 -‐‑ tav. 16.4, fig. 16.2 -‐‑ n. inv. 2674 Orlo ingrossato e inclinato verso l’esterno, collo cilindrico con risalto mediano poco accentuato corpo globulare, fondo indistinto piano; ansa impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: doppia linea nera su massima espansione del corpo e fascia larga al di sotto dell’orlo. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 14,2; diam: 6; diam fondo: 4,4. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 155. n. 158 -‐‑ tav. 16.4, fig. 16.2 -‐‑ n. inv. 2677 Orlo ingrossato a sezione triangolare con fascia esterna convessa, sbreccato, collo allungato con risalto mediano, corpo globulare, fondo concavo; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto del collo. Decorazione: due linee sotto orlo e due sulla massima espansione del corpo. Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/6 red. h: 13,3; diam: 5,5; diam fondo: 4,8. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: CIASCA 1979, p. 209, nota 6, fig. 16,1. n. 159 -‐‑ tav. 16.4, fig. 16.3 -‐‑ n. inv. 1701 Orlo ingrossato, estroflesso, collo cilindrico con risalto mediano costituito da un listello, corpo ovoidale schiacciato, fondo indistinto piano; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto mediano del collo. Decorazione: doppia linea nera poco sotto la massima espansione del corpo e doppia linea sotto l’orlo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 11,1; diam: 5,8; diam fondo: 3,1. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 158. n. 160 -‐‑ tav. 16.4, fig. 16.3 -‐‑ n. inv. 1810 Orlo estroflesso, collo cilindrico con risalto mediano costituito da un listello, corpo ovoidale, fondo ad anello con umbone centrale, ansa a bastoncello impostata su spalla e sul risalto del collo. Decorazione: doppia linea sulla massima espansione del corpo e sotto l’orlo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 11,8; diam: 5,5; diam fondo: 4,2. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: cfr. n. 158.
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n. 161 -‐‑ tav. 16.4, fig. 16.3 -‐‑ n. inv. 2676 Orlo estroflesso ingrossato, collo cilindrico con risalto mediano netto; corpo ovoide leggermente schiacciato e rastremato verso il basso, fondo indistinto piano, concavo all’interno; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul risalto mediano del collo. Argilla: 10YR 4/1 dark gray. h: 14,4; diam: 7,6; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: produzione locale.
attingitoi n. 162 -‐‑ tav. 17, fig. 17 -‐‑ n. inv. 2708 Orlo indistinto, inclinato verso l’esterno, lacunoso; risalto all’attacco con la spalla; corpo cilindrico, leggermente rastremato verso il basso, fondo piano indistinto; ansa a bastoncello impostata su orlo e spalla, sormontante. Argilla: 10R 4/8 red. h: 15,3; diam: 4,3; diam fondo: 4,9. Provenienza: necropoli (?). Datazione: prima metà VII a.C. Bibliografia: VEGAS 2000b, p. 362, fig. 7,46. n. 163 -‐‑ tav. 17, fig. 17 -‐‑ n. inv. 2698 Orlo indistinto, svasato, corpo ovoide allungato, fondo indistinto convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sull’orlo, sormontante. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 11,3; diam: 4,1; diam fondo: 2,3. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1979, p. 210, fig. 16,4; BARTOLONI 1996, pp. 97-‐‑99, fig. 15, 93, 101. n. 164 -‐‑ tav. 17, fig. 17 -‐‑ n. inv. 2696 Orlo indistinto, inclinato verso l’esterno, corpo ovoide allungato, fondo indistinto convesso; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sull’orlo, sormontante. Argilla: 5YR 4/4 reddish brown. h: 11,2; diam: 3,7; diam fondo: 1,2. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 163. n. 165 -‐‑ fig. 17 -‐‑ n. inv. 2752 Orlo indistinto, inclinato verso l’esterno, corpo ovoide allungato, fondo indistinto piano; manca l’ansa di cui si conserva l’imposta sulla massima espansione del corpo e sull’orlo. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 12,9; diam: 4,5; diam fondo: 4,6. Provenienza: necropoli (?). Datazione: seconda metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 163.
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CERAMICA PER USI SPECIALI -‐‑ FORME CHIUSE brocche con orlo espanso
n. 166 -‐‑ tav. 18, fig. 18 -‐‑ n. inv. 1793 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, rastremato nella parte superiore, corpo a campana, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (10R 4/6 red) fino al solco; linea nera sopra al solco, linea nera su spalla e sotto ansa, superficie lisciata a stecca. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 19,4; diam: 6; diam fondo: 5,3. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA. Bibliografia: FAMÀ, TOTI 2005, p. 619, fig. 4-‐‑5. n. 167 -‐‑ tav. 18, fig. 18 -‐‑ n. inv. 1789 Orlo a disco, collo rastremato nella parte inferiore e superiore divisa ciascuna da un solco, corpo a campana, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla; restauro Whitaker dell’orlo con frammento non pertinente. Decorazione: a red slip su orlo e parte superiore del collo delimitata da una linea nera sopra il solco, sul corpo fascia a red slip (10R 5/8 red) inquadrata da due linee nere. argilla: 2.5YR 6/8 light red. h: 20,7; diam: 6,6; diam fondo: 5,3. Provenienza: necropoli. Datazione: inizi VII a.C. Bibliografia: BISI 1968b, tav. I,2; FAMÀ, TOTI 2005, p. 619, fig. 4-‐‑5. n. 168 -‐‑ tav. 18, fig. 18 -‐‑ n. inv. 1805 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco nella parte superiore rastremato, corpo a campana, fondo distinto ad anello poco rilevato; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (10R 4/8 red) fino alla linea nera sopra l’attacco dell’ansa, doppia linea nera sulla spalla sotto l’ansa. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 21,3; diam: 6; diam fondo: 5,4. Provenienza: necropoli. Datazione: PCA. Bibliografia: BISI 1968b, tav. II, 1. n. 169 -‐‑ fig. 18 -‐‑ n. inv. 2687 Priva dell’orlo, collo cilindrico fino al listello mediano, corpo a campana, fondo ad anello poco rilevato; ansa a bastoncello impostata su listello e spalla. Decorazione: a red slip fino alla linea nera poco sopra il listello mediano; doppia linea nera su corpo che presenta tracce di ingubbiatura biancastra. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h conservata: 16; diam fondo: 5,3. Provenienza: necropoli. Datazione: PCM II, 660-‐‑650 a.C. Bibliografia: TUSA 1978, tav. XXXI,1; CIASCA 1979, p. 214, n. 24; TUSA 1984, pp. 353-‐‑354, fig. 14; DEHL 1984, p. 226; CIASCA 1991, p. 181, n. 10. n. 170 -‐‑ tav. 18, fig. 18 -‐‑ n. inv. 1808 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, nella parte superiore rastremato, corpo a campana, fondo ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (10R 5/8 red) fino alla linea nera, doppia linea nera su spalla sotto ansa.
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Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 18,2; diam: 5,6; diam fondo: 5,1. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: LANCEL, THUILLIER 1979, p. 258, fig. 133-‐‑134; LANCEL 1982, p. 311, figg. 486-‐‑487. n. 171 -‐‑ tav. 18.1, fig. 18 -‐‑ n. inv. 2689 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, rastremato nella parte superiore, corpo a campana, fondo ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (10R 5/6 red) su orlo e collo fino al solco, due linee sul collo, due linee nere sul corpo sotto l’ansa. Argilla: 2.5YR 5/8 red. Provenienza: necropoli. h: 14,5; diam: 4,8; diam fondo: 4,4. Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 170. n. 172 -‐‑ tav. 18.1, fig. 18.1 -‐‑ n. inv. 1802 Corpo ovoidale, fondo ad anello, collo cilindrico fino a due solchi, poi rastremato, orlo a disco. Decorazione: a red slip (10R 6/8 light red) sull’orlo e parte superiore del collo delimitato da una linea nera, una linea sul corpo, sotto l’ansa. Ingubbiatura: 10YR 8/2 very pale brown. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 16,1; diam: 4,8; diam fondo: 3,8. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto -‐‑ metà VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 170. n. 173 -‐‑ tav. 18.1, fig. 18.1 -‐‑ n. inv. 1796 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, rastremato nella parte superiore, corpo a campana, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: parte superiore del collo a red slip (10R 4/6 red) delimitata da una linea nera sopra l’attacco dell’ansa. Superficie del corpo lisciata. Argilla: 5YR 6/8 reddish yellow. h: 20,6; diam: 3,9; diam fondo: 5,3. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto VII a.C. Bibliografia: TUSA 1978, p. 33, t. 94, tav. XIV,3; BIKAI 1978, tav. I,3, tav. V,14; CHELBI 1986, pp. 180-‐‑182, nn. 24, 28. n. 174 -‐‑ tav. 18.1, fig. 18.1 -‐‑ n. inv. 1806 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, poi rastremato, corpo a campana, fondo ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (2. 5YR 6/6 light red) fino all’attacco dell’ansa. Ingubbiatura: 7.5YR 7/4 pink. Argilla: 5YR 7/6 reddish yellow. h: 19,7; diam: 6; diam fondo: 5. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto VII a.C.
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Bibliografia: TUSA 1978, p. 22, tav. XIII,2; 28, tav. XVIII,4; 30, tav. XIX,4; 30, tav. XX,2; 62, tav. XLIX,3; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, pp. 313-‐‑314, fig. 25. n. 175 -‐‑ tav. 18.2, fig. 18.1 -‐‑ n. inv. 2686 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, nella parte superiore rastremato, corpo ovoide, fondo distinto ad anello poco rilevato; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (10R 4/6 red) sull’orlo e parte superiore del collo, delimitata da una linea nera sopra l’attacco dell’ansa. Argilla: 2.5YR 6/8 light red. h: 19; diam: 5,9; diam fondo: 4,3. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto VII a.C. Bibliografia: BIKAI 1978, tav. I,3, tav. V,14; CHELBI 1986, pp. 180-‐‑182, nn. 24, 28. n. 176 -‐‑ tav. 18.2, fig. 18.1 -‐‑ n. inv. 2688 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, rastremato nella parte superiore, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (10R 5/6 red) sull’orlo e sul collo, delimitata da una linea nera sopra l’attacco dell’ansa; superficie del corpo lisciata. Argilla: 2.5YR 7/8 light red. h: 18; diam: 5; diam fondo: 4,4. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 175. n. 177 -‐‑ tav. 18.2, fig. 18.2 -‐‑ n. inv. 1799 Orlo a disco, collo cilindrico fino ai due solchi, rastremato nella parte superiore, corpo a campana, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco mediano e spalla. Decorazione: parte superiore del collo a red slip (10R 5/8 red) fino alla linea nera sopra l’attacco dell’ansa; superficie del corpo lisciata. Argilla: 2. 5YR 7/8 light red. h: 23; diam: 6; diam fondo: 4,4. Provenienza: necropoli. Datazione: secondo quarto VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 175. n. 178 -‐‑ tav. 18.2, fig. 18.2 -‐‑ n. inv. 1803 Orlo a disco, collo rastremato, spalla molto accentuata a gradino, corpo piriforme, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su collo e spalla. Argilla: 2.5YR 5/8 red; presenta un impasto con sgrassante vegetale con frequenti vacuoli allungati, la superficie è lisciata. h: 21,5; diam: 5,2; diam fondo: 5,1. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VII a.C. Bibliografia: BIKAI 1978, tav. V,20; CULICAN 1982, p. 60, fig. 9, a; BIKAI 1987, tav. XIII, XXVIII,316; MAZAR 2004, fig. 9, nn. 2, 5. n. 179 -‐‑ tav. 18.3, fig. 18.2 -‐‑ n. inv. 1800; Whitaker n. 306, 37 IV, 4 Orlo espanso a disco concavo all’interno, collo cilindrico all’imposta con il corpo, troncoconico al di sopra del solco mediano, corpo ovoide, fondo distinto ad anello; ansa impostata su spalla e solco mediano. Decorazione: doppia linea nera sul corpo, una fascia sopra il solco e sull’imposta tra collo e orlo; fascia anche sull’imboccatura interna.
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Ingubbiatura: 2. 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/8 red. h: 22,1; diam: 8,8; diam fondo: 5,2. Provenienza: necropoli. Datazione: terzo quarto VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1978, tav. LXIV,1. n. 180 -‐‑ tav. 18.3, fig. 18.2 -‐‑ n. inv. 1804; Whitaker n. 3938 Orlo troncoconico, collo cilindrico fino al solco rastremato nella parte superiore, corpo a campana, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: a red slip (10R 5/6 red) su orlo e collo delimitata da una linea nera sopra il solco; due linee nere sul collo, due linee nere sulla spalla sotto l’ansa. Argilla: 2. 5YR 5/8 red. h: 24,5; diam: 8,7; diam fondo: 6,6. Provenienza: necropoli arcaica, “aryballos con bocca a fungo”, maggio 1919. Datazione: terzo quarto VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 179. n. 181 -‐‑ tav. 18.3, fig. 18.2 -‐‑ n. inv. 1809 Orlo troncoconico con bordo ingrossato, collo cilindrico fino al solco, poi rastremato, corpo ovoidale, fondo ad anello; ansa a bastoncello impostata su solco e spalla. Decorazione: parte superiore del collo dipinta in rosso (10R 6/6 light red) fino alla linea nera sul solco mediano, doppia linea nera sul corpo sotto l’ansa, Ingubbiatura: 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/6 red. h: 19,4; diam: 7,2; diam fondo: 4,5. Provenienza: necropoli. Datazione: fine del VII a.C. Bibliografia: TUSA 1972, p. 36, tav. XXIV; TUSA 1978, p. 11, tav. V,1,21, tav. XII,3; CIASCA 1978, tav. LXIV,1; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, p. 314, fig. 29. n. 182 -‐‑ fig. 18.2 -‐‑ n. inv. 1807 Orlo a disco, collo cilindrico fino al solco, parte superiore rastremata, corpo a campana, fondo distinto ad anello; restauro Whitaker. Decorazione: superficie superiore del disco a red slip (10R 5/6 red), una linea nera sul collo, una linea nera sulla spalla. Argilla: 2. 5YR 6/8 light red. h: 24, 5; diam: 9; diam fondo: 7. Provenienza: necropoli. Datazione: prima metà VI a.C. Bibliografia: CHELBI 1986, pp. 182-‐‑183, 236, n. 50.
“bottiglie” n. 183 -‐‑ tav. 19, fig. 19 -‐‑ n. inv. 1709 Orlo espanso, concavo, con fascia esterna piana, collo troncoconico con incavo mediano, corpo cilindrico, fondo indistinto piano con largo depressione centrale concavo; ansa a bastoncello impostata su risalto mediano e spalla. Decorazione: tre serie di due linee nere sul corpo; vernice rossa (10R 5/4 weak red) all’interno e sul bordo esterno dell’orlo. Ingubbiatura: 7. 5YR 8/3 pink. Argilla: 2. 5YR 5/8 red. h: 21,3; diam: 8,3; diam fondo: 9,3.
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Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: VI a.C. Bibliografia: BISI 1968b, tav. IV,2; CIASCA 1999, p. 74, fig. 5. n. 184 -‐‑ tav. 19, fig. 19 -‐‑ n. inv. 1794 Imboccatura a disco, decisamente concava all’interno, orlo verticale, piano superiormente e leggermente inclinato verso l’esterno, collo con accentuato solco mediano, corpo cilindrico, fondo piano indistinto con umbone centrale decisamente rientrante; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul solco. Decorazione: due linee sottili di vernice bruna sul corpo. Ingubbiatura: 2.5Y 8/4 pale yellow. Argilla: 10R 5/6 red. h: 24,6; diam: 8,2; diam fondo: 12,3. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: VI a.C. Bibliografia: CIASCA 1999, p. 74, fig. 5. n. 185 -‐‑ tav. 19, fig. 19 -‐‑ n. inv. 1791 Orlo espanso con bordo esterno piano, collo cilindrico con risalto mediano, corpo cilindrico, fondo ad anello poco rilevato con umbone concavo; ansa a bastoncello impostata su spalla e risalto mediano. Decorazione: sul corpo due fasce rosse inquadrate da coppie di linee rosse, linea rossa sotto l’orlo e sul bordo esterno del disco. Ingubbiatura: 2. 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/8 red. h: 20,9; diam: 7,5; diam fondo: 3,2. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: VI a.C. Bibliografia: BISI 1968b, tav. IV,1. n. 186 -‐‑ tav. 19, fig. 19 -‐‑ n. inv. 1703 Orlo espanso con modanatura esterna costituita da gola inquadrata da due listelli, alto collo troncoconico con incavo mediano inquadrato da due listelli e lieve risalto all’attacco con il corpo, cilindrico; fondo concavo con umbone concavo, ansa a bastoncello impostata su spalla e incavo sul collo. Decorazione: tre fasce rosso scuro (10R 5/4 weak red) sul corpo e sul bordo esterno dell’orlo. Ingubbiatura: 2. 5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2. 5YR 4/8 red. h: 21,8; diam: 8,1; diam fondo: 9,1. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: VI a.C. Bibliografia: BISI 1967, pp. 41-‐‑42, tav. VI,2. n. 187 -‐‑ tav. 19.1, fig. 19 -‐‑ n. inv. 5314 Imboccatura a disco con orlo ingrossato con la superficie superiore piana; presenta un gradino largo, leggermente digradante verso l’interno; collo cilindrico con pareti rastremate verso l’alto e incavo mediano molto rilevato; corpo cilindrico, spalla convessa, risalto all’attacco con il corpo; fondo concavo con umbone poco rilevato; ansa a nastro ingrossata impostata sulla spalla e sul cordolo. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 20,9; diam: 8,2; diam fondo: 8,6. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: CULICAN 1958, p. 23, fig. 10; CIASCA 1990, p. 9, fig. 2.
94
n. 188 -‐‑ tav. 19.1, fig. 19 -‐‑ n. inv. 2024 Orlo espanso con doppio cordolo sulla fascia esterna, collo troncoconico con listello molto rilevato sotto orlo corpo cilindrico, fondo indistinto piatto, concavo al centro con umbone leggermente rilevato; ansa impostata su spalla e listello. Decorazione: tre fasce rosse, poco leggibili, sul corpo. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 24; diam: 9,1; diam fondo: 9,5. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: WHITAKER 1921, fig. 31; CULICAN 1958, p. 23, fig. 10; CIASCA 1990, p. 9, fig. 3. n. 189 -‐‑ tav. 19.1, fig. 19.1 -‐‑ n. inv. 2706 Orlo espanso, concavo all’interno con bordo esterno piano, collo troncoconico con listello mediano rilevato poco sotto l’orlo, corpo cilindrico, fondo indistinto leggermente concavo con umbone concavo; ansa a bastoncello impostata su spalla e listello mediano. Argilla: 2.5YR 6/8 light red. h: 26,1; diam: 9,4; diam fondo: 9,8. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: metà VI a.C. Bibliografia: CIASCA 1999, p. 74, fig. 5. n. 190 -‐‑ tav. 19.2, fig. 19.1 -‐‑ n. inv. 2707 Orlo espanso a profilo troncoconico leggermente rientrante, concavo all’interno, collo cilindrico con risalto rilevato e inciso poco sotto l’orlo, corpo cilindrico, fondo concavo; ansa impostata su spalla e risalto sul collo. Decorazione: due serie di triplici linee rosse sul corpo. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 25,5; diam: 8,1; diam fondo: 10,4. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: VI a.C. Bibliografia: produzione locale (?). n. 191 -‐‑ tav. 19.2, fig. 19.1 -‐‑ n. inv. 1795 Imboccatura a disco con orlo inclinato verso l’interno, superficie superiore piana, depressione centrale, leggermente inclinata verso il centro, collo breve con risalto mediano, corpo ovoidale, fondo concavo con umbone centrale poco rilevato; ansa a bastoncello impostata sul risalto e sulla spalla. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 5YR 4/2 dark reddish gray. h: 20,2; diam: 9,3; diam fondo: 8. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: inizi V a.C. Bibliografia: LANCEL 1968, pp. 130-‐‑131, fig. 100. n. 192 -‐‑ tav. 19.2, fig. 19.2 -‐‑ n. inv. 4290 Orlo espanso, concavo all’interno, collo troncoconico con solco poco sotto l’orlo, corpo cilindrico, fondo concavo con umbone leggermente rilevato; ansa impostata su spalla e solco; superficie incrostata. Ingubbiatura: 2.5Y 8/3 pale yellow. Argilla: 2.5YR 4/8 red. h: 25,5; diam: 8; diam fondo: 8,1. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: V a.C. (?). Bibliografia: produzione locale (?).
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n. 193 -‐‑ tav. 19.3, fig. 19.2 -‐‑ n. inv. 1710 Orlo espanso, concavo all’interno e fascia esterna, collo troncoconico con risega netta all’attacco con il corpo cilindrico, fondo concavo con umbone molto rilevato; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sotto l’orlo; superficie incrostata. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 21,5; diam: 6,4; diam fondo: 7,7. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: V a.C. (?). Bibliografia: produzione locale (?). n. 194 -‐‑ tav. 19.3, fig. 19.2 -‐‑ n. inv. 1787 Orlo espanso, concavo all’interno, a breve tesa piana con bordo esterno piano, collo troncoconico con risalto all’attacco con il corpo, cilindrico, fondo convesso con umbone concavo molto largo; ansa a bastoncello impostata sotto l’orlo e sulla spalla; superficie incrostata. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 24,8; diam: 8,5; diam fondo: 6,6. Provenienza: necropoli, sarcofago (?). Datazione: V a.C. (?). Bibliografia: produzione locale (?). n. 195 -‐‑ fig. 19.2 -‐‑ n. inv. 5348 Orlo espanso a disco concavo all’interno, collo conico con doppio risalto all’imposta dell’orlo e del corpo, cilindrico, fondo indistinto, concavo al centro; superficie incrostata. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h: 24,5; diam 8,8; diam fondo: 6,5. Provenienza: necropoli, sarcofago(?). Datazione: V a.C. (?). Bibliografia: produzione locale (?).
unguentari -‐‑ alabastra n. 196 -‐‑ tav. 20, fig. 20 -‐‑ n. inv. 2690 Orlo espanso con superficie superiore convessa, collo distinto dal corpo con un risalto, lieve rigonfiamento alla base corpo ovoidale, fondo ad anello con umbone piatto; ansa a bastoncello impostata sulla spalla e sul collo. Argilla: 5YR 7/8 reddish yellow. h: 13,8; diam: 2,8; diam fondo: 1,4. Provenienza: necropoli. Datazione: 675-‐‑640 a.C. Bibliografia: RAMÓN 1982, p. 33, fig. 4, 7, 9. n. 197 -‐‑ tav. 20, fig. 20 -‐‑ n. inv. 3968 Orlo espanso a sezione triangolare, collo troncoconico, corpo globulare, fondo ad anello con umbone poco rilevato. Argilla: 7. 5YR 8/6 reddish yellow. h: 11; diam: 2; diam fondo: 2,1. Provenienza: necropoli. Datazione: 675-‐‑640 a.C. Bibliografia: cfr. n. 196. n. 198 -‐‑ tav. 20, fig. 20 -‐‑ n. inv. 2694 Orlo espanso a sezione triangolare, collo troncoconico breve, corpo globulare, fondo distinto ad anello; ansa a bastoncello impostata su spalla e collo.
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Argilla: 5YR 7/8 reddish yellow. h: 9,8; diam: 1,6; diam fondo: 2. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: RAMÓN 1982, p. 33, fig. 4,10. n. 199 -‐‑ tav. 20, fig. 20 -‐‑ n. inv. 2693 L’orlo è espanso a sezione triangolare, lacunoso, collo troncoconico con lieve rigonfiamento alla base, corpo ovoidale, fondo ad anello con umbone; l’ansa è a bastoncello impostata su spalla e rigonfiamento del collo. Argilla: 5YR 4/4 reddish brown. h: 10; diam: 2,8; diam fondo: 2,2. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 198. n. 200 -‐‑ tav. 20, fig. 20 -‐‑ n. inv. 2691 Orlo ingrossato, inclinato verso l’esterno, collo distinto dal corpo con una scanalatura, corpo globulare, fondo ad anello con umbone; ansa a bastoncello impostata su spalla e collo. Argilla: 5YR 7/8 reddish yellow. h: 9,4; diam: 1,6; diam fondo: 1,5. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: cfr. n. 198. n. 201 -‐‑ tav. 20.1, fig. 20 -‐‑ n. inv. 2732 L’orlo è a tesa, inclinato verso l’esterno, il collo ha pareti concave e mostra una solcatura all’attacco con il corpo globulare, fondo ad anello con umbone centrale rilevato; l’ansa è a bastoncello impostata su spalla e settore mediano del collo. Argilla: 5Y 8/3 pale yellow. h: 10,9; diam: 1,6. Provenienza: necropoli. Datazione: fine VIII -‐‑ inizi VII a.C. Bibliografia: STAMPOLIDIS, KARAGEORGHIS 2003, p. 237, n. 48. n. 202 -‐‑ tav. 20.1, fig. 20.1 -‐‑ n. inv. 3967 Orlo espanso a tesa, alto collo conico leggermente rigonfio al centro, corpo ovoidale, fondo ad anello con umbone; ansa a bastoncello Argilla: 5YR 7/8 reddish yellow. h: 11,9; diam: 1,7; diam fondo: 1,7. Provenienza: necropoli. Datazione: 625-‐‑575 a.C. Bibliografia: RAMÓN 1982, p. 33, fig. 4,33. n. 203 -‐‑ tav. 20.1, fig. 20.1 -‐‑ n. inv. 3969 Orlo espanso a tesa, collo cilindrico con rigonfiamento mediano, corpo ovoidale, schiacciato, fondo distinto a disco, convesso; ansa a bastoncello. Ingubbiatura: 2.5Y 8/4 pale yellow. Argilla: 2. 5Y 6/3 light yellowish brown. h: 11,9; diam: 1,7. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1979, fig. 18,5.
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n. 204 -‐‑ tav. 20.1, fig. 20.1 -‐‑ n. inv. 3970 Orlo espanso a tesa, collo concavo, corpo ovoidale, fondo indistinto, convesso; ansa a bastoncello su collo e spalla. Argilla: 5YR 7/8 reddish yellow. h: 10,8; diam: 1,8. Provenienza: necropoli. Datazione: ultimo quarto del VII a.C. Bibliografia: BARTOLONI 1996, fig. 33, n. 380. n. 205 -‐‑ tav. 20.1, fig. 20.1 -‐‑ n. inv. 2692 Orlo indistinto inclinato verso l’esterno, collo distinto dal corpo con una scanalatura appena accennata, corpo piriforme schiacciato, fondo convesso; ansa a bastoncello impostata sul corpo e sul collo. Ingubbiatura: 2.5 Y 8/2 pale yellow. Argilla: 5Y 7/4 pale yellow. h: 10; diam: 1,7. Provenienza: necropoli. Datazione: 625-‐‑550 a.C. Bibliografia: RAMÓN 1982, p. 35, fig. 5, 4; SPANÒ GIAMMELLARO 2000, pp. 324-‐‑325, fig. 48. n. 206 -‐‑ tav. 20.1, fig. 20.1 -‐‑ n. inv. 2731 L’orlo ingrossato con superficie superiore piana, collo con rigonfiamento centrale, corpo ovoidale, fondo distinto ad anello e umbone centrale; l’ansa è a bastoncello impostata su spalla e rigonfiamento mediano del collo. Argilla: 2. 5Y 8/3 pale yellow, con inclusi bianchi frequenti molto piccoli h: 12; diam: 1,7. Provenienza: necropoli. Datazione: VII a.C. Bibliografia: CIASCA 1979, fig. 18,5. n. 207 -‐‑ tav. 20.1, fig. 20.1 -‐‑ n. inv. 2730 Privo dell’orlo, corpo a sacco, fondo convesso; le anse sono “ad orecchio”. Argilla: 2.5YR 5/8 red. h cons.: 13; diam cons.: 1,7. Provenienza: necropoli. Datazione: PCM. Bibliografia: TUSA 1978, p. 19, tav. X,3; GAMER-‐‑WALLERT 1978, pp. 228-‐‑229, tav. 26, b, M162.
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116
2777 – cat. 5
4413 – cat. 6
4410 – cat. 7
6006 – cat. 8
2782 – cat. 10
4408 – cat. 11
TAVOLA 1.1
120
2734 – cat. 22
1812 – cat. 23 1811 – cat. 24
1699 – cat. 25 4397 – cat. 26
2718 – cat. 27
TAVOLA 4
121
4384 – cat. 28 4385 – cat. 29
2758 – cat. 30 3973 – cat. 31
2757 – cat. 33 4374 – cat. 34
2746 – cat. 35 TAVOLA 5
137
1654 – cat. 110 1667 – cat. 111
1646 – cat. 112 1647 – cat. 113
1663 – cat. 114 1665 – cat. 115
TAVOLA 14.1
138
1664 – cat. 117 1660 – cat. 118
1649 – cat. 119 1653 – cat. 120
2773 -‐‑ cat. 122 1657 – cat. 123
TAVOLA 14.2
159
2732 – cat. 201 3967 – cat. 202 3969 – cat. 203
3970 – cat. 204
2692 – cat. 205 2731 – cat. 206
2730 – cat. 207
TAVOLA 20.1
162
4413 -‐‑ n. 6 4410 -‐‑ n. 7
6006 -‐‑ n. 8 4396 -‐‑ n. 9
2782 -‐‑ n. 10 4408 -‐‑ n. 11
FIGURA 1.1
163
4389-‐‑ n. 12 2761 -‐‑ n. 13
1681 -‐‑ n. 14 2760 -‐‑ n. 15
1682 -‐‑ n. 16 1813 -‐‑ n. 17
2711 -‐‑ n. 18
FIGURA 2
165
2734 -‐‑ n. 22 1812 -‐‑ n. 23
1811 -‐‑ n. 24 1699 -‐‑ n. 25
4397 -‐‑ n. 26 2718 -‐‑ n. 27
FIGURA 4
166
4384 -‐‑ n. 28 4385 -‐‑ n. 29
2758 -‐‑ n. 30 3973 -‐‑ n. 31
2745 - n. 32
2757 -‐‑ n. 33 4374 -‐‑ n. 34
FIGURA 5
181
1788 -‐‑ n. 92 2765 -‐‑ n. 93
4421 -‐‑ n. 94 4426 -‐‑ n. 95
4427 -‐‑ n. 96 4425 -‐‑ n. 97
FIGURA 12
185
1654 -‐‑ n. 110 1667 -‐‑ n. 111
1646 -‐‑ n. 112 1647 -‐‑ n. 113
1663 -‐‑ n. 114 1665 -‐‑ n. 115
FIGURA 14.1
186
1656 -‐‑ n. 116
1664 -‐‑ n. 117 1660 -‐‑ n. 118
1649 -‐‑ n. 119 1653 -‐‑ n. 120
FIGURA 14.2
187
1666 -‐‑ n. 121
2773 -‐‑ n. 122 1657 -‐‑ n. 123
1648 -‐‑ n. 124 1645 -‐‑ n. 125
FIGURA 14.3
189
1672 -‐‑ n. 129 2723 -‐‑ n. 130
2769 -‐‑ n. 131 2755 -‐‑ n. 132
5289 -‐‑ n. 133 2753 -‐‑ n. 134
FIGURA 15
190
1670 -‐‑ n. 135 5425 -‐‑ n. 136
2780 -‐‑ n. 137 2764 -‐‑ n. 138
1671 -‐‑ n. 139 6556 -‐‑ n. 140
FIGURA 15.1
193
6076 -‐‑ n. 148 2695 -‐‑ n. 149 2675 -‐‑ n. 150 2680 -‐‑ n. 151
2678 -‐‑ n. 152 2679 -‐‑ n. 153
FIGURA 16.1
194
2710 -‐‑ n. 154
2709 -‐‑ n. 155 2681 -‐‑ n. 156
2674 -‐‑ n. 157 2677 -‐‑ n. 158 FIGURA 16.2
197
1793 -‐‑ n. 166 1789 -‐‑ n. 167
1805 -‐‑ n. 168 2687 -‐‑ n. 169
1808 -‐‑ n. 170 2689 -‐‑ n. 171 FIGURA 18
198
1802 -‐‑ n. 172
1796 -‐‑ n. 173 1806 -‐‑ n. 174
2686 -‐‑ n. 175 2688 -‐‑ n. 176
FIGURA 18.1
199
1799 -‐‑ n. 177 1803 -‐‑ n. 178 1800 -‐‑ n. 179 1804 -‐‑ n. 180 1809 -‐‑ n. 181 1807 -‐‑ n. 182
FIGURA 18.2
200
1709 -‐‑ n. 183 1794 -‐‑ n. 184 1791 -‐‑ n. 185 1703 -‐‑ n. 186 5314 -‐‑ n. 187 2024 -‐‑ n. 188
FIGURA 19
203
2690 -‐‑ n. 196 3968 -‐‑ n. 197
2694 -‐‑ n. 198 2693 -‐‑ n. 199
2691 -‐‑ n. 200 2732 -‐‑ n. 201
FIGURA 20
204
3967 -‐‑ n. 202 3969 -‐‑ n. 203 3970 -‐‑ n. 204 2692 -‐‑ n. 205 2731 -‐‑ n. 206 2730 -‐‑ n. 207
FIGURA 20.1